LA NOSTRA CONGETTURA DEI TRE DIVIETI MATEMATICI E FISICI (PER NUMERI PRIMI, ZERI DI ZETA E LIVELLI ENERGETICI DEGLI ATOMI) Ing. Pier Franz Roggero, Dott. Michele Nardelli, P.A. Francesco Di Noto Abstract In this paper we show some connections between prime numbers, zeros of zeta function and Riemann’s operator Riassunto In questo breve lavoro, partendo (da Rif.1) da un operatore di Riemann che collega i suoi auto valori reali con gli zeri 1 della funzione zeta di zeta , che non debbono essere immaginari (cosa proibita dalla fisica quantistica, terzo divieto ), passiamo al secondo divieto matematico per ogni zero di zeta di essere fuori dalla retta critica ½ (Rif. 7), e trattandosi di numeri primi, anche dal loro (primo) divieto aritmetico di essere, tranne il 2 e il 3 iniziali, all’esterno delle due rette parallele 6k + 1 e 6k - 1 (Rif.4) . Molto probabilmente questi tre divieti sono collegati da loro, in senso inverso: dal primo ne consegue il secondo, e dal secondo ne consegue il terzo, il che ci permetterebbe di comprendere meglio le connessioni tra numeri primi, zeri di zeta e fisica quantistica tramite l’operatore di Riemann e i suoi autovalori legati alla distribuzione degli zeri di zeta. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Schema generale orientativo del presente lavoro: 2 Forme 6k + 1 (numeri primi) Rif 3 (no numeri primi, tranne il 2 e il 3 iniziali) fuori dalle forme 6k + 1) Funzione zeta (media tra due zeri) Rif. 6 ½ (no zeri fuori dalla retta critica) Distribuzione zeri = livelli energetici Rif. 1 e 8) Fisica quantistica Operatore di Riemann (no autovalori numeri immaginari), Rif.1 Nel libro di Marcus du Sautoy ”(Rif.1), pag. 501, si parla dell’operatore di Riemann , con autovalori collegati alla distribuzione degli zeri di zeta : “Se i punti al livello del mare nel paesaggio di Rienann potevano essere spiegati dalla matematica dei livelli energetici in fisica, allora si profilava l’eccitante prospettiva di riuscire 3 a dimostrare perché i punti al livello del mare giacciono su una linea retta. A uno zero che cade fuori dalla retta corrisponderebbe un livello energetico immaginario, cioè una cosa che le equazioni della fisica quantistica vietano”… (Terzo divieto, N.d.A.A.)” Per il resto, su biliardi quantistici (sui numeri primi) e tamburi quantistici (e gli zeri di zeta) collegati al terzo divieto, rimandiamo al Cap. 11 (Dagli zeri ordinati al caos quantistico) del libro di Marcus du Sautoy. Funzione zeta e secondo divieto (Rif. 7) Dal quale riportiamo il seguente brano, con sintesi della congettura e del secondo divieto “ CONGETTURA: La parte reale ½ si ha solo quando p e z numero complesso di p^z a denominatore (1/ p^z e 1 - 1/ p^z sono uguali , come nel caso della funzione zeta di Riemann. Se invece sono diversi, la parte reale è diversa. 4 Facciamo qualche esempio con z numeri interi, non numeri complessi (non cambierebbe nulla, poiché i numeri naturali sono di forma z + 0i =z + 0 = z Se poniamo p = 5 p’ =7, ed esponente z = intero 2, e cioè numeri primi diversi , 5 e 7 ma uguale esponente 2, abbiamo: 1/p^2 = 1/ 5^2 = 1/25 = 0,004 1/p’^2 = 1/7^2 = 1/49 = 0,020 1 – 0,020 = 0,98 Media aritmetica (0,004 + 0,98)/2 = 0,984/2 = 0,492 < 0, 5 diverso ma non molto da parte reale 0,5 poiché i numeri primi 5 e 7 sono vicini. Quindi, considerando due numeri primi p e p’ e non soltanto p, la parte reale si discosta da 0,5 della normale funzione zeta, dove p è unico Se invece consideriamo un solo p e due esponenti diversi, abbiamo: p = 5 z = 2 e z’ = 3 1/p^2 = 1/ 5^2 = 1/25 = 0,004 1/5^3 = 1/125 = 0,008 1 - 0,008 = 0,992 Media = (0,004 + 0,992)/2 = 0,996/2 = 0,498 < 0,5 idem come sopra dell’esempio precedente. Lo