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Viaggi nella storia
e nell’archeologia
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IL PENSIERO VISIVO GRECO
Percorso tra architetture: l’ Acropoli di Atene e i santuari di Delfi ed Olimpia.
Relatrice: dott.ssa Manuela Rebellato
L’acropoli di Atene è prima di tutto un “grande percorso fra architetture, fatto - per usare un linguaggio cinematografico - di sequenze e carrellate” (A. Marcolli). Qui il percorso sinusoidale delle Panatenee (la più importante processione dell’anno), lento perché in salita, agisce come uno zoom cinematografico nel portare
progressivamente ogni architettura in primo piano, per farla quindi ruotare lentamente e per far scorrere poi
lo sguardo sulla prossima architettura. La lunga processione avanza lungo la via sacra che porta al témenos.
La composizione del corteo può variare, ma la funzione religiosa rimane la stessa: condurre gli animali al luogo del sacrificio. Si accede all’area sacra attraverso i propilei e ci si dirige verso l’area sacrificale che si trova
davanti al tempio. Qui gli animali accuratamente selezionati, dopo l’aspersione con l’acqua e il lancio dell’orzo
da parte dei celebranti, venivano immolati. Giunti quindi all’ingresso dei Propilei, ove appare al di là il colonnato del Partenone di scorcio, il percorso si dipana verso e nel tempio.
L’Acropoli di Atene è l’esempio più pregnante del pensiero visivo greco. Il Partenone esprime il concetto fondamentale dell’arte classica (successivamente ripreso dalla filosofia di Platone): quello dell’organicità. Ogni
elemento dell’universo ha in se una “scintilla” della bellezza ideale, che diventa vitale nel particolare. Nel
1808 Lord Elgin, ambasciatore britannico in Turchia, si fece concedere un permesso per trasportare parte delle sculture del Partenone in Inghilterra. I marmi restarono per anni nella villa di campagna di Lord Elgin mentre il conte cercava un acquirente. In seguito, nel 1816, il governo inglese comprò i marmi per 30.000 sterline d’oro e li trasferì al British Museum. Quindici metope e cinquantasei lastre del fregio e dodici statue (quasi
l’intero frontone ovest) oltre ad una delle sei cariatidi del tempietto dell’Eretteo, sono tutt’ora l’orgoglio del
museo londinese. Da tempo il governo greco chiede la restituzione dei marmi, divenuta oramai una disputa
che vede coinvolti personaggi della cultura, della politica e anche dello spettacolo.
Olimpia, nel Peloponneso occidentale, fu celebre centro religioso greco e sede dei più famosi giochi del mondo
antico. I giochi erano in onore di Zeus e si svolgevano ogni quattro anni (Olimpiadi). Secondo la tradizione i
giochi sarebbero stati istituiti nel 776 a. C. e ebbero luogo per 1000 anni. Le colonne del tempio di Zeus Olimpio giacciono al suolo. Gli archeologi non hanno cercato di restaurare il monumento che fu costruito per i
giochi olimpici del 468 a. C. Le dimensioni ne fanno il secondo tempio dorico dopo il Partenone. Altre acropoli,
di Olimpia, Delfi, Eleusi, Epidauro, sia per i loro orientamenti spaziali, sia per gli effetti di luce e per i percorsi
delle vie sacre, sono ancor oggi oggetto di ricerche più approfondite sulle componenti visive greche.
Nel santuario di Delfi si praticavano il culto di Dionisio mentre i misteri eleusini che sono un culto dedicato
alle dee Demetra e Core, madre e figlia, ebbe la sua sede nel santuario di Eleusi. Probabilmente il rito aveva
come oggetto centrale il grano dono della dea Demetra. Ad Eleusi si trovano le rovine dei templi dedicati ad
Artemide e a Poseidone. Le Eleusinie, feste religiose, si distinguevano dai misteri che conferivano agli iniziati
la speranza di una vita felice dopo la morte. Nei misteri collegati a Dioniso, divinità legata alla fertilità della
terra e soprattutto alla coltivazione della vite, che egli aveva donato agli uomini. Qui Dioniso-Bacco era il
signore dell’estasi, raggiunta tramite il vino; il dio all’istinto. Delfi é un sito importantissimo: “il centro
delmondo” per degli antichi, onnipresente nella letteratura e nelle rappresentazioni.
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La sua fortuna eccezionale deriva dall’oracolo, molto influente per tutta l’antichità, che riceveva le offerte
votive da chi lo interrogava. A Delfi ci sono due santuari distinti: uno dedicato ad Apollo, l’altro dedicato ad
Atena Prónaia. L’area va immaginata sovraccarica di costruzioni, di statue policrome. La presenza di Apollo si
manifestava virtualmente attraverso i responsi dati per mezzo di una sacerdotessa, la Pizia. La conoscenza
della storia di Delfi costituisce una delle pietre miliari della civiltà greca, onnipresente nella letteratura e nelle
rappresentazioni.
La visita può seguire l’itinerario classico dell’antichità; i pellegrini arrivavano per la strada di Tebe. A ovest del
tempio rimangono le fondamenta di due tesori (theauroi) di marmo. Il tesoro è un edificio più o meno quadrato, di solito preceduto da due colonne in antis. Le città costruivano questi tempietti per custodirvi le offerte dei cittadini, rivaleggiando i lusso per ostentare la propria potenza. Quindi si arriva alla thólos, termine generico che indica tutte le costruzioni circolari. È l’edificio più bello e misterioso di Delfi, nessuna testimonianza
ci fornisce informazioni circa la sua funzione. L’età dell’oro risale al periodo arcaico, ma il culto permane sino
alla conquista romana. Epidauro, nel Peloponneso, è la sede del famoso santuario di Asklepios che veniva invocato per recuperare la salute. Secondo il mito il dio era in grado di resuscitare i morti, ma per punirlo Zeus
lo folgorò e Apollo lo trasformò nella costellazione del Serpentario.
Gli attributi di Asclepio sono un bastone su cui è attorcigliato un serpente, l’alloro, un cane e le pigne. I sacerdoti del suo santuario fondarono una scuola di medicina. Il tempio, periptero esastilo dorico, fu eretto nel
380-375 a. C. dall’architetto Theodotos. L’Amazzonomachia del frontone è custodita al Museo Nazionale di
Atene. I pellegrini, oltrepassati i propilei, offrivano al dio sacrifici in natura e in denaro, purificandosi in seguito nella fontana sacra. È uno dei più bei siti archeologici della Grecia classica, a pochi km. dal mare.
Bibliografia
Dario e Lia Del Corno, “Nella terra del mito, viaggiare in Grecia con dei, eroi e poeti” Mondadori (un manuale unico nel suo genere, che
ripercorre i grandi miti legandoli ai luoghi che li hanno generati).
Lucilla Burn, “Miti greci” , Mondatori (un agile volume che raccoglie tutte le leggende piú celebri, dalla lotta epica della guerra di Troia al
tragico destino di Edipo.)
Cesare Brandi, “Viaggio nella Grecia antica”, Editori Riuniti
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