Prof.ssa Donatella Caserta Dipartimento di Scienze Ginecologiche-Ostetriche e Scienze Urologiche, Universita’ di Roma “Sapienza” Interferenti endocrini e sistema riproduttivo: analisi di una ricerca Interferenti endocrini Weybridge (UK), 1996: “An endocrine disrupter is an exogenous substance or mixture that alters function(s) of the endocrine system and consequently causes adverse health effects in an intact organism, or its progeny, or (sub)population” Un Interferente (o Distruttore) Endocrino è una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione Interferenti endocrini (“IE”) Vasto gruppo eterogeneo di sostanze naturali o sintetiche che interagiscono con il sistema endocrino, imitando gli effetti degli ormoni naturali o interferendo con essi Essi sono in grado di: Riprodurre l'attività degli ormoni fisiologici Bloccare, con azione competitiva, i recettori ormonali Interferire con la sintesi, il trasporto, il metabolismo e l'escrezione degli ormoni Interferenti endocrini Possono essere: Ormoni “naturali” animali o vegetali Prodotti di sintesi (ormoni, farmaci, pesticidi, etc.) Metalli pesanti Composti che, in seguito ad un'esposizione ambientale in una o più fasi critiche dello sviluppo, alterano i sistemi ormonali, metabolici ed omeostatici che permettono all'organismo di comunicare con l'ambiente ed adattarsi ad esso Fonti di esposizione Ambienti lavorativi Alimenti Prodotti di consumo Acqua potabile Acque reflue Suolo Aria Vie di esposizione Perché ci preoccupano? Eterogeneità dei composti (molteplicità delle possibili vie di esposizione) Diffusa esposizione, la cui sorveglianza è resa maggiormente complessa dalla capacità di persistenza e bioaccumulo di diversi gruppi di composti Capacità di colpire numerosi organi e sistemi (sistema riproduttivo, tiroide, sistema nervoso, immunitario, etc.) Correlazione con effetti avversi nelle popolazioni animali e nell’essere umano Rischio di effetti additivi o sinergici e/o la possibilità di effetti a dosi molto basse in fasi vulnerabili del ciclo vitale Suscettibilità individuale su base genetica e quella associata all’alimentazione ed agli stili di vita della popolazione esposta IE e sistema riproduttivo Le gonadi sono una sede elettiva e precoce per l’insorgenza di alterazioni strutturali e funzionali alla presenza di tossici di svariata natura anche a dosi contenute Signalling endocrino Qualsiasi interferenza su uno o piu’ livelli del complesso sistema di feedback ormonale puo’ alterare I processi fisiologici dell’organismo, soprattutto durante le fasi piu’ vulnerabili come quelle pre e perinatale IE e fertilità Categoria 1: - Sostanze che danneggiano la fertilità negli esseri umani - Prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’esposizione umana ed una diminuzione della fertilità Categoria 2: - Sostanze che dovrebbero essere considerate in grado di danneggiare la fertilità negli esseri umani - Prove evidenti per sospettare che l’esposizione umana alla sostanza possa incidere sulla fertilità sulla base di inequivocabili ed adeguati studi animali in cui gli effetti osservati comparivano in assenza di forte tossicità materna Categoria 3: - Sostanze che potrebbero avere effetto sulla fertilità umana - Adeguati studi animali oppure altri elementi comprovanti danni della fertilità.Tuttavia tali elementi sono insufficienti per classificare la sostanza nella categoria 2 POPs: Inquinanti ambientali persistenti Prodotti di derivazione industriale o dalla combustione: Diossine, diossino-simili, policlorobifenili (PCBs) Pesticidi Clorinati: DDT e suoi metaboliti, lindano, metossicloro Meccanismi d’azione: Alterazione del metabolismo e del trasporto ormoni steroidei Legame alla proteine di trasporto degli ormoni tiroidei Interazione con i recettori tiroidei Attività estrogenica Molti POPs sono stati proibiti (DDT da circa 30 anni) nelle nazioni industrializzate,ma tutti noi siamo ancora esposti a causa della loro persistenza nell’ambiente Sostanze usate in agricoltura e zootecnia Antiparassitari, Insetticidi, biocidi: clororganici, imidazoli, triazoli, triazine Meccanismi d’azione: Alterazione della biosintesi ormoni steroidei Effetto tireostatico Effetto sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonade Attività