„BURNED-OUT TUMOR OF THE TESTIS“: CASE REPORT Scopo del lavoro: il termine "burned-out tumor" fa riferimento ad un tumore testicolare in grado di regredire completamente e spontaneamente a livello gonadico; ma che si presenta già con metastasi retroperitoneali, mediastiniche, linfonodali, polmonari o epatiche. Riportiamo la nostra esperienza relativa ad una diagnosi tardiva di metastasi retroperitoneale da tumore primitivo del testicolo. Descrizione del caso: in seguito a sterilità secondaria con azoospermia, a dicembre 2009 un uomo di 36 anni si sottoponeva ad eco-color-doppler testicolare. L'esame evidenziava un'area ipoecogena di 22 mm con calcificazioni periferiche a carico del testicolo destro e nessuna alterazione del testicolo controlaterale. I markers neoplastici (ß-hCG, AFP, LDH) erano normali. Si procedeva alla asportazione del nodulo che sia all’esame istologico estemporaneo che al definitivo metteva in evidenza tubuli seminiferi trasformati in masserelle sclero-ialine per il 95%, micro focolaio di iperplasia adenomatosa della rete testis e moderata fibrosi interstiziale. Circa un anno dopo, il paziente si presentava alla nostra attenzione con markers neoplastici aumentati: ß-hCG 8.14 mUI/ml (V.N. <1.03), AFP 125 UI/ml (V.N. 0-7), LDH 687 U/l (V.N. 100-190) ed area ipoecogena di 23 mm sempre a carico del testicolo destro. Asportato il testicolo in questione, questo risultava esente da neoplasia; l'esame istologico evidenziava fibrosi diffusa, tubuli seminiferi scleroialini e cellule di Leyding riunite in cumuli. Alla TAC risultava evidente a livello retroperitoneale un grossolano pacchetto linfoadenopatico di 15x14 cm; tali linfoadenopatie circondavano l'aorta, infiltravano la cava e dislocavano le strutture contigue. Inoltre, era presente una falda di versamento fluido nello scavo pelvico, in rapporto probabilmente a stasi linfatica. Si procedeva, quindi a biopsia della massa che risultava essere una neoplasia maligna mista a cellule germinali costituita da tumore del sacco vitellino, carcinoma embrionale e seminoma con fenomeni di necrosi e coartazione cellulare. All' indomani dell'intervento il paziente andava incontro ad exitus per un'embolia polmonare massiva bilaterale. Discussione e messaggio conclusivo: la “burned-out sindrome” del testicolo, della quale esistono solo pochi casi in letteratura, fa riflettere circa la gestione di pazienti con una diagnosi istologica di assenza di neoplasia, ma con aspetti atipici anche in presenza di markers neoplastici nei limiti della norma. In tali casi l’iter diagnostico non dovrebbe limitarsi alla sola valutazione testicolare, ma comprendere una valutazione strumentale estesa anche al torace ed all’addome.