Lettera dal Laboratorio Anno 1, Numero 1 Ottobre 2007 Lettera dal Laboratorio Laboratori di Analisi Chimico-cliniche e Microbiologia Ospedali di Cesena, Forli, Ravenna e Rimini Medicina traslazionale: il caso digossina I laboratori dell’Area Vasta Romagna intendono introdurre alcuni adeguamenti nella modalità di refertazione di un farmaco utilizzato nella patologia cardiaca, la digossina. Sarà infatti adottato un nuovo intervallo terapeutico: 0.5-1 µg/L; nel referto sarà anche indicato che a concentrazioni >2 µg/L sono più frequenti effetti “tossici” del farmaco. Si tratta di un intervallo molto diverso rispetto a quello usato in precedenza (0.8-2.5 µg/L) ma la decisione è stata meditata e condivisa e si ritiene importante recepire quanto la ricerca ha dimostrato negli ultimi anni. Si tratta di un caso in scala ridotta di medicina traslazionale; lo sforzo cioè di tradurre il più rapidamente possibile nella pratica clinica quanto è stato dimostrato dalla ricerca e segnalato dalla letteratura anche se distante dalla pratica in uso precedentemente. Ogni eventuale chiarimento può essere richiesto a Dr.________ e Dr.________ (tel. -——-) per Cesena, a Dr. Dorizzi e Dr.Ghetti (tel. [email protected]) per Forli, a Dr.____ e Dr.________ (tel. ___-____-________) per Ravenna, a Dr.____ e Dr.________ (tel. ___-____-________) per Rimini, Il Gruppo di Lavoro del Governo Clinico dell’AVR Sommario Lettera dal Laboratorio Pag. 1 Medicina traslazionale Pag. 1 CMAJ 2007; 176: 641-3 Pag. 1 Digossina Pag. 2 Digossina: intervallo terapeutico Pag. 2 La letteratura Pag. 2 DIGOSSINA INTERVALLO TERAPEUTICO TRADIZIONALE Classicamente è stata attribuito ai glicosidi cardiaci un effetto inotropo positivo (aumento della forza e della velocità della contrazione cardiaca) legato ad una inibizione potente ed altamente selettiva della “pompa del sodio”. L’inibizione è reversibile e permette al sodio di rimanere nella cellula cardiaca da cui è espulso usando un processo di scambio sodio-calcio che porta ad un aumento della concentrazione del calcio intracellulare e quindi della forza di contrazione. L’effetto inotropo si verifica sia sul tessuto miocardico atriale e ventricolare sano che in quello che ha perso efficienza contrattile. L’eccessivo aumento della concentrazione del calcio può contribuire alla tossicità della digossina, poiché si possono verificare dei cicli spontanei di rilascio e reuptake del calcio che portano a depolarizzazione ed effetti elettrofisiologici tossici. Deve essere tuttavia considerato che i glucosidi cardiaci non hanno solamente degli effetti inotropi positivi (questo spiega perché la digossina non ha gli effetti di aumento della mortalità segnalati per gli altri farmaci inotropi positivi). I glucosidi cardiaci presentano un effetto inotropo positivo a dosi elevate ed effetti neuroormonali a dosi più basse. Nell’insufficienza cardiaca la digossina ha di solito una azione simpatico-inibitoria che è stata attribuita alla normalizzazione dei meccanismi inibiti dei barocettori. Questa azione neuroormonale spiega perché è raccomandato, oramai da qualche anni, da fonti autorevoli e concordi di mantenere la concentrazione di digossina tra 0.5 e 1 µg/L. Nel box a fianco alcuni dei più recenti articoli apparsi su importanti giornali di Cardiologia, di Farmacologia e di Medicina interna. DIVENTA PERTANTO NON PIU’ DILAZIONABILE LA NECESSITA’ DI TRASFERIRE NELLA PRATICA LE NUOVE ACQUISIZIONI DELLA RICERCA CLINICA. L’INTERVALLO TERAPEUTICO OTTIMALE DELLA CONCENTRAZIONE DI DIGOSSINA NEL PLASMA INDICATO NEI REFERTI SARA’ PERTANTO: 0.5 - 1 µg/L. NEL REFERTO SARA’ INOLTRE INDICATO CHE CONCENTRAZIONI MAGGIORI DI 2 µg/L POSSONO ESSERE ASSOCIATI AD EFFETTI TOSSICI DEL FARMACO Pagina 2 LETTERA DAL LABORATORIO