47 IL CAFFÈ 25 novembre 2012 TRA ‘ VIRGOLETTE L’insegnamento Denaro e bambini L’ECONOMISTA “Risparmio, credito e debito vanno spiegati alle elementari” LEZIONE SPREAD F orse non è il caso di coinvolgere i ragazzini a colpi di default, stock option ed hedge funds, ma se si tratta di indirizzarli verso sane e pratiche nozioni di economia spicciola non è certo tempo sprecato. Anzi, l’economista Angelo Geninazzi, responsabile di economiesuisse per il Ticino non solo condivide l’idea dei corsi di economia per gli alunni delle elementari, ma si chiede perchè la “materia” non sia obbligatoria.“L’economia è fatta di individui e i bambini saranno i futuri individui della società – dice Geninazzi -; quindi non vedo nulla di male, non dico nel condizionarne i comportamenti, ma nell’indirizzarli ai principi economici di base. Indirizzarne, come avviene con la buona educazione, la curiosità”. Ma non è un po’ troppo presto, per bambini in età di scuola elementare, affrontare argomenti così difficili come quelli economici? “Dipende dagli argomenti trattati. Se si parla di spread, assets e termini finanziari del genere, certo è meglio di no, ma si tratta di tutta una serie di abitudini comportamentali prima si inizia meglio è”. E quali sarebbero questi capisaldi dell’economia per bambini? “Non vorrei improvvisare un abc della materia, ma nella cultura svizzera dovrebbero essere radicati concetti come il risparmio, il valore dei soldi o il non indebitarsi E parlo di valori che stiamo perdendo e che, invece, dovrebbero essere rivalutati. I giovani, soprattutto, non sono più abituati ad affrontare principi come questi, e anche il mondo politico non dimostra molta sensibilità al riguardo”. Facili manuali e corsi base di economia per i più piccoli. Nel mondo dei soldi prima si inizia l’alfabetizzazione meglio è M a perchè dovremmo parlare di soldi, di economia ai bambini? Avranno tutta la vita per affrontare argomenti così seri, meglio lasciarli giocare e divertirsi finchè possono... Sbagliato! È vero le regole base dell’economia spesso sono indigeste anche per gli adulti, ma è altrettanto vero che ormai occupano un ruolo sempre più rilevante nella vita di tutti i giorni, anche in quella dei più piccoli. Insomma, prima “masticano” argomenti economici meglio è. E l’opinione non è solo degli autori delle tante iniziative editoriali, o di chi organizza micro-corsi per i più piccoli, anche se ne avrebbero tutti i motivi visto il successo e la diffusione di libri, e-book, rubriche sul tema: l’economia spiegata ai bambini. A lezione di spread, un invito che, abbastanza a sorpresa, trova d’accordo pedagoghi, pediatri e persino gli stessi economisti. “Da tempo sostengo che è necessaria una vera e propria ‘alfabetizzazione’ economicofinanziaria, e tanto meglio se si parte con i più giovani – afferma l’economista Sergio Rossi, docente di economia monetaria all’università di Friburgo -. C’è sempre stata una sorta di incomprensibile pudore nel toccare il tasto dei soldi, del denaro con i bambini. E anche in ambito scolastico gli argomenti economici non vengono affrontati, forse per la paura di influenzare l’orientamento politico-economico degli studenti, ma i risultati si vedono e sono pessimi. Il tema mi sta particolarmente a cuore, e non a caso ho appena terminato di curare un numero speciale dell'International Journal of Pluralism and Economics Education dedicato alle modifiche che si impongono, alla luce della crisi globale, per l’insegnamento dell’economia almeno nelle scuole superiori”. Una carenza formativa, un’impreparazione sui concetti fondamentali di risparmio, spesa, bilancio personale che potrebbe far capire le cause del fenomeno – non solo elve- L’esperto: “È importante imparare subito a far di conto, ma sotto un aspetto ludico” tico – della crescita del sovraindebitamento giovanile. E che si voglia correre ai ripari, cercando di abituare i più giovani almeno all’abc dell’economia, è dimostrato anche dalla Banca nazionale svizzera che, sul suo sito, ospita addirittura i giochi virtuali “Iconomix” destinati ai ragazzi. La stessa idea che ha avuto la Federal Reserve americana che, oltre ai giochi online, organizza dei corsi (voluti da Obama) per illustrare il rischio “preda-predatore”. Dopo lo scandalo degli investimenti subprime, infatti, si scoprì che il 30% degli investitori truffati non sapeva nemmeno cosa voleva dire “tasso variabile”... e si trattava di laureati e diplomati. .0#+ 7#!