BRUCELLOSI BOVINA Caratteristiche della patologia E.1 E.1.1 Nome patologia E.1.2 Agente/i eziologico/i E.1.3 Breve descrizione 1 1.1/2 1.1/2.1 1.1/2.2 1.1/2.3 1.1/2.4 Informazioni Malattia Brucellosi Bovina (febbre ondulante, febbre maltese, febbre mediterranea, aborto enzootico, aborto epizootico, aborto contagioso, morbo di Bang) Brucella abortus, talvolta B. melitensis, raramente B. suis. Batteri gram negativi di forma coccobacillare o bastoncellare, asporigeni, immobili, privi di capsula, aerobi facoltativi. Patologia ad eziologia batterica causata principalmente da B. abortus. Nel bovino l’infezione è frequentemente subclinica. Le forme sintomatiche sono caratterizzate da segni clinici variabili quali aborto, generalmente una sola volta durante la seconda metà della gestazione, ritenzione placentare, infezioni genitali e raramente complicazioni (soprattutto artriti). Gli agenti vengono eliminati principalmente attraverso latte, materiale abortivo ed escrezioni uterine, in maniera minore attraverso numerosi altri secreti ed escreti. Sono disponibili numerosi test di screening, basati sulla risposta immunitaria dell’ospite, tuttavia la diagnosi certa necessita dell’isolamento dell’agente eziologico. Negli esseri umani Brucella abortus, B. melitensis e B. suis causano infezioni generalmente asintomatiche o autolimitanti con sintomatologia simil-febbrile; le rare forme gravi, ad andamento cronico, possono avere conseguenze anche letali (endocarditi e meningoencefaliti). Rilevanza della patologia Presenza e frequenza dell’agente eziologico sul territorio regionale / extraregionale Presenza e frequenza della Lombardia ufficialmente indenne. malattia in Regione Lombardia Presenza e frequenza della Presente in Valle d’Aosta, Liguria, in quasi tutta l’Italia centromalattia in regioni / Stati meridionale ed isole ad esclusione di Marche, Umbria e Sardegna. Presente in alcuni Paesi Europei: Irlanda del Nord, confinanti Spagna, Portogallo, Grecia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Lettonia e Lituania. Frequenza eventuali epidemie Numerosi focolai ma nessuna epidemia nell’area UE negli (specificare aree) ultimi anni. Animali / Vettori / Ambiente Patologia generalmente mantenuta dall’ospite preferenziale, bovini e bufali per B. abortus, piccoli ruminanti per B. melitensis e principalmente suini per B. suis, tuttavia anche gli ospiti accidentali possono ricoprire un ruolo importante nella diffusione della malattia (asintomatici anche per mesi). L’ambiente è una possibile fonte di contagio, In condizioni favorevoli gli agenti possono sopravvivere a lungo al di fuori dell’ospite con conseguente diffusione della malattia attraverso le acque, le derrate alimentari e il suolo. Scheda brucellosi bovina Pag. 1 1.1/2.5 Eventuali cicli stagionali / focolai 1.1/2.6 1.1/2.7 1.1/2.8 1.3 1.3.1 1.4 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.5 1.5.1 1.5.2 1.5.3 1.5.4 Non particolarmente evidenti per quanto riguarda la influenzati da anomalie climatiche brucellosi bovina (negli ovi-caprini cicli legati alla stagione dei parti). Fattori che favoriscono la presenza Mancanza di un adeguato sistema di sorveglianza, elevata dell'agente (scarse misure densità di animali, stretto contatto tra specie sensibili diverse, igieniche, biosicurezza, cattivo management e scarso livello di biosicurezza. Tra i management, ecc.) principali fattori di rischio l’introduzione di un animale infetto in una popolazione sana; la presenza di materiale abortivo non opportunamente trattato; l’utilizzo di latte, acqua di bevanda o cibo contaminati; cattive pratiche veterinarie (impiego di strumenti contaminati). Stabilità nell'ambiente dell'agente Variabile. Alcuni mesi (fino ad oltre un anno) in acqua, eziologico materiale abortivo, vestiti e lana in caso di condizioni favorevoli quali elevata umidità, basse temperature e riparo dalla luce solare diretta. In condizioni sfavorevoli quali forte siccità ed esposizione diretta alla luce solare la sopravvivenza si riduce a poche ore. La presenza di sostanze organiche ne favorisce la sopravvivenza nel suolo, anche in condizioni di siccità, in particolare nel caso in cui le temperature siano sotto lo zero. Possibilità di eliminare l'agente Possibile l’eradicazione negli animali domestici, da valutare la dall'ambiente situazione dei selvatici nei diversi territori. Numero di specie domestiche colpite Numero di specie domestiche Elevato. Bovini, piccoli ruminanti, cani, suini, equini, camelidi. colpite (indicare