stesso accade se sia p e p’ diversi (5 e 7), sia potenze z e z’ diverse (2 e 3) 1/p^2 = 1/ 5^2 = 1/25 = 0,004 1/p’^3 = 1/7^3 = 1/343 = 0,0029 Medie tra i due nuovi valori 0,004 e 0,0029 (0,004 + 0,0029)/2 = 0,0069/2 = 0,00345 < 0,5 Conclusione La nostra conclusione provvisoria, da controllare con ulteriori esempi , è la seguente : la parte reale degli zeri di una funzione zeta è 0,5 se e solo se si considerano un solo numero primo (o non primo) p ed un solo esponente z sia per 1/p^z sia per 1 -1/p^z. In caso contrario ( p 5 e p’ diversi, z e z’ diversi e z diversi) la parte reale è diversa da 0,5, in misura che dipende dalla differenza p’ – p e z’ – z Proviamo ora con un numero p non primo per es. 6, ed esponente 3 1/6^3 = 1/216 = 0, 004629 1- 1/6^3 = 1 - 0, 004629 = 0,995371 Media (0, 004629 + 0,995371)/2 = ½ = 0,5 La nostra congettura è confermata: la parte reale è ½ se e solo se p (primo o no) è unico e l’esponente è anch’esso unico (reale o complesso) nei termini della funzione zeta 1/p^z e 1 -1/p^z. Tale funzione si annulla in corrispondenza di ½ = 0,5 parte reale, indipendentemente se p sia primo (come nella funzione zeta di Riemann) o no (in possibili funzioni zeta in cui p non sia primo, per esempio multipli di 3, ecc. ). La cosa più importante quindi non è nei numeri primi, (uno dei casi possibili di serie numeriche che riguardano la funzione) ma l’unicità di p e di z, interi positivi o complessi che fossero” Ricordiamo che la formula della funzione zeta è . Osservazione finale. Tutte le altre funzioni zeta da noi generalizzate , basate su 6 altre serie numeriche, hanno tutti gli zeri sulla retta critica ½, e con le loro spaziature; ma solo la funzione zeta di Riamann , basata sui numeri primi, ha gli zeri di zeta con le spaziature simili a quelle dei livelli energetici , espressi dagli auto valori reali di una matrice hermitiana connessa ad un operatore di Riemann. Questi valori debbono essere reali, poichè se fossero immaginari, comporterebbero zeri di zeta fuori dalla retta reale ½, e viceversa. Da qui il secondo divieto. E’ come per i tachioni, particelle con velocità superiori a quella della luce, impossibile perché essi sono immaginari Dal Rif. 5 invece riportiamo: Prima pero accenniamo ad un brano di Keith Devlin ,dal suo libro “I Problemi del Millennio” (Longanesi & C.) pag 66: “ …Riemann dimostrò che se tutti gli zeri complessi (non reali) della funzione zeta hanno una parte reale uguale ad ½, allora la misura in cui la funzione di densità Dn si discosta dalla curva1/ln(n) varia in modo sistematicamente casuale, proprio come la proporzione di test che si ottengono lanciando ripetutamente in aria una moneta si discosta da ½. Ciò significa che, sebbene non sia possibile prevedere con una 7 qualsiasi accuratezza la comparsa del prossimo numero primo, il modello complessivo dei numeri primi è estremamente regolare…” Chiamiamo d tale densita: la funzione zeta z si annulla essa vale 1/2 e quindi z = d - 1/2 = 1/2 - 1/2 = 0 e in tal caso, con tale differenza nulla, spuntano fuori due zeri di zeta complessi coniugati , e ritorniamo al Rif.1, cioe 1/2 = media aritmetica . sia tra due zeri coniugati in senso verticale, con la loro media aritmetica (1/2 + bi + 1/2 - bi)/2 = ( 1+ 0 ) / 2 = (1) / 2 = 1/2 sia 1/p^z e 1 – 1/p^z (1/p^z + 1 – 1/p^z)/2 = (1)/2 = 1/2 in senso orizzontale. In queste due medie aritmetiche con valore . starebbe secondo noi il motivo per cui tutti gli zeri di z stanno sulla retta critica ., vedi Rif. 1, dimostrando la RH per via semplicemente aritmetica, e cioè indipendentemente dalla teoria analitica dei numeri e dalla conseguente analisi complessa alla base dalla funzione zeta complessa. Forme 6k + 1 (Rif.4) e