Le dinamiche economiche
Le 5 FASI DELL’ECONOMIA GLOBALE
• 1820-1913: Epoca liberale intervallata da un periodo
di depressione (1873-1890) caratterizzato da un
momentaneo ritorno delle politiche protezionistiche
• 1913-1950: lento collasso del libero mercato ed
economia caratterizzata dalle politiche di
sfruttamento
• 1950-1973: età dell’oro (GOLDEN AGE): 1) il PIL
(prodotto interno lordo) raggiunge i massimi valori
in ciascun continente, 2) periodo di elevata stabilità
sociale, 3) ritorno della libertà di commercio
internazionale
• 1973-1992: età del rallentamento della crescita
• 1992- tempo presente: l’età della globalizzazione
PIL ANNO 0- 1998
14.000.000
12.000.000
10.000.000
Europa Occ
Europa Or
8.000.000
URSS
6.000.000
USA+COMM
America Latina
4.000.000
Asia
Africa
2.000.000
19
98
19
73
19
50
19
13
18
70
17
00
15
00
10
00
0
0
Le prime 10 economie 1870 e 1913
1) Cina
2) India
3) Regno Unito
4) Stati Uniti
5) Impero Russo
6) Impero Tedesco
7) Francia
8) Italia
9) Giappone
10) Spagna
1) Stati Uniti
2) Cina
3) Impero Tedesco
4) Impero Russo
5) Regno Unito
6) India
7) Francia
8) Italia
9) Giappone
10) Spagna
Le prime 10 economie 1950 e 1973
1) Stati Uniti
2) Unione Sovietica
3) Regno Unito
4) Germania Occidentale
5) Cina
6) India
7) Francia
8) Italia
9) Giappone
10) Canada
1) Stati Uniti
2) Unione Sovietica
3) Giappone
4) Germania Occidentale
5) Cina
6) Francia
7) Regno Unito
8) Italia
9) India
10) Brasile
PIL ANNO 0- 1998
8.000.000
7.000.000
CINA
6.000.000
INDIA
5.000.000
USA
RUSSIA/URSS
4.000.000
GIAPPONE
UK
3.000.000
Germania
2.000.000
Francia
Italia
1.000.000
Spagna
19
98
19
73
19
50
19
13
18
70
17
00
15
00
10
00
0
0
PIL ANNO 0- 1870
200.000
180.000
160.000
140.000
120.000
100.000
80.000
60.000
40.000
20.000
18
70
CINA
INDIA
USA
RUSSIA/URSS
GIAPPONE
UK
Germania
Francia
Italia
Spagna
15
00
0
10
00
17
00
0
PIL ANNO 0- 1870 (escluse Cina e India)
120000
100000
80000
60000
40000
20000
18
70
17
00
15
00
10
00
0
0
USA
RUSSIA/URSS
GIAPPONE
UK
Germania
Francia
Italia
Spagna
PIL ANNO 1913- 1998
8.000.000
7.000.000
6.000.000
5.000.000
4.000.000
3.000.000
2.000.000
1.000.000
19
98
19
73
19
50
19
13
0
CINA
INDIA
USA
RUSSIA/URSS
GIAPPONE
UK
Germania
Francia
Italia
Spagna
Le prime 10 economie 2013 e 2050
1) Stati Uniti
2) Cina
3) Giappone
4) Germania
5) Francia
6) Regno Unito
7) Brasile
8) Russia
9) Italia
10) India
1) Cina
2) Stati Uniti
3) India
4) Giappone
5) Germania
6) Regno Unito
7) Brasile
8) Messico
9) Francia
10) Canada
11) Italia
Le SPIEGAZIONI DELLO SVILUPPO
Approccio sistemico
(Sidney Pollard, La conquista pacifica)
• Primogenitura europea dovuta alla formazione di
un sistema sempre più integrato di relazioni
politiche ed economiche
• Sviluppo economico europeo dovuto ad un
processo unitario e non ripetitivo frutto del
modello inglese (prima rivoluzione industriale)
• Sviluppo favorito dall’affermazione del
liberalismo e del laissez faire e, successivamente,
dall’integrazione europea ad ovest e ad est
Le SPIEGAZIONI DELLO SVILUPPO
Approccio comparativo
(Nathan Rosenberg e Luther Birdzell, Come l’occidente è
diventato ricco)
• Primogenitura europea dovuta alle sue specificità
economiche, demografiche, istituzionali e culturali
• Fattori non economici favorevoli all’Europa: 1) processo
di urbanizzazione, 2) crescita demografica, 3) sistemi
politici ed economici (liberalismo, liberismo), 4) creazione
di un’economia ben regolamentata
• Fattori economici favorevoli all’Europa: 1) innovazioni
nel commercio, nella tecnologia, nell’organizzazione
COMBINATE con 2) accumulazione del capitale, 3)
sfruttamento delle risorse naturali
Le SPIEGAZIONI DELLO SVILUPPO
•
•
•
•
•
•
•
Principali vantaggi:
1) COMMERCIO DI RISORSE CON LE COLONIE.