anche quali) Velocità di diffusione Rapidità di diffusione Bassa nel caso allevamenti sottoposti ad efficace sorveglianza nell'allevamento o di allevamenti endemici. Può diventare elevata in assenza di controlli rigorosi nel caso d’introduzione in allevamento ufficialmente indenne di soggetti eliminatori. Rapidità di diffusione tra Bassa nel caso di aree dov’è in atto un piano di sorveglianza efficace o dove la malattia è endemica. allevamenti Media / elevata in assenza di controlli rigorosi in aree dove la malattia non è presente in caso di introduzione di soggetti eliminatori e numerose movimentazioni di animali. Capacità di diffondersi senza Irrilevante / nessuna, infezione per via aerogena improbabile già all’interno dell’allevamento. movimentazione di animali Vettori come reservoir e potenziali fonti di contagio Ciclo della patologia influenzato da Irrilevante. vettori Presenza del vettore sul territorio Non applicabile regionale / nazionale Presenza del vettore legata a Non applicabile determinate aree / condizioni climatiche Capacità del vettore di Non applicabile sopravvivere, riprodursi, trasmettere l'infezione, fungere da reservoir Scheda brucellosi bovina Pag. 2 1.6 Rischio di contagio nelle specie sensibili Elevata nelle specie sensibili e sieronegative. Diretta ed indiretta. Principalmente il contagio avviene attraverso le mucose o soluzioni di continuo della cute tramite contatto con placente, feti, invogli e secreti vaginali infetti. Possibile anche la trasmissione per via venerea; tramite latte, alimenti, acque e suolo, strumenti contaminati o altri secreti ed escreti infetti. Possibili infezioni verticali. Particolari condizioni che Mancanza di un adeguato sistema di sorveglianza, elevata favoriscono la trasmissione densità di animali e bassi livelli di biosicurezza. Stretto contatto tra animali, introduzione di un animale eliminatore in una popolazione sensibile, materiale aborigeno sospetto liberamente a contatto con animali sensibili, scarsa igiene di alimenti ed acqua di bevanda. Specie selvatiche reservoir e potenziali fonti di contagio Specie colpite B. abortus e B. suis sono state isolate in numerosi selvatici quali cinghiale, cervo europeo, lepre, volpe, bisonte americano, renna, caribù, bufalo americano, antilope alcina, antilope d'acqua e vari roditori; B. melitensis in stambecco e camoscio alpino (meno frequente nei selvatici rispetto alle altre due). Per quanto riguarda gli ospiti preferenziali B. abortus e B. melitensis prediligono gli ungulati selvatici mentre B. suis presenta differenti ospiti a seconda della biovariante: 1 e 3 suini; 2 suini lepri; 4 renne e caribù; 5 roditori (ex URSS). Nel bovino le infezioni causate da B. suis biovar. 2 sono generalmente autolimitanti, la principale fonte d’infezioni resta il cinghiale (biovar. 2 diffusa in numerose popolazioni europee) tuttavia sembra che anche la lepre possa trasmettere la malattia. Interazioni selvatici / domestici / Le specie reservoir rappresentano un grave rischio di contagio uomo laddove condividono l’ambiente con uomo ed animali domestici. Gli ospiti spill over possono avere un ruolo nella trasmissione della malattia tra domestici e selvatici. Eventuali specie in pericolo colpite Nessuna. Potenziale diffusione silente Riconoscibilità della patologia Bassa, nessun segno patognomonico sospetto. Nelle vacche attraverso i segni clinici aborto durante la seconda metà della gestazione ed eventualmente nei tori affetti da orchite apostematosa o granulomatosa. Frequenti le forme asintomatiche, possibili disturbi della fertilità, infezioni delle vie genitali, rari i sintomi sistemici. Diffusione attraverso soggetti sub- Rischio elevato in assenza di misure di controllo, frequenti i soggetti eliminatori subclinici o asintomatici anche per tutta clinici / asintomatici la vita. Periodo d'incubazione Variabile a seconda dello stato fisiologico dell’animale. Da 2 settimane a 5 mesi nelle vacche gravide infettate per la prima volta (aborto o natimortalità). 