CARDO MARIANO CARDO MARIANO (Una pianta medicinale) Il Cardo Mariano( Silybum marianum) è una robusta pianta, che cresce in terreni secchi e rocciosi in Europa meridionale e occidentale e in alcune aree degli Stati Uniti. Ha foglie verde scuro lucenti, con margini spinosi e dentellati. I fiori sono singoli e di colore Porpora-rossiccio, con brattee che terminano in spine appuntite. Semi, frutti e foglie sono impiegati a scopi medicinali. Il Cardo Mariano contiene SILIMARINA, una miscela di Flavano- lignani: principalmente Silibina, silidianina, e silicristina. La concentrazione di SILIMARINA è più elevata nei frutti, ma si trova anche nei semi e nelle foglie.La Silibina è il componente della SILIMARINA con la maggior attività biologica. L’uso popolare più diffuso di questa pianta è stato per stimolare la produzione di latte nelle nutrici. In Germania era usato anche per curare Ittero e Squilibri Biliari. E’ interessante notare che la scoperta dei Flavanolignani epatoprotettori presenti nel Cardo Mariano, non è stata il risultato di un’analisi farmacologica, ma piuttosto dello studio degli effetti empirici del Cardo Mariano nei disturbi Epatici. In Europa gli Estratti del CARDO MARIANO (solitamente standar- dizzati con un contenuto del 70% di SILIMARINA ) sono usati nei preparati Farmaceutici per i disturbi del FEGATO. La SILIMARINA è una delle più potenti sostanze EPATOPROTETTIVE che si conoscano. La capacità del CARDO MARIANO di prevenire la distruzione del FEGATO e di migliorarne la funzionalità è dovuta in gran parte all’ azione inibitrice della SILIMARINA sui fattori responsabili dei DANNI EPATICI, cioè RADICALI LIBERI e LEUCOTRIENI, insieme insieme alla sua capacità di stimolare la sintesi proteica epatica. I componenti del CARDO MARIANO prevengono i DANNI dei RADICALI LIBERI agendo come ANTIOSSIDANTI. La SILIMARINA ha un’azione antiossidante molto più potente della VITAMINA E. La SILIMARINA del Cardo Mariano previene la deplezione del GLUTATIONE – GSH indotta da ALCOL ed altre TOSSINE del fegato.Persino nei soggetti normali, aumenta del 35 % il LIVELLO BASALE di GSH nel FEGATO. L’effetto protettivo del CARDO MARIANO contro i DANNI EPATICI è stato dimostrato in numerosi STUDI sperimentali e clinici: Nella sperimetazione sugli animali, i danni al fegato possono essere indotti da diverse sostanze chimiche tossiche, come etanolo, tetracloruro di carbonio, galattosamina, e nitrato di praseodimio. E’ stato dimostrato che la SILIMARINA protegge il FEGATO da tutte queste TOSSINE. Forse l’azione protettiva più notevole della SILIMARINA è contro l’avvelenamento da Amanita Phalloides (tignosa verdognola), un’azione riconosciuta da tempo nella medicina popolare. L’ingestione di Amanita Phalloides o delle sue tossine causa un grave avvelenamento e provoca la morte nel 30% circa delle vittime. Tra i modelli sperimentali per valutare la protezione contro i danni epatici, i più importanti, sono quelli basati sulla tossicità della amanitina o della falloidina perchè questi due peptidi dell’Amanita Phalloides sono le più potenti sostanze epatotossiche che si conoscano. In quersti modelli sperimentali la SILIMARINA ha dimostrato di portare a risultati notevoli. Somministrata prima dei veleni dell’Amanita ha avuto un’efficacia del 100 % nel contrastare la TOSSICITA’. Anche quando è stata somministrata 10 minuti dopo la TOSSINA dell’Amanita ne ha neutralizzato completamente gli effetti. Due casi riportati in letteratura hanno permesso di scoprire che la SILIMARINA ANNULLA L’EFFETTO LETALE E RIDUCE NOTEVOLMENTE LA PORTATA DEI DANNI AL FEGATO FINO A 24 ORE DOPO L’INGESTIONE. Questo Studio si riferiva a due coniugi che avvevano mangiato dei funghi velenosi e 18 ore dopo avevano manifestato sintomi gastrointestinali. Nonostante l’iniziale trattamento convenzionale con lavanda gastrica, liquidi in endovena, carbone attivo e sonda duodenale, le analisi di laboratorio dei due pazienti mostravano un deterioramento della Funzione Epatica e Renale. Uno dei 2 pazienti sviluppò una lieve