Recensione di Francesco M. Melchiori
Dottorato in Scienze della Cognizione e della Formazione, Università Cà Foscari di
Venezia, Dipartimento di Filosofia e Teoria della Scienza
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VOLUME
Trinchero R., Manuale di ricerca educativa, Franco Angeli, 2002 pp. 432
ABSTRACT
Partendo dai concetti base della ricerca scientifica, in particolare nel campo delle
scienze umane e sociali, questo testo si propone di illustrare i principali oggetti di
dibattito contemporaneo nel settore dell'educazione e della formazione. Pur
mantenendo un linguaggio chiaro ed accessibile anche ai non "esperti della ricerca"
questo manuale conserva un'accuratezza terminologica e un'essenzialità
nell'illustrazione dei numerosi esempi teorici e pratici tali da renderlo estremamente
utile per l'acquisizione delle competenze necessarie alla lettura critica di rapporti di
ricerca educativa. Questo rapporto sinergico tra riflessione critica e azione pratica è
sicuramente l'elemento cardine di questo volume, il quale, infatti, è corredato da
numerosi laboratori on line, fruibili gratuitamente, con i quali interagire
sperimentando un percorso di ricerca concreto.
Starting from the basic concepts of the scientific research, in particular in social and
human sciences fields, this book intends to illustrate the main objects of
contemporary debate in the educational field. Despite maintaining a clear language,
accessible also to “non experts in the research field”, this handbook keeps such a
terminological accuracy and an essentiality in the explanation of the numerous
theoretical and practical examples to be highly useful for the acquisition of skills
necessary for a critical reading of educational research reports. This synergetic
relationship between critical reflection and practical action is certainly the “pivot
element” of the book, which is provided with information concerning several on line
laboratories, accessible for free, offering an interaction possibility by testing a
concrete research path.
RECENSIONE
Il saper fare ricerca in un contesto educativo è una competenza complessa che
richiede conoscenze dichiarative, procedurali e contestuali, dei saper fare e il loro
utilizzo strategico. Per formare l'abilità di ricerca non è sufficiente lo studio
manualistico, ma diventa necessario anche poter disporre di esercizi che
consentano di mettere in atto gli apprendimenti metodologici. Questo volume si
presenta come frutto di un’attenta esperienza didattica e di ricerca ed è scritto,
nelle intenzioni dell’autore, per avviare alla pratica della ricerca nelle scienze umane
e dell’educazione. Allo scopo di tradurre in pratica concetti oggi ampiamente
dibattuti quali qualità dell’educazione, della formazione e dell’istruzione è
necessario predisporre opportune procedure valutative1. In questa recensione ci
soffermeremo sul alcuni punti fondamentali di questo volume, che si sono rivelati
molto utili anche nella definizione di un progetto di ricerca educativa pratica,
dedicando meno spazio a quegli argomenti di pura trattazione manualistica. Il
primo elemento preso in considerazione dall’autore è un’analisi delle possibili
prospettive di studio dei fatti educativi, sul piano teoretico secondo l’approccio della
pedagogia generale ed occupandosi dei problemi assiologici e normativi; oppure sul
piano storico o quello comparativo effettuando confronti in senso diacronico2 o
sincronico3; in ultimo sul piano descrittivo e sperimentale tramite procedure di
controllo positivo-speriemtnale della conoscenza prodotta. Nell’impostazione di
Trinchero la branca della pedagogia sperimentale4, e la modalità di ricerca cui si
riferisce la metodologia illustrata nel libro, rientra nel terzo caso esposto e si pone
come obiettivo il supporto alla complessa pratica del “prendere le decisioni”5
riservata ai politici dell’educazione. Perché la conoscenza prodotta intorno a
problematiche educative possa dirsi scientifica6, abbia cioè il carattere della
controllabilità e della sistematicità, è necessario, però, che nella sua produzione si
tenga conto di cinque questioni basilari: la questione ontologica, quella
epistemologica, metodologica, quella tecnico operativa e in ultimo assiologia.
