402 Recenti Prog Med 2010; 101: 402-405 La terapia antialdosteronica nello scompenso cardiaco non grave: dall’AREA IN-CHF all’EMPHASIS-HF Alessandro Boccanelli Riassunto. L’efficacia clinica dell’inibizione dell’aldosterone nello scompenso cardiaco cronico è stata posta in evidenza da due grandi trial clinici, il RALES e l’EPHESUS, che hanno dimostrato una riduzione della mortalità con l’uso di farmaci antialdosteronici in pazienti con scompenso cardiaco grave e postinfartuale. Lo studio ecocardiografico AREA IN-CHF ha avuto il merito di valutare, per la prima volta, l’efficacia della terapia antialdosteronica in pazienti con scompenso cardiaco lieve-moderato (classe NYHA II). Il razionale fisiopatologico dello studio AREA IN-CHF e i risultati ottenuti costituiscono la base concettuale del disegno dello studio di sopravvivenza EMPHASIS-HF, condotto su un’analoga popolazione di pazienti. Il 27 maggio 2010 è stata annunciata l’interruzione anticipata dell’arruolamento dei pazienti nello studio EMPHASIS-HF che si sarebbe dovuto concludere a ottobre 2011. L’interruzione dello studio è legata all’eccesso di beneficio, in termini di riduzione del rischio di morte cardiovascolare o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, ottenuto con l’aggiunta dell’antialdosteronico. Summary. Antialdosteronic therapy in mild chronic heart failure: from AREA IN-CHF to EMPHASIS-HF. Parole chiave. Antialdosteronici, scompenso cardiaco. Key words. Aldosterone receptor blockers, heart failure. Lo scompenso cardiaco è il risultato di una catena di eventi che origina da un “insulto” miocardico (ischemico, infiammatorio, da sovraccarico, ecc.). Il danno iniziale evolve e innesca un processo di attivazione neuroormonale che, a sua volta, induce la deposizione di tessuto fibrotico riparatore. L’aldosterone svolge un ruolo fondamentale nella fisiopatologia dello scompenso cardiaco cronico1,2 ed, in effetti, gli stessi recettori per i mineralcorticoidi risultano essere “sovra-espressi” nel miocardio scompensato3,4, fatto che amplifica l’attività pro-fibrotica dell’ormone. La persistenza e la progressione della fibrosi si traducono in processi di “rimodellamento” che modificano drasticamente la geometria cardiaca, compromettendo la funzionalità d’organo5. Nonostante l’introduzione in terapia degli ACE-I6,7, dei β-bloccanti8 e degli ARB9, non si è riusciti a controllare in modo completo l’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (SRAA), né a modulare la sintesi dell’aldosterone, braccio effettore del sistema. In un numero rilevante di pazienti, infatti, il blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone determina inizialmente una riduzione dei livelli di aldosterone che, dopo alcuni mesi di terapia, tendono però a risalire nuovamente fino a superare, in molti casi, i valori pre-trattamento. Questo fenomeno conosciuto come “escape” dell’aldosterone è dovuto al fatto che l’organismo attiva stimoli alternativi che inducono comunque alla produzione dell’ormone9,10. L’efficacia clinica dell’inibizione recettoriale dell’aldosterone è stata dimostrata da due grandi trial clinici di sopravvivenza: il RALES e l’EPHESUS11,12. The clinical efficacy of aldosterone inhibition in heart failure was proved in two important clinical trials, RALES and EPHESUS, which demonstrated a reduction in mortality with aldosterone receptor blocker therapy in patients with severe and post-MI heart failure. The echocardiographic study AREA IN-CHF evaluated, for the first time, the effectiveness of aldosterone receptor blocker therapy in patients with mild to moderate heart failure (NYHA class II). The AREA IN-CHF rationale and results can be considered the pathophysiological background of the survival study EMPHASIS-HF conducted in a similar population of patients. On May 27, 2010 it was announced the earlier discontinuation of the recruitment to the EMPHASIS-HF that had