Stampa articolo - La scuola possibile

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Articolo tratto dal numero n. 25 settembre 2012 de http://www.lascuolapossibile.it
La dislessia non è una patologia medica!
Il giudice di "Forum" ignora le Legge 170/2011 e definisce "malattia" i DSA
Dalla redazione - di La redazione
Riportiamo la nota dell'Ufficio Stampa Associazione Italiana Dislessia perché di interesse generale, con particolare riguardo al mondo della scuola e all'attenzione che i
docenti devono avere nei confronti degli alunni con DSA.
La legge non vuole ignoranza ... e la legge c'è - la L.170/2011- e va conosciuta!
In merito alla trasmissione Mediaset "Forum" andata in onda giovedì 6 settembre 2012, durante la quale è stata
presentata una causa che coinvolgeva una piccola alunna con diagnosi di DSA (Disturbi Specifici
dell'Apprendimento), l'Associazione Italiana Dislessia lamenta la gravità relativa al fatto che nella sentenza del
giudice non si faccia alcun cenno alla Legge 170/2010("Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico") che obbliga le scuole a porre in essere adeguate strategie e strumenti a
favore dei dislessici; inoltre, lo stesso giudice e la neuropsichiatra dott.ssa Francesca Fabbrizi presente in
Studio, hanno definito "malattia" la dislessia ed i DSA, contravvenendo a quanto riportato nelle "
Raccomandazioni cliniche sui DSA" - documento d'intesa elaborato dal Panel di aggiornamento e revisione della
Consensus Conference DSA 2007 in risposta a quesiti sui disturbi specifici dell'apprendimento, che ha visto la
partecipazione di organizzazioni come la SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza), e la SINP (Società Italiana di Neuropsicologia) fra le
tante.
L'AID chiede ufficialmente a Mediaset il diritto di replica ai sensi dell''art. 8 della legge sulla stampa 47/1948.
La causa verteva sul mancato riconoscimento, da parte dell'insegnante, delle difficoltà di un'alunna (che in seguito ha ottenuto una diagnosi
di DSA), tacciata di svogliatezza e pigrizia nello studio dalla maestra, mentre l'insegnante stessa avrebbe dovuto identificare i suoi
comportamenti come sospetta dislessia. La madre della bambina ha citato a Forum l'insegnante perché tale mancato riconoscimento
ha ritardato la compensazione del disturbo. Il giudice ha però sentenziato che non sta agli insegnanti riconoscere le difficoltà degli alunni
dislessici: non essendo l'insegnante un medico, non è sua competenza diagnosticare una malattia.
L'AID precisa che in alcun modo la dislessia ed i disturbi specifici dell'apprendimento possono definirsi "malattia", in quanto i bambini, i
ragazzi e gli adulti con DSA non sono affetti da alcuna patologia: la dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in
modo corretto e fluente, non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici, e neppure da deficit sensoriali o
neurologici.
Dalla dislessia e, più in generale, dai disturbi specifici dell'apprendimento, non si guarisce, proprio perché si tratta di disturbi specifici e non di una patologia medica. Non si
può dunque parlare di "cura", bensì di compensazione del disturbo (mediante l'uso di speciali strumenti compensativi per l'apprendimento e lo studio) e di riabilitazione
logopedica.
I DSA sono disturbi che coinvolgono trasversalmente i servizi sanitari specialistici e la scuola: entrambe queste istituzioni sono sollecitate a fornire risposte adeguate ai
bisogni dei soggetti con DSA. Pertanto, necessariamente, una gestione ottimale di questi disturbi richiede una cornice comune di conoscenze condivise, declinate al ruolo
delle varie figure professionali coinvolte e alle distinte fasi dell'intervento.
Aver asserito - con una sentenza trasmessa da un'importante rete televisiva - che gli insegnanti non hanno alcun dovere verso i propri alunni e verso le famiglie nel
riconoscimento delle difficoltà dei bambini che hanno in custodia, è un atto contrario alla legge ed una gravissima disinformazione. Di fatto, nella scuola della bambina
dislessica non sono state applicate le linee guida del Decreto attuativo 5669 del 2011, nel quale si fa obbligo alle scuole a porre in essere protocolli di screening per il
riconoscimento delle difficoltà che si presentano in età evolutiva, e di fornire adeguati strumenti compensativi e misure dispensative agli alunni che ne necessitano.
L'AID resta ferma nel dichiarare che gli organi di stampa e le emittenti radiotelevisive hanno una grande responsabilità nel trattare argomenti dai contenuti delicati e
complessi: a nessuno dovrebbe sfuggire la stretta necessità di rivolgersi alle strutture competenti ed a quegli esperti che, soli, possono rappresentare un valido supporto per
la conoscenza e la diffusione di determinate tematiche.
Ufficio Stampa Associazione Italiana Dislessia
[email protected]
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