= #!0-# -==± 7#.0-# #!# - #-# 7# ± -?~?ãã?^ ¤| ?^ +?ÄÍ? ?Íj Ö? a?ãj ¬jÁ WM?ÍÍjÁj ? Üjã? ÄÖj Á?~?ããj j aj¾Áj± . .] #!# ¬ÁÍ ? ÏÏå ®a? ¤±r ? ±r¯± ÝÝݱÖWjw±W LE PAROLE A di Meglio, quindi, molto meglio iniziare da piccoli a fare pratica almeno con l’abc dei principi economici. A partire dal concetto di risparmio, che dovrebbe essere “materia obbligatoria” già in famiglia. “Ecco, già il concetto di risparmio, insegnato alla stregua di un gioco, è tra i principi più semplici da assimilare fin dalla più tenera età – conferma Mario Bianchetti, primario presso il Servizio integrato di pediatria degli ospedali di Mendrisio e Bellinzona -. E se posso parlare da ‘vecchio’ pediatra, senza affrontare parole come spread o default, mi sembra una cosa buona anche insegnare, da subito, a far di conto. L’importante è che anche un argomento come l’economia sia affrontato sotto l’aspetto ludico, come un divertimento. E a patto di rispettare, con i bambini, le priorità dell’insegnamento ormai sempre più importanti in un Paese multiculturale come il nostro”. E l’esempio viene da diverse pubblicazioni. Come “Junior 24”, disponibile in versione e-book, edito dal quotidiano economico Sole 24 Ore, che illustra, con un racconto coinvolgente, parole semplici e vignette didascaliche, i temi spesso ostici anche per gli adulti. E la stessa Walt Disney, che del resto ha in zio Paperone il miglior testimonial sul tema, ha prestato i suoi personaggi ad innumerevoli testi (a fumetti), diffusi in diversi Paesi, per spiegare in termini elementari l’abc delle regole economiche e.r.b. Default Rating Capital gain In italiano “insolvenza” è l'incapacità tecnica di rispettare le clausole contrattuali previste È la valutazione del merito di credito di un soggetto che ha emesso obbligazioni Guadagno in conto capitale, differenza tra prezzo di vendita e acquisto di azioni ILDOCENTE “Ci riempiamo la boccca con parole che ignoriamo” S pread, outlook, downgrade e default sono termini ormai divenuti di uso quotidiano nella cronache mediatiche. Anzi, sono entrati nel linguaggio comune di tutti i giorni. Nella maggior parte dei casi, però, pochi realmente sanno cosa in realtà significhino. Tra bond, credit crunch, capital gain ci si ritrova in una vera giungla linguistica. Eppure nessuno, inclusi quelli che non sarebbero in grado di spiegare cos’è il Pil, se ne riempiono la bocca coi colleghi in ufficio e al bar con gli amici. “È un fenomeno tipico del linguaggio mediatico dei giornalisti che finisce per imporsi, anche se sono convinto che una buona parte di questi giornalisti, che riprendono le informazioni, ignori il significato di certi termini – spiega Elwys De Stefani, docente di linguistica all'Università di Berna -. Poi bisogna ammettere che la lingua italiana è particolarmente succube dell’inglese e non solo perchè non abbiamo una traduzione immediata di certi termini, ma anche per l’insana tendenza ad ‘anglicizzare’. Così media diventa ‘midia’ e Dolce e Gabbana ‘di en gi’”. Fatto sta che parole decisamente tecniche, e in una materia così poco frequentata come quella dell’economia finanziaria, hanno attecchito rapidamente. “Quello che è certo è che, nella maggior parte dei casi, o vengono usate a sproposito o inutilmente – aggiunge il linguista -. Fino a ieri come Bond conoscevamo al massimo l’agente segreto 007; adesso tutti sanno che sono i titoli obbligazionari, ma le abbiamo sempre chiamate obbligazioni, perchè cambiare?”.