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Costruire un buon testo: qualità e requisiti
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Costruire un buon testo: qualità e requisiti
Connettivi
Individua i connettivi e analizzane la funzione logica e testuale.
1. La censura su Toscani (di F. Merlo, «La Repubblica» 6 / 10 / 2005).
Noi non censureremo Oliviero Toscani e i suoi manifesti pubblicitari di palpeggiamento gay,
come ha fatto lo Iap, l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, noi non gli daremo questo
premio. Non gli daremo la gioia di condannarlo: anche se, secondo noi, in pubblico non ci si
palpeggia. Di più. Persino la carezza in pubblico diventa palpeggiamento, che è il contrario della
carezza. L’altare della carezza è la discrezione; è lì il suo dominio, o il suo demanio.
La volgarità infatti è il declassamento, l'agire fuori luogo; è l'esposizione di una intimità. Fare pipì,
per esempio, non è volgare. Farla in pubblico, sì. E tuttavia, se c'è una persona al mondo che
queste cose le conosce perché le ha insegnate, raccomandate e praticate, quella persona è
Oliviero Toscani. Come tutti ormai sanno, dai tempi delle sue celebri campagne per la Benetton,
l'estetica di Toscani è fondata sull'eccesso, sul rovesciamento dei luoghi comuni, compreso quello
che una carezza in pubblico è un palpeggiamento. Toscani abita nell'universo estetico delle
frontiere, vive sulla battigia antropologica, sullo steccato delle distinzioni, è il "frontier man" della
pubblicità. È quella la sua risorsa. L'essere l'uomo del limite è il suo mestiere. Censurarlo dunque
significa premiarlo, dargli ragione, fare esattamente quello che lui vuole, cioè fare pubblicità alla
sua pubblicità e farla negativamente. C'è infatti un rapporto stretto tra la censura e lo scandalo
pubblicitario. La censura è la prova dello scandalo. E Toscani è come Tommaso d'Aquino: quello
faceva la summa teologica, questo fa la summa pubblicitaria. È lui che ci ha insegnato che la
censura è la lepre stanata. dal pubblicitario cacciatore, è l'animale appeso alla sua cartucciera.
Dunque noi non lo censureremo, perché abbiamo mangiato la foglia. Anzi a noi quel
palpeggiamento ci fa sorridere, come un gioco tra maschi e non come quella sfida che Toscani ha
lanciato, perché sa giocare con le cose serie ed essere serio giocando. Del resto, chi ha visto,
fosse pure per una volta, la sua allegra faccia rotondamente narcisista di provocatore sa che in
questo momento, più ancora che in altri, Toscani se la sta godendo. Intanto, perché nulla è più
volgare della censura in ordine ai problemi estetico-intellettuali, e poi perché un organo di
autogovemo della pubblicità è ben più deprimente di un palpeggiamento. La pubblicità di
Toscani alla ditta di abbigliamento Rare è stata censurata da un organo che a sua volta andrebbe
censurato. Ci piacciono meno del palpeggiamento l'idea che l'estetica possa essere amministrata,
che la creatività possa essere controllata, che Toscani si metta a confezionare pubblicità da
carosello. Né ci piace che esista un qualche Csm corporativo anche nella pubblicità, una specie di
circolo del buon senso. [...]
3
Soluzione.
Analisi testuale dell’argomentazione.
Opinione. Noi non censureremo Oliviero Toscani e i suoi manifesti pubblicitari di
palpeggiamento gay, come ha fatto lo Iap, l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, noi non
gli daremo questo premio.
Non gli daremo la gioia di condannarlo:
Correzione: anche se, secondo noi, in pubblico non ci si palpeggia.
Di più. Persino la carezza in pubblico diventa palpeggiamento, che è il contrario
della carezza.
L’altare della carezza è la discrezione; è lì il suo dominio, o il suo demanio.
Argomento. La volgarità infatti è il declassamento, l'agire fuori luogo; è l'esposizione di una
intimità. Fare pipì, per esempio, non è volgare. Farla in pubblico, sì.
Controargomento / opinione. E tuttavia, se c'è una persona al mondo che queste cose le
conosce perché le ha insegnate, raccomandate e praticate, quella persona è Oliviero Toscani.
Dato. Come tutti ormai sanno, dai tempi delle sue celebri campagne per la Benetton,
l'estetica di Toscani è fondata sull'eccesso, sul rovesciamento dei luoghi comuni, compreso
quello che una carezza in pubblico è un palpeggiamento. Toscani abita nell'universo estetico
delle frontiere, vive sulla battigia antropologica, sullo steccato delle distinzioni, è il "frontier
man" della pubblicità. È quella la sua risorsa. L'essere l'uomo del limite è il suo mestiere.
Conclusione [1]. Censurarlo dunque significa premiarlo, dargli ragione, fare esattamente
quello che lui vuole, cioè fare pubblicità alla sua pubblicità e farla negativamente.
Argomento. C'è infatti un rapporto stretto tra la censura e lo scandalo pubblicitario. La
censura è la prova dello scandalo. E Toscani è come Tommaso d'Aquino: quello faceva la
summa teologica, questo fa la summa pubblicitaria. È lui che ci ha insegnato che la censura è
la lepre stanata. dal pubblicitario cacciatore, è l'animale appeso alla sua cartucciera.
Conclusione [2] (2=1). Dunque noi non lo censureremo, perché abbiamo mangiato la foglia.
