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Quale “Impegno sociale, civile ed etico nella società della complessità?”
di Domenico TORCHIA
Nella società post-moderna, complessa, globale, che sembra allontanarsi dalla tradizionale idea
occidentale di “impegno sociale e civile”, sul quale molti di noi siamo stati educati e formati,
impostato sulla centralità della persona, insommabile ed indivisibile, luogo privilegiato di diritti
inalienabili, presieduta da “fondamenti etico/ontologici” che precedono quelli storici ed empirici,
si sta diffondendo un’ idea alternativa della gestione del “ servizio sociale”, inteso come “ un
insieme di soggettivismi” concorrenti tra di loro, giuridicamente corretto, eticamente da biasimare,
forse efficiente e produttivo, per il singolo soggetto, certamente in palese distonia rispetto al “fine
primario” della funzione e dello scopo dell’”Impegno sociale” quale “ servizio alla persona”,
quale ricerca del “bene solidale comune”, oserei dire del “vero sociale e civile”, perseguito con
equilibrio, senso della misura, sobrietà, in ogni azione individuale e nella “vita sociale e di
relazione” .
La “Persona”, impegnata nell’attività sociali e civili, come in quella politica, deve, con
disinteresse, donare, in modo totale, le proprie competenze, il proprio aiuto, all’altro che ne ha
bisogno, deve “servire l’Uomo”, deve contribuire a prevenire le difficoltà della società del proprio
Tempo ( il sistema preventivo sociale).
La stessa instabilità delle appartenenze soggettive dà una marginale impronta alla dimensione
dell’ ”humanitas” culturale, civile, sociale, partecipativa, dialogico/dialettica, oserei dire morale e
filosofica, della “Politica”, che è a fondamento primario dell’”Impegno sociale e civile”, intesa
anche come “ricerca”, come “pensiero in fieri”, come finalizzato “ agire solidale”, fatto di
primarietà privilegiata di discussione, di incontro/scontro di diverse e legittime identità e visioni
del mondo, della realtà concreta delle cose e del loro divenire, di risposte concrete ai problemi
dell’Uomo.
L’ “Impegno sociale” è legame comunitario solidale, valoriale che ha la finalità fondante di:

recuperare e rendere operativi i valori teleologici primari dell’Uomo, quali la giustizia, la
pace, la libertà, la democrazia, la legalità, la vita stessa, l’autonomia decisionale, la
relazionalità positiva e costruttiva tra “opposti pensieri ed interpretazioni intellegibili “intus lego” - del reale”, il lavoro, quale presupposto della libertà di ciascuno, quale
fondamentale diritto e non sottomissione al bisogno, non come precarietà in un tempo
senza fine, l’etica della solidarietà, la convivialità delle differenze;

dare “dignità morale” all’Uomo, spesso vacillante nei suoi convincimenti, attraverso
l’operatività in situazione, tra i cittadini, fatta non solo di prassi (il fare) ma anche di
proposte in fieri, di ricerca intellettuale, fine e vigorosa nello stesso tempo, idonea a
stimolare/indirizzare le coscienze dell’Uomo contemporaneo che sembrano, purtroppo,
rimanere passive ed inoperose o assopite/ smarrite rispetto alle sfide del nostro “Tempo” e
all’irruzione dell’incertezza nell’apparente esaustività delle nostre soggettive certezze.