1.6.1 Probabilità di trasmissione 1.6.2 Modalità di trasmissione 1.6.3 1.7 1.7.1 1.7.2 1.7.3 1.8 1.8.1 1.8.2 1.8.3 Scheda brucellosi bovina Pag. 3 1.9 Variabilità dell’agente Bovino ospite preferenziale di Brucella abortus, possibili anche infezioni ad opera di B. melitensis e B. suis. In base alle caratteristiche sierologiche e colturali vengono riconosciute 9 biovarianti di B. abortus, 3 di B. melitensis e 5 di B. suis. Mutazioni Sì, possibili mutazioni che ne influenzano la patogenicità. Specie - specificità Scarsa, i batteri del genere Brucella presentano preferenza d’ospite tuttavia sono in grado di infettare numerosi altri ospiti accidentali. Conoscenza dell’interazione ospite-patogeno Grado di conoscenza scientifica Medio, importante modello di studio per i patogeni intracellulari, le potenzialità zoonosiche e bioterroristiche. sulla patogenesi Conoscenza della risposta immunitaria Totale / parziale / nessuna Buona, importante modello di studio per le potenzialità conoscenza dell'immunità umorale zoonosiche e bioterroristiche degli agenti eziologici. Totale / parziale / nessuna Buona, importante modello di studio per le potenzialità conoscenza dell'immunità cellulo- zoonosiche e bioterroristiche degli agenti eziologici. mediata Impatto socio-economico Impatto della patologia sulle produzioni nella realtà lombarda Perdite produttive (mortalità / In Lombardia perdite legate alla macellazione obbligatoria scarti) degli animali nei casi previsti dal piano di controllo e risanamento; al divieto di impiegare per la riproduzione vitelli nati da vacche infette; al divieto di monta in corso di focolaio (DR97 12/01/2011) e ad eventuali aborti in caso d’infezione. Riduzione della qualità dei prodotti Minori. Il latte delle vacche sane all’interno di un focolaio deve essere risanato ed utilizzato da un caseificio autorizzato (DR97 12/01/2011). Minacce alla sopravvivenza Nessuna, eventuali ripercussioni sul singolo allevamento. dell'industria Impatto economico del piano di controllo Presenza e obbligatorietà del piano Presente piano di controllo e risanamento obbligatorio. Costo delle misure di monitoraggio Sovrapponibile a quello del piano per la tubercolosi bovina USA (1-2$ per capo all’anno). in atto Presenza di focolai sul territorio Trascurabile, tra il 2004 ed il 2010 massimo 1 focolaio l’anno. Tipologia e costo delle misure di In caso di focolaio test e macellazione dei capi infetti, stime USA (2003): controllo in atto. − $592.80 per la riforma di un bovino − $1390.00 per la rimonta di una vacca da latte ($1086.00 bovini da carne) − $0.31 per kg di latte perso (perdita indiretta per riforma vacche infette e divieto riproduzione vitelle figlie delle infette) − $112.00 per vitello 1.9.1 Specie / Tipi conosciuti 1.9.2 1.9.3 1.10 1.10.1 1.11 1.11.1 1.11.2 2 2.1 2.1.1 2.1.2 2.1.3 2.2 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.2.4 Scheda brucellosi bovina Pag. 4 2.3 Potenziale Impatto economico diretto (costi cumulativi inclusi) 2.3.1 Limitazioni e divieti alla produzione In allevamenti con sospensione o revoca della qualifica il latte e alla movimentazione animale 2.3.2 2.3.3 2.3.4 2.4 2.4.1 2.4.2 2.4.3 2.4.4 2.4.5 2.4.6 delle bovine infette non può venire impiegato per il consumo umano (distruzione o trattamento termico ed utilizzo per consumo animale all’interno dell’allevamento). Il latte dei capi sani viene trattato secondo normativa (trattamento termico, apposito stoccaggio e utilizzo), divieto di distribuzione del latte crudo e destinato al consumo umano diretto (DR97 12/01/2011) divieto di commercializzazione per seme ed embrioni non conformi alle leggi nazionali (Legge 126/63; D.P.R. 505/82, 226/92, 241/92). Potenziale costo economico Perdite legate alla macellazione obbligatoria degli animali nei casi previsti dal piano di controllo e risanamento; al divieto di impiegare per la riproduzione vitelli nati da vacche infette; al divieto di monta in corso di focolaio (DR97 12/01/2011) e ad eventuali aborti in caso d’infezione. Possibili mezzi di controllo Ricorso a test-and-cull , eliminazione degli animali sospetti o (vaccinazione e terapia medica / stamping out qualora la situazione epidemiologica lo richieda Test-and-cull / Stamping out) (DR97 12/01/2011). Costi degli eventuali interventi Per il monitoraggio sovrapponibile a quello del piano per la richiesti (monitoraggio e controllo) tubercolosi bovina USA (1-2$ per capo all’anno). Per gli interventi di controllo stime USA (2003): − $592.80 per la riforma di un bovino − $1390.00 per la rimonta di una vacca da latte ($1086.00 bovini da carne) − $0.31 per kg di latte perso (perdita indiretta per riforma vacche infette e divieto riproduzione vitelle figlie delle infette) − $112.00 per vitello A cui vanno aggiunti i costi amministrativi (compensi alle figure professionali coinvolte); il costo dei rimborsi agli allevatori e del materiale necessario agli interventi di controllo. Potenziale Impatto economico indiretto (sociale, commerciale) Conseguenze sulla