primo divieto Dal Rif. 4 riportiamo il Riassunto, e una nostra Tabella Riassunto In questo lavoro tratteremo l’aritmetica e più in generale la matematica, con le forme generali 6n + 1 dei numeri primi, tranne il 2 e il 3 iniziali, anche in merito alle congetture interessate: Goldbach, numeri primi gemelli, Polignac, ecc. e 8 indicando nei riferimenti i nostri lavori precedenti in merito. Allegheremo una nostra nota storica su Pietro Bongo, il matematico del ‘500 che per primo ha scoperto le forme numeriche 6n + 1. Su tali forme sono stati elaborati di recente anche test di primalità e metodi di fattorizzazione, reperibili sul Web. Tabella delle forme 6k + 1, contenente tutti i numeri, tranne l’1 iniziale. In rosso i numeri primi e i semiprimi senza fattori 2 e 3 Solo i numeri primi 2 e 3 non sono nelle colonne 6k -1 e 6k +1 6k-2 2 8 14 20 … Qui il 6k-3 3 9 15 21 … 6k-1 5 11 17 23 … 6k-2 4 10 16 22 … 6k 6 12 18 24 … 6k+1 7 13 19 25 … primo divieto , aritmetico, per tutti i numeri primi p > 3 , di essere su colonne diverse da 6k -1 e 6k +1. Questo divieto (il primo) , insieme a quello (secondo) sugli zeri di zeta di essere sulla retta critica, potrebbe essere la causa del terzo divieto (auto valori immaginari degli auto valori nelle matrici hermitiane dell’operatore di Riemann connessi alla distribuzione degli zeri di zeta , vedi successivi Rif. 5 , 6 e 7 9 Terzo divieto (sulle spaziature tra gli zeri e i livelli energetici) Rimandiamo al Rif. 1 Capitolo 11 (Dagli zeri ordinati al caos quantistico) , troppo lungo da riportare qui, solo piccole citazioni , particolarmente interessanti per il nostro scopo: Pag. 491 “…Montgomery era incredulo. Le configurazioni che lui prevedeva nella distribuzione degli zeri erano identiche a quelle che i fisici quantistici stavano scoprendo nei livelli energetici dei nuclei di atomi pesanti . Erano configurazioni così caratteristiche che quella forte somiglianza non poteva essere il frutto di una coincidenza. Ecco qual’era il messaggio che Montgomery stava cercando: forse la matematica insita nei livelli quantistici d’energia nei nuclei degli atomi peranti è la stessa matematica che determina le posizioni degli zeri di Riemann…” Pag. 519 (sul “biliardo quantistico” e numeri primi) “…La cosa curiosa è che, se il segreto dei numeri primi è davvero un gioco di biliardo quantistico, allora i numeri primi sono rappresentati da traiettorie molto speciali sul tavolo del biliardo. Alcune traiettorie fanno ritornare la palla al punto di partenza dopo un certo numero di passaggi sul tavolo, dopodiché si ripetono uguali a se stesse. Sembra che siano proprio queste traiettorie speciale a rappresentare i numeri primi:a ogni traiettoria corrisponde un numero primo, e tanto più una traiettoria si estende prima di ripetersi, quanto è più è grande il numero primo corrispondente. 10 La nuova svolta impressa da Berry potrebbe portare ad una unificazione di tre grandi temi scientifici: la fisica quantistica (la fisica dell’estremamente piccolo), il caos (la matematica dell’impredicibilità) e i numeri primi (gli atomi dell’aritmetica). Forse, tutto considerato, l’ordine che Riemann aveva sperato di scoprire nei numeri primi è descritto dal caos quantistico. Ancora una volta i numeri primi ribadiscono il loro carattere enigmatico. L’apparente legame fra la distribuzione statistica degli zeri e quella dei livelli energetici ha convinto molti fisici a prendere parte alla ricerca di una dimostrazione dell’ipotesi di Riemann…” Circa i livelli di energia, dalla seguente Nota 1 vediamo che quelli degli atomi dei gas nobili sono connessi alla serie numerica di Fibonacci, e probabilmente lo sono, eventualmente, anche parzialmente, anche