7 Lezione: riferimento diretto Strawson 1950: 1. espressione linguistica (espressione tipo); 2. uso di un'espressione in un contesto. 1. enunciato o frase (sentence)[type]: la sequenza tipo di parole 2. proferimento o enunciazione (utterance) [token]: l'uso della frase in un contesto 1. la denotazione è una relazione tra una espressione e ciò che denota, date le regole e le convenzioni linguistiche. 2. il riferimento è una relazione tra parlanti e oggetti, o meglio una relazione tra una espressione e ciò a cui il parlante nella specifica occasione d’uso intende riferirsi. (di qui oscillazioni "Bedeutung") nella traduzione di Lezioni di filosofia del linguaggio - Carlo Penco (Genova) Marcello Frixione (Salerno) Wittgenstein II (1953): e se dicessimo che Mosè non è esistito? Non vorremmo solo dire che non vi è alcun individuo dal nome "Mosè", ma che una serie di caratteristiche, irrinunciabili per usare il nome "Mosè", non si applicano a nessun individuo Searle 1958 i nomi propri NON sono usati per specificare caratteristiche di oggetti i nomi propri SONO connessi logicamente alle caratteristiche degli oggetti cluster theory - teoria del grappolo i nomi propri non sono abbreviazioni di descrizioni, ma ganci a cui appendere descrizioni. Lezioni di filosofia del linguaggio - Carlo Penco (Genova) Marcello Frixione (Salerno) Keith Donnellan 1966 • uso attributivo di una descrizione il parlante si vuole riferire a qualsiasi oggetto soddisfi la descrizione. • uso referenziale di una descrizione il parlante intende riferirsi a un certo oggetto, usando una qualche descrizione, sia essa appropriata o no. Saul Kripke 1977 • Riferimento semantico: ciò che certe espressioni denotano secondo l'uso standard della lingua. • Riferimento del parlante: ciò cui il parlante intende riferirsi usando certe espressioni, siano esse appropriate o no. esempi: suo marito è gentile con lei l'assassino di Smith è pazzo Lezioni di filosofia del linguaggio - Carlo Penco (Genova) Marcello Frixione (Salerno) Frege-RussellWittgensteinIISearle-EvansMcDowell Mill-[Russell]WittgensteinIKripke-Putnam- DonellanKaplan... (ucla) critiche di Kripke alla teoria descrittivista • argomento modale-metafisico: Se 'Aristotele' fosse sinonimo di 'il filosofo nato a Stagira, autore della Metafisica', allora l'enunciato 'Aristotele nacque a Stagira e scrisse la Metafisica', sarebbe analitico, e quindi necessario. • argomento epistemico: se venissimo a sapere che Aristotele non è stato maestro di Alessandro Magno, cesseremmo di usare la descrizione, ma non per questo cessremmo di credere all'esistenza di Aristotele. • argomento semantico: nella situazione controfattuale in cui Aristotele non è il maestro di Alessandro, non posso identificare Aristotele con il maestro di Alessandro. Infatti l'antecedente ('Se Aristotele non fosse stato il maestro di AM") sarebbe contraddittorio (dato che equivarrebbe a dire "Se il maestro di AM non fosse stato il maestro di AM"). l'immagine di Kripke: battesimo e catena causale Lezioni di filosofia del linguaggio - Carlo Penco (Genova) Marcello Frixione (Salerno) Putnam 1975: termini di genere naturale due tesi di Frege possono stare assieme? (1) il senso determina il riferimento; (2) il senso viene afferrato mentalmente; è quindi un contenuto mentale. prima della scoperta della chimica che contenuto mentale hanno Oscar e Oscar gemello? "acqua" sulla terra (H2O) e "acqua" sulla terra gemella (XYZ) Da cosa è determinato il riferimento? SE dal senso -> non vale (2) SE dal mondo -> non vale (1) il riferimento di acqua è lo stesso liquido di questo ...oro .... ...limone .... TEORIE DUALI: il contenuto ampio, ciò cui effettivamente i parlanti si riferiscono, e che è determinato dal mondo, il contenuto stretto, ciò che i parlanti hanno in mente, ma che non è sufficiente a determinare inequivocabilmente cosa vi è nel mondo. Lezioni di filosofia del linguaggio - Carlo Penco (Genova) Marcello Frixione (Salerno) David Kaplan 1977 (1) Io sono qui ora (2) Carlo Penco è a Genova il ...... (2') Marcello Fixione è a Fisciano il.... (2) è occasionalmente vero, e certo contingente (1) è sempre vero, ma non è necessario è vero in ogni contesto. • il carattere di "io", cioè la regola che dice che "io" si riferisce a chi emette la espressione nel contesto, o al parlante nel conteso • il contenuto di "io", cioè l'intensione, il concetto individuale o quella funzione (designatore rigido) che ti dà lo stesso individuo in tutti i mondi possibili rilevanza per la credenza e il comportamento (esempi di Perry): - costui ha il sacchetto bucato/ io ho... - un orso lo sta attaccando/ ...mi sta... Lezioni di filosofia del linguaggio - Carlo Penco (Genova) Marcello Frixione (Salerno)