Quest’ultima secondo l’autore viene affrontata principalmente nella ricerca
educativa di matrice teoretica, studiando le questioni del valore attribuibile a
concetti, azioni e fenomeni della realtà. Di particolare interesse, a nostro avviso, si
è rivelata l’analisi della questione metodologica, e quindi di quella epistemologica
cui è profondamente legata. Partendo proprio dalla necessità di individuare la
prospettiva che ogni ricercatore adotta nell’accostarsi all’oggetto di studio7 è
possibile definire i possibili metodi e tecniche sperimentali utilizzabili nella sua
indagine8. Laddove il ricercatore ritenga che la realtà oggettiva esista e sia
conoscibile (realismo ingenuo) punterà sull’osservazione distaccata del fenomeno e
sull’euristica induttiva. In un altro esempio, invece, un ricercatore che faccia
1
Tale valutazione implica secondo Trinchero: 1) una definizione precisa e formulata in termini operativi
degli obiettivi che si intendono raggiungere; b) la rilevazione di evidenza empirica sul campo, ossia dati
fattuali, osservazioni e registrazioni di dati ed eventi, in grado di gettare sui modi con cui gli interventi
previsti sono stati attuati e sui loro effetti desiderati e indesiderati; c) l’analisi dei dati grezzi, finalizzata
ad estrarre da essi conoscenza valutativa con la quale prendere decisioni informate sui successivi
interventi.
2
Nello stesso spazio, lungo una linea temporale definita.
3
Nello stesso tempo, ma in contesti spaziali differenti.
4
“La pedagogia sperimentale può essere definita un settore specifico di studi pedagogici che analizza
fatti educativi attraverso il metodo sperimentale”. E. Lodini, Le parole della pedagogia, (a cura di) F.
Frabboni, Wallnofer, Belardi, Wiater, Bollati Beringhieri, 2007.
5
Le decisioni di politica educativa possono definirsi “informate” laddove tengano conto di tre ordini di
fattori: a) di macrosistema (es. mercato del lavoro, organizzazione culturale etc.); b) di microsistema
(es. organizzazione sociale del territorio, qualità dei servizi offerti, composizione del gruppo dei pari
etc.); c) individuali, cioè relativi agli allievi (es. cognitivi, affettivi, sociali). B. Vertecchi, Origini e sviluppi
della docimologia, Teramo, Giunti & Lisciani, 1991.
6
Il termine scienza o teoria scientifica è generalmente riservato a ogni rappresentazione (simbolica,
astratta, scritta) condivisa, coerente e plausibile, di un insieme di fenomeni tra loro correlati da relazioni
causali, descrivibili, significative (causa-effetto, deduzione, induzione etc.). B. D’Amore, Le parole della
pedagogia, (a cura di) F. Frabboni, Wallnofer, Belardi, Wiater, Bollati Beringhieri, 2007.
7
L’autore chiarisce nel dettaglio le principali correnti di pensiero (realismo ingenuo, realismo critico e
costruttivismo o intenzionalismo) e propone alcuni esempi.
8
Il pensiero di Dewey su questo punto è imprescindibile. La conoscenza è un processo di “manipolazione
dell’esperienza” e in tal senso la logica coincide con la trasformazione di una situazione indeterminata in
situazione determinata. La situazione indeterminata ci è data dall'esperienza, che mantiene gli elementi
di “disturbo” da trasformare o modificare tramite l’individuazione del problema da risolvere. È questo Il
passaggio che permette ad una situazione indeterminata di divenire determinata perché una volta
definita la situazione problematica, il soggetto della ricerca è in grado e “deve” formulare un'idea, intesa
come una previsione generica sul tipo di soluzione che si intende perseguire. J. DEWEY, Logic, the
Theory of Inquiry; 1939 - tr. It. Logica, teoria dell’indagine, Giulio Einaudi Editore, Torino 1949; tr. di
Aldo Visalberghi.