quelli degli atomi pesanti, come l’uranio , ma ciò non è stato ancora constatato, che si sappia. In caso positivo, dopo le opportune verifiche (che lasciamo ad eventuali ricercatori sull’argomento), oltre che dai numeri primi e dagli zeri di zeta, i livelli energetici sarebbero regolati anche dai numeri di Fibonacci, presenti in molti fenomeni naturali , anche a livello atomico, per es. la stabilità nucleare, ecc. (Rif. 9) 11 Infine , da Rif.7, ipotizziamo funzioni zeta generalizzate ad altre serie numeriche, e quindi con zeri (sempre però con parte reale ½) con spaziature diverse (minori o maggiori) di quelle degli zeri di zeta (ipotesi di Riemann), ma solo questi , basati sui numeri primi, avrebbero spaziature simili a quelle dei livelli energetici. La nostra ipotesi dei tre divieti esposta in questo lavoro, collega strettamente numeri primi, zeri di zeta e livelli energetici . Ma anche se l’ipotesi di Rieman non fosse vera in assoluto (cosa che però escludiamo in Rif.7) , essa è già vera per qualche miliardo di zeri, ma alla fisica quantistica ne basterebbero qualche centinaio per funzionare benissimo lo stesso, e per lo stesso motivo per cui non esistono fiori con 233 o 377 o 610 o più petali ( il massimo noto è 144): perché la natura sceglie i suoi numeri, per regolare i suoi fenomeni, nelle tre prime centinaia iniziali ( numeri di Fibonacci, partizioni di numeri ecc., pur essendo questi matematicamente infiniti). E i livelli energetici non fanno eccezione, come si 12 vede nella Nota 1 seguente, i numeri di Fibonacci coinvolti arrivano al massimo a 89, e così pure nei numeri atomici dei gas nobili. Dal Rif. 9 riportiamo la nota 1: Nota 1 Altre connessioni tra altri elementi chimici e numeri di Fibonacci In questa nota prendiamo invece considerazione i livelli energetici degli atomi, le cui spaziature sono molto simili a quelle degli zeri della funzione zeta e quindi si sospetta una possibile relazione anche tra livelli energetici e funzione zeta; poiché quest’ultima è presente nelle teorie di stringa, e queste prevedono in più modi (frequenza di vibrazioni delle stringhe, dimensioni in cui vibrano le stringhe) anche la serie di Fibonacci, c’è da supporre anche una relazione tra livelli energetici e serie di Fibonacci. Ebbene: pensiamo di aver trovato anche quest’altro tassello nel complicato puzzle oggetto del lavoro citato all’inizio. Nella voce “Elementi” dell’enciclopedia “Universo” della UTET, a pag. 119, leggiamo infatti che: “ … La possibilità di alcuni elettroni di oscillare fra due diversi livelli energetici creando uno stato di risonanza spiega il perché del colore di alcuni elementi e della comparsa e scomparsa del colore con il variare dello stato di ossidazione . Le relazioni fra il colore e lo stato di risonanza elettronica sono analoghe a quelle riscontrate nei coloranti organici. La configurazione elettronica dei gas nobili è la seguente: K L M elio 2 neon 2 8 argon 2 8 8 cripton 2 8 18 N O P (somma oriz.* ~ F) 2=2 10 = 8 + 2 18 = 21 - 3 8 36 = 34 + 2 13 xenon 2 8 radon 2 8 18 18 54 = 55 - 1 8 18 32 18 8” 86 = 89 - 3 somma vert. 12 40 62 58 26 8 (* somma orizzontale e somma verticale e relativi numeri sono una nostra aggiunta) Notiamo ora facilmente che: i numeri 2, 8 sono numeri F di Fibonacci; 18 = 17 + 1 con 17 = (13+21)/2 media di 13 e 21 ancora numeri di Fibonacci; 32 = 34 -2 con 34 numero di Fibonacci ; nella “somma oriz.” dei valori orizzontali, notiamo ancora altri numeri di Fibonacci, molto prossimi alle somme orizzontali nella somma vert …. osserviamo parimenti che: 12 = 13 - 1 40 = 34 + 6 62 = 55 + 7 58 = 55 + 3 26 = 21 + 5 8=8 e quindi con altri numeri di Fibonacci coinvolti: 13, 34, 55, 21, 8 26 