estrogenica e anti-androgenica Prodotti industriali Composti fenolici: nonil-ettil fenoli, BPA Ftalati Polibromodifenileteri Perfluoroottani Meccanismi d’azione: Alterazione della biosintesi ormoni steroidei Alterazione dell’omeostasi degli ormoni tiroidei Attività estrogenica Miscellanea Parabeni Dietilstilbestrolo Fitoestrogeni: genistaina, lignani Metalli pesanti: cadmio, piombo, mercurio, arsenico IE e apparato riproduttivo maschile POPs (policlorobifenili e diossine): Alterazioni parametri seminali (riduzione motilita’ e concentrazione, aumento anomalie morfologiche, riduzione volume e vitalita’, alterazioni dell’integrita’ della cromatina, alterazioni rapporto spermatozoi X/Y) Variazione dei livelli ormonali plasmatici (LH, FSH, T, E2, SHBG) Ftalati: Riduzione della motilita’ spermatica Alterazioni della cromatina Aumento FSH plasmatico [Tolf et al. 2006; Hauser et al.2005; Rozati et al.2002; Tiido et al,.2005; Duty et al .2003; Duty et al.2005; Rylander et al.2006] IE e apparato riproduttivo femminile Puberta’ precoce [Colon et al. 2000] Inizio precoce o tardivo del menarca [Black et al. 2000; Denham et al. 2005] Irregolarita’ del ciclo mestruale [Cooper et al. 2005] Aumento del time to pregnancy [Cohn et al. 2003] Aumentata incidenza aborto spontaneo [Fenster et al. 2006] Menopausa precoce [Akkina et al. 2004] PCOS [Tsutsumi et al. 2005] Endometriosi [Porpora et al. 2005] Ipofunzionalita’ tiroidea [Langer et al. 2005] Aumento di auto-anticorpi [Langer et al. 2002] L’attività ormonale programma lo sviluppo di organi tessuti e sistemi in modo che essi possano lavorare in modo corretto più tardi Un organismo in rapida evoluzione come è l’embrione o il feto può non avere adeguate difese nei confronti degli interferenti, così che essi possono influenzare lo sviluppo dell’individuo e la sua salute L’esposizione fetale agli inquinanti ambientali avviene attraverso LA, placenta e cordone ombelicale Trasmissione materno-fetale Placenta Cordone ombelicale Membrane coriale e amniotica Liquido amniotico Placenta Organo privilegiato Interfaccia tra la circolazione materna e quella fetale Scambio metabolico: regolazione del trasporto di gas, sostanze nutritive, farmaci, tossine Produzione di ormoni proteici e steroidei Funzione immunologica Filtro e detossificazione di sostanze dannose Barriera placentare La barriera placentare non e’ completamente impermeabile al passaggio di sostanze dannose come farmaci o agenti tossici: Invasione delle arteriole uterine da parte del trofoblasto con efflusso di sangue materno nello spazio intervilloso Membrana vasculo-sinciziale, la parte piu’ sottile della barriera costituita da endotelio, membrana basale e sincizio Meccanismi di trasporto transplacentare (trasporto passivo, trasporto attivo, trasporto vescicolare, captazione dei microvilli) Membrana vasculo-sinciziale: a questo livello i capillari fetali sono estremamente vicini alla superficie del villo, il citotrofoblasto è o estremamente sottile o assente, e la “membrana” è costituita da endotelio, membrana basale e sincizio Essa è l’aspetto più sottile della barriera tra globuli rossi materni e fetali, e costituisce il sito preferenziale per l’interscambio cellulare. Passaggio transplacentare Policlorobifenili ◦ Accumulo placentare per lipofilicita’ Metalli pesanti ◦ Pb: alterazione dei processi cellulari calcio-mediati e precipitati ◦ Hg: alterazione di secrezione ormonale, trasporto di amminoacidi, consumo di ossigeno, fluidita’ di membrana ◦ Cd: alterazione di sintesi degli ormoni steroidei, migrazione delle cellule trofoblastiche e decidualizzazione Prenat Diagn. 