an estimated end date around October 2011. Discontinuation is related to the excess of benefit in reducing risk of cardiovascular death or hospitalization for heart failure, obtained by antialdosteronic therapy. Lo studio RALES (tabella 1) ha dimostrato che, in pazienti con scompenso cardiaco grave (NYHA III e IV), l’antialdosteronico riduce del 30% la mortalità sia per progressione dello scompenso sia per morte improvvisa e del 35% l’ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso. Lo studio EPHESUS (tabella 2) ha confermato i risultati ottenuti nel precedente trial, anche in pazienti con scompenso cardiaco postinfartuale. Lo studio RALES ha arruolato pazienti con una pesante sintomatologia da ipervolemia e in cui i β-bloccanti venivano scarsamente utilizzati. I pazienti dello studio EPHESUS, d’altra parte, avevano sofferto un infarto miocardico acuto, complicato da disfunzione ventricolare sinistra e scompenso cardiaco. Dipartimento per le Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata, Roma. Pervenuto il 28 luglio 2010. A. Boccanelli: La terapia antialdosteronica nello scompenso cardiaco non grave: dall’AREA IN-CHF all’EMPHASIS-HF Tabella 1. Studio RALES. Tabella 3. Studio AREA IN-CHF. Disegno dello studio Multicentrico, randomizzato, doppio cieco, controllato vs placebo a gruppi paralleli Disegno dello studio Multicentrico, randomizzato, doppio cieco, controllato vs placebo a gruppi paralleli N° pazienti 1663 N° pazienti 500 Patologia Scompenso cardiaco grave (NYHA III e IV) Patologia Scompenso cardiaco lieve (NYHA II) Farmaco Farmaco Terapia ottimale per lo scompenso + spironolattone 50 mg o placebo Terapia ottimale per lo scompenso + canrenone 50 mg o placebo Durata del trattamento 24 mesi End point Durata del trattamento 12 mesi End point Mortalità per ogni causa Mortalità o ospedalizzazione per cause cardiovascolari Rimodellamento ventricolare sinistro, FE, classe NYHA, BNP, morte e ospedalizzazione per cause cardiovascolari Tabella 2. Studio EPHESUS. Tabella 4. Studio EMPHASIS-HF. Disegno dello studio Multicentrico, randomizzato, doppio cieco, controllato vs placebo a gruppi paralleli Disegno dello studio Multicentrico, randomizzato, doppio cieco, controllato vs placebo a gruppi paralleli N° pazienti 6642 N° pazienti 3100 Patologia Insufficienza cardiaca post infarto Patologia Scompenso cardiaco lieve (NYHA II) Farmaco Terapia ottimale per lo scompenso + eplerenone 50 mg o placebo Farmaco Terapia ottimale per lo scompenso + eplerenone 50 mg o placebo Durata del trattamento 16 mesi End point Mortalità per ogni causa Mortalità o prima ospedalizzazione per cause cardiovascolari Tuttavia, anche i pazienti con disfunzione ventricolare sinistra asintomatica o paucisintomatica possono andare incontro a destabilizzazione clinica per peggioramento dello scompenso e, fatto ancor più grave, sono ad alto rischio di mortalità cardiovascolare per “morte improvvisa”13. Per queste ragioni si è quindi cercato di verificare se gli antialdosteronici fossero in grado di produrre benefici anche in pazienti con scompenso cardiaco lieve. Lo studio AREA IN-CHF, condotto in Italia, ha avuto il merito di valutare per la prima volta l’efficacia della terapia antialdosteronica in pazienti con scompenso cardiaco in classe NYHA II14. Si è trattato di uno studio ecocardiografico, orientato sugli aspetti fisiopatologici, condotto in 500 pazienti tutti in terapia standard per lo scompenso. A circa metà di questi pazienti è stato aggiunto il canrenone per valutarne l’efficacia sull’emodinamica e sul rimodellamento ventricolare e sull’attività neuro-ormonale attraverso l’analisi di marker bioumorali come il BNP (tabella 3). Il canrenone è stato somministrato alla dose iniziale di 25 mg/die per le prime 4 settimane, raddoppiando la dose a 50 mg/die nei successivi 11 mesi. Durata del trattamento Raggiungimento dell’end point primario in 813 pazienti End