distribuzione dei Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, prodotti conseguenze sulla distribuzione dei prodotti si verificano soltanto in allevamenti dove la qualifica è stata revocata o sospesa (DR 99 12/01/2011). Riduzione del prezzo di mercato Attualmente non segnalata. Divieto di distribuzione a livello No, divieto limitato agli allevamenti presenti in un eventuale nazionale focolaio. Costi dei trattamenti e del controllo Costi legati al trattamento farmacologico, l’ospedalizzazione della patologia negli esseri umani del paziente anche per lunghi periodi, alla retribuzione del personale medico-sanitario ed eventuali invalidità permanenti. in Italia onerosi sul singolo paziente (nelle forme gravi) mentre sul totale i costi si sono fortemente ridotti grazie alla riduzione dell’incidenza della malattia nell’uomo passata da 632 casi nel 2005 a 23 casi nel 2009. Riduzioni del turismo e della Numericamente non stimate, allo stato attuale biodiversità probabilmente scarse. Restrizioni sul sistema produttivo Impossibile allo stato attuale. Scheda brucellosi bovina Pag. 5 3 3.1 3.1.1 Se presente ambito territoriale interessato 3.2 3.2.1 3.2.2 3.2.3 3.2.4 3.2.5 Impatto sulla salute pubblica Presente in normativa Internazionale. Potenziale zoonosico Possibilità di trasmissione agli Sì (compresi i ceppi vaccinali), con differenze tra le diverse esseri umani specie e biovarianti. Frequenza di trasmissione agli Significativamente correlata alla diffusione dell’infezione negli animali, bassa nelle aree dove è in atto un piano di controllo esseri umani efficace della malattia. Nel 2008 l’ECDC ha riportato 735 casi umani confermati in Europa principalmente (87,5%) in Spagna, Grecia, Portogallo e Italia rispetto ai 639 dell’anno precedente ed ai 952 del 2006. In Italia 163 casi umani nel 2008, dato quasi sovrapponibile all’anno precedente (179 casi) ma nettamente inferiore al 2006 (456 casi). L’EFSA nel 2009 ha riportato 23 casi umani nel nostro Paese. Modalità di trasmissione agli esseri Diretta ed in indiretta. L’infezione nell’uomo avviene umani (diretto, indiretto, vettori, generalmente attraverso l’ingestione di alimenti contaminati alimenti, aerogena) o tramite il contatto con materiale abortivo infetto (mucose integre o soluzioni di continuo della cute). L’infezione tramite aerosol è possibile nei laboratori ed eventualmente nei macelli. L’inoculo accidentale di vaccini B. melitensis Rev. 1, B. aborus S19 o RB51 (meno patogeno per l’uomo) può causare la malattia, l’efficacia del trattamento antibiotico in questi casi non è ancora stata adeguatamente stabilita. Barriere di specie Medie / basse, la capacità di causare malattia negli esseri umani varia in base a specie e siero varianti. B. melitensis è considerata la specie più patogena per l’uomo; seguita dalle biovarianti 1,2 e 4 di B. abortus e B. suis, meno frequenti le infezioni con altre biovarianti. Fattori di patogenicità Fattori “non convenzionali” che differiscono da quelli della maggior parte dei batteri patogeni (tossine, capsule, fimbrie, flagelli, plasmidi, faghi) permettendo alle brucelle di invadere l’ospite, sopravvivere all’interno delle sue cellule e raggiungere il sito di replicazione dove possono permanere anche anni. − Lipopolisaccaride (LPS) fattore di patogenicità fondamentale, scarsamente immunogeno non induce l’attivazione del complemento (via alternativa). La catena O in particolare sembra inibisca l’apoptosi cellulare con conseguente arresto della risposta immunitaria. − Fosfatidilcolina, fosfolipide di membrana tipico delle cellule eucariotiche sintetizzabile solo da una relativamente ristretta percentuale di specie batteriche, sembra sia uno dei fattori chiave in grado di ridurre l’immunogenicità delle brucelle e favorirne la persistenza nelle cellule dell’ospite. − BvrR/BvrS, sistema regolatore che permette l’invasione di cellule diverse dai fagociti. Regola la Scheda brucellosi bovina Pag. 6 3.2.6 Eventuale sottostima dei casi umani 3.3 3.3.1 Probabilità di contagio 3.4 3.4.1 Probabilità di trasmissione tra esseri umani sopravvivenza intracellulare e l’espressione di altre proteine di membrana che nel complesso impediscono la fusione fago-lisosoma. − β-1,2-cicloglucano sintetasi, enzimi che permettano la sintesi di elementi fondamentali per la sopravvivenza e la replicazione intracellulare. − Operone VirB, codifica per il sistema secretorio di IV tipo anch’esso fondamentale per la per la sopravvivenza e la replicazione intracellulare (nei fagociti e non) con meccanismi non sempre chiariti. Probabile. Frequenti casi umani autolimitanti con sintomatologia simil-influenzale o del tutto asintomatici. Il periodo d’incubazione varia mediamente da 5 giorni a 3 mesi. Probabilità di contagio Bassa. 