2011 Aug;31(8):792-6. doi: 10.1002/pd.2768. Epub 2011 Jun 21. Heavy metals in human amniotic fluid: a pilot study. Caserta D1, Mantovani A, Ciardo F, Fazi A, Baldi M, Sessa MT, la Rocca C, Ronchi A, Moscarini M, Minoia C. Abstract OBJECTIVE: Many heavy metals are essential nutrients for a healthy life. However, significant evidence supports prolonged prenatal exposure as a risk factor for several adverse health effects. The aim of this study is to evaluate the presence of heavy metals in human amniotic fluid (AF) to demonstrate that there is an early fetal in utero exposure. METHODS: The concentrations of a variety of heavy metals, including Be, Ag, Ba, Pb, U, Hg, Sr, Cu, Mn, V, Pd, Sn, Sb, Te, Pt, Sc, Tl, Ni, As, Co, Zn and Se, were measured in 25 AF samples obtained from amniocentesis between 15 and 18 weeks of gestational, after informed consent. RESULTS: Be, Ag, Ba, Pb, U, Cu, Sr, Mn, V, Sn, Te, Pt, As, Tl, Sb, Co, Se and Zn concentrations were detected in measurable amounts in second trimester AF. Mg levels are elevated in all samples. Pd, Ni, Sc and Hg concentrations are below the detection limits in all samples. CONCLUSION: This study demonstrates that heavy metals pass into and accumulate in AF from a very early stage of gestation. Other studies are needed to evaluate the long-term health effects of this early exposure IE e sviluppo pre e post natale Prematurita’ [Fenster et al. 2006] Ritardo di crescita intrauterino [Siddiqui et al. 2003] Criptorchidismo [Damgaard et al.,2006] Ipospadia [Giwercman et al., 2006] Sindrome da disgenesia testicolare [Sharpe et al. 2003] Anomalie dello sviluppo dentale [Alaluusua et al. 2004] Alterazioni delle funzioni cognitive [Jacobson & Jacobson,1996] Alterazioni neurocomportamentali [Stewart et al. 2003] Riduzione della risposta anticorpale [Weisglass-Kuperus et al. 2000] Allattamento Latte materno come biomarker di contaminzione ambientale Indicatore scelto dalla Convenzione di Stoccolma sui POPs Lipofilia e bioaccumulo nel tessuto adiposo Concentrazione nei lipidi del latte materno Eliminazione attraverso la lattazione Human exposure to endocrine disruptors and breast milk. Stefanidou MI et al Endocr Metab Immune Disord Drug Targets. 2009 Sep;9(3):269-76. Epub 2009 Sep 1. Liposolubili si accumulano in modo graduale nel tessuto adiposo della popolazione, si possono concentrare nei lipidi del latte materno. È un dato di fatto che la lattazione sia la principale via di eliminazione di queste sostanze chimiche persistenti nel corpo femminile. PROGETTO PREVIENI Studio Pilota sui Riflessi ambiEntali e sanitari di alcuni contaminanti chimici emergenti (interferenti endocrini): Ambiente di VIta Esiti riproduttivi RipercussioNI nell’età evolutiva Obiettivi: Verifica dell’impatto dell’esposizione a contaminanti alimentari ed ambientali che modulano l’attività ormonale sulla fertilità umana Indagine pilota sul rischio di esposizione transgenerazionale a IE Studio del nesso ambiente e salute attraverso l’indagine dell’esposizione a IE e di associati biomarcatori nella fauna selvatica Progetto PREVIENI Interferenti endocrini: Bisfenolo A (BPA), ftalati (MEHP e DEHP), composti perfluorurati (PFOA e PFOS) Biomarcatori di dose efficace: recettori degli estrogeni (ERα, ERβ), androgeni (AR), arilico (AhR), pregnano X (PXR) e recettore attivante la proliferazione dei perossisomi-γ (PPAR-γ) Aree rappresentative di diverse realtà di esposizione - Una grande città: Roma - Un centro urbano a misura d’uomo: Ferrara - Un territorio prevalentemente agricolo: basso Lazio Popolazione di studio - Coppie sterili e coppie fertili appartenenti alle tre diverse aree pilota - Coppie mamma-bambino [www.iss.it/prvn] BPA Sintesi del poliestere, dei polisulfonati e dei chetoni polieteri Monomero chiave nella produzione delle resine epossidiche e nelle più comuni forme di policarbonato Prodotti per bambini, bottiglie, attrezzature sportive, dispositivi medici ed odontoiatrici, lenti per gli occhiali, supporti ottici, elettrodomestici, caschi di protezione, otturazioni dentarie, lattine per alimenti e bevande ◦ Esposizione alimentare (contaminazione da plastiche, epossi resine, guarnizioni) ◦ Fonti non alimentari (polveri indoor e outdoor) BPA e sistema riproduttivo Asse ipotalamo-ipofisi-ovaio Modificazioni dell’espressione genica di GnRH, LH e ER ipotalamici Alterazioni della pulsatilita’ del GnRH e della secrezione di LH Alterazioni della differenziazione neuronale (nucleo sessualmente dimorfico e nucleo periventricolare anteroventrale) Variazioni dell’esordio della puberta’ (puberta’ precoce) BPA e sistema riproduttivo Ovaio Alterazioni della gametogenesi (interferenza con la profase meiotica) con incrementato rischio di aneuploidie Riduzione della riserva di follicoli primordiali e aumento del reclutamento e dell’atresia follicolare Alterazione dell’espressione dei ER Inibizione