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Il relativismo politico, impostato sulle multi appartenenze di convenienza, sul
trasformismo senza idee, come ogni relativismo determina solipsismo, marginalità dell’
Impegno sociale e civile, separazione da ogni possibile dibattito/scontro/incontro di idee,
difesa esasperata del “particulare”, la preminenza di “teste vuote”, non di “teste ben fatte”,
per dirla con Montaigne;

allontanare dall’Uomo, attraverso un costante ascolto delle sue proposte e delle sue
aspettative, una dimensione socio-culturale catastrofica della contemporaneità, fatta di
sfiducia, purtroppo, anche nelle Istituzioni, ed operare, nella prassi dell’ ”agire politico e
sociale”, un’apertura conoscitiva ed interpretativa del “nuovo” ed, eventualmente,
accoglierlo e metabolizzarlo, intriso di “Storia e di esperienze vissute” che sono sempre
arricchenti;

sviluppare, in ogni persona, nella sua irripetibile soggettività, il metodo di “intelligere” la
realtà, di elaborare le informazioni e gli stimoli del micro/macro ambiente in cui ciascuno
gestisce la propria esistenza sociale e di relazione, per esercitare il proprio diritto si scelta e
di libertà, nella realtà sociale, economica, culturale, civile e politica del nostro Tempo;

diffondere “una cultura dei valori civili e sociali e la conseguente etica della
responsabilità civile, sociale e politica”, fatta
di rendicontazione di scelte e di
comportamenti, anche soggettivi, da parte di tutti i soggetti istituzionali, coinvolti nel
policentrico sinergico ruolo delle singole Istituzioni democratiche, uti singuli, uti
universi, se si vuole costruire una società a misura d’Uomo, per l’appagamento dei suoi
bisogni soggettivi e collettivi;

praticare un servizio all’Uomo, come fine ultimo dell’impegno/dono al prossimo, che
tenda all’unità di una comunità e, di conseguenza, del genere umano, che “ è valore
teologico” ( C.M. Martini: “ Cerco una verità – parole ai giovani”);

difendere e testimoniare, in ogni circostanza, la dignità inalienabile della coscienza, la
non separazione della politica dalla morale ( S. Tommaso docet), fermo restando la
particolare specificità della dimensione laica dell’impegno civile/sociale/politico, nella sua
molteplice attuazione, rispetto a quello di fede;

“avere cura” ovvero “occuparsi/ preoccuparsi” di sé, dell’esistenza soggettiva;

essere “dimensione ontologica”: apertura delle possibilità di generare ulteriori forme di
abitare il Tempo e la Storia;

espandersi come “l’Essere dell’Esserci”: non una dimensione dell’esistenza, ma
l’esistenza stessa, la matrice generativa delle relazioni (convivialità delle differenze).
L’impegno sociale è “Bonum diffusivum sui est” ( Bene che si diffonde di per se stesso).
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“Una piattaforma sociale, culturale valoriale al servizio del Bene comune” deve proiettarsi
verso la vita civile, sociale, culturale, economica, politica del Paese nonché verso i principi etici e
morali, largamente diffusi e condivisi, che reggono la collettività e le forme nelle quali essa si
concretizza:
a. la Costituzione della Repubblica, che rappresenta il culmine della nostra attuale esperienza
storica, nei cui principi fondamentali si esprimono i valori etici che integrano anche la
dimensione spirituale e morale della nostra civile convivenza;
b. la centralità dell’ “ Uomo, soggetto ontologico”, al fine di:
1.
dare, nei rapporti giuridici, civili, socio/economici e culturali
dignità umana ad ogni persona che trova una piena
realizzazione nell’interrelazione con l’alterità considerata
reciprocità e sistema dialogico:
la “persona è ”:
1.1 Indivisibile: è una “unità assoluta, non confrontabile”;
1.2 Insommabile : non è “ omologabile ad altro soggetto”, in
quanto è “totalità”;
1.3 “esistenziale” : non è “fattuale” ma “ essere facoltativo”.
Esiste in accordo alle sue possibilità .
Essere persona è “ Essere che decide, responsabile e libero”
2. porre la persona/cittadino, con il suo patrimonio storico,
umano e spirituale, al centro dello sviluppo economico, civile,
culturale dell’Europa, con i suoi diritti di libertà, solidarietà ,
uguaglianza di opportunità.
a. L’operatività di un “Impegno sociale” finalizzato a:
1. riallacciare l’Uomo all’Uomo, il suo presente ed il suo passato, ovvero alla sua
Storia e alle sue radici ( valori, cultura, appartenenza, civiltà ……..) ;
2.
risvegliare “tutto l’Uomo”: interiorità, bisogni, risorse intellettive e materiali,
identità, fede, illuminare il suo pensiero e la sua esperienza nella società;
3. Proporre uno “sviluppo umano integrale, rivolto alla promozione di ogni Uomo e
di tutto l’Uomo”, come essere umano, come persona appartenente alla comunità in
cui vive ed agisce;
4. difendere e testimoniare, in ogni azione politica e sociale, in quanto rivolta
all’Uomo, la dignità inalienabile della propria coscienza, la non separazione
dell’agire sociale dalla morale e dai principi di responsabilità, di solidarietà e di
sussidiarietà.