potrebbe considerato ancora come circa la media aritmetica : (21 + 34)/2 = 27,5 ~ 26 La serie di Fibonacci risulta evidente, e sicuramente in modo non casuale, anche nel livelli energetici degli atomi dei gas nobili; ma anche nei loro rispettivi numeri atomici, poiché gli atomi debbono essere neutri (tanti protoni, tanti elettroni) 2 elio 10 neon 18 argon 36 cripton 54 xenon 86 radon corrispondenti alle somme orizzontali molto vicine, come abbiamo visto, a numeri di Fibonacci (cosa già notata anche con gli elementi più stabili, oggetto di questo lavoro, ma anche con gli elementi superconduttori e gli elementi coinvolti nei quasi cristalli). Dalle stringhe e dalle loro frequenze di vibrazioni (connesse alla serie di 14 Fibonacci), tale connessione passerebbe poi anche ai numeri atomici di alcuni gruppi di atomi, ma anche ai loro livelli energetici (come nei gas nobili nel caso sopra riportato) e quindi con possibile relazione con la funzione zeta e la teoria di stringa anche nei livelli energetici, a parte la spaziatura tra questi ultimi simile alle spaziature degli zeri di zeta. Come abbiamo già notato, dove ci sono stringhe ci sono insieme quasi sempre sia la serie di Fibonacci, sia la funzione zeta di Riemann, e quindi c’è una relazione indiretta anche tra Fibonacci e funzione zeta, e questo nelle stringhe, nei livelli energetici, nei numeri atomici. Ma potrebbe anche passare, infine (ma è una nostra semplice supposizione), alla distribuzione degli elementi più diffusi nella crosta terrestre, con concentrazione superiore a 1000g/t (grammi per tonnellata); stessa fonte: Mn 1 000 dividendo per 1000* ~ 1 P 1 180 ~1 H 1 400 ~1 Ti 4 400 ~5 Mg 20 900 ~ 21 K 25 900 ~ 26 = 21 + 5 Na 28 300 ~ 28 = 21 + 5 +2 ≈ 27,5 media aritmetica tra 21 e 34 Ca 36 300 ~ 36 = 34 + 2 Fe 50 000 ~ 50 = 55 - 5 Al 81 300 ~ 81 = 89 - 8 Si 277 200 ~ 277 = 233 + 34 + 8 + 2 O 466 000 ~ 466 = 377 + 89 * dividendo per 1000 è una nostra aggiunta nostra, ottenendo così una concentrazione di grammi di elemento per chilogrammo di crosta terrestre: si ottengono numeri molto prossimi a numeri di Fibonacci o a loro somme. E’ un semplice caso? E’ ancora presto per dirlo. Qui ci interessa molto di più la connessione tra i numeri di Fibonacci e i livelli energetici degli atomi, come ulteriore indizio positivo della già sospetta relazione tra livelli energetici e funzione zeta poiché, come abbiamo già visto, teoria di stringa, funzione zeta e serie di Fibonacci sono spesso connesse tra loro. Infine, una debole connessione aritmetica, sicuramente non casuale, anche tra numeri magici e numeri atomici dei gas nobili (vedi anche la relativa tabella con somma verticale e somma orizzontale): numeri magici ed elementi stabili ≈ Numeri atomici dei gas nobili ≈ Fibon. numeri magici ed elementi stabili ≈ Numeri atomici dei gas nobili ≈ Fibon. 2 Deuterio (isotopo dell’Idrogeno) 2 = 2 Elio 2=2 15 8 Ossigeno = 8 10 Neon ≈ media (8+13)/2 = 20 Calcio ≈ 21 18 Argon ≈ media (13+21)/2 = 17 28 Nichel ≈ media (21+34)/2= 27,5 36 Kripton ≈ 34 50 Stronzio ≈ 55 54 Xenon ≈ 55 82 Piombo ≈ 89 86 Radon ≈ 89 10,5 Quindi, stabilità nucleare (elementi con numeri atomici “magici” e livelli energetici (gas nobili) hanno una certa affinità con i numeri di Fibonacci e/o loro medie aritmetiche….” Per la Tavola periodica degli elementi si rimanda all’originale. Conclusioni Possiamo concludere dicendo che dei tre divieti oggetto di questo lavoro, i primi due sono già stati da noi dimostrati ( per le funzioni zeta generalizzate su altre serie numeriche manca ancora il calcolo dei rispettivi zeri, sempre sulla parte reale ½ ma con spaziature diverse dagli zeri di zeta, i soli ad avere una stretta somiglianza con i livelli