Encefalopatia Epatica. Tre giorni di terapia con SILIBININA PER ENDOVENA a un Dosaggio di 20 mg. per chilo di peso insieme con Pennicilina e Glucosio, portarono al ripristino della funzionalità degli organi colpiti e alla guarigione dell’Encefalopatia. La SILIMARINA può essere preziosa anche come terapia di supporto per pazienti che seguono una terapia farmacologica di lunga durata. Uno Studio molto interessante ha scoperto che, nei pazienti Psichiatrici curati con Fenotiazine o Butirrofenoni, un dosaggio elevato di 800 mg. /die di SILIMARINA aveva come effetto una protezione significativa del Fegato come evidenziato dai livelli Enzimatici Epatici Serici di Malondialdeide. La SILIMARINA non interferiva con l’efficacia degli ANTIDEPRES- SIVI. Forse l’effetto più interessante dei componenti del Silybum sul Fegato è la loro capacità di stimolare la Sintesi delle Proteine. Questo causa un aumento nella produzione di Nuove Cellule Epatiche in sostituzione di quelle vecchie danneggiate. E’ alquanto interessante notare che la Silibinina non ha nessun effetto stimolatore sui Tessuti Epatici Maligni. I Leucotrieni, i principali mediatori chimici delle Infiammazioni, sono prodotti dal trasferimento di Ossigeno agli Acidi Grassi Polinsaturi, una reazione catalizzata dall’Enzima Lipossigenasi che può danneggiare il Fegato. E’ stato dimostrato che la SILIMARINA E’ UN POTENTE INIBITORE dell’Enzima Lipossigenasi, pertanto ostacola la formazione di Leucotrieni dannosi. E’ stato dimostrato anche che la SILIMARINA inibisce la sintesi delle Prostaglandine durante un’infiamazione. La SILIMARINA arresta la decomposizione patologica dei Lipidi delle Membrane inibendo la formazione di Prostaglandine: Poichè Leucotrieni e Prostaglandine infiammatorie sono coin- volti anche nel processo di determinazione dei Danni Epatici causati dalle Tossine, la loro neutralizzazione è un altro meccanismo con cui la SILIMARINA protegge il Fegato. L’impiego principale della SILIMARINA è come Epato- protettore, anche se sono continuamente scoperte ulteriori applicazioni cliniche. In molti Studi clinici la SILIMARINA ha dimostrato di avere effetti positivi nella Terapia di diversi tipi di MALATTIE EPATICHE tra cui: - CIRROSI – EPATITE CRONICA - INFILTRAZIONI ADIPOSE - DEL FEGATO (da Alcol o sostanze Chimiche) - COLESTASI SUBCLINICA GRAVIDA - COLANGITE E PERICOLANGITE. L’effetto curativo della SILIMARINA in queste affezioni è stato confermato da dati istologici, clinici e di laboratorio. La SILIMARINA può essere utile anche per migliorare la solubilità della Bile nella cura di Calcoli Biliari e PSORIASI. La DOSE standard di CARDO lattato si basa sul suo contenuto di SILIMARINA ( 70-210 mg. tre volte il giorno): per questo motivo sono preferibili gli ESTRATTI STANDARDIZZATI. I RISULTATI MIGLIORI si ottengono con Dosaggi più elevati cioè 140 – 210 mg. di SILIMARINA tre volte al giorno. Negli ultimi dieci anni è emersa una nuova forma di SILIMARINA che può aumentarne gli effetti benefici legando la SILIBINA alla FOSFATIDILCOLINA. La ricerca preliminare indica che questa unione viene assorbita meglio e porta risultati clinici migliori (il suo dosaggio è di 120 – 240 mg. due volte al giorno). Gli ESTRATTI ALCOLICI sono sempre controindicati nelle Malattie Epatiche. I preparati a base di SILIMARINA sono rimedi largamente usati in Europa dove un considerevole numero di prove indica che hanno una TOSSICITA’ MOLTO BASSA. Poichè la SILIMARINA ha un’azione Coleretica, può rendere più morbide le feci come risultato di un aumento del flusso e della Secrezione Biliare. Quando sono usati Dosaggi più elevati può essere consigliabile usare composti di Fibre che sequestrano la Bile ( per esempio Gomma di Guar, pectina, psillio, crusca d’avena ) per prevenire irritazioni delle mucose e feci molli. Poichè NON HA EFFETTI TOSSICI, in caso di necessità la SILIMARINA può essere utilizzata per lunghi periodi... Tratto da Textbook of Natural Medicine a cura di J. E. Pizzorno jr. E M. T. Murray Traduzione Italiana Edizioni Red