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E’ necessario un “ Impegno sociale e civile ”, inteso come dedizione totale di sé, al servizio della
comunità, con la finalità ineludibile di:
a.
dare preminenza ai valori etici e morali civili, laici e cristiani: operare per lo sviluppo
umano integrale, che non è soltanto crescita economica ma, in primis, promozione di ogni
Uomo, in tutte le sue dimensioni, attitudini, vocazioni e qualità ;
b. dare un contributo forte e deciso allo sviluppo e alla realizzazione concreta delle
qualità/competenze della persona/cittadino, in ambito sociale, economico e civile:
lo sviluppo e la crescita dell’Uomo sono garantiti dall’accesso alla conoscenza e dal
possesso delle
competenze, quali capacità operative dell’istruzione/formazione, in
dimensione antropologica, dalla capacità di sapere selezionare e utilizzare, in contesti
specifici, i saperi e di creare nuove conoscenze di cui la società ha bisogno.
In queste capacità risiede l’ “ Homo sapiens – faber – agens” del nostro Tempo;
c. sostenere la crescita economica solidale che abbia quale presupposto la soluzione dei
problemi sociali ( equa ridistribuzione della PIL) nonchè la tutela, la promozione, il
consolidamento, a seconda delle specifiche circostanze di intervento, dei
“principi
primari/fondamentali, non negoziabili della persona”:
a. la dignità, anche della coscienza morale di ogni Uomo nella sua
unicità ed irripetibilità;
b. la libertà delle decisioni e delle azioni consequenziali, assunte da
ciascuna persona, nella consapevole e riflettuta responsabilità sociale,
civile ed umana, oltre che etica e morale;
c. la responsabilità: non solo in relazione ad un dovere giuridico, che ha
come referente una norma giuridica, ma soprattutto morale in relazione
ad un dovere morale o etico, che ha come referente una norma morale;
d. l’uguaglianza di ogni Uomo e/o ceto sociale come “convivialità delle
appartenenze”: deve essere incentivata “la mobilità sociale”, come
fattore per consentire concorrenza dinamica nella società e preminenza
della qualità e del merito;
e. la solidarietà, quale impegno/dedizione per il “bene comune”, come
sussidiarietà/condivisione, nel rispetto di diritti e doveri, di norme
giuridiche e nell’attuazione dei fondamenti teleologici primari
dell’appartenenza di civiltà, di fede e di cultura cristiane;
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f. la cittadinanza:
a. sviluppo della cooperazione multilaterale, al fine dello
scambio/confronto di know-how, nella società della conoscenza;
b. il sostegno all’interazione tra gli Stati dell’Europa di politiche
economiche e sociali condivise per il lavoro, valore fondante dello
Stato ( art. 1 Costituzione) e sostegno dell’emancipazione sociale e
della famiglia);
c. attuazione di due obiettivi strategici per un concreto sviluppo e un
reale progresso sociale e civile:
1. l’occupazione
prosperità);
delle
giovani
generazioni
(obiettivo
della
2. la diffusione delle pari opportunità e dell’inclusione sociale
(obiettivo della solidarietà);
g. la giustizia, non solo nelle norme giuridiche, ma nell’esercizio della
responsabilità sociale” che si realizza in uno sviluppo economico
connotato di valori etici, come espressione operativa dell’ “ Impegno
sociale/servizio” all’Uomo, nella nostra società nazionale e planetaria,
in forte crisi di motivazioni ideali e di certezze teleologiche. Soltanto
da questa dimensione può discendere la giustizia giuridica e la sua
applicabilità sull’Uomo;
h. lo sviluppo umano: deve tenere presente l’Uomo e le sue relazioni
umane ( socialità, reciprocità), il suo ambiente sociale, antropico ed
ecologico, per potere essere connotato di un’etica “amica dell’Uomo”;
Per tali motivazioni è necessaria un “Impegno sociale” alto e nobile, ripensato e rigenerato,
come passione civile e, per dirla con La Pira, quale “servizio alla speranza individuale e
collettiva”, in primis per “ chi non ha voce” .
IL “ Servizio sociale” ” ha un compito ineludibile, sia sotto l’aspetto sociale che dei valori civili:
quello di formare “i giovani alla saggezza, al coraggio e, naturalmente, alla giustizia sociale, alla
solidarietà condivisa, alla responsabilità di agire sotto la guida delle virtù morali e civili che
sono a fondamento dell’essere, contestualmente, laici ( da λαϊκός "uno del popolo") e cristiani.
