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VENERDÌ 18 FEBBRAIO 2011
La cultura
Lo sport
Il libro-testamento
di Tony Judt
“Ritorniamo
alle radici del ’900”
Federica Brignone
la figlia d’arte
seconda in gigante
ai mondiali di sci
ADRIANO SOFRI
ALESSANDRA RETICO
■ 41
A 50 anni dall’esordio l’Italia scopre che la maggioranza delle persone non usa contraccettivi. E resistono i vecchi sistemi
MARIA NOVELLA DE LUCA
N
on piacciono alle ragazze né ai ragazzi. Non li
usano né le donne, né gli uomini. Almeno nei
grandi numeri. Almeno nelle statistiche. Contraccettivi, anno zero. Per i sessuologi dietro il
pervicace rifiuto di usarli ci sarebbero il mito
della spontaneità, della naturalità e la paura che ogni “barriera” possa togliere all’amore passione e bellezza. I ginecologi e gli andrologi dicono invece, e non senza apprensione, che si tratta di ignoranza, di inesperienza, ma anche
di un bel po’ di irresponsabilità e di azzardo. Parliamo di
sesso e di sessualità. E di contraccettivi, che in Italia vengono usati davvero poco. Agli ultimi posti in Europa.
Oltre il 70% della popolazione dai 18 anni in su e in età
fertile ammette semplicemente di farne a meno. Magari
per ricorrere poi con affanno alla “contraccezione d’emergenza”. O peggio. Non importa se ormai la pillola è
sempre più leggera, e si fanno strada addirittura i microimpianti, rivoluzionari dispositivi che vengono inseriti sotto la cute per avere tre anni consecutivi di contraccezione sicura. Nel nostro paese resistono invece i metodi
naturali, tradizionali, quelli di sempre. E in particolare, oggi come ieri, la strategia contraccettiva più utilizzata è il
“rapporto interrotto”, l’amplesso che si spezza nel momento clou.
SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
La
pillola
dimenticata
NATALIA ASPESI
T
utte quelle belle anzi bellissime signorine attualmente in gran fermento, causa magistrati che vogliono sapere delle loro simpatiche
feste e dei loro illustri corteggiatori (clienti?,
mah!), a quali gruppi appartengono? Al
28,4% (profilattico), al 16,3% (pillola), al 31,6% (coito interrotto) o addirittura al 15% (nessuno)? E sull’Isola dei
Famosi le magnifiche ragazze già passate dal bunga
bunga o in procinto di essere invitate a condividerlo, essendo spesso sotto i 25 anni, apparterranno a quel
27,5% che secondo le ricerche non sono mai andate dal
ginecologo; e le gentili ospiti del Grande Fratello, capitasse mai una distrazione per la noia da recluse, faranno parte di quel 10% di italiane che ricorrono alla pillola del giorno dopo? Viviamo in una bizzarra parentesi
storica, in cui pare che non si faccia altro che l’amore,
possibilmente di gruppo, con frustini e berretti da poliziotto, su nelle alte sfere del potere e giù nei finti reality.
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VENERDÌ
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ANGELO AQUARO
VITA UMANA, QUANTO MI COSTI
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Q
uanto vale una vita umana? Lasciate perdere l’etica e provate a rovesciare economicamente la domanda: quanto «costa» la vita umana? Una risposta arriva dall’America di Barack Obama. La vita, qui, vale
molto di più che ai tempi di George W. Bush. Non è retorica. Il New York Times ha calcolato quanto l’amministrazione è disposta a spendere per prevenire una perdita
umana. E ha scoperto che il valore è aumentato. L’agenzia per la protezione dell’ambiente ha portato da 6.8 a 9.1
milioni la spesa per mantenere l’aria più pulita. L’obbligo
di far vedere i danni del fumo sui pacchetti di sigarette ha
innalzato da 5 a 7.9 milioni di dollari il tetto dell’ente per i
farmaci. E così via, dal ministero dei trasporti in giù. Ovviamente gli aumenti si traducono nell’aumento delle regole che l’industria (dell’auto, dell’alimentazione e via dicendo) deve sopportare. Tant’è che il mondo del business
insorge col ritornello dei liberisti: troppi lacci e laccioli,
così si strangola la ripresa. E chi se ne frega se senza lacci
e laccioli i primi a finire strangolati saremmo tutti noi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
VENERDÌ 18 FEBBRAIO 2011
L’INCHIESTA
R2CRONACA
■ 42
Il 70 per cento delle persone con più
di 18 anni ammette di non fare uso
di contraccettivi. Colpa di fatalismo,
ignoranza, scarsa informazione
Così cinquant’anni dopo
il nostro Paese dimostra di aver
dimenticato la grande rivoluzione
sessuale. O quasi
Perché non si usa più
la
pillola
(segue dalla copertina)
MARIA NOVELLA DE LUCA
I
Il volume
Il volume si chiama
“Contraccezione”, è firmato
da due ginecologi, Carlo
Flamigni e Anna Pompili: gli
italiani e la sessualità a 50 anni
dall’arrivo della pillola
l “rapporto interrotto” è la
metodologia di pianificazione familiare tra le più antiche, ma che ha com’è noto
alte possibilità di fallimento.
