LA STORIA DEL CATTARO
LA STORIA DEL CATTARO
IL CATTARO AUTOAFFONDATO L’8 SETTEMBRE A
SANTA MARGHERITA NON ERA L’ EX
DALM
ACIJA,
MA L’INCROCIATORE AUSILIARIO EX
JUGOSLAVIJA
L’Incrociatore ausiliario Cattaro - D36 é ormeggiato di punta a Santa Margherita Ligure. La
nave appare staccata dalla banchina a causa del basso fondale.
(foto di Giuliano Gotuzzo, per gentile concessione della signora Nuccia Gotuzzo)
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LA STORIA DEL CATTARO
Una ricostruzione storica finalmente “attendibile” dell’autoaffondamento dell’Incrociatore
Ausiliario CATTARO D-36, caduta nell’oblio per molti decenni, é stata possibile grazie al
materiale fotografico e alle testimonianze messe a disposizione da Nuccia Gottuzzo, vedova di
Giuliano Gotuzzo, appassionato di storia locale ed esperto fotografo, mancato nel 2007, e per la
consulenza del Comitato scientifico di “STORIA MILITARE”. Tuttavia, per capire a fondo lo
“strano” dilemma, diamo subito la parola a Giuliano Gotuzzo:
“Nel primo dopo guerra la marina cominciò la stampa di libri, sempre più precisi. In uno di que
sti
fu
fatto
un
elenco
delle
navi
perdute,
con cause e luogo
della
perdita.
Nel 1943
un'altra
nave
Cattaro
italiana,
ma
completamente diversa,
era
l'
ex
jugoslava
Dalmacjia
, ex
incrociatore
leggero
tedesco
Niobe
, catturata
dai
tedeschi
e
d
affondò
nel
1943 in
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LA STORIA DEL CATTARO
Adriatico.
Ed
io
mi
sentii
in
dovere
di
comunicare
che a
S.
Margherita
era affondata
un'altra
Cattaro
.
La lettera che segue é dello Stato Maggiore della Marina, é datata 6 Agosto 1951, ed é la
risposta all’istanza di chiarezza posta da Giuliano Gotuzzo. Purtroppo, da quanto si legge al
punto n. 4 della stessa, si evince la totale disinformazione e conoscenza dei fatti.
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LA STORIA DEL CATTARO
“Su dei fogli trovati in mare c'e timbrato in modo chiaro R. Cannoniera Cattaro. Fui un po'
ingenuo: credevo che avrebbero capito che si trattava di un'altra nave. Mi risposero che loro
conoscevano una sola
Cattaro
affondata in Adriatico e che più o meno dovevo aver preso un abbaglio. Sono passati tanti
anni
e, prima su una pubblicazione dell'Ufficio Storico risultarono le due
Cattaro
, elencate come giusto in due categorie diverse. In un numero recente della Rivista Marittima,
organo dell'ufficio Storico, c'e un articolo che parla delle due
Cattar
o e mi rende giustizia. Ciò non vuol dire niente, mi basta sapere che anche il
Cattaro
che ho visto affondare è esistito e che non ho sognato. Non fu affatto un sogno, se mai un
incubo. La nave inclinata in porto coperta dal mare, una grande nuvola nera la sovrastava e un
certo momento si mescolò ad altra nuvola bianca. Stavano facendo scaricare il vapore dalle
caldaie e fu un bene perchè a contatto del mare avrebbero potuto esplodere”.
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LA STORIA DEL CATTARO
(Documentazione di Giuliano Gotuzzo. Per gentile concessione della Signora Nuccia
Gotuzzo)
L’incrociatore ausiliario CATTARO si é autoaffondato nel porto di Santa Margherita Ligure per
non cadere nelle mani dei tedeschi. In questa importante istantanea che certifica l’avvenimento,
l’unità appare già abbandonata dall’equipaggio.
(Foto di Giuliano Gotuzzo. Per gentile concessione della signora Nuccia Gotuzzo)
Storia della Nave
Ordinata come piroscafo passeggeri con il nome di Hunyad dalla Società per Azioni Ungaro-Cr
oata di Navigazione Marittima a Vapore (Magyar Horvát Tengeri Gőzhajózási RT, con sede a
Fiume
), la
nave venne impostata nei cantieri fiumani Ganz &Comp. Danubius Maschinen, Waggon un
Schiffbau A.G.
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LA STORIA DEL CATTARO
(Fiume faceva all’epoca parte dell’Impero Austro-Ungarico)
nel 1916, con numero
di scafo
68, ma la costruzione
venne sospesa a causa della Prima guerra mondiale.
Nel 1920 la nave, ancora incompleta, venne varata al solo scopo di liberare lo scalo. Nello
stesso anno l’incompleto Hunyad (identificato solo come scafo numero 68, non avendo mai
ricevuto il proprio nome) passò sotto bandiera jugoslava
, ma rimase incompiuto ed inutilizzato per oltre un decennio, in quanto la compagnia
proprietaria – divenuta frattanto, a seguito della dissoluzione dell'Impero Austro-Ungarico,
Società per Azioni Croata di Navigazione Marittima a Vapore (Hrvatsko Dioničko Pomorsko
Parobrodarsko Društvo) – non necessitava di piroscafi postali per il servizio costiero
della Dalmazia.