0,27 casi ogni 100.000 abitanti nel 2008 in Italia, con una netta diminuzione rispetto agli anni precedenti. Nelle aree endemiche può superare i 200 casi ogni 100.000 abitanti Trasmissibilità tra esseri umani Bassa. 3.4.2 Modalità di trasmissione tra esseri Principalmente diretta, rara trasmissione verticale. Sono state umani (diretta / indiretta) descritte infezioni attraverso l’emotrasfusione, la donazione di midollo osseo o per via venerea. I neonati possono venire contagiati all’atto della nascita da sangue, secreti ed escreti infetti della madre o, subito successivamente, attraverso l’allattamento. 3.5 Impatto sulla salute umana 3.5.1 Gravità della sintomatologia clinica Estremamente variabile. Numerose forme asintomatiche o dei soggetti colpiti autolimitanti con sintomatologia lieve, possibili forme gravi e/o cronicizzazione della malattia. Le forme cliniche più frequenti si presentano con febbre, malessere, cefalea, mialgia e dolori generalizzati. Talvolta splenomegalia, epatomegalia, sintomatologia respiratoria o gastroenterica. Raro il coinvolgimento di altri organi. Controverse le capacità abortigene di Brucella spp. nella donna. Generalmente si ha remissione spontanea in 2-4 settimane altrimenti sviluppo di una forma ondulante (febbre intermittente e sintomi persistenti) che può impiegare anche 12 mesi a risolversi oppure cronicizzarsi del tutto. Possibili recidive (5-10%) dopo mesi anche nei soggetti che hanno risposto bene al trattamento. Nelle forme croniche sono possibili gravi complicazioni, con conseguenze anche letali, causate da artriti; meningoencefaliti; endocarditi; lesioni oculari, ai nervi periferici e/o agli organi genitali. Nelle infezioni congenite la sintomatologia può variare da moderata a molto grave. 3.5.2 Durata della sintomatologia e Da alcuni giorni a molti mesi (mediamente 2-4 settimane) a dell'eventuale interruzione seconda della gravità dei sintomi e della localizzazione delle dell'attività lavorativa lesioni, con eventuale ospedalizzazione dei soggetti anche per lunghi periodi. Scheda brucellosi bovina Pag. 7 3.5.3 Danni permanenti 3.5.4 Mortalità 3.6 3.6.1 Probabilità d'infezione / tossinfezione / intossicazione attraverso gli alimenti 3.6.2 Dosi necessarie per causare infezione / tossinfezione / intossicazione 3.6.3 Precauzioni richieste 3.7 3.7.1 Potenziale dannoso dell'agente sull'uomo Scheda brucellosi bovina Possibili nei casi più gravi. Rara con l’opportuna terapia. Dal 2 al 5% nei casi non trattati (endocarditi o meningiti). Impatto sulla sicurezza alimentare Variabile a seconda delle abitudini alimentari e della presenza della malattia. Il Quadro di Contesto Regionale della Sanità Pubblica veterinaria riporta 11 casi di origine alimentare in Lombardia nel 2006, 2007, 2008 e 8 casi nel 2009. Le principali fonti d’infezione sono il latte crudo ed i suoi derivati (possibile concentrazione delle UFC a seconda dei metodi di lavorazione). In alcuni formaggi a pasta molle, burro e gelati preparati con latte contaminato Brucella spp. può sopravvivere anche per mesi. I formaggi a pasta dura ed in generale i derivati del latte che sono andati in contro a fermentazioni lattica o butirrica presentano minori rischi (inattivazione degli agenti già a pH 4, molto rapida sotto pH 3,5). La carne ed i prodotti carnei possono essere fonte di malattia qualora venissero consumati crudi o poco cotti. Nei muscoli generalmente sono presenti basse concentrazioni degli agenti a differenza di fegato, rene, milza e testicoli dove la quantità di brucelle presenti può risultare sensibilmente elevata. Il consumo di vegetali crudi contaminati da animali infetti può presentare alcuni rischi. Sono particolarmente esposti all’infezione di origine alimentare i soggetti che presentano una scarsa secrezione degli acidi gastrici (patologica o per terapia con antiacidi), gli immunodepressi e, in generale, coloro i quali consumano frequentemente alimenti crudi a rischio. Numericamente non stimate, presumibilmente relativamente alte nei soggetti sani. Attualmente la Lombardia è ufficialmente indenne. Precauzioni richieste solo in caso di sospensione o ritiro della qualifica. Il latte delle bovine infette non può venire impiegato per il consumo umano (distruzione o trattamento