Una filiera ad hoc per la carne agli omega 3 3A-PTA è capofila di un progetto sperimentale che punta alla commercializzazione degli alimenti prodotti in allevamenti che fanno uso di mangimi a base di semi di lino estruso a cura di 3A-PTA in collaborazione con Mariano Pauselli (Dip. di Biologia applicata, sez. Scienze zootecniche, Università di Perugia) La nuova frontiera della corretta alimentazione è sempre più rivolta a scelte alimentari salutari che oltre a fornire il giusto apporto energetico siano in grado di ridurre l’insorgenza di patologie umane attraverso i cosiddetti “effetti addizionali” che migliorano le funzioni fisiologiche dell’organismo. Stiamo parlando di quelli che vengono comunemente definiti functional foods: secondo la Commissione europea “può essere definito funzionale un alimento che ha un effetto benefico su una o più funzioni dell’organismo, in modo rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o ridurre il rischio di malattia, consumato come parte di un regime alimentare normale”. 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, 14 attraverso una cooperazione fra imprese agricole dell’Alto Tevere, i due più importanti gruppi utilizzatori di lino Tarkett Spa e Mignini & Petrini Spa, la sezione di Scienze zootecniche del Dipartimento di Biologia applicata e il Dipartimento di Scienze economiche estimative e degli alimenti dell’Università di Perugia, sta realizzando una sperimentazione volta alla Modulatori della risposta immunitaria L’impiego di semi di piante oleaginose e in particolare di semi di lino nella dieta degli animali da allevamento è ritenuto vantaggioso per la qualità nutrizionale della carne, che presenta una maggiore concentrazione di acidi grassi polinsaturi. Tra questi, particolare attenzione viene riservata agli acidi grassi della serie n-3, meglio conosciuti come omega 3, in riferimento alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e agli effetti mediati sulla risposta immunitaria, in special modo nel caso delle malattie croniche. In particolare, da recenti studi è emerso che l’impiego di diete ad elevata concentrazione di acidi grassi della serie n-3 è in grado di influenzare positivamente la risposta immunitaria dell’animale. Tali acidi grassi sono detti essenziali; in KL n. 5 - 9 marzo 2011 Nella sperimentazione sono stati utilizzati semi di lino estruso natura si trovano in quantità apprezzabile solo nel pesce, nelle noci e nei semi di lino. valorizzazione della filiera del lino per fini zootecnici utilizzando i fondi del Psr Umbria 2007/2013 - Misura 124. Il progetto intende sviluppare, attraverso il coinvolgimento del mondo agricolo, mangimistico e zootecnico, la produzione e la commercializzazione dei prodotti alimentari derivati da allevamenti zootecnici che fanno uso di mangimi innovativi a base di semi di lino estruso. Come al pascolo L’allevamento intensivo degli animali utilizza foraggi conservati con contenuti di fibra e proteici diversi dal pascolo. In questo contesto produttivo, la carne bovina può risultare ricca di acidi grassi saturi, all’ecces- sivo consumo dei quali sono associate alcune patologie, ad esempio a carico dell’apparato cardiovascolare, tipiche dei Paesi sviluppati. Per questo motivo il mondo scientifico ha cercato di rispondere con sperimentazioni volte a modificare la composizione acidica della frazione lipidica della carne mediante l’aggiunta nelle diete dei ruminanti di fonti lipidiche vegetali ricche in acidi grassi insaturi, sebbene le razze bovine da carne italiane già si caratterizzino per carni molto magre e con un rapporto tra acidi grassi saturi e insaturi prossimo a 1. Per la conduzione delle sperimentazioni è stato utilizzato lino estruso, in quanto il trat- tamento tecnologico di estrusione consente di denaturare e di disattivare la maggior parte delle sostanze ad attività antinutrizionale (lipasi e fattori cianogeni) presenti nei semi di lino, mantenendo pressoché inalterata la componente lipidica e di conseguenza il valore nutrizionale. L’obiettivo è quello di arricchire la carne di acidi grassi polinsaturi ed in particolare di omega 3 e di acidi grassi coniugati quali il rumenico, riportando in qualche misura le caratteristiche del grasso degli animali allevati a quello di soggetti allevati al pascolo. Ma l’aspetto più interessante della sperimentazione condotta da 3A-PTA è quello di ricreare una filiera KL n. 5 - 9 marzo 2011 con la reintroduzione della coltura del lino nell’Alta Valle del Tevere al fine di verificarne la fattibilità tecnica ed economica della sua coltivazione e del suo impiego nell’alimentazione animale, mentre sulla carne, oltre alla verifica della composizione acidica della frazione lipidica, verrà valutata anche la shelf-life della stessa ed il costo di produzione. I primi risultati relativi alle performance in vivo hanno messo in evidenza una leggera maggiore ingestione di sostanza secca negli animali del gruppo “lino” rispetto al controllo, mentre gli accrescimenti medi giornalieri sembrano, a metà prova, molto simili fra i due gruppi sperimentali. n 15