All’inizio deglianni trenta, tuttavia, la situazione cambiò: stante la crescente popolarità deiviaggi
di vacanza
lungo le coste.adriatiche, la società di navigazione
jugoslava Jadranska Plovidba Dioničko Parobrodarsko Društvo di Sussak
(ovvero l'ex Società per Azioni Croata, che aveva nuovamente cambiato nome a seguito della
nascita del Regno di Jugoslavia
), attiva sulle rotte costiere dalmate, stipulò con i Cantieri del Quarnaro
(Cantieri Danubius erano infatti divenuti Cantieri del Quarnaro a seguito dell’ annessione di
Fiume all'Italia)
un contratto
per la ricostruzione e completamento dello scafo incompiuto dell'Hunyad.
Rinumerato come scafo numero 139, lo scafo incompleto venne quindi riportato in cantiere e tra
il 1932 ed il 1933 i lavori ripresero: nel febbraio 1933 il piroscafo, ribattezzato Jugoslavija ed
iscritto con matricola 9 presso il Compartimento marittimo di Spalato.
Entrò in servizio sulle linee della Dalmazia.
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LA STORIA DEL CATTARO
Lo Jugoslavija, una volta completato, risultò essere un piccolo piroscafo per trasporto di merci e
passeggeri da 1275 tonnellate di stazza lorda e 628 tonnellate di stazza netta. Grazie a due
macchine a vapore a quadruplice espansione
ed a quattro cilindri prodotte dalla
Harland & Wolff di Belfast, la nave poteva raggiungere la buona velocità di 15,5 nodi.
Caratteristiche:
Incrociatore Ausiliario CATTARO D-36 ex Jugoslavia - ex
Hunyad
Dislocamento: 1280 t. - Stazza lorda: 1275 tsl – Lunghezza: 78,50 (76,50) m. Larghezza: 10,45
(10,50) m. –
Pescaggio
: 4,11 m. –
Propulsione
: 2 macchine a vapore a quattro cilindri a quadruplice espansione Harland & Wolf – 2 eliche –
Velocità
: 15,5 nodi
Tipo
: Piroscafo passeggeri dal 1933 al 1942 – Incrociatore Ausiliario 1942 – 1943–
Armatore
: Jadranska Plovidba D.D. 1932 – 1934 – Requisito dalla Regia Marina 1942 – 1943
Identificazione
: D 36 (come unità militare) –
Costruttori
: Cantiere Danubius, Fiume del Quarnaro, Fiume (completamento).
Impostat
a
: 1916 Varata
: 1920 Entrata in Servizio
: Febbraio 1933 come nave civile, 13 marzo 1942 come unità militare.
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LA STORIA DEL CATTARO
Destino finale
:
autoaffondato, poi catturato da truppe tedesche il 9 settembre 1943, affondato nel 1944,
recuperato e demolito nel 1947.
Armamento
: 2 pezzi da 100/47 mm (??), 2 pezzi da 76/40, 4 mitragliere da 20/65, 2 scaricabombe di
profondità (??)
RICERCHE-TESTIMONIANZE
Il Comitato scientifico della rivista “Storia Militare”, di cui fa parte lo storico Maurizio
Brescia, ha dedicato insieme al suo Direttore, il comandante Erminio Bagnasco, un’approfondita
ricerca sull’autoaffondamento del CATTARO nel porto di Santa Margherita Ligure. Come
vedremo, la questione era tutt’altro che chiara, dal momento che navi con quel nome ce ne
furono due o forse altre, ognuna delle quali ebbe un epilogo non sempre chiaro a causa delle
vicissitudini patite dalla nostra nazione a partire da quella fatidica data che fu l’8 settembre
1943.
Dal sito ufficiale della Marina Militare. Catturata, passata sotto bandiera italiana e
ribattezzata
Cattaro in seguito all'invasione
italo-tedesca della Jugoslavia, l’8 gennaio 1942 la nave venne requisita a Fiume dalla Regia
Marina
ed iscritta nel ruolo del
Naviglio ausiliario dello Stato come Incrociatore Ausiliario,
con caratteristica
D 36
. Armata con due cannoni da 100/47 mm, uno da 76/40 mm, quattro mitragliere da 20/65 mm e
due scaricabombe antisommergibile per bombe di profondità, l’unità venne destinata a compiti
di scorta convogli. Le fonti sono piuttosto contraddittorie circa la sorte del
Cattaro
dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943. Secondo alcune fonti, il 9 settembre 1943, all’indomani
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LA STORIA DEL CATTARO
dell’annuncio, l’incrociatore ausiliario si autoaffondò a Santa Margherita Ligure;
recuperato dalle truppe tedesche, venne da queste nuovamente autoaffondato il 22 marzo
1944, per ostruire l’ingresso delporto di Livorno.
Il 14 giugno 1944 (ma più probabilmente il 13, quando la città
venne effettivamente bombardata da aerei della 12th USAAF
con obiettivo il porto.
Bombardamenti aerei sulle città italiane nel 1944 . Durante un bombardamento aereo su
Livorno, il relitto
venne colpito ed
ulteriormente danneggiato per altra fonte i tedeschi recuperarono la nave e si prepararono ad
autoaffondarla il 29 marzo 1944, ma l’unità venne in realtà affondata da un bombardamento
aereo il 14 giugno 1944.. Riportato a galla nel 1945, il relitto venne nuovamente ribattezzato
Jugoslavija
e formalmente restituito alla Jugoslavia:
giudicato tuttavia troppo danneggiato per una sua riparazione, venne rimorchiato a Spalato nel
1947 e quindi demolito. Per altre fonti, il 9 settembre 1943
Navypedia , in seguito alla proclamazione dell’armistizio, il Cattaro venne catturato dalle
truppe tedesche, e nel febbraio 1944 si trovava in efficienza ed impiegato nei collegamenti con
la Dalmazia, ma nel corso dello stesso anno venne gravemente danneggiato da aerei Alleati.