Tra il 16 e il 25% è stato calcolato
nella letteratura medica internazionale, e come rivela un dettagliatissimo libro appena uscito,
“Contraccezione”, edito da “L’asino d’oro”, firmato da due ginecologi famosi, Carlo Flamigni e Anna
Pompili.
Un libro-manuale che in duecento pagine ci restituisce la storia
e il quadro attuale della contraccezione in Italia, analizzando alla lu-
sto è free, senza rete. Risultato: a
cinquant’anni dall’epoca della
grande rivoluzione sessuale in Italia, a mezzo secolo dall’arrivo dalla pillola, è boom di “contraccezione d’emergenza”, mentre si registra, purtroppo, un aumento di
aborti tra le ragazze più giovani,
anche minorenni. E una netta recrudescenza dei contagi da Aids.
Spiega Carlo Flamigni, padre
della fecondazione assistita in Italia, e oggi presidente onorario dell’Aied, l’associazione italiana per
l’educazione demografica: «Lo
scopo di questo libro è fare informazione. Perché nonostante il diluvio di notizie pseudoscientifiche che circolano, c’è un’enorme
ignoranza sui temi del sesso, della
sessualità, della contraccezione,
ma anche di quelle scelte che pos-
sono poi compromettere la fertilità, e quindi l’arrivo di un figlio,
quando si decide davvero di metterlo al mondo. La pillola fa paura
perché, si dice, fa ingrassare, il preservativo perché si rompe, la spirale perché è un corpo estraneo, il
diaframma perché è difficile: non
esiste il contraccettivo ideale, tutti
hanno controindicazioni ed effetti collaterali. Esiste però un “per-
corso contraccettivo” in cui ognuno può trovare la strada giusta per
sé. La mancanza di informazione
invece porta da una parte a vivere
senza la percezione del rischio, ma
dall’altro a sottovalutare le conseguenze della poca conoscenza.
Quanti sono ancora oggi gli aborti
clandestini delle minorenni? Ma
nello stesso tempo, quante donne
che rinviano fin oltre i 40 anni la
gravidanza sono consapevoli che
se a 20 anni il rischio di avere un
bimbo down è di 1 su 1600, a quarant’anni la media è di un piccolo
down ogni novanta nascite…».
Si fa sempre più strada infatti,
tra i medici e i ginecologi, la convinzione che una serie di problemi
legati oggi all’infertilità di coppia
derivi proprio da comportamenti
Dietro il rifiuto di
usare contraccettivi
ci sono il mito della
spontaneità e la
paura che ogni
“barriera” tolga
spazio all’amore
Resistono i metodi
naturali di sempre
E oggi come ieri
la strategia
più utilizzata
è il “rapporto
interrotto”
ce delle più recenti scoperte scientifiche tutte le varie tecniche esistenti, da quelle ormonali ai microimpianti, dai preservativi maschili a quelli femminili, dalla spirale al diaframma, dal conteggio
dei giorni alla pillola del giorno dopo. Di ogni metodo vengono indicati pregi, difetti, effetti collaterali,
rischi, prezzi, ma anche false credenze e pregiudizi. Perché, a leggere i dati più recenti sul modo con
cui ragazzi e ragazze, ma anche
donne e uomini affrontano la sessualità in Italia, emerge che il profilattico è usato soltanto dal 28,4%
dei maschi e la pillola dal 16,3%
delle femmine, il coito interrotto
dal 31,6% delle coppie, e tutto il re-
a rischio nella prima fase della vita
sessuale, quella delle giovinezza
vissuta “senza rete”. I dati della Sigo, società italiana di ginecologia e
ostetricia, dicono con chiarezza
che gli italiani utilizzano poco i
contraccettivi perché “li rifiutano” nel 53% dei casi, “non li conoscono” nel 38% delle risposte, o
perché “non li sanno usare” nel 9%
dei casi.