energetici degli atomi, e per il terzo divieto (ma anche per gli altri due riportiamo il nostro seguente grafico cumulativo (dove il piano complesso vale per il secondo e terzo divieto (zeri di zeta sulla retta critica e auto 16 valori sull’asse x dei numeri reali), mentre per le rette 6k-1 e 6k +1 è da considerarsi come normale piano cartesiano. Si potrebbe disegnare un grafico a parte, ma la loro unificazione rende meglio l’idea dei tre divieti. (Vedi grafico finale) Riferimenti 1) Marcus Du Sautoy,“L’enigma dei numeri primi”, Rizzoli , ed in particolare il Cap.11 I seguenti riferimenti sono pubblicati sul nostro sito http://nardelli.xoom.it/virgiliowizard/ 2) DAI NUMERI P-ADICI ALLE TEORIE DI STRINGA Pier Franz Roggero, Dott. Michele Nardelli, P.A. Francesco Di Noto Abstract In this paper we show some connections between p - adic numbers and string theory Riassunto Un recente libro di Gabriele Lolli (Rif.1) ci ha dato l’idea di parlare dei numeri p - adici e del loro coinvolgimento nella teoria delle stringhe, oltre che nella teoria algebrica dei numeri Dal quale riportiamo la nostra conclusione: 17 “Possiamo concludere brevemente che, essendo i numeri p-adici importanti sia in matematica che in fisica, sarebbe bene conoscerli meglio in entrambi i campi, soprattutto in fisica, per via delle loro connessioni con le teorie di stringa, e che quindi questo breve nostro modesto lavoro divulgativo con i nostri contributi possa essere utile e studenti universitari, futuri ricercatori nei due campi, a conoscere meglio l’argomento delle connessioni di cui sopra.” 3)UNA NUOVA CONNESSIONE FIBONACCI – ORBITALI ELETTRONICI Gruppo “B.Riemann” Francesco Di Noto, Michele Nardelli Abstract In this paper we show a new connection between, Fibonacci numbers and electronic orbitals (Rif.1) Riassunto In questo breve lavoro mostriamo una nuova connessione tra i numeri di Fibonacci e gli orbitali elettronici, già visti in Rif.1) 1\ 4) Matematica con i numeri primi e le forme 6k + 1 Francesco Di Noto, Michele Nardelli, Pier Francesco Roggero Abstract In this paper we show arithmetic with general forms 6n + 1 of prime numbers Riassunto In questo lavoro tratteremo l’aritmetica e più in generale la matematica, con le forme generali 6n + 1 dei numeri primi, tranne il 2 e il 3 iniziali, anche in merito alle congetture interessate: Goldbach, numeri primi gemelli, Polignac, ecc. e indicando nei riferimenti i nostri lavori precedenti in merito. Allegheremo una nostra nota storica su Pietro Bongo, il matematico del ‘500 che per primo ha scoperto le forme numeriche 6n + 1 18 Su tali forme sono stati elaborati di recente anche test di primalità e metodi di fattorizzazione, reperibili sul Web. 5) SECONDA PARTE DELLA CONGETTURA SULLE FUNZIONI ZETA GENERALIZZATE (Tabelle e grafici con nuovi indizi compatibili con la congettura) Francesco Di Noto, Michele Nardelli, Pierfrancesco Roggero Abstract In this paper we show some table and graphs on our conjecture compatible with generalized zeta functions (see Ref. 1). Riassunto In Rif.1 (Congetture sulle funzioni zeta) abbiamo congetturato che gli zeri della funzione zeta giacciono tutti sulla retta reale . perche . e la loro media aritmetica, con esempi numerici e possibili connessioni con l’ex congettura di Goldbach. Con n queste tabelle faremo dei calcoli sulla funzione zeta di Eulero con s reale, al fine di integrarle con il suddetto lavoro e riporteremo alcuni grafici (sulla bisezione di una funzione, ecc.) compatibili con la nostra congettura, e che potrebbero suggerire indizi per una possibile ed eventuale dimostrazione della medesima, e quindi anche dell’ipotesi di Riemann come caso particolare (numeri primi anziché