Capitolo 4 - La motivazione al consumo PER SAPERNE DI CRISI DA SHOPPING: ACQUISTO COMPULSIVO Una nota di cronaca del 24 giugno 2008 riporta: AVVOCATESSA DI CASERTA SVUOTA AUTOGRILL Una giovane avvocatessa ha trascorso la notte nell’area di servizio “La Macchia” ad Anagni, sull’autostrada Roma-Napoli, spendendo 4000 euro in preda a una crisi depressiva, conosciuta come sindrome da shopping o acquisto compulsivo. La professionista ha cominciato a fare spese folli all’interno dell’esercizio commerciale. Finiti i soldi liquidi è passata alla carta di credito. Oltre 4000 euro tra cd, dvd, libri, sigarette, salumi e cioccolate varie. A fermare la corsa alla spesa della libera professionista sono stati gli agenti della Polstrada avvisati dai dipendenti dell’area di servizio. Accompagnata all’ospedale Umberto I di Frosinone ha atteso l’arrivo dei genitori che hanno confermato che la figlia “soffre di turbe maniacali e quando ha le crisi dà fondo a tutti i suoi averi” Si tratta di un tipico caso di acquisto compulsivo di cui proponiamo qui una breve analisi. Che cos’è l’acquisto compulsivo? L’acquisto compulsivo (compulsive buying) è un disagio psicologico caratterizzato da vere e proprie crisi di acquisto, una forte mania a comprare oggetti spesso inutili o non indispensabili, al di sopra delle proprie finanze e non corrispondente a un bisogno reale. La sindrome comprende tre caratteristiche di disagio: • disturbo del controllo degli impulsi; • comportamenti ossessivi; • dipendenza da un’attività. La spinta all’acquisto (buying impulse) viene descritta come una pervasiva tendenza distruttiva ed eccessiva che crea un bisogno urgente che deve essere soddisfatto; la ciclicità e la ripetitività del comportamento aumentano con l’aumentare dello stress. La dipendenza dall’attività, chiamata anche addictive buying, presenta le stesse caratteristiche di altri tipi di dipendenza: crisi di astinenza, nascondere le spese, dire bugie, comportamenti problematici. Shopping compulsivo, acquisto incontrollato, acquisto che crea dipendenza, consumo che crea dipendenza, acquisto eccessivo/esagerato, shopaholism, spendaholism, sono tutti termini che vengono utilizzati come sinonimi per descrivere l’irresistibile bisogno di acquistare, anche se vi sono alcune sfumature significative. Campbell (2000) sottolinea la differenza di significato tra l’aggettivo shopaholics, che si riferisce alle persone che trovano divertente e piacevole fare shopping, e spendaholics, che descrive le persone che provano un irresistibile bisogno di concretizzare l’acquisto di oggetti. Alcuni autori concordano nel considerare l’acquisto compulsivo come “un caso estremo di un generalizzato impulso ad acquistare in una popolazione di normali consumatori”: in altre parole vi è un continuum che va dal comportamento normale di un normale consumatore a un comportamento patologico, incontrollato e afinalizzato La maggior parte degli studiosi concorda nell’utilizzare il termine acquisto compulsivo. Il motivo dell’esistenza di una terminologia così varia per definire l’acquisto compulsivo è dovuta al fatto che alcuni ricercatori considerano tale comportamento una forma di “dipendenza” (Elliott, 1994; Scherhorn et al., 1990), mentre altri la ritengono una “compulsione” (McElroy et al., 1991) o un fenomeno di interesse medico, e altri ancora ritengono che sia un fenomeno sociale. Secondo Scherhorn et al. (1990) «[l’acquisto compulsivo] è causato dalla società ed è molto diffuso»; questo autore ritiene che molti consumatori nordamericani «cedono a un acquisto compensativo» per riempire un vuoto interiore; alcuni individui provano ad alleviare sentimenti negativi e stati di disagio “acquistando”, e questo tipo di «consumo che dà dipendenza» viene considerato «una disperata ricerca di riferimenti in un ordine sociale disintegrato». Ancora, per altri autori, l’acquisto compulsivo “può essere legato ai disturbi dell’umore, al disturbo ossessivo-compulsivo o ai disturbi del controllo degli impulsi”, da includere nel DSM-IV-TR (APA, 2002). Secondo Sorrentino (2001) le persone con shopping complusivo possono essere differenziate nelle seguenti categorie: • collezionisti; • onnivori; • maniaci dell’affare; • compratori virtuali. ■ ■ Parte II - Processi sociali e influenza sul consumatore Lo shopping via internet è in notevole incremento probabilmente per la facile accessibilità, la possibilità di mantenere l’anonimato e per l’autogratificazione derivate dalla possibilità infinita di reiterazione senza avere immediate ripercussioni negative. Colpisce di più uomini o donne? Le persone più esposte all’acquisto compulsivo sono quelle con scarsa autostima, sole e insoddisfatte. In Italia questo disturbo colpisce l’8% della popolazione, il 75% donne, nella fascia di età tra i 25 e i 35 anni. Negli Stati Uniti le donne rappresentano l’80% dei soggetti affetti, e il restante 20% è riferito a uomini dai 20 ai 40 anni. Generalmente in