DSA: Come si riconoscono
Pre-requisiti in età prescolare
Già dall’età prescolare (tra i 3 e i 5 anni) è possibile osservare se il bambino manifesta delle difficoltà che potrebbero
in futuro evolvere in disturbi specifici dell’apprendimento DSA : i bambini in questa fascia d’età dovrebbero aver
acquisito determinate abilità specifiche, i cosiddetti prerequisiti , che sono:
di tipo esecutivo: sono competenze riguardanti la qualità del sistema scritto (come esegue il segno grafico, com’è
la coordinazione visuo-motoria e la capacità di orientarsi nello spazio, il muoversi e la capacità di gestire il campismo,
lo spazio del foglio);
di tipo costruttivo: il bambino prima di imparare a leggere e scrivere deve aver acquisito gli elementi che
costituiscono il sistema di scrittura e le competenze metafonologiche.In seguito Il bambino dovrà sapere quanti e quali
elementi costituiscono la parola, come sono ordinanti gli elementi e come si rappresentano.
I pre-requisiti che dovrebbero essere interiorizzati in età prescolare, riguardano quattro ambiti specifici:
Linguaggio e abilità fonologiche e metafonologiche:
articolazione dei suoni che costituiscono le parole;
denominazione di figure e oggetti comuni;
strutturazione della frase composta da soggetto/verbo/complemento;
suddivisione del proprio nome nei singoli suoni che lo compongono;
narrazione di un evento vissuto;
riconoscimento della sequenza dei suoni che compongono una parola;
individuare parole che iniziano con la stessa sillaba/lettera…
Coordinazione:
impugnatura corretta della matita;
colorare i disegni mantenendosi accettabilmente entro i margini degli stessi;
non presentare goffaggine marcata nell’atto motorio;
non presentare difficoltà marcate nella motricità fine e nella coordinazione .
Tempi di reazione:
essere in grado di rispondere ad una richiesta in tempi non troppo lunghi.
Memoria:
ricordare il proprio indirizzo, la propria età, il nome di compagni e amici di classe;
ricordare semplici istruzioni, ricordare dove ha collocato un oggetto.
Le insegnanti di scuola primaria, durante il primo anno, dovrebbero osservare con sistematicità le competenze di lettoscrittura, organizzando attività didattiche mirate oppure attività di screening che consentono di individuare i bambini a
rischio.
Alla fine del primo anno scolastico le insegnanti potranno segnalare ai genitori i bambini che presentano:
- difficoltà nell’associazione grafema/fonema o viceversa;
- mancato raggiungimento del controllo sillabico nella letto-scrittura;
- eccessiva lentezza nella lettura e scrittura;
- incapacità di riprodurre le lettere in modo leggibile.
Come si manifestano
Dislessia
I bambini dislessici non presentano lo stesso tipo di disturbo: ogni bambino presenta delle caratteristiche diverse.
Gli elementi che consentono di riconoscere la presenza di un disturbo di letto-scrittura sono:
- difficoltà nel differenziare i grafemi diversamente orientati nello spazio: sono generalmente confusi i grafemi come
“p-b”; “d-q”; “u-n”; ”a-e”; “b-d”;
- difficoltà a differenziare i grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo-uditivo;
- Nel nostro alfabeto le coppie di fonemi simili sono: “f-v”; “t-d”; “p-b”; “c-g”; “l-r”; “m-n”; ”s-z”;
- difficoltà a differenziare i grafemi diversi per piccoli particolari come “m-n”; “c-e”; “f-t”;
- difficoltà nella codifica sequenziale, cioè nel seguire con lo sguardo nella direzione sinistra-destra e alto-basso.
Gli errori che si compiono in questa situazione sono:
- omissione di grafemi e sillabe: durante la decodifica il bambino non legge le consonanti (es: fote invece di forte),
le vocali (es. fume invece di fiume) oppure le sillabe intere (es. talo invece di tavolo);
- omissione di parole e salti da un rigo all’altro;
- inversione di sillabe: li bambino inverte la posizione di una sillaba che compone la parola, con errori di decodifica
(es. li invece di il, talovo invece di tavolo);
- aggiunte e ripetizioni di sillabe o grafemi della parola (es. tavovolo);
- difficoltà di riconoscimento dei gruppi consonantici complessi come gn, gh, gl, sc….;
- difficoltà nella lettura di parole poco comuni o a bassa frequenza d’uso;
- prevalenza della componente intuitiva ( anticipazione): poiché il bambino non riesce a leggere correttamente usa
maggiormente la componente intuitiva, ossia anticipa quella che potrebbe essere la parole scritta, compiendo errori.