riferimento all’epistemologia costruttivista, e che quindi una realtà oggettiva non
esista, punterà a stabilire un’interazione empatica on i soggetti osservati con lo
scopo di ricostruire l’intenzionalità alla base della loro azioni. Questo passo si è
distinto nella lettura perché l’autore, a nostro avviso, invece di tentare di definire
l’essenza della metodologia è riuscito a rivelare il principio della ricerca in senso
critico, al di là della tensione dialettica tra le antinomie classiche (tra tipologie di
approcci: nomotetico, teso verso principi e generalizzazioni, vs approccio
idiografico, centrato sullo studio di casi; ovvero tra metodi: quantitativi, con
procedure e tecniche di misurazione dei fenomeni, vs qualitativi, privilegianti
procedure ermeneutiche). Dalla trattazione risulta chiaro, cioè, che nell’affrontare le
indagini su concrete questioni educative, pur essendo necessario per il ricercatore
avere chiare queste “forme” basilari, si dovrà cercare un quadro di indizi più ampio
possibile, superando qualsiasi forma di chiusura e connettendo o coordinando
metodi e procedure in un ottica di conferma della validità e dell’attendibilità dello
studio.
Nel secondo capitolo del libro vengono presentate le diverse strategie di ricerca,
cioè le modalità di applicazione dei metodi e delle tecniche nella pratica delle
indagini e l’attività critica esercitata su di esse.
“Una strategia di ricerca prevede l’utilizzo combinato di più metodi e tecniche sulla
base dello specifico problema conoscitivo in oggetto e tende a superare preclusioni
paradigmatiche in vista dell’obiettivo primario che consiste nella produzione di
risultati validi, attendibili e rilevanti (ossia pertinenti e non banali) in risposta al
problema conoscitivo che origina la ricerca.”
Sebbene tra le strategie di ricerca esistano in genere numerose interdipendenze (ad
esempio le stesse tecniche di raccolta e analisi dei dati sono utilizzate in più
strategie) l’autore ne propone cinque come principali: la ricerca basata sulla matrice
dei dati (o ricerca standard), la ricerca interpretativa, la ricerca per esperimento, la
ricerca azione e la ricerca basata sugli studi di caso. La trattazione della ricerca per
esperimento9 in particolare, per le numerose difficoltà da affrontare nella
progettazione di ogni fase (peraltro in Italia le sperimentazioni avvengono
rarissimamente in laboratori) presenta numerosi dimostrazioni di soluzioni attuate
nella pratica. Ad esempio nella difficoltà di allestire piani sperimentali con più gruppi
viene suggerito uno schema operativo in cui il fattore ordinario e quello
sperimentale vengono applicati allo stesso gruppo in tempi diversi, cioè ricorrendo
ad un campione ciclico istituzionale corrente10. Mediante i primi due capitoli di
questo testo l’autore fornisce i concetti di base della ricerca educativa, per poi
ritornare specificatamente e nel dettaglio su alcuni di essi nei capitoli successivi,
organizzati quasi come un percorso di intensione ed estensione del concetto11 di
ricerca. In successione vengono quindi approfonditi i temi della costruzione del
quadro teorico, dell’operazionalizzazione dei concetti e della formulazione delle
ipotesi, della rilevazione e dell’analisi dei dati. Il passaggio dalle ipotesi alle
definizioni operative è senza dubbio il momento più delicato tra questi ultimi,
perché implica il problema della validità ed attendibilità sia della rilevazione sia
dell’analisi dei dati. La definizione operativa è costituita da quell’insieme di regole e
procedure esplicite che consentono di di passare da un fattore astratto (o
dimensioni del concetto) ad una serie di comportamenti osservabili che ne
costituiscono gli indicatori. Il processo che si mette in atto nel passaggio da fattori
astratti a fattori empiricamente rilevabili (i predetti indicatori) viene definita
9
La ricerca esperimento si pone come obiettivo la “spiegazione” delle variazioni di un solo fattore che si
suppone essere dipendente da un insieme di altri fattori, isolando da tale insieme un singolo fattore,
denominato fattore indipendente, mediante un piano di ricerca appositamente predisposto e studiando le
variazioni del fattore dipendente sulla base di quello indipendente. Trinchero (pag. 67).
10
Consiste nell’applicare il fattore ordinario sulla classe 1° dell’anno corrente e il fattore sperimentale
sulla 1° dell’anno successivo.
