GIORNATA PIGRECO DAY 2014 MATEMATICA E INCERTEZZA INCERTEZZA E FISICA QUANTISTICA Benedetta Gaeta Classe 5a sez. D Liceo Scientifico “G. Galilei” - Lanciano INCERTEZZA E FISICA QUANTISTICA Nella meccanica classica, che è quella che ha inizio con Galileo e Newton e termina con le equazioni di Maxwell, la conoscenza della posizione e della velocità di un punto materiale in un dato istante consente di determinare l’intera traiettoria del punto. A livello subatomico non è possibile parlare di traiettoria di una particella. Lo stato di moto di tale particella è, infatti, determinabile solo con una dose di incertezza. Questo stato di cose è sancito dal principio di indeterminazione di Heisenberg: ad una particella non è possibile assegnare, nemmeno in linea di principio, un valore definito della posizione e della velocità (o quantità di moto) nello stesso istante con precisione infinita. È possibile, invece, individuare la probabilità di trovare tale particella in una determinata regione dello spazio. EQUAZIONE DI SCHRÖDINGER Questa probabilità è parametrizzata da una funzione d’onda di tipo complesso ottenuta come soluzione dell’equazione di Schrödinger: IL COMPUTER QUANTISTICO L’idea di realizzare un modello di computazione come un sistema quantistico isolato cominciò ad affacciarsi agli inizi degli anni Ottanta. Per spiegare le differenze tra computer quantistico ed il suo analogo classico conviene considerare il costituente fondamentale dell’informazione, il quantum bit o qubit. Un qubit, come oggetto matematico astratto, gode di particolari proprietà. DAL BIT AL QUBIT LA SFERA DI BLOCH Una visualizzazione utile di un qubit si può ottenere mediante un’interpretazione geometrica che associa gli stati del qubit ai punti sulla superficie di una sfera di raggio unitario. Questa sfera è nota come la sfera di Bloch: LE RAGIONI DELLA SUPERIORITA’ Soltanto quando si esaminano sistemi a più qubit, ossia dei registri quantistici, ci si rende conto della reale differenza tra un computer quantistico e il suo analogo classico: le macchine possono offrire una potenza computazionale infinitamente maggiore di quelle classiche, grazie al parallelismo quantistico. In un registro di n bit classici, gli stati accessibili sono 2n e sono realizzati uno alla volta dagli n bit. Invece, usando n qubit, tutti gli stati sono simultaneamente presenti in sovrapposizione (parallelismo quantistico). PROBLEMATICHE NELLA REALIZZAZIONE DI UN COMPUTER QUANTISTICO In conclusione la computazione quantistica utilizza gli stati interni della materia. Si incontrano però dei problemi. Infatti uno dei modi di funzionamento dei computer quantistici è l’interferenza: interferiscono distruttivamente (opposizione di fase) gli stati che danno errore, costruttivamente quelli che danno risultato esatto. Questa modalità di funzionamento richiede, però che sia possibile un controllo perfetto delle fasi ondulatorie. Tale controllo è però ostacolato dall’ambiente esterno, in quanto basta un disturbo qualsiasi proveniente dal mondo esterno perché si induca ad un cambiamento di stato che corrisponde ad un errore. Questa problematica, nota come decoerenza, costituisce forse il principale ostacolo all’implementazione fisica della computazione quantistica. Oltre alle difficoltà che si incontrano, come accennato, nella manipolazione delle informazioni, ulteriore limitazione tecnologica è quella della necessità di operare a temperature straordinariamente basse dell’ordine di qualche frazione di grado Kelvin al di sopra dello zero assoluto.