L” Impegno sociale/servizio” è ricerca della verità, è lealtà, sobrietà, dedizione, cultura del
risultato, sviluppo del merito e della qualità di ciascuna persona, impegno per l’altro, per i più
deboli, per i ceti sociali ed i giovani che maggiormente subiscono la crisi economica e la
mancanza di lavoro.
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L’ “ Impegno sociale”, nell’accezione classica di servizio per la “πόλις /comunità è un’arte, a
livello dio ideazione e di concreta realizzazione, è tensione dell’anima e della mente:
non c’è arte senza finalità; la vitalità stessa dell’arte consiste nell’energia con cui tende al suo fine:
quello della “politica” è il “servizio per il bene comune”.
Ogni “persona di buona volontà”, ad esempio, che si impegna
nell’attività sociale,
nell’accezione classica di servizio per la “πόλις /comunità, deve fare ricorso:
a.
ai “principi/valori” della nostra Magna Carta, che restano
sempre validi e pregnanti di valori morali e civili;
b.
alle encicliche, soprattutto per il cristiano, “Centesimus
annus” e “Caritas in veritate” le quali, nella loro specifica
funzione dichiarativa di dottrina sociale della Chiesa hanno
dato analisi ed indicazioni operative chiare ed innovative
per “scelte di governo” dell’economia e della società
complessa del nostro Tempo, in crisi di orientamenti,
confusa ed incerta, anche dopo la fine delle ideologie e la
crisi del liberismo.
Un approccio, riconosciuto e condiviso, nell’attività operativa di “un Impegno sociale, culturale
e valoriale al servizio dell’Uomo” deve considerare che :
c. ciascun “Uomo” fa parte di un sistema simbolico culturale
che orienta la strutturazione della propria identità tramite un
processo articolato “io – l’altro” in cui interagiscono sempre
entrambe le dimensioni, connotate ed esplicitate dalle
differenze, quali ricchezze, per ogni persona e per tutta la
società;
d.
lo scontro/incontro dialogico e dialettico
di tante e
molteplici identità, nella società multiculturale del nostro
Tempo, determina, per qualsiasi persona impegnata nel
“servizio all’altro”, un arricchimento della capacità di
comprendere ed accogliere la molteplice diversità umana in
cui tutti viviamo.
Il nostro Paese ha bisogno di una ripensata e rinnovata “Organizzazione dell’impegno sociale” che
si assuma il compito primario di educare tutti i cittadini, soprattutto i giovani, alla democrazia, alla
legalità, alla cittadinanza attiva, anche nella dimensione della cooperazione europea ed
internazionale.
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In tale dimensione progettuale occorre una “Politica sociale” che ricostruisca la convivenza
civile, confusa , smarrita, disorientata, strettamente connessa a una cultura dei valori civili e
sociali e alla conseguente etica della responsabilità civile e sociale , che attiene a diversi e
complessi livelli della cittadinanza democratica, quali:
a. la conoscenza delle problemi irrisolti del nostro Paese, nella loro dimensione storica,
sociale, giuridico/normativa ed istituzionale, che dà senso al presente e permette di orientarsi
nella dimensione della società futura;
b.
il rispetto della Costituzione e delle istituzioni che regolano i rapporti civili, sociali ed
economici, quale condizione propedeutica fondamentale dell’impegno soggettivo e collettivo
per il “Bene comune”;
c. lo sviluppo dell’economia sociale di mercato che presuppone, armonizzata nella promozione
della libertà di iniziativa, d’impresa e di concorrenza, la giustizia sociale, attraverso
l’intervento compensativo, con funzione di soccorso sociale, dello Stato, per potere garantire
la realizzazione, in termini di sviluppo umano, di ogni persona ;
d. la conoscenza del contesto sociale nazionale, europeo, globale, nel quale l’Uomo del nostro
Tempo si muove ed agisce: non si può prescindere dalla conoscenza e dall’applicazione delle
fondamentali dinamiche europee ed internazionali, dalla capacità di dotarsi di strumenti tecnici
e normativi di accesso, con contestuale produttivo utilizzo, ai “fondi economici e strutturali
europei”, dall’ opportunità di mobilità sociale, quale possibilità di crescita soggettiva e
nazionale, di superamento di una politica, necessaria ma riduttiva, di “mero rigore sui conti
pubblici”, senza crescita e sviluppo .