11
A. Marradi, in R. Cavallaro (a cura di), Lexikòn, CieRe 2006, Roma.
operazionalizzazione. La particolare attenzione riposta dall’autore su questo punto è
dovuta al fatto che l’operazionalizzazione è fondamentale in ogni strategia di ricerca
perché ognuna di esse deve confrontarsi con il problema del passaggio dal livello
concettuale a quello empirico e viceversa. La validità dei risultati di una ricerca sarà
quindi data dalla loro corrispondenza alla realtà empirica, che non vuol dire, su
questo punto riteniamo di dover essere ben chiari, oggettività dei risultati, ma
accordo intersoggettivo tra più ricercatori su quanto emerso dalla ricerca.
L’attendibilità risulterà dalla capacità, delle procedure e tecniche di rilevazione
utilizzate, di fornire le stesse rilevazioni laddove il concetto indicato assuma gli
stessi stati e modi di presentarsi.
In conclusione, nel settimo capitolo, vengono presentate le prospettive di ricerca
educativa nel contesto italiano, caratterizzato da un profondo processo di
mutamento, soprattutto a livello di microsistema, dovuto all’implementazione del
regolamento12 sull’autonomia delle istituzioni scolastiche. I temi salienti che
caratterizzeranno la ricerca nel prossimo futuro, secondo l’autore, saranno le analisi
di qualità del servizio scolastico, adottando quindi una logica cliente-fornitore, e la
valutazione del Sistema di Istruzione e Formazione. Alla base del successo di
entrambe queste tipologie di ricerca dovrà essere posta la partecipazione di tutti gli
attori del processo educativo, un coinvolgimento necessario perché fonte di nuove
risorse e consapevole dell’opportunità di crescita e miglioramento della comunità.
INDICE
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
La logica della ricerca in educazione
Strategie di ricerca educativa
La costruzione del quadro teorico
Dalle ipotesi alle definizioni operative
La rilevazione dei dati
L’analisi dei dati e l’interpretazione dei risultati
Il ruolo della ricerca educativa nella scuola dell’autonomia
Note sugli autori/curatori
Roberto Trinchero - Insegna Pedagogia Sperimentale presso la Facoltà di Scienze
della Formazione dell’Università degli Studi di Torino e presso la SIS dello stesso
ateneo. Si occupa inoltre di ricerca empirica in educazione, di docimologia e di
tecniche di valutazione (valutazione di competenze e valutazione di sistema). Tra i
suoi interessi figurano anche la progettazione di ambienti di apprendimento e la
formazione assistita da tecnologie infotelematiche, di cui si possono consultare
alcuni esempi inseriti in sitografia.
12
Legge n. 59 del 15 marzo 1997, “legge Bassanini”.
Bibliografia essenziale sugli autori/curatori
Trinchero, Roberto
Valutare l'apprendimento nell'e-learning. Dalle abilità alle competenze, Centro Studi
Erickson - 2006
I metodi della ricerca educativa, Laterza, Bari 2004.
Nuovi media per apprendere. Principi di formazione a distanza in rete, (con Todaro
Patrizia) Tirrenia Stampatori, Torino 2000.
I test statistici non parametrici. Strumenti di analisi del comportamento sociale,
Dipartimento di Scienze Sociali, Torino 1997.
Bibliositografia
http://www.sceduc.unito.it/pedagogia_sperimentale/corso.aspx risorse online
http://www.apprendimentocooperativo.it/?ida=5911 esemplificazioni
http://www.tuttoscuola.com/?,/menu/guide.htm,/guide/main.htm,/piede1.htm
rivista sulla ricerca educatica
http://www.annaliistruzione.it/riviste/annali/pdf/ANNALI03042006.pdf rivista sulla
ricerca educatica
M. Baldacci, Metodologia della ricerca pedagogica, Bruno Mondadori, Milano 2001.
L. Galliani (a cura di), La pedagogia sperimentale, “Studium Educationis”, n. 2,
2000.
K. S. Lawson, K. Lowell, La ricerca nel campo educativo, Giunti Barbera, Firenze
1972.