ILTUMORE DELLA CERVICE UTERINA
Il tumore della cervice uterina si può prevenire. Importante scoprire le lesioni precancerose prima
che evolvano in carcinoma
Il cancro della cervice uterina è un tumore della sfera genitale femminile che colpisce la parte più
esterna dell’utero (detta anche collo o portio), quella cioè facilmente esplorabile con la visita
ginecologica.
Si tratta di una forma tumorale il cui impatto si è drasticamente ridotto, nei Paesi industrializzati,
negli ultimi 30 anni grazie alla prevenzione attuata dall’uso del Pap-test nei programmi di
screening.
Nonostante ciò, il tumore è al secondo posto nel mondo, dopo la mammella, tra i tumori che
colpiscono le donne. Sono circa 2.100 i casi di tumore della cervice uterina attesi nel 2015
(AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2015). La probabilità di sopravvivenza a 5 anni per i
carcinomi cervicali è aumentata negli ultimi 20 anni di 8 punti percentuali (dal 63 al 71%).
Superato il primo anno dalla diagnosi la probabilità di sopravvivere per altri 5 anni aumenta
notevolmente (dal 77% al 92%).
Il cancro della cervice uterina, in genere, non dà sintomi nelle fasi più precoci di sviluppo: per
questa ragione è importante mettere in atto misure preventive che consentano di identificare le
lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma.
SEGNI E SINTOMI
Il cancro della cervice uterina, ai suoi stadi iniziali, il più delle volte non dà alcun sintomo. In
genere i primi segnali di allarme sono:

sanguinamento vaginale (specie dopo un rapporto sessuale), talvolta accompagnato da
secrezioni maleodoranti
 dolore nella parte bassa dell’addome
Quando il tumore è in fase più avanzata possono presentarsi sintomi dovuti alla crescita del
tumore e, quindi, al coinvolgimento degli organi adiacenti:


costipazione
sangue nell’urina

dolore alle ossa e alla schiena
 gonfiore di una delle gambe
 perdita di appetito e di peso
 stanchezza.
CAUSE Il cancro della cervice uterina è il primo tumore per cui sia stata riconosciuta una causa
infettiva. Origina infatti da lesioni causate da infezioni da Papillomavirus umano (HPV), un virus
molto comune che si trasmette prevalentemente per via sessuale.
Esistono oltre 100 tipi di Papillomavirus: alcuni di essi sono responsabili di lesioni benigne come i
condilomi (HPV tipo 6 e 11), altri sono in grado di produrre lesioni pre-invasive (displasie) e
invasive, cioè il tumore della cervice uterina (specie i virus di tipo 16 e 18).
L'infezione da Papillomavirus è la più frequente tra le infezione sessualmente trasmesse. Tuttavia,
soltanto una piccola parte delle infezioni (circa il 10%) può evolvere verso forme tumorali, specie
in presenza di alcuni cofattori (fumo di sigaretta).
La maggior parte delle infezioni, invece, è transitoria e guarisce spesso spontaneamente.
In genere il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è lungo
(alcuni 5 anni); perchè si sviluppi il tumore della cervice vero e proprio possono invece occorrere
decenni.
Questi lunghi tempi consentono di attuare con efficacia i test di screening (pap-test e test virale) e
di avere ottimi risultati in termini di prevenzione. Ovviamente, l’adesione al programma nazionale
di vaccinazione HPV consentirà un maggior livello di protezione della popolazione vaccinata.
DIAGNOSI
La diagnosi di cancro del collo dell’utero si avvale di diverse indagini:

la visita ginecologica è il cardine della diagnostica, poiché si basa sulla facile visibilità ed
esplorabilità del collo dell’utero
 la colposcopia è un esame di approfondimento diagnostico che, mediante una fonte
luminosa ed un sistema di ingrandimento, visualizza le aree a maggior rischio
 la biopsia consiste in un prelievo di tessuto delle aree in cui si sospetta la presenza di cellule
tumorali. In genere viene eseguita contestualmente alla colposcopia
 la tac e la risonanza magnetica sono impiegate per valutare se e quanto il tumore è esteso.
TERAPIA
Il tipo di terapia impiegata nei pazienti con cancro del collo dell’utero dipende soprattutto dallo
stadio del tumore.
A seconda dei casi può comprendere:
 la chirurgia: il grado di aggressività dell’intervento dipende dall’estensione del tumore.
La conizzazione, cioè la rimozione di un “cono” di tessuto in corrispondenza della lesione, può
essere attuata solo in alcuni selezionati casi molto iniziali.
Negli altri casi, cioè quando il tumore è di piccole dimensioni (<4cm) e confinato alla portio, il
trattamento chirurgico consiste nella isterectomia radicale: rimozione di tutto l’utero cervice
uterina, annessi, delle parti immediatamente circostanti (paramètri) e dei linfonodi regionali.
I tumori estesi agli organi adiacenti (vescica e retto) di solito vengono trattati con protocolli di
radio-chemioterapia e molto raramente, in situazioni selezionate, con procedure chirurgiche
ultra-radicali
la radioterapia: consiste nell’utilizzo di radiazioni per distruggere le cellule tumorali presenti
nell’organismo. Può essere somministrata in maniera tradizionale dall’esterno o dall’interno:
in tal caso un dispositivo in grado di emettere radiazioni viene inserito nel canale vaginale in
modo da colpire selettivamente l’area interessata dal tumore e ridurre gli effetti collaterali
la chemioterapia: è in genere impiegata nelle forme più avanzate di cancro della cervice.
Specie per rallentare la progressione del cancro e alleviarne i sintomi.


COMPLICANZE
Il cancro della cervice uterina, specie nella sua fase avanzata, può presentare numerose
complicanze.
Le più comuni sono:




dolore e sanguinamento: come altre forme tumorali, quando il tumore della cervice uterina
si diffonde a terminazioni nervose, ossa, muscoli o rami artero-venosi può causare,
rispettivamente, dolore o sanguinamenti profusi
insufficienza renale: in alcuni casi, il cancro in stadio avanzato può coinvolgere o
comprimere l’uretere (il canale che collega i reni alla vescica), bloccando il flusso di urina in
uscita dai reni
trombosi venosa profonda: come altre forme di cancro, il cancro della cervice rende il
sangue meno fluido e ciò facilita la formazione di coaguli di sangue (trombi) che possono
ostruire le vene (spesso delle gambe)
fistole: il tumore può danneggiare i tessuti che dividono i diversi organi e produrre una via
di comunicazione tra due organi che fisiologicamente sono separati (fistola). Le fistole più
comuni nel caso di cancro della cervice uterina sono quelle tra vagina e vescica e tra vagina
e intestino retto.
LA PREVENZIONE POSSIBILE
Il cancro della cervice uterina può essere efficacemente prevenuto sia attraverso la diagnosi
precoce, sia mediante la vaccinazione contro il Papillomavirus.
Il test impiegato finora nello screening per il cancro del collo dell’utero è il Pap-test, che consiste
in un prelievo di una piccola quantità di cellule del collo dell’utero eseguito strofinando sulle sue
pareti una spatolina e un tampone.
WEB EDITING MD Claudio Castobello