LA SINDROME DA SHOPPING: QUANDO ACQUISTARE DIVENTA UNA OSSESSIONE Dott.ssa Romina Galmacci (Psicologa clinica - Specialista in Addictive Behaviours e Patologie Correlate) Lo shopping compulsivo , indica una patologia , o meglio una “sindrome”, definita per l’appunto, “sindrome da shopping” che rientra nelle cosiddette “Nuove Dipendenze” e che si colloca tra i disturbi del controllo degli impulsi; si può parlare di una vera e propria dipendenza psichica, caratterizzata dall’acquistare oltre misura. Ciò che distingue questo comportamento di dipendenza dalle normali spese, è proprio l’impulso all’acquisto, inteso come un desiderio irrefrenabile ed una spinta intrusiva ed urgente a comprare oggetti, che nonostante siano riconosciuti come inutili o eccessivi, non riescono ad essere evitati, pena il generarsi di uno stato di malessere. Si tratta di una di quelle malattie legate alla legata alla società del consumo e del benessere, difatti, si osservano sempre più frequentemente casi di persone, non solo donne, ma sempre più uomini; che manifestano, questa compulsione all’acquisto Quando lo shopping normale diventa patologico? Lo shopping, da normale diventa una condotta di dipendenza, quando va a compensare qualcosa che manca a chi ne è affetto, non di ordine materiale, bensì emotivo, soffocando in tal modo, temporaneamente, uno stato emotivo negativo, di cui il compratore compulsivo non è conscio e che, tendenzialmente, ha a che fare con la sfera depressiva. Tale mancanza non sarà mai pienamente soddisfatta, poiché non può essere sostituibile con qualcosa di materiale. Quali sono i sintomi dello shopping compulsivo? desiderio irrefrenabile di acquistare qualcosa; acquisto di cose di cui non si ha davvero bisogno, ed a causa dell'abitudine all'accumulo compratore coatto rischia di dimenticarsi gli oggetti che si trovano già in proprio possesso, spesso inutilizzati, ancora impacchettati; Sensazione di euforia, a cui segue subito dopo l’acquisto, senso colpa e frustrazione per la consapevolezza di essere stato travolto dall’impulso; Tendenza a pensare continuamente all’oggetto da acquistare, a rinviare impegni di lavoro, a contrarre debiti, a nascondere a familiari ed amici gli oggetti acquistati una volta tornato a casa; Rabbia, noia e tristezza, a cui fa seguito il vero e proprio episodio di shopping compulsivo, accompagnato prima da uno stato d’animo di gioia temporanea e poi dalla delusione e dalla vergogna verso se stesso. Quali sono le caratteristiche della dipendenza dagli acquisti? Il disturbo è caratterizzato come in altre forme di dipendenza da tratti distintivi, presenti nelle altre forme di dipendenza, quali fenomeni: di craving (incapacità di controllare l’impulso che conduce al comportamento patologico); di pensiero desiderante (il prefigurarsi la soddisfazione proveniente dall’acquisto);, di tolleranza (che porta i soggetti ad aumentare progressivamente la frequenza e quantità di oggetti da comprare); di astinenza (le crisi a cui si va incontro quando è impossibilitato nell’acquisto). Cosa si nasconde dietro il disturbo? Lo shopping compulsivo, rappresenta un tentativo di autoterapia : una sorta di terapia dell’anima di breve durata, con cui il compratore coatto risolve le tensioni momentanee, ma non i problemi profondi alla base del disturbo stesso. Generalmente la compulsione agli acquisti è espressione di un disagio più profondo, come il bisogno di colmare un vuoto affettivo, scarsa autostima, difficoltà ad accettare se stesso, disturbi dell’umore (ansia e depressione), disturbi del comportamento alimentare, idee e pensieri ossessivi e manie. Qual’é l’impatto del disturbo sulla vita dello compratore compulsivo? Il ripetersi degli episodi di acquisto, determinati da quella che alla fine è una tendenza distruttiva invalidante, portano il compratore compulsivo a conseguenze dannose sul piano non solamente finanziario per le inevitabili perdite, ma anche psicologico (depressione, ansia relazionale e lavorativo). Quali sono le cause della compulsione agli acquisti? Dalle ricerche, non risulta ancora chiaro se le cause vadano ricercate in un disturbo d’ansia, che condurrebbe il compratore coatto a reagire all’angoscia attivando comportamenti compulsivi, oppure in un disturbo ossessivo compulsivo, i cui pensieri e idee ossessivi porterebbero la persona a eliminarli scaricando la tensione con l’acquisto, oppure ancora se la “colpa” vada attribuita invece al cattivo funzionamento del circuito della serotonina, che sarebbe responsabile degli impulsi, o se ancora nella svalorizzazione di sè. Il compratore coatto/shopper compulsivo è consapevole del suo disturbo? La maggior parte degli shopper compulsivi è consapevole di avere un problema, ma si percepisce fuori controllo, nel senso che gli episodi vengono da loro vissuti come impulsi irrefrenabili, ai quali pertanto non è possibile resistere nonostante gli sforzi Cosa fare? Il primo step per poter uscire fuori dalla dipendenza, è rappresentato propria dalla presa di coscienza della propria dipendenza. Spesso questa è la fase più difficile perchè una delle caratteristiche trasversali a tutte le forme di dipendenza, è rappresentata proprio dalla difficoltà che la persona coinvolta ha nel riconoscere di avere un problema. Frequentemente, la doccia fredda di un conto in rosso serve al compratore coatto allo scopo di fornirgli la spinta di prendere provvedimenti e prendere contatto con un esperto. Il trattamento psicologico della sindrome si pone i seguenti step : 1. individuare i motivi che sono alla base della svalutazione di sé (bassa autostima) del compratore coatto; 2. comprendere quale valore simbolico riveste lo shopping per il paziente che ne soffre, ossia a quali bisogni psicologici risponde la dipendenza dagli acquisti; 3. infine, andare alla radice del problema, ricercando cioè se vi sono blocchi psicologici e/o ferite narcisistiche rimosse, che possono aver generato un ritiro della libido sull’Io, spostato sugli oggetti, acquistati..