Opinione [2]. Anzi a noi quel palpeggiamento ci fa sorridere, come un gioco tra maschi e non
come quella sfida che Toscani ha lanciato, perché sa giocare con le cose serie ed essere serio
giocando.
Del resto, chi ha visto, fosse pure per una volta, la sua allegra faccia rotondamente narcisista
di provocatore sa che in questo momento, più ancora che in altri, Toscani se la sta godendo.
Argomento. Intanto, perché nulla è più volgare della censura in ordine ai problemi esteticointellettuali, e poi perché un organo di autogovemo della pubblicità è ben più deprimente di
un palpeggiamento.
Argomento / Opinione. La pubblicità di Toscani alla ditta di abbigliamento Rare è stata
censurata da un organo che a sua volta andrebbe censurato. Ci piacciono meno del
4
palpeggiamento l'idea che l'estetica possa essere amministrata, che la creatività possa
essere controllata, che Toscani si metta a confezionare pubblicità da carosello. Né ci
piace che esista un qualche Csm corporativo anche nella pubblicità, una specie di
circolo del buon senso. [...]
Nel testo che segue i connettivi sono stati tolti. Leggi il testo e, in base al senso generale
dei passi, completalo con i connettivi che ritieni più adatti.
2. Come sgonfiare il nostro razzismo (di R. Casati, «Il Sole 24 Ore», 13 / 1 / 2002)
non sia semplice formulare il contenuto del razzismo, si
pensare di articolarlo
in due tesi: ci sarebbero delle differenze profonde e affinità sostanziali tra individui umani, e
queste differenze sostanziali coincidono con quelle che tradizionalmente vengono definite
"razze", basate su certe caratteristiche superficiali. Sul razzismo si fanno molte conversazioni, si
scrivono molti articoli, si riflette filosoficamente,
un approccio scientifico alla questione
è stato visto con sospetto
i primi passi della scienza nella materia sono stati goffi
ri
morali che
sono preminenti.
che si scopra che il razzismo è vero,
che esistono le
"razze" e che queste sono molto differenti. Dovremmo per questo introdurre delle differenze tra
i diritti delle persone? Dovremmo dichiarare non-persone gli individui di "razze" diverse dalla
nostra? Le risposte sono controverse,
non dipendere da un giudizio scientifico
sulla validità del razzismo.
, quali sono le domande scientifiche che
porre? La domanda principale è
la tesi razzista sia vera. La ricerca in genetica ha provato che è falsa.
, la variazione
genetica all'interno delle cosiddette "razze" è maggiore della variazione genetica tra individui di
"razze" differenti. , sono pochissimi i geni che rendono conto delle differenze "superficiali", come
il colore della pelle o i tratti somatici. Siamo diversi solo superficialmente, e siamo
profondamente uguali. Si tratta di un dato molto robusto.
ci si
porre un'altra domanda scientifica: che cosa spiega il formarsi del
razzismo?
,
il razzismo è una teoria falsa,
gli umani ci ricadono
continuamente? Pare
che una qualche forma di classificazione basata sulle caratteristiche
somatiche si produca spontaneamente in individui di tutte le culture. Di fronte a differenze
somatiche superficiali, gli individui di tutte le culture produrrebbero automaticamente una
classificazione in "razze" (
registrare automaticamente sesso ed età). Questo
permetterebbe di distinguere noi da loro, i membri del nostro gruppo dai membri di un gruppo
altro. Quando si ha a che fare con un universale (come il linguaggio o la percezione visiva) ha
senso andare alla ricerca di una spiegazione profonda, extraculturale. Si è
avanzata
l'ipotesi che le credenze razziste,
false, siano in qualche modo innate.
Soluzione
1° capoverso: Sebbene, può, ma, perché, se non, Inoltre, potrebbero, certo, Supponiamo, ovvero, ma, possono,
2° capoverso: Tuttavia, possiamo, se, In primo luogo, In secondo luogo,
3° capoverso: Ma, allora, deve, In particolare, se, perché, infatti, oltre a, dunque, ancorché.
5
Analizza la struttura testuale di questo testo argomentativo.
Individua i connettivi e analizzane la funzione logica, testuale e argomentativa.
3. Introduzione a David Garland, Pena e società moderna, Milano, Il Saggiatore, 1999.
La punizione dei delinquenti costituisce un aspetto della nostra società che può generare
sgomento e perplessità. Se la si guarda nella prospettiva di una scelta di politica sociale, essa
fornisce costantemente risposte deludenti, apparentemente incapaci di soddisfare molti degli
obiettivi che si propone. Intesa come problema morale e sociale, la questione della pena scatena
violente emozioni e tocca interessi profondamente in conflitto fra loro. Questo libro è stato
scritto con la convinzione che la ragione ultima dei dubbi che aleggiano intorno alla punizione
nella sfera penale risiede nella radicata tendenza a trasformare un problema sostanzialmente
sociale in un'operazione tecnica affidata a istituzioni specializzate. A nostro avviso, il ruolo
sociale della pena è stato da sempre oggetto di numerosi e gravi fraintendimenti; oggi, di
conseguenza, si è fatto urgente indagarne il significato corretto, se non si vuole perdere la
speranza di trovare modalità sanzionatorie più consone ai nostri ideali. In tal senso, è nostra
intenzione lavorare dentro quella tradizione che possiamo definire, a tutti gli effetti, sociologia
della pena, prendendo spunto dalle teorie di studiosi di diverse discipline che si sono occupati dei
fondamenti storici, della funzione sociale e del significato culturale delle sanzioni.
