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Pubblicato il 12 Dicembre 2013
Serata di grande musica il 30 novembre 2013 in un luogo molto particolare
Boccadoro alla Tenuta dello scompiglio
servizio di Antonio Ferdinando Di Stefano
VORNO (LU) - Nella bellissima cornice della tenuta “dello scompiglio” vicino Lucca ci si sente in un
altra dimensione spazio temporale e forse in un altro paese. Svezia, Danimarca? Non si sa. Questa
sensazione è sicuramente dettata non solo dalle semplici ma articolate architetture che lo
compongono, dai materiali usati che rimandano sempre al legno chiaro, al vetro ed acciaio, ai
molteplici spazi espositivi e performativi, ma anche e soprattutto dall'atmosfera di viva cordialità che si
respira nella quale artisti e pubblico si mescolano in un sano connubio che va a formare un tutt'uno
con l'azione scenica, sia essa musicale teatrale o altro. Ecco perchè da un po' di tempo a questa parte
questo spazio espositivo perfomativo voluto esclusivamente dal mecenatismo di Cecilia Bertoni,
(perfomer, regista, danzatrice) sta diventando sempre di più un punto di riferimento per coloro che
vogliono ascoltare e conoscere artisti (musicisti-compositori,performer scultori pittori o altro) che viaggiano in ambiti e
coordinate molto diversi tra di loro nella galassia artistica nazionale ed internazionale e che talvolta hanno difficoltà a trovare
luoghi capaci di accoglierli coccolarli e dargli modo di produrre ed esprimere la loro vena di forte contemporaneità. Il concerto
che abbiamo seguito il 30 novembre ne è per certi versi un esempio. Carlo Baccadoro direttore del gruppo Sentieri Selvaggi
(compositore certamente tra più noti nel panorama nazionale) ha dato il suo contributo al progetto dedicato a Mozart, voluto
fortemente dal direttore artistico Antonio Cagiano. Il grande Salisburghese è stato protagonista più che per la sua produzione
musicale quanto per la sua "veste" di innovatore ed ispiratore alla modernità. Il programma della serata ha visto infatti una
serie di brani sia di repertorio che scritti esclusivamente per questo ensamble composto lo ricordiamo da Flauto (Paola Fre),
Clarinetto (Mirco Ghirardini), Pianoforte (Andrea Rebaudengo) Vibrafono e Percussioni (Andrea Dulbecco), Violino (Piercarlo
Sacco) Violoncello (Aya Shimura) per la direzione di Carlo Boccadoro.
Il primo brano di Filippo Dal Corno "Musica Profana" si è presentato subito con la sua forte ritmicità alternando nei vari
movimenti spazi di suadente e nostalgica linearità melodica (affidata al violino) a spazi di dialogo serrato con gli altri elementi
del gruppo e riservando al vibrafono la parte di protagonista. Il secondo brano molto diverso dal primo ha visto una pagina
poco eseguita di Arvo Part il "Mozart Adagio"; una sorta di riscrittura in chiave timbrica, quindi con le note "al loro posto" di un
trio di Mozart. Questa trascoloratura timbrica, ben affrontata dagli strumentisti ha raccontato l'idea ben delineata voluta dal
compositore: rendere la musica di Mozart non una presenza viva ma un ricordo lontanante e poco vivido quasi come una luce
di candela smorzata. Il terzo brano è stato un lungo viaggio nel mondo di Gavin Bryars "Non la conobbe il mondo mentre
l'ebbe". La sua ispirazione intorno al laudario di cortona si evince dalla linearità e liricità della scelta linguistica. E' un brano
di gusto meditativo e di grande fascino che fu commisionato dall'ensamble al compositore inglese nel 2006 entrando (come
si evince dalle note di sala) a far parte del repertorio del gruppo. A questa scelta si è contrapposta la forte e scontrosa vitalità
del brano Soul Brother n. 1 di Carlo Boccadoro. Senza dubbio abbiamo apprezzato sia la grande perizia tecnica ed
del brano Soul Brother n. 1 di Carlo Boccadoro. Senza dubbio abbiamo apprezzato sia la grande perizia tecnica ed
espressiva di Andrea Dulbecco al Vibrafono sia il contenuto della composizione (scritta in maniera complessa ma efficace)
che ha raccontato di un profiquo scontro incontro con gli altri elementi del gruppo. Dobbiamo aggiungere che per stessa
ammissione del compositore, la serata ha voluto dedicare diversi piccoli concerti strumentali agli elementi del gruppo; quello
dedicato al vibrafono è stato uno di questi. "L'incantevole ritratto" (in prima esecuzione assoluta) di Carlo Galante per
Clarinetto, violoncello e Pianoforte, ha invece operato citazioni dal flauto magico in maniera dissimulata riproponendo i suoni
(e le figure musicali) come fossero dei personaggi che si muovono su di un palco immaginario. L'effetto è stato di levità
quasi surreale senza però dimenticare passi di virtuosismo strumentale e una sezione finale molto ritmica e vivace. Infine
"the telephone book" del postminimalista Michael Torke si è presentato come un trittico di brani di 5 minuti ispirati ai 3 tipi di
elenchi telefonici statunitensi e con riferimenti al jazz, pop , ma con una forte e chiara musicalità di grande impatto ritmico. In
effetti che sia un brano molto presente nei repertori dell'ensamble lo si capisce dalla grande leggerezza con la quale è stato
eseguito, pur rimanendo un brano per certi versi "border line" ovvero con intrusioni e riferimenti a musica "altra"; quasi una
scommessa o un azzardo dissimulato, atteggiamento che il compositore ha sicuramente mutuato dalla sua "altra" e per certi
versi curiosa professione di vero giocatore professionista di Poker a La Vegas.
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica.Net
Nella miniatura in alto: il maestro Carlo Boccadoro
In basso: panoramica della Tenuta dello scompiglio
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