Disgrafia
La disgrafia si manifesta nel periodo in cui il bambino inizia a personalizzare la sua scrittura ( seconda -terza scuola
primaria); le caratteristiche di questa difficoltà relative alla riproduzione dei grafemi sono:
- posizione e prensione: scrive in modo irregolare, impugnatura scorretta; posizione del corpo, del polso o della
mano inadeguata; disimpegno dell’altra mano nella funzione vicariante;
- orientamento nello spazio grafico: ridotta capacità di utilizzare lo spazio; non rispetta i margini del foglio, lascia
spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole; non segue la linea di scrittura; mancanza o ridotto campismo nella
scrittura;
- pressione sul foglio: pressione sul foglio inadeguata ( in eccesso o in difetto ); frequenti sincinesie;
- direzione del gesto grafico: inversioni nella direzionalità del gesto;
- produzioni e riproduzioni grafiche: difficoltà nella riproduzione grafica di figure geometriche; sviluppo del disegno
inadeguato;
- esecuzione di copie: copia di parole scorretta; scarsa coordinazione oculo manuale;
- dimensioni dei grafemi: scarso rispetto delle corrette dimensioni delle lettere;
- unione dei grafemi: la mano non scorre adeguatamente sul foglio; fatica a seguire con lo sguardo la propria
scrittura;
- ritmo grafico: alterazione del ritmo di scrittura; scrive con velocità eccessiva o con estrema lentezza; movimenti “a
scatti”; senza armonia del gesto e con frequenti interruzioni.
Disortografia
La disortografia si manifesta con le seguenti difficoltà nella transcodifica:
- confusione tra fonemi somiglianti: il bambino non traduce correttamente in simboli grafici i suoni alfabetici che
sono similari tra loro come “f-v”, “t-d”; “b-p” “l-r”;
- confusione tra grafemi simili: il bambino non traduce correttamente i segni alfabetici che presentano una
somiglianza nella forma come “p-b”;
- dimenticanza di parti di parole ( omissioni ) il bambino disortografico tende a omettere alcune parti della parola
come la doppia lettera (tappo-tapo), la vocale all’interno della parola (fiume-fume), la consonate interna alla parola
(tavolo-taolo);
- inversioni o trasposizioni: il bambino scrive la parola invertendo la posizione dei fonemi che la compongono
(semaforo-sefamoro).
- inserzioni: inserimento nelle parole di consonanti o vocali inopportune ( marmo – manrmo)
- difficoltà nel riutilizzo corretto dei gruppi consonantici complessi come gn, gh, gl, sc, str…
- Fusione illegale di sillabe: scrittura di parole unite fra loro.
Discalculia
La discalculia provoca difficoltà in due ambiti: nella sintassi dei numeri (le relazioni spaziali tra le cifre che
compongono un numero) e nel sistema del calcolo.
Gli errori sintattici dei numeri sono:
errori di conteggio (mancato controllo della struttura sintattica):
- ad es.: 1,2,3,4,15,16…(rispettato l’incremento ma non la categoria lessicale);
- ad esempio: 13,14,40,41,42… (mancato incremento e confusione del livello).
Mancato riconoscimento del valore dello zero nella transcodifica:
- ad esempio: centouno = 1001;
- errori di “lessicazione” completa o parziale;
- ad esempio: duecentocinquasette= 210057, ottocentosessantuno = 8100601.
Errori nell’unire gli elementi miscellanei con i numeri primitivi:
- relazioni moltiplicative rese additive: duecento=102; tremilasettanta = 1073;
- relazioni additive rese moltiplicative: centocinque=500; centoventirè=2300;millesette=7000.
Gli errori di calcolo invece sono :
- errori nel recupero di fatti aritmetici (tavola pitagorica, regole geometriche, regole aritmetiche,etc.)
- errori nel mantenimento e nel recupero delle procedure (algoritmi procedurali);
- errori nell’applicazione delle procedure;
- difficoltà di applicazione delle procedure algoritmiche nel problem solving;
-difficoltà nel recupero della memoria di lavoro – memory work
- difficoltà visuospaziali.
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A cura della referente per i DSA
Caterina Furci