Sempre secondo tali fonti, il
Cattaro
affondò nelle acque della città da cui aveva preso il proprio nome, CATTARO
, successivamente al febbraio 1944, per cause non precisate.
Il dott. Maurizio Brescia così sintetizza la vicenda del CATTARO:
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LA STORIA DEL CATTARO
“Il mistero dei due Cattaro è stato risolto, le risultanze delle nostre ricerche sono le seguenti:
partiamo dal fatto che, durante la Seconda guerra mondiale, la Regia Marina ha avuto in
servizio due unità con il nome di
Cattaro. La prima era la grossa
cannoniera ex-jugoslava
Dal
macija
(già incrociatore tedesco Niobe della prima guerra mondiale), incorporata nella Regia Marina ad
aprile del 1941 con il nome di
Cattar
o, dopo la caduta della Jugoslavia. Caduta in mano tedesca a Pola dopo l'8 settembre, andò
perduta in Adriatico il 22 dicembre 1943, nel corso di un combattimento con motosiluranti
inglesi. Questa unità NON è quella presente a Santa M.L. La seconda era il piccolo piroscafo
passeggeri jugoslavo
Jugoslavija
(1.275 tsl, costruito nel 1933) anch'esso di preda bellica, immesso in servizio nell'estate del
1941 come incrociatore ausiliario
D.36 Cattaro
.
Ed eccoci allo "scoop"
L'Ufficio Storico della Marina (USMM), nel suo volume “Navi mercantili perdute” (gli incrociatori
ausiliari erano considerati navi mercantili, ancorché requisite dalla Marina, ecco il perché di un
nome già assegnato ad un'unità effettivamente militare [la cannoniera Cattaro]) riporta
testualmente che
"... Dopo l'8 settembre [l'incrociatore ausiliario
Cattaro
] rimase in territorio controllato dai tedeschi. Notizie non documentate lo davano, nel febbraio
1944, efficiente e adibito al traffico con la Dalmazia; altre, invece, lo davano per affondato nelle
acque di Cattaro in epoca imprecisata, ma probabilmente dopo il febbraio 1944".
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LA STORIA DEL CATTARO
Come si può notare, si tratta di notizie vaghe e imprecise, riprese peraltro anche in un articolo
dello storico Tullio Marcon sugli incrociatori ausiliari italiani, pubblicato qualche anno fa su
"Storia militare".
Le due fotografie appartenenti all’archivio di Giuliano Gotuzzo raffigurano invece proprio
l'incrociatore ausiliario Cattaro prima in galleggiamento e poi parzialmente affondato a Santa
Margherita e NON in Adriatico. Tra l'altro, il
Cattaro (incrociatore
ausiliario) avrebbe potuto trasferirsi in Adriatico solo entro il giugno 1943, poi - una volta
effettuati gli sbarchi alleati in Sicilia - le navi del Tirreno restavano nel Tirreno, e quelle
dell'Adriatico in Adriatico...
Quindi, la fotografia - confermandosene la datazione attorno all'8 settembre 1943 (poco prima
la foto con la nave in galleggiamento, poco dopo quella con la nave parzialmente affondata),
dimostra che il Cattaro non fu perduto in Adriatico come riportato dal volume dell'USMM, ma
venne autoaffondato nel Tigullio poco dopo l'8 settembre. Poiché, comunque, del relitto si
persero le tracce nel dopoguerra, è più che verosimile che la nave sia stata demolita in Liguria
prima della fine del conflitto o - più facilmente ancora - subito dopo. L'identificazione del
Cattaro
è certa, sulla base della corrispondenza tra le foto del G. Gotuzzo e alcune immagini facenti
parte della collezione del com.te Bagnasco. Confermo - quindi - che la nave della foto è
l'incrociatore ausiliario
Cattaro
(ex piroscafo
Jugoslavija
) e non la cannoniera
Cattaro
(ex-Dalmacija, ex-Niobe).
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LA STORIA DEL CATTARO
Ho esaminato attentamente la foto ad alta definizione del Cattaro e confermo che il pezzo di
artiglieria visibile a poppa è un cannone da 76/23 mod. Armstrong 1914; la mitragliera sul cielo
della tuga più verso proravia, installata nella piazzola circolare, è una Breda 8 mm mod. 1937.
La colorazione mimetica della nave è quella "standard" su due toni di grigio chiaro e scuro,
adottata già nel 1942; lo schema del lato dritto è il cosiddetto "2B" per navi mercantili.
Relativamente all'armamento, il sito ufficiale della MM riporta il seguente:
2 cannoni da 100/47 mm
1 cannone da 76/40 mm
4 mtg da 20/65 mm
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LA STORIA DEL CATTARO
2 scaricabombe
Tuttavia, i dati sono sbagliati: il pezzo poppiero è un 76/23 (esisteva il 76/30, ma il 76/40 per
impiego navale non esiste...) e due cannoni da 100 mm (per forza di cose installati a prora) mi
sembrano troppi per una nave così piccola... Ritorneremo sull’argomento “Armamento” in un
secondo tempo, dopo aver consultato presso l'Ufficio Storico della MM a Roma il faldone
relativo alla trasformazione del Cattaro in incrociatore ausiliario. I dati soprariportati vanno
verificati.
