RENATO FERRARI
IL GELSO DEI FABIANI
I fili della pioggia, lunghe collane di gocce perlacee, scendevano dalle nubi dritti e
così rigidi da sembrare aste lucenti di una favolosa cancellata, al di là della quale
potevo ammirare il giardino naturale dei vari declivi contrapposti (…) Ma bastava
una folata di vento per scompigliare ogni cosa. La tranquilla cancellata veniva divelta
da mani leste, le aste, trasformate in lance aguzze, venivano lanciate con violenza
contro i tronchi, le rocce, le case e la terra infilandovisi oblique e, scomparendo,
erano subito seguite da altre fittissime in rapida successione.
Poi tornava la calma per qualche minuto. Seguita da una raffica più violenta della
prima e la scena ridiveniva confusa e sbandata. Le chiome dei cespugli erano scosse e
parevano capigliature di donne intente a qualche agitata danza rituale. Gli alberi
dimenavano i rami più grossi come braccia di un naufrago. Il suolo percosso dalle
gocce perforatrici perdeva consistenza, si scioglieva e scorreva via come acqua di
fiume invadendo i prati, i kao che ben tosto strariparono. Un poco intimorita vedevo
il cielo farsi sempre più nero, la bufera diventare sempre più violenta. Una raffica
urlò forte e a lungo e prima che si spegnesse fu seguita da un’altra più rombante, epoi
da una terza sinché non ci furono più pause di bonaccia tra l’una e l’altra raffica. Mi
pareva di portare gli occhiali appannati. Osservavo le grandi masse degli alberi
piegarsi sotto la sferza, ma ogni altro particolare era immerso in una nebbia confusa.
La potenza del binomio acqua-vento mi apparve in tutta la sua magnificenza. Acqua e
vento avevano modellato il Carso, lo sanno tutti. Ora però vedevo questi grandi
scultori all’opera. Scalzavano le zolle in profondità, lavavano i detriti, pulivano la
roccia. La roccia era la loro argilla. In essa potevano sbizzarrire la loro arte, che
esercitavano da milioni di anni prima che Fidia nascesse. Le forme dell’acqua, le
forme del vento: nulla v’è di più fresco e di più magico sulla terra di un pezzo di
calcare plasmato dai due elemanti. Questo grande pezzo di calcare ha nome Carso, le
sue bellezze sono impareggiabili.