termico ed utilizzato per nutrire animali all’interno dell’allevamento). Il latte dei capi sani viene trattato secondo normativa (apposito stoccaggio, risanamento ed impiego nei caseifici autorizzati). La vendita del latte crudo destinato al consumo umano diretto è sospesa. (DR 97 12/01/2011). Sequestro e distruzione di tutti i prodotti derivati dal latte a rischio. Potenziale bioterroristico Medio / alto. Gli agenti rientrano nella categoria B del CDC data la relativa stabilità e le basse dosi infettanti dell’infezione per via aerogena (10-100 UFC). Qualora fossero impiegato a fini terroristici l’impatto sanitario, economico e mediatico potrebbe risultare rilevante, nonostante la bassa mortalità, per l’elevato numero di soggetti debilitati, la lunga durata del trattamento, il rischio di recidive e la mancanza di un vaccino specifico per l’uomo. Pag. 8 3.7.2 Reperibilità dell'agente 3.7.3 4 4.1 4.1.1 4.1.2 4.1.3 4.1.4 4.2 4.2.1 Ricavabile da fonti naturali in numerose parti del mondo. L’impiego di Brucella spp. come arma biologica venne già studiato durante la seconda guerra mondiale da USA, Germania e Giappone; ceppi multi-antibioticoresistenti presenti negli arsenali USA fino alla fine degli anni ’60 e presumibilmente in quelli dell’URSS fino alla sua dissoluzione. Facilità d’impiego e conservazione Media / bassa. Per sintetizzare un quantitativo di patogeno dell'agente (laboratori / personale sufficiente a causare un impatto socio-economico elevato specializzato / singoli individui) sono necessari i mezzi tecnici ed economici di uno Stato: è stato stimato che per causare 500 morti e 125.000 casi clinici gravi in un centro abitato di 500.000 persone sono necessari 50 kg di B. suis. Impatto sugli scambi commerciali Impatto scambi regionali legato alle normative vigenti Blocco / limitazione al commercio Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non (singolo animale, mandria, area vi sono limitazioni al commercio tra allevamenti ufficialmente delimitata, totale) indenni. Limitazioni seconda normativa solo in caso di sospensione o revoca della qualifica (DR97 12/01/2011). Lista di prodotti vietati Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non vi sono prodotti vietati. Divieto per latte crudo al consumo umano diretto in caso di sospensione o revoca della qualifica (DR97 12/01/2011), seme ed embrioni non conformi alle leggi nazionali (Legge 126/63; D.P.R. 505/82, 226/92, 241/92) ed alle direttive comunitarie (88/407/CEE; 2003/43/CE). Perdita di indennità Possibili sospensione o ritiro dell’indennità con apertura di un focolaio (DR97 12/01/2011). Difficoltà e tempistica del recupero Sospensione − Difficoltà medio / bassa. Tempistiche variabili a di eventuali indennità perse seconda dei casi: − Almeno 60 giorni (secondo sierologico negativo su tutti i capi > 12 mesi) dopo l’abbattimento dei capi sospetti. − Dopo isolamento e test diagnostici favorevoli sui sospetti (FdC + SAT o accertamenti al macello) e su tutti i capi > 12 mesi. − Dopo test diagnostici favorevoli (FdC+SAT) su tutti i capi > 12 mesi in caso di ELISA positivo sul latte di massa. − Almeno 30 giorni (sierologia negativa su tutti i capi > 12 mesi) dopo test sui capi introdotti in caso di violazione delle norme sulla movimentazione. Ritiro − Difficoltà medio / bassa. Tempi medi: almeno 90 dopo dopo l’abbattimento dei capi infetti (secondo sierologico negativo su tutti i capi > 12 mesi). Impatto scambi nazionali / comunitari legato alle normative vigenti Blocco / limitazione al commercio Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non (singolo animale, mandria, area vi sono limitazioni al commercio da allevamenti ufficialmente delimitata, totale) indenni siti nella regione verso Stati membri. Limitazioni al commercio seconda normativa in caso di sospensione o revoca della qualifica (64/432/EEC). Scheda brucellosi bovina Pag. 9 4.2.2 Lista di prodotti vietati 4.2.3 4.3 4.3.1 4.3.2 4.3.3 4.3.5 4.4 4.4.1 5 5.1 5.1.1 5.2 5.2.1 5.3 5.3.1 5.3.2 5.4 5.4.1 Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non vi sono prodotti vietati. In caso di revoca della qualifica seme ed embrioni non conformi alle leggi nazionali (Legge 126/63; D.P.R. 505/82, 226/92, 241/92) ed alle direttive comunitarie (2003/43/CE; 88/407/CEE). Perdita di indennità Attualmente l’Italia non risulta ufficialmente indenne. Impatto scambi internazionali legato alle normative vigenti Blocco / limitazione al commercio Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non (singolo