Corso di Economia finanziaria Wall Street vs Main Street: Finanza ed Economia reale nel corso della crisi Dott.ssa Arianna Moschetti Sommario La deflazione da debiti I teorici della Debt deflation school Un confronto tra crisi: 1929 vs 2007 La stabilità finanziaria La dinamica del PIL mondiale La deflazione da debiti E’ la situazione in cui la diminuzione del valore delle garanzie collaterali fa aumentare il livello di indebitamento segue …. Partiamo da una semplice equazione: C + A = f (Y, D) dove C sono i consumi e A sono gli asset delle famiglie, Y i redditi e D l’indebitamento. Un esempio … Ipotizziamo un debito di € 50.000 che ad un dato tasso di interesse si ritiene coperto dal valore del patrimonio mobiliare (ovvero da titoli), ad esempio 5000 titoli del valore di € 10 cad. Che succede se aumenta il tasso di interesse? Molto probabilmente No! Perché una vendita generalizzata dei titoli provocherà un crollo nel valore dei titoli. Ora occorrerà vendere anche attività immobiliari per ripagare i debiti e così inizia il contagio all’economia reale ..… Ed ecco il paradosso: più si prova a pagare il debito, più ci si mette in condizioni di non arrivare a pagarlo per la progressiva caduta del valore degli asset patrimoniali. Questa è la Deflazione da Debito. segue …. Si calcola che in borsa nel 2008 i mercati immobiliari abbiano “bruciato” una cifra intorno ai 50.000 miliardi di dollari! I teorici della Debt deflation school La teoria della Deflazione da Debito è stata formulata da Fischer (1933) per spiegare gli effetti di persistenza, di propagazione e di contagio che, negli anni ‘30, hanno progressivamente condotto al tracollo economicofinanziario numerosi paesi industrializzati. segue ….. La comunità scientifica non accolse all’epoca con molto favore la teoria delle deflazione da debiti. L’analisi di Fisher è stata, però, riscoperta più tardi, grazie alla cosiddetta debt deflation school (Minsky 1975, 1982 e Kindleberger 1978). segue ….. In tempi più recenti, diversi contributi (Bernanke e Gertler 1990, Caskey-Fazzari 1989, 1992, Mishkin 1991) hanno considerato gli effetti che una caduta nel livello dei prezzi può avere sul reddito e sulla occupazione aprendo, in questo modo, un nuovo e stimolante filone di ricerca che si collega proprio all’impostazione di Fisher. La teoria di Fisher Fisher sintetizza in nove stadi la catena causale del processo che conduce progressivamente alla crisi economicofinanziaria: 1. 2. 3. 4. 5. eccesso di indebitamento; shock nello stato di fiducia dei creditori e/o debitori; liquidazione dei debiti attraverso la svendita di beni; il rientro dai debiti che provoca una contrazione monetaria; caduta del livello generale dei prezzi e quindi un aumento nell’onere del debito in termini reali; segue ….. 6. riduzione dei consumi; 7. caduta dei profitti e primi fallimenti; 8. crollo degli investimenti, del reddito e dell’occupazione; 9. ulteriore peggioramento dello stato di fiducia; ulteriore indebitamento segue … La caduta del livello generale dei prezzi degli anni ‘30 ha innescato una spirale depressiva che si autoalimentava, provocando diffusi fallimenti e il collasso economicofinanziario Nel corso degli anni, la teoria della deflazione da debiti è stata soggetta a diverse critiche che possono essere così sintetizzate: 1.la caduta nel livello generale dei prezzi può avere effetti contenuti poiché determina una semplice redistribuzione nella ricchezza dai debitori ai creditori (effetto Pigou); 2.la caduta generalizzata nel livello dei prezzi è un fenomeno abbastanza “raro” e, quindi, di scarsa rilevanza teorica e pratica. La teoria di Minsky Secondo Minsky (1975, 1982) ogni qualvolta le singole unità economiche, per far fronte agli impegni di pagamento, si trovino nella necessità di liquidare i beni capitali, si può verificare un crollo nel prezzo di realizzo di tali beni che può trasformare velocemente una situazione di illiquidità in diffusa insolvenza Il Modello di Minsky Punto di Partenza: -aumento tassi d’interesse - variazione improvvisa delle aspettative Shock Negativi: -deflusso di capitali dai settori più speculativi Settore Finanziario: -valutazione pessimistiche del rischio -diminuisce la domanda di credito -diminuisce l’offerta di credito Mercati Finanziari: -diminuisce il prezzo degli assets -diminuisce la ricchezza -deflazione da debito -aumenta l’indebitamento reale Spirale del debito alla Fisher ‘33 Economia Reale: -diminuiscono i consumi -diminuiscono gli investimenti -aumenta il risparmio -diminuisce il deficit commerciale Scoppio: -crisi bancaria (corsa agli sportelli) -recessione Spirale deflazionistica La teoria di Bernanke Bernanke (1990) sostiene che l’insolvenza generalizzata dei debitori provoca un crollo bancario che colpisce l’economia reale attraverso il razionamento del credito, generando una contrazione dei consumi, deflazione e un ulteriore indebitamento Canali di propagazione della deflazione da debito Fonte: Von Peter (2005) L’impatto della crisi sull’economia reale I canali di trasmissione sono: •Creditizio; •Effetto ricchezza •Incertezza delle prospettive •Moltiplicatore del reddito •Commercio estero Un confronto tra crisi: 1929 vs 2007. È come la Grande Depressione? Le analogie che si riscontrano sono: 1.in entrambe all’origine vi è lo scoppio di bolle speculative; 2.contrazione del credito bancario; 3.carenze nei sistemi di regolamentazione e vigilanza; 4.cominciate nel settore finanziario, si sono gradualmente diffuse all’economia reale; 5.iniziate negli Stati Uniti, si sono successivamente estese ad altri Paesi. Ma vi sono anche differenze Livelli del PIL mondiale per anno. Confronto tra 3 recessioni globali Tasso di disoccupazione nella Grande Depressione e nella recessione 2008-09: USA e Europa L’uscita dalle crisi finanziaria e reale La ripresa della Borsa americana (indice S&P 500) Fonte: Eurispes 2013 Più stentata la ripresa in Europa (Stoxx Europe 600) Fonte: Eurispes 2013 Tassi di crescita del Pil dei Paesi del G7 Fonte: Banca Mondiale 2012 Tassi di crescita del Pil per macroaree Fonte: Banca Mondiale 2012 Dinamiche del Pil diversificate a livello geogeo-economico • la migliore performance appartiene ai paesi sud-asiatici, che, fatta eccezione per il 2008, mantengono un valore medio di crescita intorno all’8%; • i paesi africani sembrano non essere eccessivamente influenzati dagli eventi della crisi finanziaria: tranne una contrazione di circa tre punti percentuali nel 2009, i tassi sono stabili al livello del 5-6%; • i paesi nord-americani, europei e dell’Asia centrale evidenziano una minore tendenza alla crescita e risultano maggiormente colpiti dalla crisi del 2008. I tassi non raggiungono il 4%, mentre nel 2009 lo toccano in segno negativo, con successiva ripresa, nel 2010, di quasi sei punti percentuali.