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5 febbraio 2014
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Arboricoltura
La castanicoltura si difende
Marilisa Molinari
Nell’attesa dei risultati della lotta
biologica le pratiche silvicolturali
devono mantenere i castagneti in buone
condizioni vegetative.
stanze zuccherine, visita le gemme del castagno deponendovi le uova in gruppi di numero variabile, fino a un
massimo di 400. Dalle piccole uova, che sono bianche e
provviste di lungo peduncolo, si sviluppa, in circa 40
giorni, una larva che sverna in questa forma sino alla
primavera successiva. Alla ripresa vegetativa, le larve
inducono la formazione di “galle” nelle gemme,
all’interno delle quali trovano riparo e si nutrono sino
all’impupamento e al successivo sfarfallamento.
Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, detto cinipide del
castagno, è oggi l’insetto più dannoso nei confronti del
genere Castanea. Lo European and mediterranean
plant protection organisation (Eppo) l’ha inserito nella
lista A2 degli organismi da quarantena. Originario della
Cina, fu introdotto accidentalmente in Giappone (1941),
Corea (1963), Stati Uniti (1974) e Nepal (2007). In Europa fu segnalato per la prima volta nel 2002 in Italia
(Piemonte) dove arrivò quasi sicuramente trasportato
nelle gemme di ibridi eurogiapponesi acquistati per
produrre materiale resistente al cancro della corteccia
del castagno. Oggetto di attento monitoraggio da parte
dei Servizi fitosanitari europei, fu successivamente segnalato in:
• Francia: 2005 (Valdéblore);
• Slovenia: 2005 (Nova Gorica e Krško);
• Ungheria: 2009 (Üröm);
• Svizzera: 2009 (Mendrisio, Ticino).
La sua diffusione in tutte le
aree castanicole italiane fu
veloce e inarrestabile, facilitata dal commercio di piante e astoni parassitizzati.
Il cinipide, parassita obbligato del castagno, colpisce sia
la specie europea (Castanea sativa), sia le specie asiatiche (C. crenata, C. mollissima, C. seguinii), americane
(C. dentata) e gli ibridi.
I danni
Le galle presenti sulle piante attaccate sono di forma,
dimensione e numero diversi in rapporto a vari fattori
tra cui l’intensità di infestazione e la resistenza
della varietà colpita.
Il livello di infestazione di
una pianta è calcolato dal
rapporto tra numero di
galle e numero di gemme
totali: l’analisi di questo
rapporto dà anche una
misura della “resistenza”
della varietà.
Questa resistenza, secondo alcune osservazioni,
sembra non essere il risultato di una mancata deposizione delle uova da parte del cinipide, ma di un mancata
proliferazione delle cellule della pianta; secondo altre
osservazioni, invece, vi sarebbero stimoli “olfattivi” che
determinerebbero l’ovodeposizione.
In un’unica galla spesso sono contenute diverse celle
(sino a 7/8), ognuna delle quali ospita un individuo.
Ciclo biologico
Tra fine giugno e inizio agosto l’individuo adulto, che
vive al massimo una decina di giorni nutrendosi di so-
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I danni arrecati alla pianta comprendono la riduzione
della produzione sia per la compromissione delle gemme a fiore, sia per una generale ridotta capacità fotosintetica. Una forte infestazione produce inoltre il
complessivo indebolimento
del soggetto che diventa
quindi più suscettibile ad
altre patologie. In particolare si segnala un aumento
degli attacchi di cancro della corteccia del castagno.
scio del parassitoide Torymus sinensis Kamijo. Questo
imenottero, appartenente alla famiglia dei Torimidae
ha una dimensione, in fase
adulta, di 2,5 mm, un corpo verde metallico e zampe giallastre. Le femmine
possiedono un lungo ovopositore con il quale perforano le galle di recente
formazione e depongono
un unico uovo accanto o
sulla larva di cinipide, della quale poi si nutrono.
Entrambi gli insetti sono
originari della Cina dove
vivono in un naturale equilibrio, tale per cui i danni
causati dal primo sulle piante di castagno sono irrilevanti.
La lotta biologica con rilascio di Torimidae fu applicata
con successo in Usa e in Giappone e da quest’ultimo paese furono introdotti i primi individui rilasciati nella
Regione Piemonte nel 2006.
Il successo della lotta biologica con il torimide è dovuta
alla perfetta sincronia di sviluppo dei due insetti e alla
specificità del torimide rispetto al cinipide. Molta attenzione deve essere posta nella scelta del momento di rilascio: il momento migliore
per attuarlo è quando le
galle sono in formazione e
il tessuto è ancora molle e
facilmente
penetrabile
dall’ovopositore del torimide.
Molti studi sono stati effettuati anche per l’individuazione di parassitoidi di cinipide “autoctoni” ma i risultati ottenuti
dimostrano che questi,
pur presenti, non incidono in maniera significativa sul
contenimento di Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, in
quanto non specifici.
