[ ATTUALITÀ ]
14 Terra e Vita
n. 8/2009
21 febbraio 2009
[ DIFESA ] La sua presenza è segnalata in diverse zone d’Italia. Danni fino all’80% della produzione
Vespa cinese minaccia i castagni
[ DI CRISTIANO RICIPUTI ]
Il 20 aprile
un convegno
per fornire
risposte concrete
contro il dilagare
dell’insetto
L
a vespa cinese del casta­
gno sta mettendo a ri­
schio i castagneti, sponta­
nei o coltivati, di tutta Italia. Per
fare il punto della situazione
l’associazione nazionale Città
del castagno ha organizzato un
convegno, in collaborazione
con la Regione Toscana, il 20
aprile a Firenze.
«Dal 2002 l’insetto si è diffu­
so ben oltre le più fosche aspet­
tative – spiega Luigi Vezzalini,
coordinatore dell’associazione
– attaccando i castagneti di tutta
Italia. In quell’anno il cinipide
galligeno è stato segnalato in
Piemonte, a Cuneo, in materiale
[ PROGETTO
Preservare
e valorizzare
vivaistico d’importazione dal­
l’oriente. Oggi la sua presenza è
segnalata in diverse zone d’Ita­
lia».
Dryocosmus kuriphilus Yasa­
matsu è considerato uno degli
insetti più dannosi per il casta­
gno. Simile ad una piccola ve­
spa lunga circa 2,5 mm, è origi­
nario del nord della Cina ed è
oggi molto diffuso in Asia e ne­
gli Stati Uniti. Attacca sia il ca­
stagno europeo (Castanea sati­
va), selvatico o innestato, sia gli
ibridi euro­giapponesi (Casta­
nea crenata x Castanea sativa).
[ IL DANNO
Su foglie e germogli Dryocosmus
kuriphilus provoca la formazio­
ne di caratteristiche galle (in­
grossamenti di forma tondeg­
giante e dimensioni variabili da
5 a 20 mm di diametro, di colore
verde o rossastro) che compro­
mettono lo sviluppo vegetativo
delle piante e la loro fruttifica­
zione. Il danno produttivo, se­
condo i dati raccolti nelle zone
infestate del Piemonte, può arri­
vare anche all’80%. Le galle si
L’
formano in primavera sui ger­
mogli laterali o apicali dei rami
e inglobano una parte delle gio­
vani foglie provocando l’arresto
dello sviluppo vegetativo dei
getti colpiti. A volte le galle ri­
mangono confinate lungo la
nervatura centrale delle foglie.
Al loro interno sono presenti le
larve dell’insetto che in estate
daranno origine alle piccole ve­
spe adulte. Le femmine depon­
gono le uova nelle gemme pre­
senti in quel momento sulla
pianta, da cui nasceranno le lar­
ve nell’anno successivo.
«C’è un aspetto davvero gra­
ve che a volte viene trascurato –
aggiunge Vezzalini – vale a dire
il danno ambientale, al di là di
quello produttivo. Molte zone
di collina e montagna hanno
associazione nazionale Città del Castagno è nata per valorizzare
gli oltre 275mila ettari di castagneti presenti in Italia. L’iniziativa
di dar vita a questa associazione è partita da un’intesa fra 4 comunità
montane: due della Toscana (Mugello e Garfagnana) e altrettante
dell’Emilia
Ma, da subito, l'orizzonte geografico in cui operare è stato l’ambito
nazionale ed europeo. L’Italia ha 275mila ettari di castagneti da preservare e valorizzare. Oltre
a Toscana ed Emilia­Romagna, che rappresentano rispettivamente il 29% e l’8% della
superficie nazionale interessata a castagneto, altre Regioni esprimono valori di grande
interesse: la Calabria con il 17%, il Piemonte con il 14%, la Campania, l'Umbria e il Lazio con
percentuali tra il 3 e l’8%.
n
sviluppato un movi­
mento turistico grazie
ai boschi e al relativo
paesaggio nel quale il
castagno ha un ruolo
determinante. Il de­
perimento delle pian­
te a causa dell’infesta­
zione dell’insetto ren­
de l’ambiente più desolato in
quanto, nel giro di 7­8 anni, ogni
castagno colpito può morire».
L’insetto attacca indistinta­
mente piante giovani o centena­
rie e qualsiasi varietà, selvatica
o coltivata, sia da frutto, sia da
farina.
[ LOTTA BIOLOGICA
La strategia di lotta più efficace
è quella biologica utilizzando la
vespa Torymus sinensi Kamijo. La
lotta attraverso questo parassi­
toide ha dato risultati incorag­
gianti, al contrario di quella chi­
mica che non è molto efficace e
ha risvolti che poco si conciliano
con l’idea di turismo rurale alla
quale sono legati i castagneti.
«Al convegno del 20 aprile
cercheremo di dare risposte con­
crete contro il diffondersi della
vespa cinese – conclude Vezzali­
ni ­.
Non va dimenticato che in alcu­
ne zone, ad esempio in Campa­
nia, Toscana, Lazio e Calabria, la
produzione di castagne rappre­
senta una buona fonte di inte­
grazione del reddito.
E in certi distretti la valorizza­
zione in chiave turistica ha por­
tato a prezzi, per il prodotto di
migliore qualità, da 3,5 a 7 euro
il chilogrammo».
n