Una doverosa precisazione:
IL CATTARO presente a Santa Margherita Ligure non era una “nave civetta”. Nessuna nave
italiana fu impiegata durante la Seconda guerra mondiale come "nave civetta": in questa
categoria vanno ricomprese soprattutto piccole unità britanniche definite "Q-ships" che -
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LA STORIA DEL CATTARO
particolarmente tra il 1914 e il 1918 - erano attrezzate per apparire innocui pescherecci ma che,
dotate di cannoni celati da paratie abbattibili, conseguirono alcuni successi affondando alcuni
sommergibili tedeschi che le attaccavano in superficie per affondarle a cannonate (le piccole
dimensioni di queste unità non giustificavano l'uso di costosi siluri
). Durante la
seconda guerra mondiale non furono utilizzate "navi civetta" da pressoché nessuna marina
belligerante. Un discorso a parte merita l'impiego degli incrociatori corsari della Kriegsmarine,
ma qui si trattava di grosse unità adattate per il contrasto alla navigazione mercantile d'altura
avversaria, ed è tutta un'altra storia. Tra il 1941 e il 1943, l'incrociatore ausiliario
Cattaro
- in ragione delle ridotte dimensioni - fu utilizzato soprattutto per la vigilanza foranea e la scorta
a piccoli convogli in acque nazionali.”
Una testimonianza significativa
Un giovane testimone di allora, all’epoca diciassettenne, così ricorda il Cattaro:
“L'imbarcazione Cattaro era apparentemente civile, ma era armata. Ricordo un pezzo unico a
poppa, neanche tanto mascherato. Un cannone navale (non pareva prolungato 90), poco più di
40 mm, come erano a terra le mitragliere. Non ricordo se avesse una base circolare da
brandeggio. L’unità era un ibrido, tanto che l'avevamo definito “nave civetta”, ma era
palesemente difensiva, per quello che poteva. Pareva non antiarea. Credo che l'equipaggio
fosse militarizzato, non marinai effettivi della Regia Marina. O forse sì. Non lo so. Chiederò ai
pochi vecchissimi. Amnesici come me. Un giorno un aereo vagante ‘esploratore inglese’
passava a media altezza, e dal molo le bettoline lo bersagliarono. Si allontanò verso il largo,
poi tornò silenzioso dal monte, provò la mitragliera contro di me e un mio compagno di classe,
e mitragliò il molo ben bene e se ne andò.
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LA STORIA DEL CATTARO
Il Cattaro, come mostra questa immagine, ha raggiunto il massimo sbandamento e si é
adagiato sul fondo
. E’ sparito lo scafo mimetizzato ed emergono solo le
soprastrutture e le armi rese ormai inoffensive.
(Foto di Giuliano Gotuzzo. Per gentile concessione della signora Nuccia Gotuzzo)
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LA STORIA DEL CATTARO
Il Cattaro era fuori gioco, inclinato, per me di più di quanto non sia nella fotografia. Da lei non
venne reazione.
Però, vedersi arrivare i colpi vicini, uno a destra e due a sinistra sul muretto, e udire il rumore
della mitraglia é un fatto che si ricorda.... Ma avevo diciassette anni e tutto era esperienza.
Penso che il ‘fondo fotografico’ Gotuzzo non abbia perso l'occasione di documentare
quell'argomento. Il mite, silenzioso Gotuzzo da ragazzo usciva in barca a fotografare TUTTE le
navi che capitavano in rada, insieme al suo coetaneo Pettinati. Sopratutto navi militari.
Il Cattaro era, come si può vedere, una carretta o anche meno. Nel 1943 il Cattaro era lì,
attraccato al molo sotto la casa grande, tranquilla.
Tra ragazzi si diceva: “é una nave civetta”. Era lì, marrone e nera, tranquilla. Sembrava una
vecchia carretta a vapore.
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LA STORIA DEL CATTARO
L'8 settembre, alle sette di sera ricordo due marinai, di corsa, in via Favale, con una macchina
da scrivere da dare a chi la volesse, a nostra meraviglia, perchè? Forse in cambio di vestiti
civili, avevano premura, erano pressati. Il Cattaro si era autoaffondato, loro si disperdevano.
Si diceva che uno, Ciro Roggero, si fermasse dalla stiratrice, la Lea, che poi sposò. Alle otto di
sera, dal poggiolo alto di casa, ho visto in fondo di via Favale, sulla strada del porto, passare
due tedeschi accucciati col fucile imbracciato, erano diretti a Portofino. L'indomani sul muro
c’era il manifesto della “Kommandantur” che imponeva il coprifuoco, il divieto di assembramento
e la consegna delle armi tenute in casa. Mettemmo di notte la pistola di ordinanza di papà in
un muro della strada e la ricuperammo a guerra finita.
Poco dopo, in inverno, per prendere l'acqua di mare pulitissima per fare il sale in casa, uscivo
con un fiasco spagliato sotto il cappotto pesante e andavo nel porto, davanti al Cattaro
inclinato, vuoto come il molo e le strade, con le alghe sulla chiglia. Restò lì fino a fine guerra.
Nel porto riparavano le bettoline dei tedeschi che nottetempo, con i ponti stradali e ferroviari
bombardati e distrutti, trasportavano materiale via mare. Nel silenzio del buio della notte si
sentiva pot pot pot ... e s’immaginava la processione di bettoline in fila. Per questo passava
l'aereo isolato, l'ubiquitario Pippeto, che lanciava nel cielo un bengala. Quando poi il porto fu
pieno di corvette inglesi (tra cui la H.M.S. Circe , sfidata e battuta dalla Waterpolo Paraggi 5 a
2 il 26 luglio 1945) il
Cattaro sembrava una
cosa melanconica, ingombrante ed inutile.