Questo saggio è dunque una presa di posizione a favore di un approccio sociologico alla pena e
si propone di svilupparlo muovendo dal presupposto che il contesto istituzionale del diritto
penale moderno limiti eccessivamente la nostra percezione del fenomeno, oscurandone le
implicazioni sociali. Da qui l'opportunità di mutuare il metodo interpretativo dei sociologi della
pena e di illustrarne i principali nodi concettuali. Gran parte del lavoro è dedicata alla
esposizione critica delle loro più importanti teorie, assolvendo, in tal modo, alla funzione pratica
svolta da un manuale. Dal punto di vista espositivo ci siamo sforzati di essere il più lucidi e
incisivi possibile, evitando le semplificazioni, ma cercando allo stesso tempo di essere
comprensibili anche a un lettore non specialista. In un campo che si sta sempre più arricchendo
di studi monografici, ma che continua a essere carente di approfondimenti teorici generali,
assumersi questo compito richiede un'attenzione molto rigorosa. Ragion per cui abbiamo
riportato fedelmente il pensiero originale di vari autori, anche laddove esso contrasti
profondamente con le nostre idee, e lo abbiamo presentato separatamente dalle nostre critiche,
in modo tale da consentire al lettore di elaborare un’opinione personale. [...]
Soluzione.
(i connettivi sono sottolineati)
1. La punizione dei delinquenti costituisce un aspetto della nostra società che può generare
sgomento e perplessità.
[Affermazione generale]
2a. Se la si guarda nella prospettiva di una scelta di politica sociale, → essa fornisce
costantemente risposte deludenti, apparentemente incapaci di soddisfare molti degli obiettivi che
si propone.
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2b. Intesa come problema morale e sociale, → la questione della pena scatena violente emozioni
e tocca interessi profondamente in conflitto fra loro.
[Due punti di osservazione (complementari, e quindi tendezialmente esaustivi): politica
sociale (2a) e problema morale e sociale (2b): in entrambi i casi, si hanno conseguenze negative (
→): risposte deludenti... (2a), violente emozioni... (2b). Questi due punti di osservazione motivano
l’affermazione generale che apre il testo]
Fine della I parte (questioni generali)
1. Questo libro è stato scritto con la convinzione che la ragione ultima dei dubbi che aleggiano
intorno alla punizione nella sfera penale risiede nella radicata tendenza a trasformare un
problema sostanzialmente sociale in un'operazione tecnica affidata a istituzioni specializzate.
[Affermazione personale (opinione / convinzione)]
2. A nostro avviso, il ruolo sociale della pena è stato da sempre oggetto di numerosi e gravi
fraintendimenti; oggi, di conseguenza, si è fatto urgente indagarne il significato corretto, se non si
vuole perdere la speranza di trovare modalità sanzionatorie più consone ai nostri ideali. In tal
senso, è nostra intenzione lavorare dentro quella tradizione che possiamo definire, a tutti gli
effetti, sociologia della pena, prendendo spunto dalle teorie di studiosi di diverse discipline che si
sono occupati dei fondamenti storici, della funzione sociale e del significato culturale delle
sanzioni.
[Tipo di approccio prescelto per trattare il tema della pena (quello della sociologia della
pena)]
3. Questo saggio è dunque una presa di posizione a favore di un approccio sociologico alla pena
e si propone di svilupparlo muovendo dal presupposto che il contesto istituzionale del diritto
penale moderno limiti eccessivamente la nostra percezione del fenomeno, oscurandone le
implicazioni sociali.
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[Presupposto che motiva l’approccio da lui prescelto]
Fine della II parte (questioni specifiche del saggio: l’approccio)
4. Da qui l'opportunità di mutuare il metodo interpretativo dei sociologi della pena e di
illustrarne i principali nodi concettuali. Gran parte del lavoro è dedicata alla esposizione critica
delle loro più importanti teorie, assolvendo, in tal modo, alla funzione pratica svolta da un
manuale.
[Contenuti del suo saggio (esposizione delle più importanti teorie)]
5. Dal punto di vista espositivo ci siamo sforzati di essere il più lucidi e incisivi possibile,
evitando le semplificazioni, ma cercando allo stesso tempo di essere comprensibili anche a un
lettore non specialista. In un campo che si sta sempre più arricchendo di studi monografici, ma
che continua a essere carente di approfondimenti teorici generali, assumersi questo compito
richiede un'attenzione molto rigorosa. Ragion per cui abbiamo riportato fedelmente il pensiero
originale di vari autori, anche laddove esso contrasti profondamente con le nostre idee, e lo
abbiamo presentato separatamente dalle nostre critiche, in modo tale da consentire al lettore di
elaborare un’opinione personale. [...]
[Forma del suo saggio (facilità di lettura, obiettività nel riportare le opinioni di tutti)]
Fine della II parte bis (questioni specifiche del saggio: forma e contenuti)
Riassumendo in forma schematica:
Generale
1. Affermazione generale (I parte 1)
2ab. Motivazioni che giustificano l’affermazione generale (I parte 2a e 2b)
Particolare
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1. Affermazione personale (opinione / convinzione) (II parte 1)
2. Approccio prescelto (II parte 2)
3. Presupposto che motiva 2.
4. Contenuti del saggio
5. Forma del saggio
4.1 Leggi gli esempi e inserisci il connettivo adatto (anche più di uno).
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
dovessi ammalarmi, non rinuncerei ad andare.
si tratta di una situazione spiacevole, non si può non affrontarla.
facesse molto freddo, uscirono lo stesso a fare una passeggiata.
sappia che non arriverà nessuno, ha deciso di fermarsi ad aspettare.
