tecnologiA cottura La cucina dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, attrezzata con una serie di piastre di cottura a induzione, comprensive anche di una nicchia per il wok e di una salamandra. Induzione, calore virtuoso Preciso controllo della temperatura, minori consumi, ambienti più sani. È la cottura a induzione, che sfrutta i principi dell’elettromagnetismo. Riccardo Oldani U na volta era il gas. Pensare un sistema di cottura senza l’utilizzo della fiamma libera era impossibile. Oggi, invece le cose sono cambiate. È sempre maggiore il numero di chef, soprattutto quelli di alto livello, che dichiarano di non potere più fare a meno dei piani di cottura a induzione. C’è anche chi li ha paragonati alla guida con il ristoranti cambio automatico: un’innovazione tecnologica che rende decisamente più facile e più comodo fare molte cose. Come funziona allora questo sistema di cottura? Si basa su un principio fisico, quello dell’elettromagnetismo, scoperto agli inizi dell’Ottocento e utilizzato in moltissime applicazioni, a cominciare dai motori. Ogni piastra di 78 imprese del gusto una cucina a induzione contiene una bobina induttrice, attraverso la quale scorre una corrente alternata a media frequenza. Questa corrente genera un campo magnetico della medesima frequenza. Quando si appoggia la pentola sulla piastra, il suo fondo viene compreso nel campo magnetico e nella corrente elettrica creata dalla bobina. E se la pentola è realiz- zata con il materiale giusto, la corrente e il campo magnetico che la attraversano producono una notevole quantità di calore. Questo si verifica per una serie di fenomeni che avvengono negli atomi degli elementi utilizzati nella lega della pentola, che deve essere un acciaio ad elevato contenuto ferritico (inox 410 o simili). Questa, in sintesi, la descrizione di quanto avviene tra piastra e pentola. Che ci dice due cose: innanzi tutto sui piani a induzione si possono impiegare soltanto alcuni materiali: terracotta, vetro o ceramica non funzionano; l’alluminio neppure a meno che lo strumento di cottura non sia realizzato con un fondo in acciaio. In genere i produttori individuano le pentole adatte per l’induzione con un simbolo sul fondo. Una verifica rapida in caso di incertezza si fa con una calamita: se fa presa sul fondo della pentola allora questa è adatta per l’induzione. 90% il rendimento dei piani a induzione 40% quello delle tradizionali cucine a gas La seconda cosa che si capisce dalla descrizione del fenomeno fisico è che il calore, con questo tipo di cottura, si forma direttamente all’interno della pentola e non per effetto di una irradiazione, come avviene invece sulla fiamma libera. In questo modo i piani di cottura a induzione non si riscaldano, se non nella zona a contatto con la pentola, con molti vantaggi per chi opera in cucina: come funziona in un maggior surriscaldamento dell’ambiente e in maggiori costi per la climatizzazione. Tempi di cottura più brevi Calore Fondo della pentola Piano Campo magnetico in vetroceramica Bobina a induzione Nucleo di ferrite Nei piani di cottura a induzione, sotto la base di vetroceramica, si trova una bobina che genera il campo magnetico, indirizzato poi, da un rocchetto di ferrite, sul fondo della pentola. Questo, a sua volta, deve essere in acciaio inox ad alto contenuto ferritico, materiale nel quale l’energia del campo magnetico si trasforma in calore. minor rischio di scottature, minor diffusione di calore nell’ambiente, minor rischio di incrostazioni per la fuoriuscita di liquidi, che nel caso di contatto con la piastra non bruciano. Claudio Sadler, il noto chef milanese, che ha da poco ristrutturato il suo ristorante mettendo la cucina “in vetrina”, visibile a tutti, anche da chi passa sulla strada, non ha dubbi: «Trovo molti vantaggi nell’utilizzo dell’induzione, che riguardano diversi aspetti. Limitandoci all’aspetto dell’igiene, questo sistema consente una facilità nel mantenimento della pulizia delle pentole, e della stessa cucina. Inoltre, le particelle di cibo bruciato che escono dalle padelle durante le operazioni di mescolamento, non trovando una fonte di calore non bruciano, e quindi non producono