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LA STORIA DEL CATTARO
Un giorno non fu più lì. Scomparve. I giorni di guerra andavano via.
Per me la nave si autoaffondò la sera dell'8 settembre, verso le sei-sette di sera.
Di effetto personale le barche a vela lì vicine, perchè fino a quel giorno avevamo fatto l'estate
balneare normale e noi ragazzi vivevamo una vita di paese usuale, nei limiti degli episodi
bellici, localmente rari. I passaggi di aerei alti prendevano come punto di riferimento il Monte di
Portofino per poi divergere per andare a bombardare Torino, Milano o Verona. Da Genova si
sentivano le esplosioni. San Benigno fece un rumore enorme. Tutto passa.”
Altri CETI provenienti dalla calata di Santa: “Tutti sapevano che la CATTARO era stata una
nave passeggeri, ma la gente non cercava le porcellane, i servizi di posate, bicchieri e piatti, ma
piuttosto ciò che era rimasto in cambusa. E tra gli anziani pescatori qualcuno ricorda ancora
che nottetempo la nave veniva ‘visitata’ dai pescatori
che cercavano di recuperare le attrezzature che gli servivano per lavorare: cavi, catene,
maniglioni, grilli, redance, cime di ogni calibro...”
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LA STORIA DEL CATTARO
COME E’ NATO IL MIO SOGNO
di Giuliano Gotuzzo
Era estate del 1943. Tutto sembrava procedere come al solito. Giornate piene di sole, il mare t
ranquillo,
i
primi
bagni,
qualche
giro con
una
piccola
barca
a
remi.
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LA STORIA DEL CATTARO
L’incrociatore
ausiliario
CATTARO
si
trova
L’unità
notare
Sulla
entrambe
più
a zona
destra
destra,
chiaramente
éèAlto
sullo
appartenenti
éTirreno
in
l’sfondo
primo
sia
piano,
a poi
alla
la
sinistra.
mimetizzazione
classe
vedono
Laprecisione
“Ciclone”.
sua
due
posizione
alla
Torpediniere
La
fonda
due
nave
vista
pezzi
anel
in
sinistra
(o
porto
sezione
da
avvisi
76di émm
scorta)
longitudinale, Santa
dislocati
classe
ormeggiate
Margherita
a“Ciclone”.
prua
ci
epotrebbe
Ligure.
dianel
punta,
L’unità
poppa.
Impavido.
Ligure
/la
per
l'estate
1943
èSalerno
ben
documentata.
(la
cui
presenza
Mardi
La
possibile
datare
foto
identificare
foto
molto
di
Livorno
intorno
scura
con
e
al
e
non
giugno/luglio
maggior
in
cisiquella
consente
di1943,
di che
vedere
anche
lai nave
lo
perché
schema
“di
sinistra”
da
agosto
mimetico,
edella
darle
in
poi
inun
base
l'unità
nome.
al
operò
quale
Siconsente
prima
sarebbe
.nella
(Foto
di
Giuliano
Gotuzzo.
Per
concessione
della
signora
Nuccia
Gotuzzo)
Arrivarono
alcune
torpediniere
egentile
si ormeggiarono
nel porto. Erano mimetizzate e quando entra
vano
u
sciva
n
o
imarinai,
che
erano
su
quelle
barche,
avevano
sempre
indosso
dei
salvagente
rossi.
Non
erano
isoliti
salvagente
che
eravamo
abituati
a
vedere,
ma
quasi
casacche
senza
maniche.
No
iragazzi
correvamo
a
vposizione
edere
le
n
avi
quando
uscivano
o
entravano
ormeggiavano
scostate
dalla
banchina,
ma
in
ad
essa.
lo
quasi
per
case si
o
iparallela
ncominciai
un
piccolo
traffico.
Andavo
con
lala catena
barchetta
nel
punto
dove
dell'ancora,
che
scendeva
da
prua,
spariva
nell'acqua.
Abbarbicati
al
la
catena
scendevano
un
paio
di
marinai,
stendevano
la
perche si
farsi
no
ta
rdentro
e barca
ilmeno
possibile.
Io
remando
liportavo
a
prendere
terra
dall'altra
parte
del
porto.
Ricevevo
in
cambio
tanti
ringraziamenti
e
spesso
una
o
due
sigarette.
A
volte
cercavo
di
rifiutarle,
ma
spesso
finivo
per
accettarle,
vista
l'insistenza
con
cui
mi
venivano
offerte.
Ripensandoci
ora
provo
quasi
rimorso
per
averlo
fatto,
perchè
capisco
che
siera
privavano
di
qualcosa
allora
molto
preziosa.
Non
ancora
partita
la
campagna
antifumo
e
quegli
uomini
correvano
rischi
ben
maggiori
di
quelli
che
potevano
venire
dal
fumo.
Poi
ò
u
na
certa
data
,larriv
'8
settembre
1943
agran
era
sulle
navi,
ed
anche
a
te
erra
,chi
p
arve
una
giornata
di
festa.
Dicevano
che
era
finita
la
guerra;
si
sentiva
anche
il
suono
di
una
fisarmonica.
Ma
la
guerra
non
era
finita.
Anzi
stava
iniziando
ilpurtroppo
periodo
peggiore,
che
coinvolgeva
tutti,
anche
chi
fino
allora
a
leggere
irimasto
giornali
o ad era
ascoltare
bollettini.
Nel
piano,
suggestivo
due
sommergibili
sfondo
di
Santa
Ligure
s’intravedono
deicostr.ne
Leudi Gotuzzo)
Rivani.