[alto], non riusciva a toccare il soffitto.
[tardi], non potevo certo trovare ancora da mangiare.
[tardi], potei trovare ancora / comunque da mangiare.
venisse la bufera, non resterò mai in questo riparo,
sicurissimo.
se me lo avesse chiesto implorandomi, gli avrei detto di sì.
Soluzione:
1.-2. Se pure / Pure se / Anche se
3.-4. Seppure / Sebbene / Malgrado / Nonostante
5. Per quanto / Benché (fosse) (molto) alto / Per alto che
fosse
9.
6. Tardi com’era
7. Per quanto / Benché fosse tardi / Per tardi che fosse
8. Se anche / Se pure per quanto / benché / malgrado
sia / nonostante sia
Neanche / Neppure
9
4.2 Gli esempi presentano tutti una frase subordinata (quasi sempre al congiuntivo)
collegata a una frase principale (all’indicativo). Prova ora a invertire l’ordine delle frasi,
mettendo prima la principale e poi la subordinata. Il senso complessivo rimane intatto o
è necessario modificare qualcosa?
Soluzione.
1. Non rinuncerei ad andare anche se / pure se dovessi ammalarmi.
1? Non rinuncerei ad andare se pure dovessi ammalarmi.
2. Non si può non affrontarla, pure se / anche se si tratta di una situazione spiacevole.
2. ? Non si può non affrontarla, ?se pure si tratta di una situazione spiacevole.
3. Uscirono lo stesso a fare una passeggiata seppure / sebbene / malgrado / nonostante facesse molto freddo.
3. Uscirono lo stesso / comunque a fare una passeggiata, seppure / sebbene / malgrado / nonostante facesse molto freddo.
4. Ha deciso di fermarsi ad aspettare seppure / sebbene / malgrado / nonostante sappia che non arriverà nessuno.
4. Ha deciso di fermarsi ad aspettare comunque, seppure / sebbene / malgrado / nonostante sappia che non arriverà nessuno.
5. Non riusciva a toccare il soffitto, benché / per quanto fosse (molto) alto.
5. Non riusciva a toccare il soffitto, per alto che fosse.
6. Non potevo certo trovare ancora da mangiare, tardi com’era.
7. Potei trovare da mangiare, benché / ?per quanto fosse tardi.
7. Potei trovare ancora / comunque da mangiare, benché / per quanto fosse tardi.
8. Non resterò mai in questo riparo, per quanto / benché / ... sia sicurissimo, neanche se / neppure se venisse la bufera.
9. Non gli avrei detto di sì neanche / neppure se me lo avesse chiesto implorandomi.
9. Non gli avrei mai detto di sì, neanche / neppure se me lo avesse chiesto implorandomi.
4.3 Prova ora a collegare tra loro le due frasi senza usare quei connettivi.
Soluzione.
Molte frasi possono essere riformulate usando il connettivo ma e collegando due frasi entrambe all’indicativo:
2. Si tratta di una situazione spiacevole, ma non si può non affrontarla.
3. Faceva molto freddo, ma uscirono lo stesso a fare una passeggiata.
4. Sa che non arriverà nessuno, ma ha deciso di fermarsi ad aspettare lo stesso / comunque.
5. Era molto alto, ma non riusciva lo stesso / comunque a toccare il soffitto.
7. Era tardi, ma potei trovare ancora / comunque da mangiare.
In un caso usare ma altererebbe il senso originario della frase, che invece rimarrebbe intatto usando e:
6. Era tardi, e non potevo certo trovare ancora da mangiare.
Tre frasi non possono essere parafarsate con ma o con e. Si tratta di frasi in cui gli eventi non si presentano come certi (come negli esempi sopra),
ma come possibili. In questi casi le soluzioni alternative presentano ancora il congiuntivo (sarebbe possibile anche l’indicativo, ma questo
significherebbe dare all’espressione un tono informale e colloquiale) .
1. Neanche / Neppure se mi ammalassi rinuncerei ad andare (informale: Neanche / Neppure se mi ammalo rinuncio ad andare).
8. Neanche / Neppure se venisse la bufera, resterò in questo riparo, benché sicurissimo.
9. Neanche / Neppure se me lo avesse chiesto implorandomi gli avrei detto di sì.
Una relazione medica sui possibili problemi causati da una scorretta fruizione di
immagini televisive da parte dei bambini.
1
5
La visione di una sorgente luminosa, sia nell’adulto che nel bambino, deve
possibilmente essere mantenuta a una distanza variabile dai cinque ai tre metri per
permettere all’occhio di rimanere in condizioni di “riposo”.
Nel bambino tale concetto assume una maggiore importanza, dal momento che il
potere accomodativo è maggiore. Quanto più il bambino si avvicina ad una
sorgente luminosa, rappresentata nel nostro caso dal televisore, tanto più viene
innescato il processo accomodativo.
Questo significa che il cristallino modifica il suo potere refrattivo, per potere
10
adeguare il potere diottrico dell’occhio alla distanza dell’oggetto osservato. In tal
modo è possibile mettere a fuoco a livello retinico oggetti situati a differenti
distanze. Quando il processo accomodativo viene sollecitato per un lungo
periodo di tempo il bambino rischia di andare incontro a disturbi “astenopeici”:
cefalea, bruciore, iperemia congiuntivale, impossibilità a proseguire per lungo
tempo un lavoro da vicino, fino ad arrivare alla fotofobia.