biosintesi stereoidea Aborti ricorrenti Scarsa risposta ovarica alla stimolzione ormonale BPA e sistema riproduttivo Utero Alterazione dell’espressione dei ER Alterazione della differenziazione epiteliale e stromale Alterazione della recettivita’ uterina Aumentata suscettibilita’ alla carcinogenesi (solo in modelli murini) Patologie ginecologiche Sindrome dell’ovaio policistico Endometriosi PFOA e PFOS Applicazioni industriali (schiume antincendio, detersivi, pesticidi) Prodotti presenti nell’ambiente domestico (tappezzerie, mobili, prodotti di carta) Cavi elettrici, componenti di televisori, computer,automobili, e circuiti elettrici in genere Prodotti alimentari (principalmente pesce, molluschi, crostacei e selvaggina) ◦ Esposizione alimentare (contaminazione ambientale e da materiali a contatto) ◦ Fonti non alimentari (polvere domestica) PFOA / PFOS e sistema riproduttivo Riduzione del tasso di fecondazione ovocitaria Alterazioni del sistema neuroendocrino Aumento del time to pregnancy Alterazioni del ciclo mestruale e ritardo dell’eta’ del menarca Riduzione della durata dell’allattamento Aumento dell’incidenza di preeclampsia e ipertensione indotta dalla gravidanza PFOA / PFOS e outcomes neonatali Basso peso e bassi valori antropometrici alla nascita Parto pretermine Morte neonatale Disfunzioni cardiache Disfunzioni del sistema immunitario Disturbi del comportamento Alterazione della calcificazione ossea MEHP e DEHP Industria di materie plastiche (PVC) Produzione dei materiali di imballaggio, giocattoli per l’infanzia e dispositivi medici (tubi e sacche per trasfusione) Agenti filmogeni, solventi, denaturanti ◦ Esposizione alimentare (materiali per la produzione, il trasporto e la conservazione degli alimenti) ◦ Fonti non alimentari (polvere domestica) MEHP / DEHP e sistema riproduttivo Anovularieta’ o ritardo dell’ovulazione Inibizione della follicologenesi Riduzione della biosintesi stereoidea Alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisigonade Alterazione della recettivita’ endometriale Anticipo/ritardo puberale Aumentato rischio di patologie ginecologiche (endometriosi) MEHP / DEHP e outcomes neonatali Embriotossicita’ Teratogenicita’ Parto pretermine Basso peso alla nascita Alterazioni cognitive Disturbi del comportamento Alterazioni dello sviluppo del sistema riproduttivo Aumentato rischio di allergie Popolazione dello studio 48 pazienti infertili ◦ 8 pazienti affette da endometriosi 13 controlli Criteri di esclusione: fumo, dieta vegetariana, esposizione occupazionale, infertilità da fattore maschile, malattie infettive, sindromi da malassorbimento, obesità Risultati La percentuale di campioni con livelli di BPA sopra il LOD è risultata significativamente maggiore tra le pazienti infertili rispetto ai controlli (72,9% vs 23,1%) Le pazienti affette da endometriosi presentavano livelli di PFOS (62,5% vs 25%) e MEHP (87,5% vs 70%) più elevati rispetto alle pazienti infertili senza endometriosi, sebbene non in maniera statisticamente significativa. Hindawi Publishing Corporation International Journal of Endocrinology Volume 2013, Article ID 510703, 7 pages Clinical Study Correlation of Endocrine Disrupting Chemicals Serum Levels and White Blood Cells Gene Expression of Nuclear Receptors in a Population of Infertile Women Caserta et al, 2013. Popolazione dello studio: 111 pazienti infertili 44 controlli 3 aree geografiche: Dipartimento di Scienze Ginecologico-Ostetriche e Scienze Urologiche, “La Sapienza”, Roma Dipartimento di Scienze Biomediche e Terapie Avanzate, “Università degli Studi di Ferrara”, Ferrara Centro di Infertilità S.T.S., Sora Risultati La percentuale di campioni con livelli di BPA sopra il LOD è risultata significativamente maggiore tra le pazienti infertili rispetto ai controlli (45% vs 22,7%) Non sono emerse differenze statisticamente significative dalla misurazione di PFOA, PFOS, DEHP e MEHP nei due gruppi Endocrine disruptor BPA PFOS PFOA MEHP DEHP Infertile group (n=111) 50 (45) 36 (32.4) 48 (43.2) 73 (65.8) 8 (7.2) Fertile group (n=44) 10 (22.7) 8 (18.2) 16 (36.4) 27 (61.4) 1 (2.3) P value 0.01 0.11 0.47 0,71 0.45 OR (CI 95%) 2.79 (1.25 - 6.19) 2.16 (0.91 - 5.12) 1.33 (0.64 - 2.65) 1.21 (0.59 - 2.49) 1.26 (0.40 - 27.5) Risultati