InLa
primo
tipo
"H"
unità
non
èoppure
facilmente
(costruzione
ma potrebbe
1916-1918,
essere
un
su
piani
inglesi).
terza
"X"
(del
1918)
un
"Micca"
(“classe”
ilidentificabile,
1919
e ilMargherita
1921).
(Foto
di costruita
Giuliano
Gotuzzo.
Per
gentile
della
signora
Nuccia
La
mattina
del
9 letra
navi
partirono
e con concessione
esse
anche
la
nave
Cattaro,
piccolo
incrociatore
ario.
ausili
La
festa
era
già
finita.
Combinazione
vo
ltutto
e
che
l'incrociatore
si
mettesse
in
moto
prima
di
aver
recuperato
del
l'ancora,
che
rimase
impigliata
negli
ormeggi
dei
due
panfili
più
grandi
più
belli
che
di solito
sostavano
nel
porto:
il“Q
uadrifoglio”
e
”A
nnabella”
.Ila
due
panfili
ebbero
gli
ormeggi
di
poppa
rovinati
con
danni
anche
a
bordo.
Erano
ormeggiati
al
banchina
davanti
pescheria.
Poi
tutte
le
n
avi
presero
iltorpediniere.
Inaspettatamente
dop
o
u
nlargo.
po'
di
tempo
il sisi ormeggiavano le
Cattaro
tornò
indietro,
si
ormeggiò
dove
diche,
solito
L'equipaggio
cominciò
ad
abbandonare
la
nave,
che
autoaffondò.
Prima
appoggiata
sul
fondo
ed
inclinata,
si
fermasse,
fu
presa
d'assalto
dagli
abitanti
del
luogo.
Ci
fu
qualcuno
che,
più
fortunato,
tr
del
caffé
iovò
più
si dire che la popolazione fornì a quei marinai dei vestiti civili
accontentarono
di
unda
materasso.
C’é
e molti furono accolti nelle
case
e
o
spitati.
Col
tempo
non
pochi
finirono
per
sposarsi
con
ragazze
del
luogo:
alcuni
vivono
ancora
tra
noi
e
sono
tutte
persone
che
hanno
saputo
farsi
una
posizione:
sono
stimati
e
benvoluti.
Poi arrivarono i tedeschi che spararono dei colpi contro la nave, ma tutto si concluse in
modo
incruento.
dopo
lunghe
fatiche,
fu
recuperata
e
rvoce
imorchiata
Gen Poilala nave,
o
vverso
aonsi sparse
.N
l'ho
mai
saputo
con
certezza,
ma
che
durante
ilrimorchio
sia
di
nuovo
affondata
.Io
non
partecipai
all'assalto
all
a
nave,
perché
i
miei
non
mi
lasciavano uscire, e giustamente.
Rimasi
in
casa
e
da povera
dietro
ivetri,
emozionato,
vidi
morire
quella
nave.
Sarò
troppo
sensibi
le
ma
quello
spettacolo
mi
rattristò
molto.
Mentre
affondava
dal
suo
interno
uscivano
sibili
e
rumori
che
almeno
alle
mie
orecchie
sono
parsi
lamenti
e
grida
di
aiuto.
Nessuno
era
ache
bordo,
ma
le
e
iche
lamenti
venivano
dalla
nave
che
improvvisamente
mi
parve
essere
un
cosa
viva
moriva
e
cercava
di
respingere
da
se
quel
destino
che
ormai
l'attendeva.
Era
tornata
nto
a La
Spezia,
che
era
gia indietro perchè le sue caldaie andavano a carbone e avrebbe dovuto fare rifornime
stata
occupata”.
NOTE
STORICHE
Dallo
integralmente
storico
Maurizio
per
gli
appassionati
Brescia
riceviamo
dièstoria, lanel
segnalazione
nonché la breve
delsua
sito
nota
olandese
qui diun'autentica
seguito:
che
riportiamo
”Ci
sono
notizie
sulla
fine
del
Cattaro
dell'armistizio.
primaria
per
le
Tra
navi
l'altro,
mercantili
tra
le
e
fonti
i
mercantili
citato
che
quadrano
militarizzati”.
l'autorevole
con
sito
la
"Miramar",
presenza
nel
Tigullio
fonte
all'atto
Riportiamo
integralmente
quanto
riportato
seguente
sito
olandese:
http://fleetfilerotterdam.nl/jugo33_txt_eng.htm
ss
Jugoslavija
(1933)
Jadranska Plovidba d.d. Sušak, Yugoslavia
The
Jugoslavija
suspended
sister
Pursuant
didn’t
company
hull.
As
to
need
the
to
ordered
because
any
the
Visegrád.
express
1920
was
a
new
of
peace
one
In
World
steamers
flagship,
1920
of
treaty
the
War
the
three
the
at
shipyard
I.
the
She
the
Prestolonaslednik
ships
ship
time.
was
belonged
launched
in
ordered
This
Jadranska’s
changed
to
the
inliner
Yugoslavia,
Petar,
1913
unfinished
fleet
in
by
and
the
of
Ungaro-Croata
which
also
but
hull
Jadranska
remembered
thirties,
to
construction
free-up
when
tois
the
Plovidba
become
the
was
the
slipway.
rusting
a a
Jugoslavija
was
repair
sold
during
for
scrap
an
air
inraid
1947.
on
Livorno,
Italy
she
in
entered
1944.
service
Returned
in
to
1933.
post-war
She
was
Yugoslavia,
damaged
the
beyond
wreck
Yard
Number
68
(Hunyad)
(1916)
In
Austro-Hungarian
Comp.
