La prima guerra punica La prima guerra punica scoppiò per la crescente rivalità politica ed economica tra Roma e Cartagine. Dopo le guerre tarantine, infatti, Roma aveva posto sotto la propria diretta influenza le città italiote della Magna Grecia, minacciando in questo modo la supremazia cartaginese nel Mediterraneo meridionale, che poteva contare sui vasti possedimenti punici in Sicilia; il controllo del mare era fondamentale per l'economia cartaginese, la cui agricoltura e la cui attività manifatturiera, allora molto prospere, avevano nel commercio d'oltremare il loro sbocco naturale. L'occasione del conflitto fu data dai mercenari campani mamertini, assediati a Messana (oggi Messina), che chiesero aiuto a entrambe le città contro Gerone II di Siracusa. Cartagine, come si è detto, controllava già parte della Sicilia e i romani accolsero la richiesta con l'intenzione di cacciare i cartaginesi dall'isola. Approntata la loro prima grande flotta, i romani dichiararono guerra e sconfissero i cartaginesi nella battaglia di Milazzo (260 a.C.); le navi romane, sotto la guida del console Caio Duilio avevano, per l'occasione, sperimentato il nuovo assetto con i cosiddetti "rostri", per speronare le navi nemiche, e “corvi”, pontili ribaltabili che consentivano di agganciare le navi speronate, per farvi salire i propri soldati. Analizza le IMMAGINI-DOCUMENTO, specificando descrizione del reperto, funzione immediata, funzione sociale e “ipotizzando” (almeno 7 righe) le motivazioni strategiche che hanno spinto i romani a costruirle così. (nave trireme – particolare: rostro) TRIREME Cosiddetta perchè disponeva di tre serie di rematori, dotata di un rostro per speronare e di ponti mobili per agganciare le unità avversarie. In un secondo momento sulla prua venne eretta una torretta, dalla quale esperti arcieri tenevano i nemici sotto il loro tiro. Lungo i bordi correva una balconata praticabile per i combattenti. A poppa si trovava la cabina coperta del comandante, sovrastata dallo stendardo della nave e dalle insegne della flotta. Era la nave da guerra più comune. Deriva il suo schema da precedenti modelli greci, modificati e snelliti. Misurava 40 metri di lunghezza e 5 e mezzo di larghezza e, dallo scafo emerso, sovrastava di un metro di altezza. Pesava tra le 240 e le 250 tonnellate. Aveva un equipaggio di 200 uomini, di cui 156 vogatori e un manipolo di una trentina di milites per l'arrembaggio: una quindicina tra ufficiali e sottoufficiali. Era comandato da un trierarca.