point Morte cardiovascolare o prima ospedalizzazione per scompenso Nei pazienti trattati con canrenone si è rilevato un miglioramento dei parametri ecocardiografici sia in termini di funzione diastolica ventricolare sinistra che di riduzione della massa ventricolare sinistra, indice di effetto antirimodellamento sul miocardio. È noto che la riduzione della massa, in particolare, influenza positivamente la prognosi, limitando la comparsa di aritmie potenzialmente maligne e di morte improvvisa e migliorando la meccanica sistolica e diastolica del ventricolo sinistro15. Il canrenone ha inoltre favorito un miglioramento dell’emodinamica complessiva con aumento della frazione di eiezione e, sul versante sintomatologico, un passaggio alla classe NYHA I in un significativo gruppo di pazienti. Il canrenone ha infine determinato una drastica diminuzione del BNP15, fattore prognostico favorevole per la riduzione della mortalità16. L’originalità dello studio AREA IN-CHF risiede proprio nell’aver evidenziato che i benefici della terapia antialdosteronica non sono limitati alle fasce più gravi di pazienti, ma si esprimono anche in fase precoce, dando quindi al clinico l’opportunità di intervenire sulla storia naturale della malattia modificando favorevolmente la prognosi del paziente scompensato. Il razionale fisiopatologico dell’AREA IN-CHF ed i risultati ottenuti spiegano il disegno dello studio EMPHASIS-HF. 403 404 Estratto da Recenti Progressi in Medicina, 101 (10), ottobre 2010 L’EMPHASIS-HF è uno studio di sopravvivenza, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, originariamente previsto su circa 3000 pazienti affetti da scompenso cardiaco ad eziologia ischemica e non, in classe NYHA II (tabella 4). I pazienti inclusi hanno un’età superiore a 55 anni, frazione di eiezione ≤40%, trattati al meglio della terapia per lo scompenso (ACE-I/ARB, β-bloccante, diuretico in presenza di sovraccarico di liquidi) a cui è stato aggiunto l’antialdosteronico eplerenone 25 mg/die, titolato a 50 mg/die dopo 4 settimane, o placebo17. L’eplerenone non è in commercio in Italia. È un derivato sintetico del canrenone da cui non differisce significativamente per struttura e profilo farmacologico (figura 1). valutare l’impatto della terapia sulla sopravvivenza, fornisce il razionale fisiopatologico della riduzione di mortalità osservata nello studio EMPHASIS-HF. Questo, a sua volta, rafforza con significativa evidenza il vantaggio di anticipare in classe NYHA II l’utilizzo dell’antialdosteronico per migliorare la prognosi, prevenire la progressione della disfunzione ventricolare e aumentare la sopravvivenza. È auspicabile che in futuro, alla luce di queste evidenze cliniche, l’utilizzo della terapia antialdosteronica, già suggerito dalle Linee-Guida negli stadi avanzati dello scompenso, venga esteso alle fasi di minore gravità. Bibliografia A B Figura 1. Struttura chimica di A) eplerenone; B) canrenone. In data 27 maggio 2010 è stata annunciata l’interruzione anticipata dell’arruolamento dei pazienti nello studio EMPHASIS-HF, che si sarebbe dovuto concludere ad ottobre 2011, su raccomandazione dell’Executive Steering Committee (ESC). L’analisi ad interim, condotta dal Data Safety Monitoring Committee, ha infatti mostrato che i pazienti trattati con l’antialdosteronico riportavano una significativa riduzione del rischio di morte cardiovascolare o di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, rispetto a quelli trattati con placebo. L’interruzione anticipata dello studio EMPHASIS-HF è legata quindi all’eccesso di beneficio ottenuto con l’aggiunta dell’antialdosteronico. Non sarebbe stato etico arruolare ancora pazienti da trattare con placebo, e quindi doverli privare della terapia con antagonisti recettoriali dell’aldosterone. Ciò era già successo con lo studio RALES, interrotto dopo 12 mesi dall’inizio dell’arruolamento. A conferma dell’efficacia della