Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982 Francesco Apollodoro (detto il Porcia Friulano) Porcia, 1531 circa - Padova, 1612 Ritratto di Ercole Bazzani. Olio su tela; 90x1 10 cm (n. inv. 253) Iscrizione in alto a destra: “AN. AET. SUAE / XXXI”. Firmato e datato in basso a sinistra: “FRAN.° APOLLODORO VENEZIA / F.A.D. 1585 / IN PADOA”. Acquistato da G. Bertini il 27 gennaio 1881 presso Valerta per 65 lire (Archivio del Museo Poldi Pezzoli, faldone 14/a), questo intenso ritratto fu restaurato e rintelato da L. Cavenaghi nel 1888 (Russoli, 1955, p. 116). Esso raffigura l’arciprete di Vignola Ercole Bazzani, come indica una scritta apposta sul retro della tela (“Hercole Bazani Dottore nell’una e nell’altra legge Vignolese Arciprete”), qui effigiato all’età di quarantuno anni. Il dipinto costituisce uno dei rari esempi superstiti della ritrattistica di questo pittore, che O. Ridolfi ([1648], 1924, p. 255) rammenta come “huomo stimato nel far de’ ritratti, onde ne fece un gran numero di Signori e Letterati del tempo suo, trà quali Speron Speroni, il Mercuriali, il Capo di Vacca, l’Acquapendente, lacopo Zabarella, il Cavalier Pellegrini, lacopo Gallo, l’Ottellio, il Sassonio, il Cavalier Selvatico, Francesco Piccolomini, & altri, e molti Signori Oltramontani, che capitavano allo studio di Padova, e quantità di nobilissime Dame ”È probabile che Ercole Bazzani fosse appunto uno dei giuristi che frequentavano lo studio universitario patavino, come indicano, oltre alla scritta che figura sul retro della tela, il codice posto in primo piano e il gesto eloquente della mano destra. I dati biografici su Francesco Apollodoro, forse di origine friulana, sono scarsi e la sua attività pittorica è ancora poco indagata. Dal 1606 egli risulta iscritto alla Fraglia dei pittori padovani (Pietrucci, 1858, p. 13: altre informazioni in Mazzi, 1976, p.118, n. 78), ma l’inizio della sua produzione in Padova sembra risalire almeno a una ventina di anni prima, secondo quanto suggerisce la data apposta su questa tela. F. Russoli (1955, p. 116) vi notava giustamente “chiari rapporti con l’arte del Brusasorci” e “influssi bassaneschi”. La precisa definizione psicologica del volto e l’emergere della figura sullo sfondo suggeriscono inoltre la conoscenza della ritrattistica moroniana, mentre la posa del personaggio, effigiato di scorcio, rammenta alcuni ritratti di Tiziano, tra cui quello dello Statens Museum for Kunst a Copenhagen dipinto intorno al 1550 (Wethey, Il, 1971, pp. 139-140, n. 96). È probabile che questo dipinto sia da identificare con il Ritratto firmato da Francesco Apollodoro e datato 1585 che U. Thieme e F. Becker (1908, p. 29) rammentano come già esistente presso O. Mündler a Milano. Bibliografia aggiornata al 2004 G. Bertini, Fondazione artistica Poldi Pezzoli. Catalogo generale, Milano 1881, p. 24. U. Thieme, F. Becker, AlIgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, 37 volI., Leipzig, 1907-1950, II, 1908, p. 29. A. Morassi, Il Museo Poldi Pezzoli in Milano, Roma 1932, p. 20. F. Russoli, La Pinacoteca Poldi Pezzoli, Milano 1955, pp. 116-117. F. Russoli., Il Museo Poldi Pezzoli in Milano. Guida per il visitatore, Firenze 1978, p. 23.