C o m u n i c a t o s t a m p a - Berna, 13 marzo 2014
Sport e una «bella sudata» per scacciare l’influenza primaverile possono
avere ripercussioni sul cuore
È possibile che una «bella sudata» dovuta a un duro allenamento fisico si porti
via i germi della malattia? Per quanto consigliato, rimane comunque pericoloso.
Chi lo fa rischia in casi estremi un'infiammazione del muscolo cardiaco. Per il
bene del cuore la Fondazione Svizzera di Cardiologia consiglia pertanto: durante
e dopo un raffreddore con febbre o un’influenza primaverile evitare
l’allenamento.
L’imminente primavera risveglia il desiderio di riprendere con maggiore intensità
l’allenamento fisico dopo il lungo inverno. Improvvisamente però il naso comincia a
colare, gli arti diventano doloranti, si sente un prurito alla gola e il corpo si indebolisce.
Dimostrarsi forti in questo momento e voler rimettersi in salute con lo sforzo fisico e
una «bella sudata» sarebbe rischioso. Lo sport è infatti salutare e rinforza il cuore,
tuttavia solo se il corpo è in forma. Nel caso estremo, a causa del sovraccarico fisico i
virus possono colpire il muscolo cardiaco e provocare un’infiammazione, ovvero una
miocardite. È difficile valutare quanto spesso ciò avvenga, poiché i segnali sono
difficilmente riconoscibili. «Le persone colpite si sentono spossate, lamentano talvolta
sintomi come tachicardia, aritmia o persino vertigini. Tuttavia alla fin fine tutti questi
disturbi sono generici», così il Dott. Christian Marc Schmied, responsabile
dell’ambulatorio cardiologico e del reparto di cardiologia sportiva dell’Ospedale
Universitario di Zurigo, descrive la malattia. In ogni caso non la si deve mai
sottovalutare: nella forma più violenta può essere letale in pochi giorni. Nel 2-5
percento di sportivi – soprattutto giovani – vittime di morte per arresto cardiaco è
individuabile come causa una miocardite. Con il suo decorso insidioso, questa
patologia può indebolire definitivamente il cuore. Chi pratica sport con una miocardite
si espone inoltre al rischio acuto di sviluppare disturbi del ritmo cardiaco molto
pericolosi. Qualora sia diagnosticata una miocardite, in base alle direttive mediche va
prescritta un’interruzione delle attività sportive per sei mesi.
Curare il raffreddore e l’influenza
Sebbene l’«allenamento nonostante la malattia» non esiga necessariamente un prezzo
così elevato, lo specialista in cardiologia sportiva sconsiglia vivamente di correre il
rischio. Il consiglio è:
- In caso di infezione virale delle vie respiratorie o del tratto gastro-intestinale è
necessario aver riguardo del corpo. Ciò a maggior ragione qualora si aggiungano
febbre e dolori agli arti e il polso risulti accelerato, oppure quando scoppia una vera
e propria influenza. Ogni sforzo - anche con l’home trainer o sulle macchine per
l’allenamento muscolare – sarebbe deleterio.
- Dopo un’infezione con febbre ci si dovrebbe concedere una pausa di riposo dagli
allenamenti di almeno 48-72 ore, di una settimana dopo un’influenza.
- Chi si sente di nuovo bene, non avverte più dolori agli arti e riesce a svolgere
normalmente attività quotidiane come salire a piedi un piano di scale senza
rimanere senza fiato può ricominciare lentamente con un leggero allenamento di
potenziamento.
Il premio per un comportamento ragionevole: non si rischia di imbattersi subito nella
successiva infezione o persino in una pericolosa malattia cardiaca.
«Open window» per virus & Co.
Buon senso e riposo assicurano anche alle persone sane i migliori effetti sul cuore e il
rafforzamento delle difese immunitarie. Poiché il cuore e il sistema immunitario
prediligono l’attività sportiva nella giusta misura. Chi mette sotto sforzo il proprio corpo
troppo a lungo o troppo intensamente si espone ancora di più alle infiammazioni e alle
infezioni rispetto ai pantofolai. In effetti, già durante l’attività di preparazione alle gare, i
maratoneti si ammalano di infezioni alle vie respiratorie superiori più spesso rispetto
alle persone meno attive e dopo una gara impegnativa il rischio di ammalarsi può
crescere in misura esponenziale: determinate cellule e anticorpi presenti nel sangue
reagiscono infatti in modo sensibile allo stress elevato. Ciò lo si osserva già nei brevi
lassi di tempo: è stato provato che durante un duro allenamento, e anche per qualche
ora dopo, il sistema immunitario è indebolito e quindi i virus & Co. trovano una finestra
aperta per penetrare nell'organismo – la medicina ha coniato appositamente il termine
«open window».
«Pertanto chi, dopo un impegnativo allenamento di corsa sale subito in un autobus o
su un tram molto affollato, si espone a un elevato rischio di contagio. Dopo
l’allenamento è pertanto consigliabile evitare gli assembramenti di persone e attenersi
scrupolosamente alle consuete regole di igiene, lavandosi le mani ancora più
accuratamente rispetto al solito», spiega il Dott. Christian Marc Schmied. Il suo
consiglio personale per il cuore? «Nel corso dell’anno integrare le attività fisiche
quotidiane a un regolare allenamento di resistenza. Le persone che già praticano sport
possono fare ulteriori attività di potenziamento muscolare, di coordinamento o di
movimento e migliorare moderatamente la resistenza. Inoltre, sufficiente sonno e cibi
sani con molta frutta e verdura contribuiscono a un comportamento sportivamente
sano.»
Istruzione per i rappresentanti dei media:
Il comunicato stampa è disponibile su www.swissheart.ch/media.
Persone di contatto:
Fondazione Svizzera di Cardiologia
Peter Ferloni, responsabile comunicazione
Responsabile comunicazione
Fondazione Svizzera di Cardiologia
Schwarztorstrasse 18, casella postale 368
3000 Berna 14
Telefono 031 388 80 85
[email protected]
www.swissheart.ch
Informazioni mediche
Dott. Christian Marc Schmied
Responsabile Ambulatorio cardiologico
e Responsabile cardiologia sportiva
Universitäres Herzzentrum Zürich
Rämistrasse 100, 8091 Zurigo
Telefono 044 255 34 78
Fax 044 255 87 01
[email protected]
La Fondazione Svizzera di Cardiologia – Con impegno contro le cardiopatie e l'ictus cerebrale
Promuovendo la ricerca e con un ampio lavoro di informazione ci adoperiamo affinché diminuisca il
numero di persone affette da malattie cardiovascolari, si evitino le menomazioni o le morti premature
causate da infarto cardiaco o ictus cerebrale e, per le persone colpite, la vita rimanga degna di essere
vissuta. La Fondazione Svizzera di Cardiologia, fondata nel 1967, è un'organizzazione di pubblica utilità,
indipendente e certificata dalla fondazione ZEWO, che si finanzia principalmente attraverso le donazioni.
2/2