letteratura lo shopping viene descritto come un’attività legata al genere e pertinente ai “compiti delle donne” all’interno del loro ruolo di casalinghe (Campbell, 2000) Secondo alcuni autori la predisposizione delle donne allo shopping è legata al loro ruolo “dipendente” sia nelle relazioni che nella società in generale e al fatto che per una gran numero di donne può rappresentare una delle principali «attività di svago» (Elliott, 1994): infatti fare shopping può essere una delle poche «opportunità di socializzare in modo piacevole e utile». Le donne che fanno shopping in modo compulsivo sono spinte dal tentativo di colmare un “sé svuotato”, nel senso che nel genere femminile lo shopping è molto più legato ad aspetti psicologici ed emozionali di quanto non lo sia negli uomini. Faber et al. (1987) affermano che l’acquisto compulsivo è un disturbo di cui soffrono ugualmente donne e uomini, nonostante spendano il denaro in modo molto diverso. Per concludere possiamo dire, in accordo con gli ultimi studi, che nonostante sia probabile che l’acquisto compulsivo sia manifestato maggiormente dalle donne, non significa che le riguardi esclusivamente; probabilmente, con i cambiamenti dei ruoli dei due sessi, è probabile che l’acquisto possa essere osservato più frequentemente anche tra i consumatori maschi. Per quanto riguarda il tipo di oggetti acquistati e le motivazioni all’acquisto, esistono delle differenze di genere: le donne acquistano soprattutto vestiti, gioielli e prodotti per il make-up, mentre gli uomini comprano principalmente oggetti legati all’elettronica e al tempo libero (libri, articoli high-tech, attrezzature sportive, accessori per l’automobile, ecc.). Le donne acquistano oggetti-simbolo che esaltano l’immagine esteriore, ma che riguardano anche gli aspetti emozionali del proprio Sé. Gli uomini, invece, tendono a proiettare attraverso l’acquisto un’immagine di indipendenza, vitalità, energia (Scherhorn et al., 1990) e mascolinità. Le donne attribuiscono importanza agli acquisti per il conforto emotivo che ne traggono e perché simbolizzano le relazioni con gli altri; gli uomini danno invece maggiore importanza all’uso, alle attività e alle caratteristiche correlate all’oggetto, che esprimono il proprio Sé. Queste differenze riflettono l’identità di genere maschile e femminile, riprendendo la distinzione tra la costruzione dell’identità maschile “orientata verso il Sé e centrata sull’attività” e quella femminile “orientata verso gli altri e centrata sulla relazione”. Questa distinzione viene descritta sia nella letteratura sociologica (per esempio, Pearson e Bales, 1956) che in quella socio-psicologica (per esempio, Gilligan, 1982; Williams, 1984). Nello schema che segue sono sintetizzati i significati dell’acquisto compulsivo secondo quanto riportato dalla letteratura che fa capo alle ricerche di Dittmar e citate nel capitolo 1 di questo testo sui processi identitari. DIMENSIONE STRUTTURALE Funzioni e attributi dell’oggetto DIMENSIONE SIMBOLICA Espressione del Sé USO FUNZIONALE DELL’OGGETTO Permette il controllo, l’indipendenza e diverse attività ESPRESSIONE DELL’IDENTITÀ PERSONALE Qualità, storia, valori, relazioni personali CARATTERISTICHE DELL’OGGETTO Qualità, valore economico ESPRESSIONE DELL’IDENTITÀ SOCIALE Posizione sociale, appartenenza a un gruppo FUNZIONI COLLEGATE ALL’USO DELL’OGGETTO Procura piacere ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI L’oggetto migliora l’umore, dà un senso di felicità e di sicurezza in se stessi CONTESTO DELL’ACQUISTO Personale addetto alle vendite, tensione/eccitazione per l’acquisto, esperienza d’acquisto Capitolo 4 - La motivazione al consumo Come capire se il comportamento d’acquisto è patologico? Anche se non inserito nel Manuale Diagnostico DSM-IV-TR, lo shopping compulsivo è stato riconosciuto come disturbo da far rientrare fra i disturbi ossessivi compulsivi (DOC). A tal proposito esistono in letteratura differenti scale di valutazione, inventari e questionari utilizzati dagli psicologi e psicoterapeuti per procedere all’inquadramento diagnostico. I test più accreditati e validi scientificamente sono: • Buying Cognitions Inventory (BCI; Frost et al., 1998), che misura i processi cognitivi legati ai comportamenti di acquisto; • Compulsive Buying Scale (CBS; Faber e O’Guinn, 1992; Frost et al., 1998) che valuta gli aspetti economici, emotivi e sociali; • Shopping Intrusions Questionnaire (SIQ; Frost, 2004), che valuta la frequenza con cui affiorano alla mente pensieri relativi allo shopping, gli stati d’animo legati a tali pensieri e le reazioni che ne possono seguire. • Impulsive Experiences Scale (IES; Frost, Meagher e Riskind, 2001), che valuta la frequenza e l’intensità con cui vengono provati desideri o impulsi di attuare determinati comportamenti inappropriati e dannosi per se stessi o per gli altri. Francesca Pergolizzi Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive, Parma ■