Rosenberg e Birdzell rifiutano la teoria dello sfruttamento
perché
a) nel sistema capitalistico i salari sono stati strutturalmente
bassi,
b) saggio reale dei salari in costante ascesa,
c) industrializzazione dei paesi non sviluppati genera
benefici quali l’aumento dei salari,
d) non vi è stata alcuna correlazione fra il ritmo di crescita
dei paesi europei e l’imperialismo (Paesi scandinavi non
sono stati imperialisti; Spagna e Portogallo non hanno
avuto un precoce sviluppo industriale);
2) COMMERCIO DI DERRATE ALIMENTARI evitò
le crisi economiche dovute all’aumento dei prezzi
Le SPIEGAZIONI DELLO SVILUPPO
Approccio eterodosso (Kenneth Pomeranz, La
grande divergenza)
Fino a metà Settecento le condizioni di Europa e
Asia non erano poi molto divergenti perché
• a) economia dell’Asia era aperta al mercato e
possedeva un livello tecnologico almeno pari a
quello europeo,
• b) sia l’Asia che l’Europa erano sottoposte al
vincolo malthusiano, alla dipendenza dalla terra e
dalle risorse naturali
Le SPIEGAZIONI DELLO SVILUPPO
La divergenza fra Europa e Asia inizia intorno alla
metà dell’Ottocento perché
• Scoperta del carbone e sfruttamento intensivo delle
terre coloniali evitano all’Europa di cadere vittima di
un processo di involuzione
• Senza le materie prime provenienti dalle colonie la
rivoluzione industriale non sarebbe stata sostenibile
• La coercizione economica dovuta al colonialismo
favorì i paesi europei in quanto uno scambio paritario
e consensuale di merci non avrebbe assicurato un
sufficiente flusso di prodotti primari
• Ruolo del progresso scientifico e tecnologico
PRINCIPALE NOVITÀ DELLA SPIEGAZIONE DI
POMERANZ:
sposta l’accento sull’importanza di
1) dominazione coloniale
2) vincoli ecologici
I momenti chiave del Novecento
La grande contrazione, 1929-1933
• 24 ottobre 1929: crollo dei titoli azionari a NYC
• Ritiro dei capitali; crollo della produzione
• Forte crescita della disoccupazione
Le cause
Crisi monetaria: drastica diminuzione della
quantità di denaro disponibile.
Il settore reale: contrazione dei consumi e
conseguente diminuzione degli investimenti
I guerra mondiale: crollo del gold standard,
sconvolgimento dei commerci, nazionalismo
economico
La grande contrazione, 1929-1933
Le cause
Molteplicità di fattori: crisi agricola anni ‘20,
cattiva distribuzione delle risorse economiche,
fragilità dei paesi del Terzo Mondo
Ruolo della GB: incapace di continuare a svolgere
la sua funzione di guida = merci non riescono più a
trovare un mercato (crisi di GB non evidente fino al
1931)
Ruolo degli USA: non intenzionati ad accettare il
ruolo di guida dell’economia mondiale; eccessiva
chiusura alla cooperazione internazionale
La grande contrazione, 1929-1933
Conseguenze di lungo periodo
1) Crescita dell’intervento statale nelle politiche
economiche (rivoluzione keynesiana, politiche
keynesiane). New Deal negli USA.
