I tre trii e i quattro Phantasiestücke per violino, violoncello e pianoforte testimoniano la grande influenza che gli importanti lasciti cameristici di Beethoven, Schubert, Mendelssohn – tre maestri venerati da Robert Schumann – ebbero sul suo
autore. Pur obbedendo sempre alle architetture formali della tradizione, in questo
repertorio ancor meglio che altrove si esprime quella particolare modalità espressiva che fa di Schumann un romantico nel senso più autentico: la cangiante varietà degli stati d’animo, la visionarietà, la pulsazione ritmica spesso fremente sono
connaturate nella natura emotiva di questo straordinario compositore. Il primo trio
op. 63 fu composto a Dresda nell’estate del 1847 e offerto alla moglie Clara come
dono per il suo ventottesimo compleanno. La prima esecuzione pubblica fu a Lipsia, nel settembre dello stesso anno. Considerato da molti il più riuscito dei trii
schumanniani, è di fatto il più esteso e introspettivo. Clara ne scrisse: “È uno dei
brani di Robert che più hanno scaldato le profondità della mia anima e mi hanno rapita dall’inizio alla fine. Lo amo appassionatamente e non smetto di volerlo suonare”.
Rispetto al Trio op. 63, i Phantasiestücke rappresentano il primo tentativo di Schumann di misurarsi con questa formazione. La loro composizione risale infatti al
1842, anno molto fecondo per la scrittura cameristica di Schumann, che dopo essersi dedicato quasi esclusivamente alla musica per pianoforte in pochi mesi ultimò i quartetti per archi e le sue più famose composizioni per pianoforte e archi,
il Quintetto e il Quartetto. Originariamente scritti con l’intenzione di farne un Trio,
l’autore non fu soddisfatto della resa e preferì lasciare i quattro brani nella forma
di “Pezzi fantastici”, dalla trama più leggera rispetto alla severa organizzazione in forma sonata - che un vero Trio avrebbe comportato. Quel che appare evidente è
da una parte lo sforzo creativo di volersi misurare con una formazione strumentale
mai sperimentata prima, e dall’altra la ricerca di nuove modalità espressive (umorismo, intima cantabilità, repentini cambi di umore) pur rimanendo all’interno della
cornice delle forme compositive tradizionali.
Domenica 2 aprile ore 10.30
Mendrisio Sala Musica nel Mendrisiotto (presso Museo d’arte Mendrisio)
Matinée
Robert Schumann: capolavori per trio
Trio Metamorphosi
Mauro Loguercio violino
Angelo Pepicelli violoncello
Francesco Pepicelli violoncello
Presentazione del nuovo CD DECCA
Robert Schumann Trio n. 1 in re minore op. 63 (1847)
1810-1856
Mit Energie und Leidenschaft
Lebhaft, doch nicht zu rasch
Langsam, mit inniger Empfindung. Bewegter
Mit Feuer
Finale dai Phantasiestücke op. 88
Allegro un poco maestoso con Variazioni
(prima versione, 1842)
Segue degustazione di vini della Cantina Cavallini di Cabbio
Pianoforte Steinway Gran Concerto messo a disposizione dall’Associazione Mendrisio
“Mario Luzi Poesia del Mondo”, nell’ambito della sezione musicale
dedicata ad Arturo Benedetti Michelangeli, presieduta da Paolo Andrea Mettel.
Accesso difficoltoso ai disabili causa scale.