La “Politica”, nel nostro Tempo, in crisi di riferimenti ideali stabili e condivisi, è chiamata ad
educare i giovani alla democrazia, alla legalità, alla cittadinanza attiva perché possano svolgere
un ruolo attivo e produttivo nella società e decidere sul proprio futuro.
In tale specifica dimensione una valida e significativa opportunità, da incrementare e valorizzare, è
rappresentata dallo sviluppo di stabili scambi interculturali, di esperienze di lavoro e di ricerca
tecnico/scientifica, di organizzazione sociale e dell’attività produttiva in Europa, nella cui cornice
di riferimento normativo, sociale, economico e culturale ogni crescita/sviluppo può essere
progettato e realizzato.
Vi è la necessità di un “rinnovato impegno sociale” che abbia, tra l’altro, il compito di:
a.
contribuire ad educare alla cittadinanza secondo Costituzione, in contesti multiculturali :
il rispetto della legalità, l’osservanza di diritti e di doveri devono essere attuati in termini di valori
essenziali e fondanti di una comunità rinnovata che vuole essere protagonista di un progetto
comune e solidale finalizzato allo sviluppo della società nazionale ed europea;
b.
contribuire ad elaborare una “Magna Carta dei valori etici, morali, civili e sociali, della
cittadinanza integrata” finalizzata alla costruzione di una autentica comunità di vita e di
lavoro, nella quale ciascuna persona è chiamata , secondo le proprie capacità ed inclinazioni, a dare
un senso alla propria esistenza e alla convivenza e ad elaborare dialetticamente i costrutti
dell'identità personale, inserita in quella nazionale, europea e globale, della solidarietà, della libertà,
della responsabilità, della competizione e della cooperazione;
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c. riconoscersi ed operare nell’ambito dei principi della “Dichiarazione universale dei diritti
umani (Parigi 1948) e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Nizza, 2000), nel
rispetto e nella tutela della dignità della persona umana che si realizza nella garanzia dell’
educazione/formazione, nella tutela della famiglia, nella difesa di una società/comunità plurale e
dialogante che ha i suoi fondamenti nei rapporti etico/sociali del Titolo II della nostra
Costituzione;
d. operare nel rispetto e nell’impegno di rendere esigibili le norme ed i fini stabiliti:
-
dall’ organizzazione politica ed economica della Ue (con la moneta unica e con a Banca
centrale, prestatore di ultima istanza );
-
dalla Costituzione europea, con l’impegno attivo ed operoso di modificare la struttura
istituzionale comunitaria, al fine di semplificare il processo decisionale e conferire all’UE e
alle sue istituzioni maggiori poteri;
-
dagli Organismi internazionali (Onu, Unesco, Tribunale internazionale dell’Aia, Alleanza
Atlantica, Unicef, Amnesty International, Croce Rossa), per la tutela dei diritti umani e per
il concreto sviluppo umano dei popoli;
-
dall’UNDP – Programma di sviluppo delle Nazioni Unite - che afferma:
lo sviluppo umano è un processo che permette di ampliare le opportunità degli individui,
le più significative delle quali sono l’accesso all’istruzione ( ciascuna persona deve
raggiungere i massimi livelli, secondo le proprie possibilità e potenzialità), un’esistenza
dignitosa, la garanzia dei diritti umani, il rispetto della propria persona, l’utilizzazione delle
capacità umane, ovvero il merito. In quest’ambito si inquadra una politica dell’accoglienza
degli immigrati dal terzo/quarto mondo.
Il nostro Paese ha necessità di dotarsi di:
“ Una Piattaforma culturale, sociale ed etica di servizio all’Uomo”
Essa deve contenere, oltre ai principi e ai propositi, ut supra delineati, anche un sintetico
documento programmatico di proposta economica e sociale ( non vi può essere sviluppo
economico senza sviluppo umano).
Tale “Piattaforma” deve fungere da ispirazione e linea guida” per ogni persona, impegnata
nelle attività di servizio sociale, che condivide un percorso d’azione finalizzato a contribuire alla
costruzione e alla gestione di un progetto d’intervento concreto nel “governo sociale della cosa
pubblica e del bene comune” .