15 Quindi per ottenere una visione corretta è necessario che il bambino si mantenga a una
distanza per cui il potere accomodativo sia praticamente nullo, mettendo l’occhio in
condizioni di riposo. Nel caso in cui un bambino presenti già disturbi “ametropici”
specialmente ipermetropia, astigmatismo e strabismo, una corretta distanza dalla sorgente
luminosa è ancora più importante, poiché nell’ipermetrope
20 l’accomodazione è superiore a quella dei soggetti emmetropi [...]; e nel bambino strabico
una stimolazione del processo accomodativo può peggiorare soprattutto nella
“esotropia”, la deviazione dei bulbi in convergenza.
Soluzione
(i connettivi sono stati sottolineati)
La visione di una sorgente luminosa, sia nell’adulto che nel bambino, deve
possibilmente essere mantenuta a una distanza variabile dai cinque ai tre metri per
permettere all’occhio di rimanere in condizioni di “riposo”.
Nel bambino tale concetto assume una maggiore importanza, dal momento che il
5 potere accomodativo è maggiore. Quanto più il bambino si avvicina ad una
sorgente luminosa, rappresentata nel nostro caso dal televisore, tanto più viene
innescato il processo accomodativo.
Questo significa che il cristallino modifica il suo potere refrattivo, per potere
adeguare il potere diottrico dell’occhio alla distanza dell’oggetto osservato.
10 In tal modo è possibile mettere a fuoco a livello retinico oggetti situati a differenti
distanze. Quando il processo accomodativo viene sollecitato per un lungo
periodo di tempo il bambino rischia di andare incontro a disturbi “astenopeici”:
cefalea, bruciore, iperemia congiuntivale, impossibilità a proseguire per
lungo tempo un lavoro da vicino, fino ad arrivare alla fotofobia.
15 Quindi per ottenere una visione corretta è necessario che il bambino si mantenga a
una distanza per cui il potere accomodativo sia praticamente nullo, mettendo
l’occhio in condizioni di riposo. Nel caso in cui un bambino presenti già disturbi
“ametropici” specialmente ipermetropia, astigmatismo e strabismo, una
corretta distanza dalla sorgente luminosa è ancora più importante, poiché
20
nell’ipermetrope l’accomodazione è superiore a quella dei soggetti emmetropi [...];
e nel bambino strabico una stimolazione del processo accomodativo può
peggiorare soprattutto nella “esotropia”, la deviazione dei bulbi in convergenza.
1
11
Tenendo conto del senso dei singoli passi, e osservando in particolare la funzione
‘strutturante’ di coesivi e connettivi, prova a ordinare nella giusta sequenza i passi che
sono stati riportati qui di seguito alterandone l’ordine originario.
5. Presentazione di David Garland al suo libro Pena e società moderna (cit.)
Benché tale progetto sia assolutamente lineare nel fine che si prefigge, vi sono alcuni presupposti
che è necessario puntualizzare.
In primo luogo, la sanzione penale non è semplicemente quella istituzione trasparente e lampante
volta al controllo della criminalità, cui siamo abituati a pensare.
L'obiettivo di questo libro è semplice e consiste nel fornire un resoconto, il più completo
possibile, della sociologia della pena nella società moderna.
Ma la funzione della pena nella società moderna non è per nulla scontata.
Se così fosse, uno studio di questo genere non avrebbe alcuna utilità,
poiché finirebbe con il ribadire ciò che è già evidente.
Il fatto che, al contrario, possa apparire come qualcosa di ben definito è da imputarsi più
all'effetto oscurante, e allo stesso tempo rassicurante, prodotto dalle istituzioni, che alla
razionalità lineare delle pratiche penali.
Per ripercorrere, almeno a grandi linee, i mutamenti della pena fino alla forma attuale - e le
conseguenze a essa connesse -, ci siamo avvalsi degli strumenti interpretativi elaborati dalla teoria
sociale, delle informazioni e delle intuizioni degli storici, insieme a dati più strettamente
penologici.
Essa costituisce qualcosa di profondamente problematico e difficile da comprendere nella sua
essenza.
Soluzione.
La sequenza corretta è: L’obiettivo... , Per ripercorrere... , Benché tale progetto... , In primo luogo... , Se così fosse... , poiché
finirebbe... , Ma la funzione... , Essa costituisce... , Il fatto che...
6. passo tratto da un racconto è stato scomposto in frasi brevissime, tra loro slegate.
Collega tra loro questi appunti rielaborandone la forma e cerca di ottenere un racconto in
un buon italiano (da Carlo Lucarelli, Il giorno del lupo, Torino, Einaudi, 1998).
Prima raffica.
Nella V metallica del mirino dell’Uzi: Rocco Carnevale.
Rocco Carnevale: fermo davanti al bar sotto il portico.
Rocco Carnevale: tazzina di caffè in mano.
Rocco Carnevale: salta all’indietro.
Il piattino bianco col bollo rosso della Segafredo va in aria
Matteo Parisi: in piedi accanto a lui.
Matteo Parisi: segue istintivamente con gli occhi il piattino bianco.
Matteo Parisi: un attimo prima di piegare violentemente la testa di lato
Matteo Parisi: la testa si piega su una spalla
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un calibro nove a punta morbida tronca di netto il mento di Matteo Parisi.
Terza raffica.
il sacchetto di plastica si gonfia di bossoli.
