Corso di Risk Management S Marco Bee [email protected] Dipartimento di Economia Università di Trento Anno Accademico 2007-2008 Struttura del corso I Il corso può essere suddiviso come segue: 1. presentazione di alcuni concetti, matematici e finanziari, indispensabili per il seguito; 2. alcuni elementi di teoria delle opzioni: il modello binomiale ad un periodo, la formula di Black & Scholes, le Greche; 3. concetti di base di risk management; 4. rischio di mercato; 5. rischio di credito. I In generale, l’accento è su metodi e tecniche, più che sull’applicazione a specifici strumenti. Un po’ di storia I Prima del 1973 la finanza era affrontata con concetti e strumenti “contabili” (cioè aritmetici, o almeno non stocastici); eccezioni: I I teoria del portafoglio di Markowitz; Capital Asset Pricing Model. I La disciplina nasce con i lavori di Black & Scholes (1973) e Merton (1973). I Essi sono i primi a determinare il prezzo di un derivato tramite il principio di non arbitraggio, ipotizzando una precisa evoluzione stocastica del sottostante. I Da questo momento gli strumenti probabilistici assumono un ruolo di primo piano in finanza. Testi di riferimento I Hull, J.C. (2005), Options, Futures, and Other Derivatives, London, Prentice-Hall. I McNeil, A.J., Frey, R. e Embrechts, P. (2005), Quantitative Risk Management: Concepts, Techniques, and Tools, Princeton Series in Finance, Princeton, Princeton University Press. I Bluhm, C., Overbeck, L. e Wagner, C. (2002), An Introduction to Credit Risk Modeling, New York, Chapman and Hall. I Ngai, H.C. e Wong, H.Y. (2007), Simulation Techniques in Financial Risk Management, New York, Wiley. I Sironi, A. (2005), Rischio e Valore nelle Banche, Milano, EGEA. Rendimenti I Sia Pt il prezzo di un’attività finanziaria; la variazione percentuale di prezzo (rendimento netto) è data da Rt−1,t = I Pt − Pt−1 ; Pt−1 il rendimento lordo è dato da l Rt−1,t = I Pt ; Pt−1 il rendimento logaritmico è dato da Pt l rt−1,t = log(Rt ) = log = log(Pt )−log(Pt−1 ) = pt −pt−1 , Pt−1 dove pt = log(Pt ). Rendimenti (continua) I Teorema 1. Il rendimento netto è un’approssimazione lineare del rendimento logaritmico. I Teorema 2. Il rendimento logaritmico relativo a n periodi è dato da r0,n = log(Pn /P0 ) = r0,1 + r1,2 + · · · + rn−1,n . Distribuzione lognormale I P ha distribuzione lognormale di parametri a e b2 se P = er = ea+bZ , (1) dove Z ∼ N(0, 1) e quindi r ∼ N(a, b2 ). I Dalla (1) segue che log(P) = r , dunque il logaritmo naturale di una lognormale è distribuito normalmente. I Quando possibile, conviene sfruttare questa caratteristica per le procedure inferenziali e di simulazione. I Valore atteso e varianza della (1): b2 E(P) = ea+ 2 , 2 2 var (P) = e2a+2b − e2a+b . (2) Distribuzione lognormale a = 0, b = 1 a = 3, b = 1 f f 0.000 0.0 0.0 0.1 0.5 0.2 0.010 0.3 f 1.0 0.4 0.020 0.5 1.5 0.6 0.030 a = −1, b = 1 1 2 3 4 0 2 4 6 8 0 20 40 60 x x x a = 6, b = 1 a = 0, b = 2 a = 3, b = 2 80 100 0 500 1000 x 1500 0.00 0.02 0.04 f f 0.0 0.0000 0.5 0.0005 f 0.0010 1.0 0.06 0.0015 1.5 0 0 5 10 x 15 0 50 100 x 150 Capitalizzazione I Si supponga di investire x$ per n anni al tasso annuo (netto o logaritmico) R, con capitalizzazione solo alla fine dell’anno. Allora il valore futuro dopo n anni è FVn = x(1 + R)n $. I Se la capitalizzazione ha luogo m volte all’anno si ottiene: R nm (m) FVn = x 1 + $. m I Quando m → ∞, otteniamo la capitalizzazione continua: R nm c FVn = lim x 1 + $ = xeRn $. m→∞ m Sconto I Osservazione. Passando dalla capitalizzazione annuale a quella continua, il valore futuro (sul medesimo orizzonte temporale) aumenta progressivamente. I Le corrispondenti formule di sconto sono: x= FVn $; (1 + R)n (m) x= x= FVn $; R nm m FVnc · e−Rn $. 