sgradevoli odori di bruciato». Sui piani in vetroceramica con cui sono realizzate le piastre, la pulizia si ottiene con piccoli raschietti da vetro e l’impiego di detergenti, di solito consigliati dai produttori. Consumi alti? No, ridotti Una delle principali obiezioni rivolte alla cottura a induzione riguarda gli elevati consumi elettrici. Guardando alla potenza degli apparecchi, che per la destinazione professionale può raggiungere i 7.500 Watt, sembrerebbe in effetti che le cose stiano proprio così. La realtà è diversa. Il sistema a induzione converte in calore, all’interno della pentola, il 90% dell’energia elettrica impiegata. Il gas ha un’efficienza che non è nemmeno lontanamente paragonabile, con dispersioni nell’ordine del 50-60%, che si traducono anche L’efficienza superiore si traduce anche in minori tempi di cottura e minore impiego di energia. Due litri d’acqua vengono portati a ebollizione in circa 5 minuti, contro gli almeno 8 necessari con un fornello a gas. Inoltre le piastre a induzione funzionano, e quindi consumano energia, soltanto quando la pentola è a contatto. Non appena la si solleva si interrompe il campo magnetico. In questo modo si riducono gli sprechi nei consumi, oltre ai rischi di scottature. Si capisce come l’induzione piaccia e serva soprattutto a quei ristoranti che puntano sulle preparazioni espresse, e quindi su una cucina di qualità più elevata. Non solo, i piani a induzione professionali consentono un controllo della temperatura quasi “scientifico”, preciso, grazie a una possibilità di modulazione estremamente precisa. Questo accade soprattutto nelle cucine a controllo digitale, con scale di regolazione da uno a cento e non impostate su appena 8-9 posizioni, come avviene invece per i piani domestici. «Questa caratteristica, spiega Andrea Berton, chef del Trussardi alla Scala di Milano, da tempo convertitosi all’induzione, «consente di realizzare preparazioni delicatissime, dove bastano pochi gradi di temperatura di differenza per compromettere il risultato. La possibilità, data dall’induzione, di ricercare la temperatura corretta per ogni preparazione e di replicarla ogni volta in modo strumenti Grandi cucine tecnologiche Le cucine di Enoteca Pinchiorri e di Trussardi alla Scala, descritte in queste pagine, usano apparecchi di cottura a induzione De Manincor Royal Chef (www.demanincor.it). Oltre alla piastra “Tuttocampo” e alla piastra wok, la linea comprende strumenti elettronici come friggitrice, bistecchiera e salamandra (nella foto). Scegliere le pentole giuste Per i piani a induzione è indispensabile utilizzare pentole in acciaio inox. Da qualche anno per questo tipo di cottura vengono prodotti struementi anche in alluminio con fondo in acciaio. Tra le linee professionali in commercio c’è per esempio quella di Pentole Agnelli (www.pentoleagnelli.it), in alluminio 79 antiaderente, in cinque formati, tra cui due casseruole, padella bassa e alta (nella foto) e tegame con due maniglie. tecnologiA cottura assolutamente esatto, consente di codificare con estrema precisione i gesti e i passaggi legati a ogni singolo piatto e di garantire costanza nei risultati». Con la possibilità, quindi, di non condizionare il livello della cucina all’estro del giorno o alla sapienza di un’unica persona, ma di stabilire un codice operativo che può, in teoria, essere replicato anche da altri. In questo modo si svincola un po’ di più lo chef dal controllo attento di tutte le fasi manuali e ripetitive, consentendogli di liberare maggiormente la fantasia al servizio della creatività e dell’invenzione di nuove ricette. Segreti del controllo digitale Il controllo della temperatura nelle cucine a induzione è più preciso, perché risponde a un rigido controllo dei fenomeni fisici. I metodi di regolazione della potenza termica in questi apparecchi sono essenzialmente due. Il primo si basa sul controllo della frequenza. Ogni piano a induzione raggiunge la massima potenza in corrispondenza di una determinata frequenza della corrente elettrica e del campo magnetico indotto. Immettendo corrente a frequenze diverse da quella di massima potenza si può regolare quindi la temperatura finale. Un secondo