42
Personal
■ INVESTIRE NELL’ARTE ■
■ ■ Mostra mercato A Milano più di 3 mila oggetti in vendita a favore dell’Airc
Design a forma di cuore
Prezzi scontati per le creazioni di Starck, Magistretti, Zanuso
e Urquiola. Il ricavato andrà a sostegno della ricerca
di Cristina Cimato
L’
arte sostiene la ricerca e
dà vita a una mostra-mercato dedicata agli amanti di oggetti di design. Da venerdì 16 a domenica 18 novembre presso il Museo della permanente di Milano, avrà luogo
Love Design, una manifestazione organizzata da Airc (Associazione italiana per la ricerca
sul cancro) in collaborazione con Adi(Associazione per il Disegno Industriale). Più di 3 mila oggetti, donati all’Airc da
alcune grandi aziende
del settore, saranno in vendita al pubblico a prezzi scontati. In un circuito curato e
allestito da designer i visitatori avranno la possibilità di acquistare sedie, luci, poltrone, vasi,
portaoggetti, apparecchi hi-tech,
accessori e biancheria per la ca-
sa. La mostra ha l’obiettivo di
superare i 130 mila euro che sono stati raccolti durante la scorsa edizione. Tra le aziende che
hanno donato i propri articoli
per Love Design spiccano Alessi, Artemide, Driade, De Padova, Flos,
Flou, FontanaArte, Molteni&C, Poltrona Frau, Sambonet e Teuco. Tra gli oggetti in vendita un tavolo di Driade con struttura in tubolare d’acciaio firmato Marco Zanuso jr.
e, sempre di Driade una pol-
troncina di Philippe Starck. Vico Magistretti ha invece disegnato un sistema di sedute di
De Padova in lega di alluminio
e sedile e schienale in polipropilene. È invece di Frau la
poltrona classica disponibile in tre taglie
con struttura
di faggio e imbottitura in
poliuretano
espanso. La
designer Patricia Urquiola ha invece realizzato per Molteni sedia, poltroncina e chaise longue composte
da una struttura metallica rivestita in tessuto, pelle o microfibra. Le aziende partecipanti devolvono mille euro per coprire
le spese di gestione dell’evento
e tutto il ricavato della vendita
sarà devoluto in beneficenza. (riproduzione riservata)
Teatri
Giovedì15 Novembre 2007
di Barbara Rivoli
Maria Stuart, la prigione
che libera le passioni
I
n una nuda scenografia giocata in rosso e nero, si incontrano e si
scontrano due tumultuose personalità nello spettacolo Maria
Stuart, diretto al teatro Studio da Andrea De Rosa. Maria Stuart,
vedova del delfino francese e legittima nipote di Enrico VIII, rientra
in Scozia da regina. Cattolica, sensuale e appassionata, provoca la
collera della corte con i suoi intrallazzi amorosi e i disordini che ne
seguono. Elisabetta I, protestante, rifugge ogni possibile
scontro religioso, rinuncia all’amore per il potere, sacrifica la
femminilità alla ragion di stato.
Quando Maria le chiede asilo,
la fa imprigionare: ne teme la
religione, il titolo legittimo, ne
depreca la volontà di avere tutto, passioni e potere. Lo spettacolo, che mette in scena la Maria
Stuart del drammaturgo Schiller, esalta quell’antitesi che è alla base del testo, incentrato sugli ultimi tre giorni di Maria. Consapevole
di essere ingiustamente accusata di tradimento verso la regina con
false testimonianze, la Stuart accetta con dignità la propria sorte e
fa da contrappunto alla tormentata Elisabetta che la vorrebbe morta ma senza alcuna responsabilità, che sente l’ingiustizia della condanna ma anche la minaccia che la rivale, in vita, rappresenta per il
proprio regno. La sala del trono di Elisabetta (Anna Bonaiuto) diventa così più angusta e soffocante della pedana-prigione di Maria
(la straordinaria Frédérique Loliée), intorno alla quale si ordiscono
complotti, si muovono passioni, si generano affetti. Al teatro Studio
fino al 18 novembre. (riproduzione riservata)