IL RACCONTO STORICO
Quello che leggerete è un racconto storico ideato da
un nostro compagno di prima, Simone Stravato, e
ambientato a Roma, nel periodo della prima guerra
punica contro Cartagine. Il titolo rimanda al famoso
congegno di abbordaggio utilizzato dai Romani nelle
battaglie navali.
Buona lettura.
I CORVI
Ero nella mia nobile dimora situata a Roma,nel bel mezzo delle guerre puniche per la conquista
della Sardegna, della Sicilia e della Corsica. Ad un certo punto durante la notte, sentii bussare
alla mia porta e per paura che fosse un cartaginese pronto ad uccidermi ,presi la mia spada
luccicante e aprii l'uscio. Non c'era nessuno, solo un foglio di papiro sul quale era disegnata una
nave romana che stava agganciando una nave cartaginese ed il condottiero romano ucciso.
Passai tutto l’anno a pensare ogni giorno ed ogni notte cosa significasse quel ritratto, fino al
giorno in cui ,osservando il ponte che collegava il Tevere alle due parti di ROMA,capii che
potevamo battere i cartaginesi solo sulla terraferma;quindi ideai un prototipo di due navi
collegate fra loro da un ponte e chiamai quel collegamento “I Corvi”. Andai di corsa nel Foro
per comunicare la mia idea ai nobili. I senatori dettero subito il loro consenso a costruire i Corvi
e con loro anche tutti gli altri.
Ci recammo in fretta e furia al porto per guidare gli schiavi a realizzare trecento navi in legno
equipaggiate dai corvi. Impiegammo un altro anno in cui i cartaginesi provarono ad attaccarci
ma riuscimmo a resistere ai loro strali.
Terminato la realizzazione dei Corvi, cominciammo il nostro cammino verso le coste africane.
Appena ci avvicinammo di circa 100 km i Cartaginesi capirono che volevamo attaccarli
,partirono verso noi con una flotta maggiore tre volte alla nostra; arrivati di fronte a loro
sganciammo il nostro supporto e ci attaccammo alle loro navi,ma soprattutto riuscimmo ad
agganciarci alla nave che trasportava il re cartaginese.
Allora mi tuffai nel Mediterraneo e a nuoto raggiunsi il retro di quella nave dove si trovava una
scala ,salito a bordo assalii il re con un pugnale, lo colpii in testa e subito il sangue macchiò tutta
la nave. La flotta a quel punto senza il suo re, si ritrovò senza punti di riferimento e per noi fu
facile vincere.
Tornati in patria mi elessero senatore e mio padre si
congratulò con me dicendo:
-Scipione, tu diventerai un grande senatore e sarai
ricordato per sempre nella storia di Roma.
Simone Stravato I G