L`allevatore - N. 5 - 9 marzo 2011

Una filiera
ad hoc per
la carne agli
omega 3
3A-PTA è capofila di un progetto sperimentale che punta alla commercializzazione degli
alimenti prodotti in allevamenti che fanno uso di mangimi a base di semi di lino estruso
a cura di 3A-PTA in collaborazione con Mariano Pauselli
(Dip. di Biologia applicata, sez. Scienze zootecniche, Università di Perugia)
La nuova frontiera della corretta alimentazione è sempre più
rivolta a scelte alimentari salutari che oltre a fornire il giusto
apporto energetico siano in
grado di ridurre l’insorgenza
di patologie umane attraverso
i cosiddetti “effetti addizionali”
che migliorano le funzioni fisiologiche dell’organismo. Stiamo
parlando di quelli che vengono
comunemente definiti functional
foods: secondo la Commissione europea “può essere definito funzionale un alimento che
ha un effetto benefico su una o
più funzioni dell’organismo, in
modo rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di
benessere e/o ridurre il rischio
di malattia, consumato come
parte di un regime alimentare
normale”. 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria,
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attraverso una cooperazione
fra imprese agricole dell’Alto
Tevere, i due più importanti
gruppi utilizzatori di lino Tarkett
Spa e Mignini & Petrini Spa,
la sezione di Scienze zootecniche del Dipartimento di Biologia applicata e il Dipartimento
di Scienze economiche estimative e degli alimenti dell’Università di Perugia, sta realizzando
una sperimentazione volta alla
Modulatori della risposta immunitaria
L’impiego di semi di piante oleaginose e in
particolare di semi di lino nella dieta degli
animali da allevamento è ritenuto vantaggioso
per la qualità nutrizionale della carne, che
presenta una maggiore concentrazione di
acidi grassi polinsaturi. Tra questi, particolare
attenzione viene riservata agli acidi grassi
della serie n-3, meglio conosciuti come
omega 3, in riferimento alla prevenzione delle
malattie cardiovascolari e agli effetti mediati
sulla risposta immunitaria, in special modo
nel caso delle malattie croniche. In particolare, da recenti studi è emerso che l’impiego
di diete ad elevata concentrazione di acidi
grassi della serie n-3 è in grado di influenzare
positivamente la risposta immunitaria dell’animale. Tali acidi grassi sono detti essenziali; in
KL
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Nella sperimentazione sono stati utilizzati semi di lino estruso
natura si trovano in quantità apprezzabile solo
nel pesce, nelle noci e nei semi di lino.
valorizzazione della filiera del
lino per fini zootecnici utilizzando i fondi del Psr Umbria
2007/2013 - Misura 124.
Il progetto intende sviluppare,
attraverso il coinvolgimento del
mondo agricolo, mangimistico
e zootecnico, la produzione
e la commercializzazione dei
prodotti alimentari derivati da
allevamenti zootecnici che fanno uso di mangimi innovativi a
base di semi di lino estruso.
Come al pascolo
L’allevamento intensivo degli
animali utilizza foraggi conservati con contenuti di fibra e
proteici diversi dal pascolo. In
questo contesto produttivo, la
carne bovina può risultare ricca
di acidi grassi saturi, all’ecces-
sivo consumo dei quali sono
associate alcune patologie, ad
esempio a carico dell’apparato cardiovascolare, tipiche dei
Paesi sviluppati. Per questo
motivo il mondo scientifico ha
cercato di rispondere con sperimentazioni volte a modificare
la composizione acidica della
frazione lipidica della carne
mediante l’aggiunta nelle diete
dei ruminanti di fonti lipidiche
vegetali ricche in acidi grassi
insaturi, sebbene le razze bovine da carne italiane già si
caratterizzino per carni molto
magre e con un rapporto tra
acidi grassi saturi e insaturi
prossimo a 1.
Per la conduzione delle sperimentazioni è stato utilizzato
lino estruso, in quanto il trat-
tamento tecnologico di estrusione consente di denaturare
e di disattivare la maggior
parte delle sostanze ad attività
antinutrizionale (lipasi e fattori
cianogeni) presenti nei semi di
lino, mantenendo pressoché
inalterata la componente lipidica e di conseguenza il valore
nutrizionale.
L’obiettivo è quello di arricchire
la carne di acidi grassi polinsaturi ed in particolare di omega
3 e di acidi grassi coniugati
quali il rumenico, riportando
in qualche misura le caratteristiche del grasso degli animali
allevati a quello di soggetti allevati al pascolo. Ma l’aspetto
più interessante della sperimentazione condotta da 3A-PTA
è quello di ricreare una filiera
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n. 5 - 9 marzo 2011
con la reintroduzione della coltura del lino nell’Alta Valle del
Tevere al fine di verificarne la
fattibilità tecnica ed economica della sua coltivazione e del
suo impiego nell’alimentazione
animale, mentre sulla carne, oltre alla verifica della composizione acidica della frazione lipidica, verrà valutata anche la
shelf-life della stessa ed il costo
di produzione.
I primi risultati relativi alle performance in vivo hanno messo
in evidenza una leggera maggiore ingestione di sostanza
secca negli animali del gruppo “lino” rispetto al controllo,
mentre gli accrescimenti medi
giornalieri sembrano, a metà
prova, molto simili fra i due
gruppi sperimentali. n
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