animale, mandria, area vi sono limitazioni al commercio da allevamenti ufficialmente indenni siti nella regione verso Stati aderenti all’OIE. delimitata, totale) Limitazioni al commercio del singolo allevamento in caso di sospensione o revoca della qualifica seconda normativa (Terrestrial Code OIE cap. 11.3). Lista di prodotti vietati Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non vi sono prodotti vietati. In caso di revoca della qualifica carne, latte, seme ed embrioni non conformi alla normativa (Terrestrial Code OIE cap. 11.3). Perdita di indennità Attualmente l’Italia non risulta ufficialmente indenne. Paesi con legislazioni Non applicabile (legislazione già particolarmente restrittiva). particolarmente restrittive Possibilità di creare aree di controllo Estensione dell'area Possibile già a livello di singolo allevamento (DR 97 12/01/2011). Benessere animale Impatto sul benessere animale (durata) Presenza e durata dei danni al Rare forme cliniche croniche, principalmente asintomatica nell’adulto (escluso l’aborto) in particolare nelle aree dov’è in benessere animale atto un piano di controllo efficace. Frequenza di animali sofferenti/feriti/stressati a causa della patologia Se presenti indicare la percentuale Generalmente percentuale di forme cliniche molto bassa; nel caso di ingresso della malattia in popolazioni sensibili ”vergini” in assenza di mezzi di controllo dal 30% all’80% di aborti. Mortalità molto rara (soprattutto vitelli nati disvitali). Severità / reversibilità della malattia Gravità clinica / reversibilità della In assenza di un sistema di sorveglianza rare forme cliniche malattia croniche gravi con possibili danni irreversibili. Principalmente infezioni genitali eventualmente accompagnate da artriti ed igromi (frequenti nelle aree tropicali endemiche). Interventi terapeutici e loro Sui bovini infetti non è permesso alcun intervento o efficacia manualità terapeutica, macellazione obbligatoria (DR97 12/01/2011). Impatto sulle Libertà Animali Libertà animali impedite Eventuale impedimento della Libertà: − Dal dolore, dalle lesioni, dalle malattie. − Di esprimere un comportamento normale (infezioni genitali). Scheda brucellosi bovina Pag. 10 Strumenti di controllo Adeguatezza degli strumenti per la diagnosi 6.1.1 Kit validati disponibili in Italia Strumenti di controllo regolati per legge. 6.1.2 Normative che regolano la Controlli periodici, sulle movimentazioni ed in caso di focolaio legati al piano di controllo e sorveglianza (DR 97 12/01/2011): diagnostica − Obbligo di denuncia degli aborti sospetti. − FdC sul sangue di tutti gli animali di età >24 mesi. − ELISA semestrale sul latte di massa. Diagnostica in caso di sospetto focolaio (DR 97 12/01/2011): − Accertamenti sierologici su tutti i capi con modalità e tempistiche a norma di legge (anche siero agglutinazione nel caso di ELISA positivi). − Eventuali FdC e SAT su tutti i capi o quelli sospetti a seconda dei casi. − Isolamento dell’agente eziologico (Brucella abortus e B. melitensis). − Controllo sierologico su tutti i cani presenti in allevamento. 6.1.3 Metodologie diagnostiche descritte MANUALE OPERATIVO OIE (Cap. 2.4.3) da enti internazionali (OIE, UE) a) IDENTIFICAZIONE AGENTE − Esame microscopico (esame presuntivo, scarsa sensibilità su latte e derivati, scarsa specificità per analogie morfologiche con Coxiella burnetii e Clamydophila abortus) − Esame batteriologico. − Biologia molecolare (PCR, RFLP e Southern blotting). b) TEST SIEROLOGICI − Buffered antigen test (Rosa Bengala e Buffered plate agglutination test positivi anche nel caso di vaccinazione, rari i falsi negativi) − Fissazione del complemento (test di conferma, molto specifico, positivo anche nel caso di vaccinazione, sensibilità inferiore a Rosa Bengala) − ELISA (indiretto e competitivo, positivi anche per vaccinazione, sensibilità inferiore a Rosa Bengala) − Fluorescenza polarizzata (specificità e sensibilità simili a ELISA competitiva, cause di falsa positività non del tutto chiarite) c) ALTRI TEST − Skin test (risultati discordanti) − Siero agglutinazione (specificità sensibilmente migliorata dall’aggiunta di EDTA all’antigene) − Immunodiffusione radiale con aptene nativo (sensibilità inferiore a Rosa Bengala, specificità elevata soprattutto su bovini vaccinati con S19 da alcuni mesi) − Test basato sulle proteine citosoliche (assieme ad aptene nativo, precipitin reaction per differenziare i campioni positivi ad Yersinia enterocolica O:9) − ELISA indiretta sul latte (massa o