metodo agisce invece sull’impulso: la potenza cioè viene regolata in modo tale che, per ottenere temperature più basse, il campo magnetico viene inserito e disinserito periodicamente. Entrambi i metodi consentono regolazioni precisissime. Che cosa significa però attrezzare una cucina professionale con VANTAGGI SVANTAGGI La piastra wok a induzione della linea Alpha 900 di Angelo Po (www.angelopo.it) che comprende anche diverse piastre di cottura non utilizzare le tradizionali cappe collocate sui vari punti di cottura, ma hanno invece realizzato un controsoffitto aspirante con immissione di aria climatizzata. Il sistema consente di diminuire il peso delle operazioni di pulizia e di manutenzione delle cappe. Cambiare abitudini cottura la temperatura si raggiunge molto velocemente e la regolazione è precisissima FORMAZIONE occorre del tempo per abituarsi alla nuova tecnica e per formare il personale CONSUMI sono ridotti rispetto al gas grazie a un’efficienza superiore di conversione strumenti non si possono utilizzare materiali classici come rame, terracotta, pietra ollare ambiente meno caldo e più sicuro per il minor rischio di esalazioni nocive BLACK-OUT in caso di mancanza di fornitura dell’energia elettrica la cucina si ferma completamente apparecchi a induzione? Senz’altro un costo superiore per l’acquisto delle apparecchiature, nell’ordine del 40% circa in più rispetto ai normali piani di cottura a gas. Questo almeno è il calcolo fatto per il Trussardi alla Scala, che nel 2007 ha completamente rifatto la cucina del ristorante e, da poco, ha rinnovato anche quella del bar, puntando tutto sull’induzione. «Ne abbiamo avuto però anche non pochi vantaggi», dice Andrea Berton, «perché la sede del ristorante è un edificio storico, dove cambiare il percorso dei tubi del gas avrebbe comportato non poche difficoltà, anche a livello di approvazione del progetto. La scelta dell’induzione ci ha liberato da questi vincoli». La stessa cosa vale per un ristorante con la cucina seminterrata, dove le norme di sicurezza impediscono l’impiego di apparecchi a gas. Del resto anche l’impianto aspirante può essere concepito in modo diverso, in una cucina di questo tipo. Al Trussardi alla Scala, per esempio, hanno optato per Ai tanti aspetti positivi fanno da contraltare alcune criticità. Prima fra tutti la necessità di cambiare abitudini per chi finora ha utilizzato la fiamma libera. Cambiamento che richiede un periodo di adattamento e anche di formazione del personale. Ci sono poi aspetti legati all’impatto sulla salute dell’elettromagnetismo che ancora attendono di essere pienamente esplorati. Si sa, per esempio, che questi apparecchi possono interferire sul normale funzionamento di un pacemaker. Inoltre, la non perfetta centratura delle pentole sulle piastre a induzione o l’impiego di materiali non adeguati possono provocare dispersioni magnetiche che attraversano il corpo di chi sta di fronte al fornello. L’Ufficio federale svizzero della sanità pubblica ha condotto uno studio per verificare l’entità di queste dispersioni e l’impatto sull’organismo. I risultati sono rassicuranti, perché non sono stati misurati campi magnetici così potenti da interferire sul sistema nervoso. Una cosa però è certa: le pentole vanno centrate bene sulle piastre a induzione. Ed è sempre meglio non usare strumenti metallici nelle operazioni di rimescolamento, per evitare di essere attraversati da correnti derivate. PARERI Due maestri dicono di sì na», dice invece Andrea Berton, «ho voluto un blocco cottura composto da due grandi piastre a induzione “multipoint” o “a tutto campo” (47cmx 87), sistema che consente il riscaldamento in più punti della superficie nel momento in cui si utilizzano molte pentole contemporaneamente, ottenendo quello che i francesi definiscono effetto “coup de feu”». «Una volta che si impara a conoscere l’induzione e che e si prende confidenza con i suoi meccanismi, si ottengono con questo sistema gli stessi risultati di qualità delle cotture ottenute con le altre fonti di calore, risparmiando però tempo e consumi». È questo il parere di Claudio Sadler (foto a sinistra). «Per la mia cuci- ristoranti 80 imprese del gusto