«E infatti qui torniamo al tema
dell’informazione, anzi della disinformazione» aggiunge Anna
Pompili, ginecologa e autrice con
Carlo Flamigni di “Contraccezione”. «Quante volte mi sento dire
che il preservativo non è sicuro
perché si rompe, ma quanti sanno
la Repubblica
@
VENERDÌ 18 FEBBRAIO 2011
PER SAPERNE DI PIÙ
www.aied.it
www.sigo.it
■ 43
Il commento
SE IL SESSO
È UNA SCONFITTA
PER L’ITALIA
NATALIA ASPESI
(segue dalla copertina)
F
I metodi
COITO INTERROTTO
È il metodo più usato
dagli italiani. Consiste
nell’interrompere il
rapporto sessuale
PROFILATTICO
Lo utilizzano il 28,4%
degli italiani. Protegge
anche dalle malattie a
trasmissione sessuale
PILLOLA
La utilizzano soltanto il
16,3% delle donne
italiane, agli ultimi posti
in Europa
MICROIMPIANTI
Dispositivi inseriti nella
cute rilasciano per 3 anni
ormoni contraccettivi
utilizzarlo nel modo giusto? Ad
esempio con l’accortezza di togliersi gli anelli prima di metterlo
per evitare appunto che si laceri?
Spesso nei colloqui mi rendo conto che quando passa il messaggio
che la sessualità deve essere vissuta con serenità, vedo come le coppie si rilassano e accettano di
aprirsi. Non credo infatti che agire
sulla leva della paura, dello spettro
delle gravidanze indesiderate —
aggiunge Anna Pompili — sia la
strada giusta. Basta vedere quello
che succede in Gran Bretagna, dove c’è un numero di altissimo di
parti tra le adolescenti, nonostante le campagne “terroristiche” del
governo inglese. Anche se, e dobbiamo dirlo, in Italia gli aborti tra le
giovanissime sono tornati a crescere, purtroppo anche in un’area
clandestina, e così le malattie a trasmissione sessuale».
Infatti sono proprio le minorenni a ricorrere con più facilità alla
cosiddetta contraccezione di
emergenza, cioè la pillola del giorno dopo. Nel 55% dei casi le confezioni di questo farmaco vengono
vendute a ragazze poco più che
adolescenti. «A volte con orgoglio
donne giovani ma anche adulte affermano: il mio uomo non mi permette di prendere la pillola perché
fa male, ci pensa lui… E c’è molto
dietro queste parole, proprio in
termini di rapporti tra i sessi», sostiene Anna Pompili.