individuale, ELISA 6 6.1 Scheda brucellosi bovina Pag. 11 6.1.4 6.1.5 6.2 6.2.1 6.2.2 6.2.3 6.2.4 6.2.5 6.2.6 6.3 6.3.1 6.3.2 competitiva solo su siero di latte) − Ring test (screening sul latte di massa possibili falsi positivi in presenza di colostro, vacche vaccinate o gravi problemi di mastite) − Gamma Interferon (bassa sensibilità, buona specificità manca di standardizzazione) Possibilità / Obbligo di effettuare In determinate condizioni alcuni test possono distinguere test DIVA (vaccini marker) bovini infetti da vaccinati (manuale OIE Cap. 2.4.3). Giudizio complessivo Gli strumenti di controllo sono regolati per legge e ritenuti dell’adeguatezza degli strumenti di adeguati per il controllo della malattia a livello di allevamento. controllo Adeguatezza degli strumenti per la prevenzione Ostacoli / incentivi alla prevenzione Incentivi – Piano di controllo ed eradicazione. Ostacoli – Controllo nella fauna selvatica serbatoio (nelle aree dove presente). Introduzione fraudolenta di animali infetti provenienti da regioni non indenni. Possibili mezzi di prevenzione e loro Rispetto rigoroso delle norme relative alla movimentazione efficacia degli animali; biosicurezza con particolare attenzione al materiale abortivo; evitare il contatto diretto ed indiretto tra animali domestici sensibili e fauna selvatica serbatoio; sorveglianza epidemiologica. Disponibilità di vaccini commerciali Vietato l’impiego di vaccini in corso di piano di controllo e a livello Europeo / Internazionale sorveglianza. A livello internazionale disponibili 3 MLV: B. melitensis Rev. 1, B. abortus S19 e RB51. Disponibilità di vaccini marker a Nessuna. livello Europeo / Internazionale Efficacia della vaccinazione Controproducente in corso di piano di controllo e sorveglianza per difficoltà nella distinzione tra animali vaccinati ed infetti. Talvolta causa di infezioni persistenti negli animali e rischio d’infezione accidentale per l’uomo. − B. abortus S19, immunità buona e duratura contro moderate dosi infettanti, possibili reazioni avverse. − B. abortus RB51, efficacia controversa e reazioni avverse relativamente frequenti. − B. melitensis Rev. 1, sul bovino efficacia e sicurezza sconosciute. Normative che regolano gli Nessuno bovino vaccinato deve essere presente in interventi vaccinali allevamento ai fini dell’ottenimento della qualifica di ufficialmente, eccezion fatta per femmine vaccinate da almeno 3 anni (DR 97 12/01/2011). Adeguatezza degli strumenti per il controllo Ostacoli / incentivi al controllo Incentivi – Piano di controllo ed eradicazione con rapporto costi/benefici generalmente favorevole. Possibili mezzi di controllo e loro Vaccinazione di massa (benefici sulla salute umana nei Paesi efficacia in via sviluppo dove la malattia è endemica); Test-and-Cull (bassa efficacia se impiegato da solo); rigoroso piano di eradicazione con adeguato sistema di sorveglianza ed estinzione di eventuali focolai (efficace, possibile ottenimento dell’indennità). Da valutare il ruolo del controllo nella fauna selvatica. In termini economici la scelta dell’eradicazione Scheda brucellosi bovina Pag. 12 6.3.3 6.4 6.4.1 6.4.2 6.4.3 rispetto al solo controllo della malattia si rivela generalmente vantaggiosa sul lungo periodo, tale scelta tuttavia necessita di investimenti iniziali onerosi ed un elevato grado di organizzazione del sistema sanitario possibili nei Paesi industrializzati ma difficilmente realizzabili nei Paesi in via di sviluppo. Negli USA è stato stimato che nel caso ipotetico di una sospensione del piano eradicazione e sorveglianza solo per quanto riguarda i costi di produzione di latte e carne si avrebbe un aumento di 80 milioni di dollari in meno di 10 anni. Normative che regolano i mezzi di Piano di controllo e sorveglianza obbligatorio per tutti gli controllo allevamenti bovini e bufalini presenti nel territorio della Regione Lombardia (DR97 12/01/2011). Adeguatezza degli strumenti per la terapia Sistemi terapeutici in uso (cura e Controproducente in corso di piano di controllo. prevenzione) Nell’uomo e negli animali d’affezione la terapia farmacologica è possibile tuttavia richiede tempi prolungati, è economicamente onerosa e non sempre efficace. Possibili recidive, dopo mesi, anche nei casi trattati apparentemente con successo. Normative che regolano la terapia Sui bovini infetti non è permesso alcun intervento o medica manualità terapeutica (DR97 12/01/2011). Eventuali residui / tempi di Non applicabile. sospensione Scheda brucellosi bovina Pag. 13