I bossoli sono roventi.
il sacchetto di plastica è attaccato all'otturatore del mitra
Romano Del Bianco è preso dalla terza raffica all'altezza della vita
Romano Del Bianco è spinto in una piroetta rapidissima.
La piroetta lo lancia dentro la porta del bar, attraverso le strisce verdi di plastica unta.
Poi: la canna corta dell'Uzi dentro il finestrino.
l'auto sterza bruscamente verso destra
le gomme stridono,
l’auto attraversa i viali col rosso
l’auto sparisce oltre il ponte di San Donato
un rombo strozzato, fuori giri.
Soluzione (testo originale).
Quando partì la prima raffica, inquadrato nella V metallica del mirino dell'Uzi c'era Rocco Carnevale, fermo davanti
al bar sotto il portico, la tazzina del caffè in mano. Saltò all'indietro, lanciando in aria il piattino bianco col bollo rosso
della Segafredo che Matteo Parisi, in piedi accanto a lui, seguì istintivamente con gli occhi, un attimo prima di piegare
violentemente la testa di lato, su una spalla, col mento troncato di netto da un calibro nove a punta morbida. La terza
raffica, che gonfiò di bossoli roventi il sacchetto di plastica attaccato all'otturatore del mitra, prese Romano Del
Bianco all'altezza della vita e lo spinse in una piroetta rapidissima che lo lanciò dentro la porta del bar, attraverso le
strisce verdi di plastica unta. Poi la canna corta dell'Uzi tornò dentro il finestrino, l'auto sterzò bruscamente verso
destra, facendo stridere le gomme, attraversò i viali col rosso e sparì in un rombo strozzato, fuori giri, oltre il ponte
di San Donato.
11. I due brani giornalistici riportati qui sotto presentano una sintassi particolare: molto
complessa (con frasi lunghe e complicate: testo A) e molto frammentata (con frasi brevi
o brevissime: testo B).
Prova a ritoccare i testi in modo da costruire periodi di media lunghezza e di media
complessità (intervieni sulla punteggiatura ed, eventualmente, introduci nuovi
connettivi).
A Se nella raffica delle sette primarie di martedì, dove contano i soldi per comperare gli spot
all’ingrosso e non funzionano più, per le immense distanze, le carezze ai neonati della politica al
dettaglio, Kerry dovesse inciampare, la “Stella del Sud” Edwards risorgere, o “il ribelle” dottor
Dean trovare una resurrezione imprevista, il partito democratico potrebbe ancora precipitare in
quella lotta degli “scorpioni in una bottiglia”, come dice James Carville, che fu il cervello di
Clinton e andare al congresso di Boston senza un vincitore.
(da V. Zucconi, Alla scuola di Kennedy, «La Repubblica», 29 / 1 / 04).
B Assai più degli imprenditori e dei liberi professionisti, gli insegnanti svolgono un ruolo di
interesse "pubblico". Una persona su due, infatti, dichiara di avere in famiglia uno studente. E
agli insegnanti tocca il compito di comunicare, dialogare, fare (appunto) da "maestri" alle
generazioni giovanili. Affrontando fenomeni nuovi, come l'integrazione dei figli degli immigrati.
13
In tempi duri. Perché comunicare è difficile, il mondo intorno è divenuto più largo, il futuro più
corto e indecifrabile. La scuola. Per gli adolescenti e per i giovani è luogo di socialità. Relazioni.
Amicizia. Ma anche di mobilitazione, visto l'estendersi della protesta, dopo anni di silenzio. (E la
protesta - civile - è un'occasione importante; educa alla libertà, ai valori e alla socialità). Tutto
questo è la scuola. Ancora oggi.
Nonostante la crisi di risorse, il disorientamento che investe gli insegnanti, oltre agli studenti e
alle famiglie. Riformarla è giusto. E condiviso. Molte delle proposte avanzate dal governo
registrano, infatti, un ampio consenso sociale. Ed è giusto intervenire sulla professione e sul
ruolo degli insegnanti. Introdurre criteri di merito e di valutazione. Approfondire la formazione.
Rendere normale e ricorrente l'aggiornamento. Che molti insegnanti, peraltro, affrontano
autonomamente. Il problema è il modo, l'approccio. Non si tratta di risanare un ambiente
degradato. Un carrozzone sgangherato. Né di restituire professionalità a figure disadattate.
Nonostante i problemi, la scuola e gli insegnanti (molti, se non tutti) offrono ancora un servizio
"pubblico" apprezzato. Per ricorrere al linguaggio del mercato (ancora abusato, anche se sempre
meno credibile): erogano prestazioni ampiamente apprezzate dai consumatori. Che,
incidentalmente, sono i cittadini. Le famiglie, i giovani. Giusto, allora, riformare la scuola, la
professione degli insegnanti. Ma "insieme" a loro. Partendo dalla loro esperienza. Non senza di
loro. Non "contro" di loro.
(da I. Diamanti, Elogio del professore, «La Repubblica», 15 / 3 / 04)
Soluzioni Testo A.
1. Il partito democratico potrebbe ancora precipitare in quella lotta degli “scorpioni in una
bottiglia” (come dice James Carville, il cervello di Clinton) e andare al congresso di Boston senza
un vincitore: questo potrebbe accadere se nella raffica delle sette primarie di martedì (dove
contano i soldi per comperare gli spot all’ingrosso e, per le immense distanze, le carezze ai
neonati della politica al dettaglio non funzionano più) Kerry dovesse inciampare, la “Stella del
Sud” Edwards risorgere, o “il ribelle” dottor Dean trovare una resurrezione imprevista.