1913
Danubius
Società
in
Maschinen-,
Empire
Azione
orders
Ungaro-Croata
Waggonadel
copy
und
of
di
the
Navigazione
Schiffbau-A.G.,
express
Marittima
Visegrád
Fiume,
a
to
Vapore
(1913)
be
called
from
at
Fiume,
Ganz
&
Hunyad.
Hunyad
war,
68
The
treaty
powers.
large
re-established
ishull
hull
1916
launched
new
Hungary
is
The
falls
passenger
resumed
the
hull
to
name
as
without
ceded
the
remains
Cantieri
Kingdom
at
of
ship.
its
anamegiving
a
slow
merchant
Hungarian
unused
Navale
In
Yugoslavia,
pace
1924
for
to
fleet,
ceremony,
comitat.
over
Quarnero.
free-up
the
including
pursuant
shipyard,
adelivered,
decade,
1914
the
while
slipway.
In
ships
to
which
Ungaro-Croata
as
construction
the
no
under
isQuarnero
Yugoslavian
still
1920
construction,
Hungarian-owned,
of
isearly
Trianon
is
the
suspended
in
unfinished
company
liquidation
(1920).
to
the
because
Allied
Yard
In
is
at
in
this
that
need
Number
of
peace
time.
the
of
Jugoslavija
(1933)
In
popularity
Wigham
the
the
early
Richardson
of
thirties
leisure
Jadranska
trips
in
England,
along
Plovidba
the
while
Adriatic
Cantieri
d.d.,
coast,
Sušak,
Navale
orders
Kingdom
del
aTreaty
new
Yugoslavia,
flagship
is
contracted
from
in
view
Swan,
of
to
the
Hunter
finish-off
growing
&
revised
on
of
the
many
Hunyad.
points.
Yard
February
number
1933
139
was
assigned
named
for
this
project,
of
which
the
design
is
Jugoslavija.
Split.
are
the
Put
Prestolonaslednik
into
service
on
the
Petar
international
(1931),
and
coastal
express
lines,
where
her
Port
running
registry
mates
is
Karadjordje
(1913),
Ljubljana
(1904)
and
Zagreb
(1902).
Cattaro/D
36
(1941)
1941,
forces.
after
Renamed
Germany
and
Italy
invaded
the
Kingdom
Yugoslavia,
seized
by
the
Italian
armed
Cattaro.
18
Fiume
day
German
entrance
wreck
after
is
rebuilt
heavily
armed
Italy’s
of
Livorno,
and
forces.
22
surrender
damaged
armed
Italy
as
(also
was
during
an
March
announced,
known
auxiliary
January
an
1944
air
as
raid
cruiser
1942
scuttled
Leghorn
scuttled
on
put
Livorno.
(name
by
to
under
at
the
English
Santa
pennant
Germans
command
speakers).
14
Margharita,
D
36).
9
to
of
blockade
the
Italy.
Regia
September
June
Raised
the
Marina.
harbour
1944
by
1943,
At
the
the
the
After
of
the
the
war
work
begins
on
clearing
the
harbour
entrance
of
Livorno.
Ownership
of
the
wreck
Jugoslavija
is
formally
returned
to
Yugoslavia.
1947 towed to Split, Yugoslavija, and broken up.
Gotuzzo e sua
Nuccia
Giuliano
RINGRAZIAMENTO
AL moglie
SIGNORE
di Giuliano Gotuzzo
20 / 26
LA STORIA DEL CATTARO
Grazie Signore per tutte le cose belle che ho visto, per tutte le persone buone e cortesi che hai
permesso di conoscere, per tutti i dolci ricordi che mi allieteranno la vita fine a che durerà.
Grazie per i sogni meravigliosi, rimasti tali, ma non importa. Grazie per avermi dato coraggio nei
momenti tristi, e sono purtroppo molti. Ma la fede in te me li ha sempre resi sopportabili anche
quando non lo sarebbero stati per niente. Grazie, o mio Signore, per la fede che mi hai donato e
conservato.
Grazie per avermi fatto nascere in una meravigliosa famiglia che ho tentato di riprodurre a mia
volta, ma con risultati decisamente scarsi. Grazie lo stesso, io ho sempre fatto come meglio ho
potuto. Grazie per i meravigliosi suoni ai quali mi sono estasiato. Grazie per i superbi esempi
di dirittura morale e di amor di patria, di cui ho potuto venire a conoscenza.
Grazie per tutti i maestri e professori che insegnavano bene la loro materia, ma insegnavano
anche a vivere. Grazie per avermi fatto nascere in questa Italia meravigliosa, ora un po’ in
crisi, ma che, spero tanto, risorgerà più bella di prima.
21 / 26
LA STORIA DEL CATTARO
Fatti coraggio Patria mia, il brutto passerà, ritornerai a risplendere come non mai. Signore
accoratamente ti prego: mantieni sempre unita l'Italia e fa che gli Italiani si sentano un sol
popolo e vivano in pace almeno tra loro. Quando morì mio padre molta gente che mi fermava
per dirmi il suo dispiacere mi diceva: coraggio, cerca d'essere come era tuo padre e sarai sulla
strada giusta. Cosi ho sempre cercato di fare ma eguagliare mio padre era impossibile. Ho
fermamente tentato. Chissà se ci sono riuscito? Poi ci sono anche state tante cose negative. Ti
ringrazio Signore di avermi sempre dato la pazienza ed il coraggio di sopportarle.
