Indice dei temi svolti di fisica: Autore: Antonio Pierro Giochi matematici Le equazioni di Maxwell. Le equazioni di Maxwell sono un sistema di quattro equazioni differenziali e sono utilizzate nello studio dei fenomeni elettromagnetici. Nel sistema di unità di misura internazionale: ∇ · ∇× ∇ · ∇× E E B B = ρ / ε0 = - ∂B/∂t =0 = μ0 (J + ε0 ∂E/∂t ) dove ∇· e ∇× sono rispettivamente gli operatori differenziali divergenza e rotore espressi tramite l'operatore ∇, E è il campo elettrico, B il campo magnetico (o di induzione magnetica), ρ la densità di carica e J il vettore densità di corrente. Le costanti ε0 e μ0 sono dette rispettivamente costante dielettrica del vuoto e permeabilità magnetica del vuoto, e sono legate dalla relazione 1/c2 = ε0 μ0, dove c è la velocità della luce. La quarta equazione di Maxwell può dunque essere scritta c2 ∇ × B = J/ε0 + ∂E/∂t Le equazioni di Maxwell scritte sopra, permettono di calcolare l'evoluzione dei campi elettromagnetici nel vuoto: E(r,t) , B(r,t) conoscendo la densità di carica e la densità di corrente: ρ(r,t); J(r,t) La forza di Lorentz, invece, è la legge che esprime l'effetto che il campo elettrico e quello magnetico hanno su di una carica elettrica q: F = q(E+v×B) Le equazioni di Maxwell, insieme alla forza di Lorentz, descrivono completamente l'interazione elettromagnetica classica, ovvero come una carica in movimento interagisce con un'altra carica in movimento. Le stesse equazioni possono anche essere scritte in forma integrale. Correzioni nei materiali Per una corretta descrizione dei campi elettromagnetici all'interno dei mezzi materiali, è necessario tenere conto del fatto che questi interagiscono con i campi polarizzandosi e magnetizzandosi. Poiché la polarizzazione e la magnetizzazione della materia generano a loro volta campo elettromagnetico, diviene praticamente intrattabile il problema di un aggregato di un gran numero di molecole in interazione con il campo; risulta preferibile approssimare il mezzo come un continuo, e dare una descrizione macroscopica dei campi, che vanno intesi come valori medi misurati in una zona di spazio che contenga un numero significativamente elevato di molecole. Le equazioni di Maxwell in forma macroscopica divengono ∇ · ∇× ∇ · ∇× D E B H = ρ = - ∂B/∂t =0 = J + ∂D/∂t ) dove i nuovi campi D (induzione o spostamento elettrico) e H (campo magnetico) tengono conto dei contributi delle cariche di polarizzazione e delle correnti di magnetizzazione nella materia: D = ε0 E + P B = μ0 (H+M) dove i vettori P (polarizzazione) e M (magnetizzazione) rappresentano valor medio del momento di dipolo elettrico e magnetico per unità di volume. Indubbiamente, per risolvere le equazioni di Maxwell macroscopiche, è necessario conoscere il valore dei campi P e M: nel caso più semplice di mezzi lineari e isotropi, in cui i vettori polarizzazione e magnetizzazione sono direttamente proporzionali rispettivamente ai campi elettrico e magnetico, le relazioni fra D ed E e fra B ed H (note come relazioni costitutive) divengono le seguenti: D = εo εr E B = μo μr H dove le costanti di proporzionalità εr e μr sono chiamate rispettivamente costante dielettrica e permeabilità magnetica del mezzo. In realtà, tali costanti esprimono solamente l'autointerazione dei campi nelle particelle materiali, come valore medio. Se si guardasse alle singole particelle, sarebbero valide le equazioni generali. Soluzioni delle equazioni - il potenziale vettore e il potenziale scalare La terza equazione stabilisce che la divergenza di è nulla. Poiché la divergenza di un rotore è sempre nulla, esiste un campo vettoriale per cui è detto potenziale vettore. Allora possiamo riscrivere la seconda equazione di Maxwell come che può anche essere espressa come Poiché il rotore di un gradiente è sempre nullo, possiamo introdurre il potenziale scalare φ nel modo seguente da cui segue Riassumendo abbiamo definito un potenziale vettore ed un potenziale scalare legati ai campi vettoriali e dalle equazioni Con queste nuove definizioni, la prima equazione di Maxwell diventa cioè La quarta equazione di Maxwell, invece, si trasforma come segue ossia, usando la proprietà Sfruttando ancora una volta il fatto che il rotore di un gradiente è nullo, si scopre facilmente che, eseguendo una sostituzione come questa qui di seguito (Ψ è un qualsiasi campo scalare) allora le espressioni per i campi elettrico e magnetico rimangono invariate. Per verificarlo basta sostituire i nuovi potenziali nelle espressioni di E e di B ricavate sopra. Questa operazione è detta operazione di gauge, ossia calibrazione, dal termine inglese gauge per calibro. Sfruttando l'invarianza di Gauge, possiamo scegliere ∇·A a piacere. Scegliendo un opportuno valore per ∇ ·A, ad esempio e sostituendo in (1) e (2), si ottengono due equazioni disaccoppiate: Similmente nella (2), eliminando i termini opposti, ottengo Entrambe queste espressioni sono dei quadrivettori, che descrivono delle onde sferiche che avanzano nello spaziotempo con velocità c. Riassumendo: per risolvere le equazioni di Maxwell ho introdotto il potenziale vettore e quello scalare che, inseriti nelle equazioni di Maxwell e sfruttando l'invarianza di Gauge diventano un sistema di quattro equazioni differenziali in quattro campi scalari incogniti. Esplicitando, il sistema assume la forma Questo permise di enunciare la teoria secondo cui le onde elettromagnetiche e luce sono aspetti differenti della stessa cosa, in quanto mostrano lo stesso comportamento e la stessa velocità. Inoltre, come si vede, erano le prime leggi corrette secondo la teoria della relatività di Einstein, e quindi andavano ad aggiungere un'altra crepa all'edificio già scricchiolante della fisica classica.