2. Nella raffica delle sette primarie di martedì contano i soldi per comperare gli spot all’ingrosso,
mentre, per le immense distanze, le carezze ai neonati della politica al dettaglio non funzionano
più. Kerry potrebbe dunque inciampare, la “Stella del Sud” Edwards risorgere, e “il ribelle”
dottor Dean trovare una resurrezione imprevista: il partito democratico potrebbe insomma
precipitare in quella lotta degli “scorpioni in una bottiglia”, come dice il cervello di Clinton James
Carville, e andare al congresso di Boston senza un vincitore.
3. Nella raffica delle sette primarie di martedì contano i soldi per comperare gli spot all’ingrosso
e, per le immense distanze, le carezze ai neonati della politica al dettaglio non funzionano più.
Kerry potrebbe inciampare, la “Stella del Sud” Edwards risorgere, e “il ribelle” dottor Dean
trovare una resurrezione imprevista: il partito democratico potrebbe precipitare in quella lotta
degli “scorpioni in una bottiglia”, come dice il cervello di Clinton James Carville, e andare al
congresso di Boston senza un vincitore.
4. Nella raffica delle sette primarie di martedì contano i soldi per comperare gli spot all’ingrosso.
14
Per le immense distanze, le carezze ai neonati della politica al dettaglio non funzionano più.
Kerry potrebbe inciampare. La “Stella del Sud” Edwards risorgere. E “il ribelle” dottor Dean
trovare una resurrezione imprevista. Il partito democratico potrebbe precipitare in quella lotta
degli “scorpioni in una bottiglia”, come dice il cervello di Clinton James Carville. E andare al
congresso di Boston senza un vincitore.
5. Nella raffica delle sette primarie di martedì i soldi per comperare gli spot all’ingrosso contano.
Per le immense distanze, le carezze ai neonati della politica al dettaglio non funzionano più.
Kerry potrebbe inciampare. La “Stella del Sud” Edwards risorgere. E “il ribelle” dottor Dean
trovare una resurrezione imprevista. Il partito democratico potrebbe precipitare in quella lotta
degli “scorpioni in una bottiglia”, come dice il cervello di Clinton James Carville. E andare al
congresso di Boston senza un vincitore.
6. Nella raffica delle sette primarie di martedì, i soldi, per comperare gli spot all’ingrosso,
contano. Le carezze ai neonati della politica al dettaglio, per le immense distanze, non
funzionano più. Kerry potrebbe inciampare. La “Stella del Sud” Edwards risorgere. E “il ribelle”
dottor Dean trovare una resurrezione. Imprevista. Il partito democratico potrebbe precipitare in
quella lotta degli “scorpioni in una bottiglia”, come dice il cervello di Clinton James Carville. E
andare al congresso di Boston senza un vincitore.
Soluzione Testo B.
(sono sottilineati i segni interpuntivi sui quali si è intervenuto)
Assai più degli imprenditori e dei liberi professionisti, gli insegnanti svolgono un ruolo di
interesse "pubblico". Una persona su due, infatti, dichiara di avere in famiglia uno studente. E
agli insegnanti tocca il compito di comunicare, dialogare, fare (appunto) da "maestri" alle
generazioni giovanili, affrontando fenomeni nuovi, come l'integrazione dei figli degli immigrati.
In tempi duri, perché comunicare è difficile: il mondo intorno è divenuto più largo, il futuro più
corto e indecifrabile. La scuola: per gli adolescenti e per i giovani è luogo di socialità, relazioni,
amicizia, ma anche di mobilitazione, visto l'estendersi della protesta, dopo anni di silenzio (e la
protesta - civile - è un'occasione importante: educa alla libertà, ai valori e alla socialità). Tutto
questo è la scuola, ancora oggi, nonostante la crisi di risorse, il disorientamento che investe gli
insegnanti, oltre agli studenti e alle famiglie. Riformarla è giusto, e condiviso.
Molte delle proposte avanzate dal governo registrano, infatti, un ampio consenso sociale, ed è
giusto intervenire sulla professione e sul ruolo degli insegnanti, introdurre criteri di merito e di
valutazione, approfondire la formazione, rendere normale e ricorrente l'aggiornamento che molti
insegnanti, peraltro, affrontano autonomamente. Il problema è il modo, l'approccio. Non si tratta
di risanare un ambiente degradato, un carrozzone sgangherato; né di restituire professionalità a
figure disadattate. Nonostante i problemi, la scuola e gli insegnanti (molti, se non tutti) offrono
ancora un servizio "pubblico" apprezzato. Per ricorrere al linguaggio del mercato (ancora
abusato, anche se sempre meno credibile): erogano prestazioni ampiamente apprezzate dai
consumatori, che, incidentalmente, sono i cittadini, le famiglie, i giovani. Giusto, allora, riformare
la scuola, la professione degli insegnanti, ma "insieme" a loro, partendo dalla loro esperienza.
Non senza di loro, non "contro" di loro.
(da I. Diamanti, Elogio del professore, «La Repubblica», 15 / 3 / 04)
15
Il riassunto
Il riassunto e i blocchi informativi del testo.
(da L. Serianni, Italiani scritti, Bologna, Il Mulino, 2003).
