Shopping
compulsivo
Arianna Borelli
classe VA
anno scolastico 2011/2012
Liceo scientifico Sersale
Come tutte le donne mi piace fare
shopping. Fino ad ora non
pensavo che questo in alcuni casi
diventi una vera e propria
malattia. Ho colto l’occasione di
questo progetto per documentarmi
meglio su questa sindrome, su
cosa provochi e come si può
curare
!
Un nuovo peccato tenta le donne: comprare di
tutto e di più
Sempre più donne stregate dallo shoppin
g sperperano danaro in boutique d’alta
moda, ai grandi magazzini o anche al
mercatino rionale.
Frivolezza? Incoscienza? Niente di tutto ciò
. Il bisogno di comprare di tutto nasconde
spesso tanta insicurezza e una grande
debolezza.
E’ il bisogno di spendere, infatti, il nuovo lato
debole delle donne. Si tratta di un vizio
nascosto ma molto diffuso: un bisogno tutto
femminile che “serve” a cancellare momenti
di tristezza o semplicemente di noia e a
riempire vuoti affettivi.
Un modo tutto nuovo di
coccolarsi.
Acquistare è l’oppio del
popolo femminile
In America e nei Paesi del Nord Europa
dove il
consumismo è alle stelle, per definire
questo impulso irrefrenabile ad aprire il
portafogli, si parla di “shopping compulsivo”.
Lo shopping compulsivo
che cos’è?
un disturbo ossessivo-compulsivo che
indica il desiderio compulsivo
di fare acquisti
La Dipendenza dagli Acquisti, detta anche
Shopping Compulsivo, viene descritta per la
prima volta da Kraepelin nel 1915 come
“mania di comprare” o “oniomania”. In
seguito Bleuler (1924) la elenca tra gli
“impulsi reattivi”.
Il nostro rapporto con lo
shopping può assumere
forme diverse che possono
anche non avere nulla a che
fare con l'esigenza di
acquistare qualcosa di cui
abbiamo bisogno.
Di solito il problema emerge intorno ai 17 18 anni, periodo in cui si trascorre molto
tempo ad esplorare negozi e provare abiti
piuttosto che comprare.
È Fenomeno relativamente recente, spesso
attribuito a casalinghe o a donne
insoddisfatte, si è scoperto che riguarda
invece circa l’8% della popolazione. Non
distingue tra uomo e donna, tra ricco e
povero. Può diventare un serio problema e
non solo per le tasche.
Lo shopping compulsivo è
utilizzato come un rimedio
contro il senso di vuoto e
la depressione, è un tentativo
della persona di regolare i
propri affetti
Gli episodi di shopping compulsivo hanno
una frequenza media di 17 episodi mensili
ed una durata che oscilla dall’ora alle sette
ore per episodio.
Criteri diagnostici per la
dipendenza da shopping
Secondo L. Koran, Professore di Psichiatria per i disturbi
ossessivi compulsivi, lo shopping compulsivo si
configura come un disturbo del comportamento quando
si verificano queste condizioni:
• quando il denaro investito per lo shopping è eccessivo
rispetto alle proprie possibilità economiche;
• quando gli acquisti si ripetono più volte in una settimana;
• quando gli acquisti perdono la loro ragione d'essere: non
importa che cosa si compri,; ciò che conta è comprare,
soddisfare un bisogno inderogabile e imprescindibile che
spinge a entrare in un negozio e uscirne carichi di pacchi
• quando lo shopping risponde a un bisogno
che non può essere soddisfatto, per cui il
mancato acquisto crea pesanti crisi di
ansia e frustrazione;
• quando la dedizione agli acquisti compare
come qualcosa di nuovo rispetto alle
abitudini precedenti.
Conseguenze della dipendenza
da shopping
Lo shopping compulsivo causa problemi
significativi quali stress, interferenze con il
funzionamento sociale e lavorativo, disagi
familiari e coniugali e gravi problemi finanziari.
Inoltre, si riscontrano molto spesso sentimenti di
colpa e vergogna in seguito all'acquisto di
oggetti che, il più delle volte, vengono nascosti
al resto della famiglia oppure messi da parte,
regalati o buttati via.
COSA FARE per la dipendenza
da shopping
• 1. Il primo passo verso il superamento del
problema è riconoscere di avere un
problema.
• 2. Cercare l’aiuto di un
valido psicoterapeuta.
Dall’acquisto normale
all’acquisto patologico
Il Comportamento d’acquisto nel disturbo da shopping
compulsivo subisce numerose trasformazioni rispetto ai
processi di scelta ragionata osservati in condizioni
normali di acquisto. Normalmente, infatti, l’acquisto è
guidato da alcuni bisogni, da atteggiamenti e preferenze
personali, da norme soggettive legate all’approvazione
dei familiari e amici, da credenze sul controllo del
comportamento d’acquisto e dal comportamento
passato, tutti elementi che concorrono nella
determinazione dell’intenzione ad acquistare (Fig. 1).
Fig. 1 - Modello del comportamento d’acquisto abituale
Nella sindrome da shopping i fattori che guidano il comportamento
d’acquisto si organizzano in modo differente in questo caso, infatti,
esistono dei bisogni pressanti, connessi al continuo processo di
costruzione dell’Identità, al potere, al successo e al desiderio di
accettazione da parte degli altri. Questi bisogni sono sostenuti da
atteggiamenti che possono opporsi alle preferenze personali. Di
conseguenza non si sceglie sempre ciò che si preferisce davvero,
ma ciò che si ritiene possa fare acquisire certe caratteristiche
vincenti. Inoltre, le abitudini dannose persistenti che si innescano
dopo le prime crisi alimentano uno scarso senso di controllo, che
tende poi ad agevolare ulteriormente il comportamento d’acquisto
eccessivo. Il ruolo giocato dalle norme soggettive, che non si
evidenziano attraverso il comportamento d’acquisto, si deduce dalla
presenza di comportamenti volti a nascondere gli acquisti effettuati.
Fig. 2 - Modello del comportamento
d’acquisto compulsivo
Gli oggetti più comprati dai chi soffre di “febbre
d’acquisto”:
i generi maggiormente comprati dalle donne:
sono vestiti di ogni genere (95.8%),scarpe
(75%),gioielli (41.7%),oggetti per il make-up
(33.3%), e in percentuale minore articoli per la casa e
libri;
Gli uomini, invece, acquistano principalmente:
oggetti per la loro auto,
attrezzatura sportiva,
articoli più costosi che osteggino il loro prestigio
come orologi, telefoni cellulari e oggetti
tecnologici di vario tipo.
La maggior parte degli acquisti durante
gli episodi compulsivi è inutile e
viene usata solo in parte; alcuni articoli
vengono nascosti nell’armadio,mai
utilizzati, altri regalati o accumulati, se
non addirittura gettati, a volte si tratta di
articoli già posseduti o comprati
anche se non
rappresentano i gusti
personali e non adatti
all’individuo
Bibliografia
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Bagni schiuma , Raffaello Cortina
Grazie dell’attenzione
Buona visione prof!