Il “documento programmatico di proposta
attenzione:
-
economica e sociale”
deve avere particolare
alla distinzione tra autonomia (della persona umana, delle «formazioni
sociali», degli enti locali e territoriali, delle istituzioni) e decentramento
nei servizi che dipendono dallo Stato;
9
-
-
alla connessione tra l’unità e l’indivisibilità della Repubblica, da una
parte, e la valorizzazione dell’autonomia e del decentramento dall’altra
(art. 5 della Costituzione);
- al processo di revisione costituzionale e alle leggi costituzionali secondo
il Titolo V° del testo costituzionale, così come modificato ed integrato
dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 ;
ad una nuova disciplina degli Statuti delle Regioni;
-
alla dignità intangibile della persona umana, all’eguaglianza dei diritti di carattere
personale, indipendentemente dalle differenze individuali ( convivialità delle
differenze);
-
alla solidarietà sociale al fine di salvaguardare e incentivare il benessere dei cittadini
tramite l'assolvimento degli obblighi economici, politici e sociali da parte dello Stato e
dell’Unione Europea;
al rispetto della giustizia commutativa nel lavoro e distributiva e legale nell’intervento
dello Stato;
-
alla equa destinazione primaria dei beni materiali a vantaggio di tutti i cittadini;
-
alla tutela di tre valori/finalità per rendere concreta la dignità dell’Uomo:
a) la qualità della vita nell’ambito di uno sviluppo economico e sociale sostenibile,
ecologico, giusto e rivolto ad ogni Uomo;
b) il rispetto di ogni persona come essere umano;
c) la libertà per un autentico sviluppo umano che è insieme etico ed
economico/sociale.
La società complessa del nostro Tempo esige una costante rivisitazione dei saperi e degli
interventi sociali al servizio dell’Uomo, nelle sue diverse fasi della vita, per una produttiva
interazione con la flessibilità degli interventi di tutela, assistenza, accompagnamento lungo i
percorsi della sua vita.
E’ necessario che lo Stato sostenga e sviluppi uno scambio di esperienze tecniche e progettuali
tra scuola, impresa, “territorio dilatato”, associazioni e comunità professionali per potere
interpretare i bisogni della società e darne risposte concrete.
L’autorevolezza dello Stato , per usare le parole del “De Civitate Dei” di Sant’Agostino
non ha i suoi fondamenti sul plauso della vanità (“plausus vanitatis”), ma sul giudizio
della verità (“iudicium veritatis”): nella specifica realtà politico/istituzionale del nostro
Paese emerge diffuso il relativismo politico, impostato sulle multi appartenenze di
convenienza: mancano certezze di ideali e saldi valori di riferimento.
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Il successo soggettivo, il consenso ottenuto attraverso la risonanza mediatica e non con
proposte concrete di sviluppo integrale dell’Uomo, dialogicamente
dibattute e
confrontate, determina un caos normativo, spesso anche istituzionale, e la contestuale
carenza di efficacia e produttività degli interventi legislativi.
Vanità è anteporre la ricerca del consenso al successo oggettivo dell’azione di governo, è
nascondere la crisi, aggravandone gli effetti; è appagarsi dell’ “apparenza” e non curarsi
della sostanza e dell’efficacia delle misure da adottare.
La Verità, che oggi è ostacolata, per dirla con San Paolo, dall’ingiustizia diffusa,
giuridico/normativa/applicativa e sociale, è sobrietà, dedizione, rispetto delle leggi,
cultura del risultato e del merito, dedizione totale di sé ed impegno per ogni persona,
per i più deboli che sono le vittime concrete della crisi.
Quale deve essere la scelta e l’impegno di ogni persona di “buona volontà”, nel nostro
Tempo confuso e smarrito, in crisi di orientamenti e con certezze ideali e sociali che
sembrano vacillanti?:
Lasciarsi sedurre dalla vanità o lasciarsi attrarre dal richiamo, anche faticoso, ma
entusiasmante, della verità?:
questa è la scelta a cui è di fronte, oggi, ogni Uomo, la società civile e la classe politica, in
Italia, in Europa, nel mondo.
A questo richiamo, irto di difficoltà, che cammina su sentieri impervi, forse non
completamente esplorati, oltre che etico e morale, è chiamato a rispondere ogni persona
di buona volontà del nostro Tempo e, in primis, il cristiano che intende impegnarsi in
politica, quale servizio per il “bene comune”.
Domenico TORCHIA
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