19. Testo originale.
1. Se a Pinocchio si allunga il naso, le persone in carne e ossa, quando dicono una bugia, hanno
alterazioni corporee più sottili ma non impossibili da svelare. 2. Almeno se si dispone di una
telecamera e di un sistema di analisi delle immagini come quelli sviluppati dai ricercatori della
Mayo Clinic e della Honeywell a Minneapolis. «Quando una persona mente glielo si legge in
faccia: aumenta all'improwiso l'afflusso di sangue intorno agli occhi, e la temperatura cresce di
parecchi gradi», spiega su “Nature” uno degli autori, Ioannis Pavdlis. 3. «Con il nostro sistema,
possiamo rilevare questo riscaldamento a distanza: la telecamera inquadra il viso dell'indagato e
può registrare una differenza di temperatura di appena 0,025 gradi». 4. Così, per esempio, in un
aeroporto si può verificare all'istante se un passeggero ha risposto il vero alla domanda: «Ha
esplosivo nel bagaglio?».
5. Il nuovo dispositivo è stato messo alla prova simulando un reato in piena regola: i volontari
accoltellavano un manichino e gli rubavano 20 dollari, dopodiché, interrogati, negavano di averlo
fatto. Il sistema ha individuato correttamente sei degli otto colpevoli, e 11 dei 12 innocenti
utilizzati come controllo: un'accuratezza leggermente superiore a quella del poligrafo, la classica
macchina della verità dei film polizieschi, che dà il suo responso misurando indici come il ritmo
cardiaco e respiratorio, la pressione e la sudorazione sulla pelle.
6. Il vero vantaggio della telecamera, però, sta nel fatto che non occorrono cavi e complicate
analisi dei dati da parte di personale specializzato: si presta quindi all'uso in situazioni come quella
dell'aeroporto, ben diverse da un interrogatorio giudiziario. 7. Naturalmente, la sua attendibilità
andrà vagliata a fondo. «La reazione registrata non è specifica: si ha anche, per esempio, dopo un
sussulto per un forte rumore», avvertono gli studiosi: «E non si può neanche escludere che un
potenziale attentatore impari a controllarla» («L'Espresso», 23.5.2002; titolo del pezzo: Come ti
svelo il bugiardo).
[306 parole]
Contenuto dei blocchi informativi:
n°1. Più che di una vera "unità informativa", si tratta di un attacco tipicamente giornalistico, che
ha la funzione di attirare l'attenzione del lettore, mettendo in primo piano un contenuto
successivamente analizzato e collegandolo a un riferimento brillante (a Pinocchio).
n°2. Se qualcuno mente, aumenta la temperatura del volto.
n°3. Alcuni ricercatori hanno messo a punto un sistema di analisi delle immagini per visualizzare
questo fenomeno.
n°4. Applicazioni pratiche di questo dispositivo (per esempio, controlli negli aeroporti).
n°5. Il dispositivo è stato verificato su alcuni volontari e ha dato buona prova.
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n°6. Vantaggi di questo dispositivo rispetto ad altri metodi.
n°7. La sua attendibilità non è assoluta e deve essere vagliata a fondo.
Soluzioni
Riassunto 1.
2. Se una persona mente, glielo si legge in faccia: aumenta all'improvviso l'afflusso di sangue
intorno agli occhi e la temperatura cresce di parecchi gradi. 3. Alcuni ricercatori di Minneapolis
hanno messo a punto un sistema di analisi delle immagini per misurare con grande esattezza
questo fenomeno. Una telecamera inquadra il viso della persona sospetta e può registrare una
differenza di temperatura di appena 0,025 gradi.
5. Il nuovo dispositivo è stato messo alla prova con volontari e ha dato risultati leggermente
superiori a quella del poligrafo, la classica macchina della verità dei film polizieschi, che misura
indici come il ritmo cardiaco e respiratorio, la pressione e la sudorazione sulla pelle.
Riassunto 2.
6. Il vero vantaggio della telecamera, però, sta nella relativa semplicità del suo uso e quindi nella
facilità di impiego in situazioni che richiedono controlli rapidi, 4. come in un aeroporto. 7.
Naturalmente avvertono gli studiosi la sua attendibilità andrà verificata ulteriormente: la
reazione registrata potrebbe aversi anche dopo un sussulto per un forte rumore e un potenziale
attentatore potrebbe imparare a controllarla.
[170 parole]
Riassunto 3.
2. Se una persona mente, glielo si legge in faccia: aumenta all'improvviso l'afflusso di sangue
intorno agli occhi e la temperatura cresce di parecchi gradi. 3. Alcuni ricercatori di Minneapolis
hanno messo a punto un sistema di analisi delle immagini per misurare con grande esattezza
questo fenomeno. Una telecamera inquadra il viso della persona sospetta e può registrare una
differenza di temperatura di appena 0,025 gradi.
5. Il nuovo dispositivo è stato sperimentato con un certo successo con volontari, 7. anche se
dovrà essere ulteriormente verificato. 6. Il sistema po trebbe essere impiegato in situazioni che
richiedono controlli rapidi, 4. come in un aeroporto.
[97 parole]
Riassunto 4.
2. Se una persona mente, glielo si legge in faccia: aumenta all'improvviso l'afflusso di sangue
intorno agli occhi, e la temperatura cresce di parecchi gradi. 3. Alcuni ricercatori di Minneapolis
hanno messo a punto un sistema di analisi delle immagini per misurare con grande esattezza
questo fenomeno, attraverso una telecamera. 6. Il sistema potrebbe essere impiegato in situazioni
che richiedono controlli rapidi, 4. come in un aeroporto.
[65 parole]
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