In Regione Lombardia, la lotta al cinipide è iniziata nel
2008 quando è stato effettuato il primo rilascio di una
cinquantina di coppie di Torymus sinensis Kamijo forniti dall’Università degli Studi di Torino. A oggi, in Regione lombardia sono stati effettuati complessivamente
134 rilasci, sono state attivate diverse aree naturali di
Difesa
In pochi anni, i danni arrecati al patrimonio castanicolo
italiano e la diffusione dell’insetto nei Paesi limitrofi furono considerevoli. Per questo motivo le istituzioni nazionali ed europee hanno stabilito norme di contenimento della diffusione dell’insetto. In Italia,
l’argomento è regolamentato dal Decreto del Ministero
delle politiche agricole, alimentari e forestali 30 ottobre
2007, “Misure d’emergenza provvisorie per impedire
la diffusione del cinipide del castagno Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu nel territorio della repubblica italiana”.
Per quanta riguarda Regione Lombardia, il decreto
dirigente unità organizzativa 21 novembre 2012, n.
10528, attualmente in vigore, definisce le zone di insediamento
(Bergamo,
Sondrio, Brescia, Como,
Lecco, Milano, Monza e
Brianza, Varese) e le zone
indenni (Cremona, Lodi,
Mantova). Con questo decreto sostanzialmente si
vieta lo spostamento/il commercio di materiale castanicolo proveniente dalle aree di insediamento mentre è
possibile la movimentazione e il commercio di materiale proveniente da aree indenni nel periodo ottobre/aprile e solo se accompagnato da passaporto delle
piante. Già nel 2010 un rapporto dello European food
safety authority individuava nel cinipide un pericolo
per l’intera area castanicola europea e suggeriva come
forma di intervento la lotta biologica attraverso il rila-
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moltiplicazione e, grazie al progetto Lobiocin bioinfocast finanziato dal Ministero delle politiche agricole,
alimentari e forestali, sono stati formati i tecnici che seguono il progetto di lotta biologica. Inoltre, è stata attivata un’area di riproduzione artificiale presso il vivaio
dell’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (Ersaf) di Curno (Bg) che entrerà in produzione
nel 2014.
ibridi che, sebbene in alcuni casi più produttivi, presentano qualità organolettiche decisamente inferiori.
Riferimenti bibliografici
Alma A., Quacchia E., Piazza G., 2011. Lotta biologica al
cinipide del castagno - L'esperienza italiana con Torymus sinensis. Sherwood, 8, 16-19.
Brussino G., Bosio G., Baudino M., Giordano R., Ramello F., Melika G., 2002. Pericoloso insetto esotico per il
castagno europeo. L’Informatore Agrario, 37, 59-61.
Operazioni selvicolturali
Nell’attesa dei risultati della lotta biologica è importante
operare scelte silvicolturali che servano a mantenere i
castagneti in buone condizioni vegetative: innanzitutto
bisogna evitare potature e asportazione di materiale di
risulta dalle aree oggetto di rilascio del torimide per facilitarne l’insediamento. Per lo stesso motivo è da evita-
Boriani M., Dadda S., Molinari M., 2013. Il castagno da
frutto nella bergamasca. Amministrazione Provinciale
di Bergamo.
Turchetti T., Maresi G.,
2003. Criteri fitosanitari
per la gestione dei castagneti da frutto. Frutticoltura, 10, 27-30.
Gritta Schrader, 2010.
Pest risk assessment
and
evaluation
of
management
options
Dryocosmus kuriphilus.
European food safety
authority journal, 8, 1316.
re anche la lotta chimica. Risulta molto efficace invece
la potatura, in particolare quella verde, in castagneti
danneggiati dall’attacco del cinipide in quanto serve a
stimolare il vigore della pianta che emette nuovi getti
sani.
Nel caso di innesti si può intervenire nella scelta della
marza ricordando che le gemme apicali sono spesso le
meno attaccate dal cinipide. Meglio preferire l’innesto a
gemma che comporta una minore superficie della ferita
rispetto ad altri; inoltre, è indispensabile ricoprire il
punto di innesto con mastice cicatrizzante addizionato
con fungicidi e utilizzare attrezzi disinfettati per evitare
il propagarsi di malattie trasmissibili.
In questo contesto il piano castanicolo nazionale assume grande rilevanza. Il piano prevede una serie di interventi tecnici ed economici che privilegiano lo sviluppo di una castanicoltura attenta alla salvaguardia del
patrimonio varietale che rischia di essere sostituito da
Boriani M., Molinari M., 2013. Cinipide del castagno
sotto sorveglianza continua. Lombardia verde, 6, 4243.
Marilisa Molinari, laureata in Scienze agrarie, è ispettore del
Servizio fitosanitario di Regione Lombardia.
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