2) Tentativi dei paesi latino-americani e del Terzo
Mondo di sviluppare industrie proprie nel
tentativo di diminuire la dipendenza dalle
importazioni
3) Retroterra favorevole allo sviluppo di movimenti
estremistici di destra e di sinistra
La golden age. I miracoli economici
1950-1975: periodo più lungo di crescita ininterrotta
al ritmo più elevato (media 4,5% annuo nei paesi
industrializzati)
Miracolo economico: espressione usata per indicare
la forte crescita in Germania dopo il 1948
Il tasso di crescita della Germania fu superato da
quelli di Italia e Giappone.
Crescita più rapida e intensa nei paesi con redditi
pro-capite relativamente modesti (oltre a Italia e
Giappone anche Austria, Spagna e Grecia).
La golden age. I miracoli economici
I fattori della crescita
Piano Marshall: investimenti per modernizzazione
tecnologica dell’Europa
Pubblica amministrazione: assistenza alle imprese e ai
cittadini (servizi sociali)
Economia mista: lo Stato assicurava la stabilità
generale; l’impresa privata la disponibilità di beni e
servizi
Collaborazione internazionale: risoluzione pacifica
dei conflitti
Capitale umano europeo: buona qualità dell’istruzione
assicurava il personale qualificato in grado di utilizzare
le nuove tecnologie
Dalla golden age al neoliberismo
La crisi degli anni ‘70 (1975-1979)
• Costante aumento del prezzo del petrolio e
shock petroliferi: crisi della produzione
industriale nei paesi esportatori; aumento del tasso
di inflazione nei paesi industrializzati
• La stagflazione: ristagno della produzione (a
causa del calo della domanda) e aumento
dell’inflazione
• Effetti: terziarizzazione dell’economia; riduzione
della spesa pubblica, rigore economico
Dalla golden age al neoliberismo
La svolta neoliberista
Usa e GB abbandonano le politiche keynesiane
• Contenimento dell’inflazione e della spesa
pubblica (riduzione del debito):
1) Diminuzione della spesa per il welfare
2) Contrazione dei consumi
3) Riduzione dell’inflazione
4) Riduzione della tassazione per compensare la
contrazione dei consumi
5) Privatizzazione delle aziende pubbliche
La fine del XX secolo
Asia
Giappone: 1) modernizzazione tecnologica, 2) alto
livello del capitale umano, 3)introduzione di nuove
tecnologie, 4) capacità di innovazione della classe
manageriale (redditività della ricerca), 5) mentalità
collettivista, 6) alti livelli di risparmio e di
investimento
Tigri asiatiche (Sud Corea, Taiwan, Singapore,
Hong Kong, Malesia): 1) manodopera a basso costo,
2) protezionismo, 3) ruolo dei capitali stranieri, 4)
capitalismo senza democrazia, 5) scarso ruolo dei
sindacati e forte rispetto per le gerarchie
La fine del XX secolo
America Latina
Fallimento programmi di industrializzazione: 1)
mercati interni troppo limitati per dimensioni e
potere di acquisto; 2) scarsa cooperazione
internazionale; 3) assenza del capitale umano
necessario per applicare le nuove tecnologie; 4) alto
indebitamento con l’estero
Africa
Incapacità di sviluppo: 1)scarsità di risorse umane,
2)rivalità etniche (guerre civili, colpi di stato…),
3)regimi dittatoriali
La fine del XX secolo
URSS e blocco orientale
Limitata introduzione del libero mercato e
miglioramento della produzione agricola
Generale insoddisfazione della popolazione per la
situazione economica
Problemi generali di fine XX secolo
1) Crescita demografica e riduzione della natalità
2) Tasso di utilizzazione delle risorse
3) Ineguaglianza nella distribuzione delle risorse
Rallentamento della crescita