1+ Il concetto di portafoglio I Un portafoglio di N attività è costruito come segue. I Sia ri,t+1 il rendimento logaritmico dell’attività i nel periodo [t, t + 1]; sia r = (r1 , . . . , rN )0 . I I pesi delle attività nel portafoglio sono w = (w1 , . . . , wN )0 . I E(r ) = µ; I var (r) = Σ. Sia rw = w 0 r il rendimento del portafoglio. La sua media e varianza sono E(rw ) = N X def wi µi = w 0 µ = µw ; i=1 var (rw ) = N X N X i=1 j=1 def 2 . wi wj σij = w 0 Σw = σw Il concetto di portafoglio I Esempio (portafoglio di rendimenti normali indipendenti ed equidistribuiti). Sia r ∼ NN (µ, Σ), dove µ = (µ, . . . , µ)0 e Σ = diag(σ 2 , P . . . , σ 2 ). Allora rw ∼ N(w 0 µ, w 0 Σw ), ovvero 2 rw ∼ N(µ, σ 2 N i=1 wi ). I Esempio (portafoglio di rendimenti normali indipendenti). Sia r ∼ NN (µ, Σ), dove µ = (µ1 , . . . , µN )0 e Σ = diag(σ12 , . . . , σN2 ). Allora rw ∼ N(w 0 µ, w 0 Σw ), ovvero P PN 2 2 rw ∼ N( N i=1 wi µi , i=1 wi σi ). I Esempio (portafoglio di rendimenti normali). Sia r ∼ NN (µ, Σ), dove µ = (µ1 , . . . , µN )0 . Allora 0 0 rw ∼ N(w ), ovvero PNµ, w ΣwP P 2 2 rw ∼ N( i=1 wi µi , N i=1 wi σi + 2 i>j wij σij ). I La matrice di covarianza deve essere definita positiva per essere sicuri che qualsiasi portafoglio abbia varianza positiva! Il CAPM I I Il Capital Asset Pricing Model è un modello di equilibrio dei rendimenti delle attività finanziarie rischiose. Si può dimostrare che cov (Ri , RM ) E(Ri ) = rrf + (µM − rrf ), var (RM ) ! σiM µi = rrf + (µM − rrf ); 2 σM 2 sono il dove rrf è il tasso di interesse risk-free, µM e σM valore atteso e la varianza del rendimento del portafoglio di mercato. Il beta per l’i-esima attività è dato da βi = cov (Ri , RM ) , var (RM ) cosicché il CAPM risulta essere µi = rrf + βi (µM − rrf ). Il CAPM I Sia ora rpi = βi (µM − rrf ); allora il CAPM diventa µi = rrf + rpi , che dà una misura esplicita del premio al rischio. I Il CAPM sposta la nozione di rischio da σi a βi : per un’attività incorrelata col mercato (βi = 0) il rendimento, in equilibrio, è uguale a rrf , perché il suo rischio può essere completamente diversificato. I Il beta di un’attività dà una misura del suo rischio non diversificabile. Il CAPM I Si noti che l’equazione del CAPM può essere riscritta come un modello di regressione: E(Ri |RM ) − rrf = βi (RM − rrf ) Ri − rrf = βi (RM − rrf ) + i , dove i ∼ N(0, σ2i ). I La covarianza fra due attività è interamente determinata dai rispettivi beta: 2 cov (Ri − rrf , Rj − rrf ) = βi βj σM Il CAPM I cov (i , RM ) = 0 I 2 + σ 2 ; σ 2 è una misura del rischio var (Ri ) = βi2 σM i M sistematico, mentre σ2i è una misura del rischio specifico (o idiosincratico). I L’extra-rendimento sull’attività i-esima è collegato alla covarianza dei rendimenti fra l’attività i ed il portafoglio di mercato. Un’attività con beta uguale ad uno è rischiosa come il mercato; con beta maggiore di uno è più rischiosa del mercato; con beta minore di uno è meno rischiosa del mercato.