Spero un giomo di vederti per ringraziarti di tutto ciò. Per dirti tutto il mio amore, per ottenere il
tuo perdono. Per godere finalmente della pace eterna.
Biografia di Giuliano Gotuzzo
Giuliano Gotuzzo nacque a Genova il 31.7.1931, suo padre era genovese e sua madre
triestina. I suoi nonni erano espatriati in Perù e suo padre nacque a Lima. I genitori di Giuliano
ritornarono in Italia per la sua nascita, poi si trasferirono di nuovo a Lima e vi rimasero per altri
cinque anni, dopo di che ritornarono definitivamente in Italia.
Giuliano frequentò la scuola dell’obbligo e le medie al collegio Larco di Santa Margherita Ligure.
All’età di dodici anni vide affondare una nave militare in porto, si trattava del Cattaro. Complice
quel tragico avvenimento dell’8 settembre 1943, cominciò a desiderare la carriera militare.
Informati i genitori del suo intento, ebbe una risposta negativa e, a malincuore, finite le scuole
medie frequentò la quarta e quinta ginnasio.
22 / 26
LA STORIA DEL CATTARO
Era tempo di guerra e fu bombardata la loro casa e il negozio dove suo padre lavorava. Furono
costretti a sfollare a S.Lorenzo della Costa, dove una famiglia di contadini del posto, i signori
Dapelo gli affittarono una stanza vicino ad un mulino che lui amò e ricordò per tutta la sua
esistenza. Da sfollato non poteva frequentare regolarmente la scuola ma, fortuna volle, che a
San Lorenzo si trovasse per lo stesso motivo anche la professoressa Bima la quale, con un
certo coraggio e senso civico, impartiva lezioni scolastiche ai ragazzi all’aperto, sotto un grande
albero.
Arrivò la fine della guerra e finalmente, con immensi sacrifici finanziari e difficoltà per
raggiungere Camogli, riuscì a frequentare l’Istituto Nautico. Il suo sogno sembrava finalmente
avverarsi, ma ancora una volta il destino gli fu avverso: giunto ormai all’ultimo anno, suo padre
si ammalò di tumore al cervello e mancò alcuni mesi dopo, proprio il giorno di Natale. Giuliano
riuscì a terminare il regolare corso di studio ma, proprio alla vigilia degli esami di diploma, sua
madre fu colpita da infarto e dovette rinunciare agli esami, al suo sogno esistenziale, al suo
futuro di Capitano di mare.
Era figlio unico e da quel giorno pensò soltanto ad accudire la madre e a lavorare. Il destino gli
sorrise quando, riversando tutto il suo amore per le navi, cominciò a collezionare fotografie di
navi di ogni tipo privilegiando quelle militari. Le sue possibilità non erano floride, tuttavia decise
di acquistare un manuale di Aldo Fraccaroli dal titolo: “Saper fotografare”.
23 / 26
LA STORIA DEL CATTARO
Acquistò anche una modestissima macchina fotografica e cominciò a dare la caccia a tutte le
navi militari che ormeggiavano nel porto di Santa Margherita. All’epoca approdavano
rimorchiatori, cacciatorpediniere, dragamine e persino qualche portaerei in rada. Giuliano
imparò a sviluppare i negativi, stampare le foto, per poi tagliarle con grande maestria.
Frequentò altri collezionisti e diventò molto amico di uno tra i più noti fotografi navali a livello
mondiale: il già citato: Aldo Fraccaroli. In questo settore ebbe molti contatti con altri personaggi
famosi: Giorgio Ghiglione, Giorgio Giorgerini, Molinari, Martinelli, Avv. Barilli, Dott. Pradignac
ecc....
Aldo Fraccaroli si complimentò più volte con mio marito per la qualità delle foto scattate.
Giuliano riuscì inoltre a farsi accettare nel più grande circolo di “shipslovers” del mondo, ma
nonostante i successi ottenuti nel mondo della fotografia navale, nel suo cuore rimase sempre
la tristezza per la ‘mancata’ carriera militare. Ha sempre ricordato con affetto e gratitudine le
persone che lo avevano aiutato. Ogni tanto saliva a S.Lorenzo della Costa per salutare la
famiglia Dapelo e aveva sempre parole di affetto per la prof. Bima di Santa Margherita. Ogni
tanto sognava di essere Comandante di una nave e spesso ripeteva che non l’avrebbe mai
abbandonata, neppure se il destino l’avesse trascinata verso gli abissi più profondi del mare.
24 / 26
LA STORIA DEL CATTARO
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia la Signora Nuccia Gotuzzo per averci concesso il materiale fotografico e le note
autobiografiche del marito Giuliano.
Si ringrazia il Com.te Ernani Andreatta, Fondatore e Curatore del Museo Marinaro
Tommasino-Andreatta per le ricerche di materiale storico e fotografico effettuate in relazione
all’argomento trattato.
25 / 26
LA STORIA DEL CATTARO
Si ringrazia lo storico dott. Maurizio Brescia, Vicepresidente di Mare Nostrum, per la consulenza
scientifica, l’identificazione di tutte le unità presenti nel porto di Santa Margherita e le ricerche
effettuate in ambienti esclusivi della Marina Militare.
Si ringrazia infine “il giovane testimone di allora” ... che ci ha deliziato con i suoi freschissimi
ricordi che ci ha deliziato con i suoi freschissimi ricordi di fatti, amici e situazioni di quel tempo
quando il “SILENZIO” era il segreto per sopravvivere...
Carlo GATTI
29 otoobre 2013
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