L’espressione di ERα, Erβ, AR e PXR e’ risultata significativamente maggiore nel gruppo di pazienti infertili Risultati La concentrazione plasmatica di BPA correlava positivamente con l’espressione di ERα, Erβ, AR e PXR e AhR PFOS correlava positivamente con AR e PXR PFOA correlava negativamente con AhR MEHP correlava positivamente con ERα, Erβ, AR e PXR e AhR Recettori nucleari biomarkers di esposizione agli IE Erα, Erβ: steroidogenesi, crescita follicolare, ovulazione, regolazione del ciclo mestruale AR: ottimizzazione della crescita follicolare, ovulazione PXR: metabolismo di xenobiotici e degli ormoni steroidei AhR: crescita follicolare, biosintesi E2, cross-regolazione dei recettori nucleari Un’alterazione della funzione ovarica e/o dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonade puo’ risultare correlata ad una disregolazione dei recettori nucleari Esposizione transgenerazionale Popolazione di studio: 10 coppie madre-neonato nell’area di Roma (gravidanze fisiologiche con parto espletato mediante taglio cesareo elettivo e neonati sani) Marcatori: BPA, PFOS, PFOA, MEHP, DEHP, p-nonilfenolo (p-NP), muschi sintetici (musk xylene, galaxolide, tonalide, musk ketone). Matrici: sangue materno, sangue del cordone, meconio, latte materno. Biomarcatori di dose efficace: ERα, ERβ, AR, AhR, PXR e PPAR-γ valutati nel sangue materno e nel sangue di cordone RISULTATI: ◦ Presenza di alcuni IE non persistenti come il MEHP e il BPA, alcuni muschi e il p-NP nel sangue del neonato ◦ Marcato passaggio transplacentare di MEHP ◦ Incrementata espressione di AR nel sangue di cordone rispetto al sangue materno Se il latte materno è inquinato dobbiamo smettere di allattare? Gli effetti degli inquinanti chimici sulla salute dei bambini sono più legati all'esposizione prenatale che alla trasmissione attraverso il latte materno Antidoto naturale agli inquinanti ambientali capace di contrastare in parte gli effetti dell’esposizione nella fase prenatale Biomonitoraggio del territorio italiano con lo scopo di attuare misure che tutelino la salute dei più piccoli a partire dalle zone più esposte Anche il latte artificiale puo’ essere inquinato o contaminato L'esposizione a fumo e altri contaminanti ambientali diminuisce la durata dell'allattamento materno Visti i bassi tassi di allattamento presenti nel nostro Paese e la disinformazione generale che ruota intorno a questa pratica di salute millenaria a cui non viene data l’importanza necessaria nella nostra cultura bisogna promuovere campagne di corretta informazione Latte artificiale tracce di sostanze chimiche, richiede un complesso processo di produzione industriale e, nonostante rigorosi controlli di qualità, con effetti negativi sulla salute Nel contempo il processo industriale necessario a produrli provoca maggior inquinamento lungo la catena di produzione,di distribuzione e di consumo Raccomandazioni Aumentare il consumo di alimenti freschi e ridurre l'assunzione di grassi animali Lavare e sciacquare frutta e verdura per eliminare i residui di antiparassitari Evitare l'esposizione al fumo di tabacco Evitare l'alcol durante gravidanza e allattamento Ridurre l'obesità infantile Evitare una eccessiva perdita di peso durante l'allattamento Trovare alternative all'uso di materie plastiche contenenti ftalati e bisfenolo A Non usare sostanze chimiche comuni che possono contenere composti tossici Evitare l'esposizione professionale a sostanze chimiche contaminanti dall’inizio della gravidanza fino al termine dell'allattamento Conclusioni L’esposizione umana agli IE puo’ avvenire direttamente per esposizione occupazionale/ambientale o indirettamente attraverso la dieta L’esposizione fetale inizia gia’ nella fase prenatale attraverso la contaminazione del liquido amniotico e continua nelle prime fasi di vita attraverso l’allattamento. Il modo migliore per proteggere le madri ed i bambini dai rischi di contaminazione da chimici è evitare, ridurre o eliminare la produzione e l'uso di sostanze chimiche nocive, soprattutto durante la gravidanza e l'allattamento Grazie per l’attenzione Esiste quindi una reale possibilità di modificare il peso degli IE in modo da influire sulla capacità di concepire e sulla possibilità di contribuire ad avere un figlio sano