Eppure una recente e ampia inchiesta del Mulino sulla sessualità
degli italiani condotta Marzio Barbagli, Giampiero Della Zuanna e
Franco Garelli, ha dimostrato come e quanto oggi nell’amore uomini e donne siano più spensierati, liberi da convenzioni. Se non
una rivoluzione, certo una “modernizzazione sessuale”. E allora
perché tutta questa diffidenza su
pillola, condom, spirali e altro? Roberta Giommi, che dirige il Centro
Internazionale di Sessuologia di
Firenze, chiama in causa una serie
di “difficoltà immaginarie”. «C’è la
convinzione che qualunque strategia preventiva tolga mistero e
naturalità al rapporto, che per una
donna o una ragazza non sia elegante presentarsi ad un appuntamento con il preservativo nella
borsa, l’essere intelligenti nel sesso viene vissuto come un pensiero
fastidioso. E purtroppo in questo ammette Giommi - vedo una passività femminile ancora resistente, anche nelle ragazze. Quasi che
il consegnare la scelta “protettiva”
all’uomo sia un atto d’amore…
Quello che mi stupisce poi è come
mai alle generazioni più giovani
sia stato trasmesso il concetto che
fare esperienza è un diritto, ma
Si registra un
aumento di aborti
tra le ragazze più
giovani, anche
minorenni. E una
recrudescenza dei
contagi da Aids
non che anche il proteggersi sia un
diritto. Il paradosso è che fino a 15,
20 anni fa la pillola veniva vissuta
dalle donne come scelta di responsabilità, autonomia, sì, anche di liberazione». Oggi, dunque
è come se si stesse tornando indietro. E se il preservativo viene vissuto con fastidio, la pillola viene
guardata con sospetto quasi fosse
un farmaco altamente nocivo.
«Tutti elementi considerati “nemici” della spontaneità e del romanticismo — conclude Roberta
Giommi — e la strada per poter
parlare correttamente della contraccezione è davvero ancora lunga”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SENZA RETE
Gli italiani
fanno sesso
senza
proteggersi
Questo
indicano
le statistiche
orse anche tra la gente normale, tutti impegnati, per usare un termine probo, a scopare:
le gerarchie ecclesiastiche non approvano, ma
neanche disapprovano apertamente, con i toni frementi con cui attaccano invece preservativi e contraccettivi, quelli sì demoniaci e peccaminosi.
Praticamente non si parla d’altro, di sesso mercenario e no, sui giornali e in televisione, e allora ci si chiede:
visto l’andazzo pecoreccio e guai a fare i barbogi moralisti, c’è il Ferrara antiabortista che ti mena, perché, anziché inutilmente deplorare, non servirsene per fare
quella propaganda anticoncezionale che da noi non esiste, e se non sei una mamma sapiente e preveggente che
porta le sue piccine dal ginecologo a 13 anni perché spieghi loro la rava e la fava, te le trovi gravide in un baleno?
Secondo le statistiche riportate nel prezioso libro dei ginecologi Flamigni-Pompili, tre
giovani su quattro sotto i
Visto l’andazzo
vent’anni non utilizzano alcuna
pecoreccio perché protezione sessuale durante i
rapporti, e comunque in generanon servirsene per
le i contraccettivi vengono rifiufare quella
tati dal 53% degli italiani, perché
non li sanno usare o non li conopropaganda
scono. Sapessero che Fabrizio e
anticoncezionale
sua fidanzata Belen, l’intrache da noi manca? la
prendente Ruby o la svelta Nicole, il buon Emilio o la turbolenta
Sara, persino il paterno Lele, guai
a non uscir di casa con il loro contraccettivo (a ognuno il
suo) in tasca, perché non si sa mai, può capitare qualche
cattivo incontro, forse se ne saprebbe di più e se ne userebbero di più. Se ne sapeva di più cinquant’anni fa,
quando apparve nell’inquieto universo femminile questo miraggio, una semplice miracolosa pillola che
avrebbe permesso di non restar rigide di paura come
baccalà conoscendo la vaghezza maschile, di non ritrovarsi sole a gestire una gravidanza rifiutata soprattutto
dal disimpegnato partner, di sentirsi finalmente libere.
Ragazze e signore correvano nei consultori pubblici e
privati che sorgevano come funghi, e pazienza se nelle
parrocchie si tuonava contro, e certi padri sparavano alle figlie sorprese con la pillola in tasca, e c’era chi ne raccontava le tragiche conseguenze, dal cancro ai foruncoli. Insomma l’amore era una realtà, non una pornofiction o un’inchiesta giudiziaria: che dopo cinquant’anni
in Italia non se ne senta quasi parlare, non si faccia ancora una seria educazione sessuale nelle scuole, si tuoni tuttora contro, chiudendo però gli occhi davanti alla
pornograficazione di tutto, dalla televisione alla politica, fa parte delle tante sconfitte subite dalle italiane e
dall’Italia.
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