terapia antialdosteronica, è stato anche comunicato che si sta lavorando per modificare il protocollo, in modo che tutti i pazienti consenzienti possano iniziare o proseguire il trattamento con l’antialdosteronico in un’estensione in aperto dello studio. Il tipo di paziente arruolato nello studio EMPHASIS-HF è lo stesso coinvolto nello studio AREA IN-CHF: i due studi si possono considerare complementari, in quanto quest’ultimo, sebbene non abbia un campione di numerosità tale da 1. Funder JW. Reconsidering the roles of the mineralocorticoid receptor. Hypertension 2009; 53: 28690. 2. Rocha R, Rudolph AE, Frierdich GE, et al. Aldosterone induces a vascular inflammatory phenotype in the rat heart. Am J Physiol Circ Physiol 2002; 283: H1802-H10. 3. Silvestre JS, Heymes C, Oubénaïssa A, et al. Activation of cardiac aldosterone production in rat myocardial infarction: effect of angiotensin II receptor blockade and role in cardiac fibrosis. Circulation 1999; 99: 2694-701. 4. Delcayre C, Swynghedauw B. Molecular mechanism of myocardial remodelling. The role of aldosterone. J Moll Cell Cardiol 2002; 34: 1577-84. 5. Boccanelli A, Battagliese A. Effetto sul rimodellamento cardiovascolare della inibizione recettoriale dell’aldosterone. G Ital Nefrol 2006; 23: S57-63. 6. Struthers AD. The clinical implication of aldosterone escape in congestive heart failure. Eur J Heart Failure 2004; 6: 539-45. 7. Sato A, Saruta T. Aldosterone breakthrough during angiotensin-converting enzyme inhibitor therapy. Am J Hypertens 2003; 16: 781-8. 8. Fung JW, Yu CM, Yip G, et al. Effect of beta blockade (carvedilol or metaprolol) on activation of the renin-angiotensin-aldosterone system and natriuretic peptides in chronic heart failure. Am J Cardiol 2003; 92: 406-10. 9. McKelvie RS, Yusuf S, Pericak D, et al. Comparison of candesartan, enalapril and their combination in congestive heart failure randomized evaluation of strategies for the left ventricular dysfunction (RESOLVD) pilot study. The RESOLVD Pilot study Investigators. Circulation 1999; 100; 1056-64. 10. Staessen J, Lijnen P, Fagard R, Verschueren LJ, Amery A. Rise in plasma concentration of aldosterone during long-term angiotensin II suppression. J Endocrinol 1981; 91: 457-65. 11. Pitt B, Zannad F, Remme WJ, et al. The effect of spironolactone on morbidity and mortality in patients with severe heart failure. Randomized Aldactone Evaluation Study Investigators. N Engl J Med 1999; 341: 709-17. 12. Pitt B, Remme W, Zannad F, et al. Eplerenone, a selective aldosterone blocker, in patients with left ventricular dysfunction after myocardial infarction. N Engl J Med 2003; 348: 1309-21. A. Boccanelli: La terapia antialdosteronica nello scompenso cardiaco non grave: dall’AREA IN-CHF all’EMPHASIS-HF 13. Effect of metoprolol CR\XL in chronic heart failure: Metoprolol CR\XL Randomised Intervention Trial in Congestive Heart Failure (MERIT-HF). Lancet 1999; 535: 2001-7. 14. Boccanelli A, Cacciatore G, Mureddu GF, et al. Baseline characteristics of patients recruited in the AREA IN-CHF study (Antiremodelling Effect of Aldosterone Receptor Blockade with Canrenone in Mild Chronic Heart Failure). J Cardiovasc Med 2007; 8: 683-91. Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Alessandro Boccanelli Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata Dipartimento per le Malattie dell’Apparato Cardiovascolare Via dell’Amba Aradam, 9 00184 Roma 15. Boccanelli A, Mureddu GF, Cacciatore G, et al. Antiremodelling effect of canrenone in patients with mild chronic heart failure (AREA IN- CHF study): final results. Eur J Heart Failure 2009; 11: 68-76. 16. Braunwald E. Biomarkers in heart failure. N Engl J Med 2008; 20: 2148-59. 17. Zannad F, McMurray JJ, Drexler H, et al. Rationale and design of the Eplerenone in Mild Patients Hospitalization And SurvIval Study in Heart Failure (EMPHASIS-HF). Eur J Heart Failure 2010; 12: 617-22. 405