altri tipi di serie numeriche)” 6) CONJECTURE ON ZETA FUNCTIONS GENERALIZED Michele Nardelli, Francesco Di Noto, Pierfrancesco Roggero 1Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Napoli Federico II, Largo S. Marcellino, 10 80138 Napoli, Italy 19 2 Dipartimento di Matematica ed Applicazioni “R. Caccioppoli” Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Polo delle Scienze e delle Tecnologie Monte S. Angelo, Via Cintia (Fuorigrotta), 80126 Napoli, Italy Abstract In this paper we have described some mathematical connections between some sections of the theory of the Riemann zeta function and some sectors of string theory. Furthermore, we show some table and graphs on our conjecture compatible with the generalized zeta functions (see Ref. 1). In Ref. 1 (Conjectures on zeta functions) we have conjectured that the zeros of the zeta function lie all on the real straight line ½ because ½ is their arithmetic mean, with numerical examples and possible connections with the Goldbach’s conjecture. With some tables we will do the calculations on the Euler’s zeta function with real s, in order to integrate them with the above work and we report some graphics (the bisection of a function, etc.) compatible with our conjecture, and that could suggest clues to a possible and eventual proof of the same, and therefore also of the Riemann hypothesis as a particular case (prime numbers rather than other types of numerical series). 7) Congettura generale sulle possibili infinite funzioni zeta , compresa quella di Riemann Francesco Di Noto, Michele Nardelli, Pierfrancesco Roggero Abstract In this paper we show our possible generalizations of zeta functions to other numeric series, but with critical line = ½ in all the possible cases. Riassunto In questo lavoro proponiamo una nostra congettura, che 20 chiameremo provvisoriamente “zeta generalizzata”, fino alla sua completa dimostrazione e trasformazione nell’omonimo teorema. La generalizzazione consiste nella sostituzione dei numeri primi della zeta di Riemann, con altre serie numeriche simili. Esporremo i motivi per cui in tutte le generalizzazioni la retta critica è sempre ½, poiché, ipotizziamo, sarebbe la struttura della formula della funzione zeta a dare sempre gli zeri sulla retta critica, indipendentemente dalla serie numerica a denominatore. Per esempio, sostituendo le potenze complesse dei numeri primi 1/ p^s con i le potenze complesse 1/3n^s, avremmo sempre gli zeri coniugati sulla retta critica ½. Introduzione Nel nostro precedente lavoro (Rif. 1, I tre problemi del Millennio con in comune i numeri primi), abbiamo accennato a questa nostra congettura nella prima parte, dedicata all’ipotesi di Riemann. Qui vogliamo approfondirla ancora meglio, gettando possibilmente le basi per una sua successiva dimostrazione, ottenendone un teorema parzialmente o totalmente utile ad una successiva o immediata dimostrazione della RH come caso particolarissimo ( basato sui numeri primi) Possibilmente, con l’aiuto di matematici in grado di calcolare gli zeri di ogni variante, da tali zeri che prevediamo sulla retta critica, potremmo trarne delle conclusioni utili circa la RH , con la funzione zeta più famosa della matematica. 8) CONGETTURA SULLE TRE RETTE CRITICHE LEGATE A ½ (Tramite l’ex congettura forte di Goldbach) Ing. Pier Franz Roggero, Dott. Michele Nardelli, P.A. Francesco Di Noto Abstract 21 In this paper we show a possible connection between real part ½ of zeta function and critical line of Goldbach ex conjecture sum even N = p + q and half primes in Goldbach product N’= p*q Riassunto In questo breve lavoro mostriamo come la retta critica ½ della funzione zeta di Riemann possa essere solo un caso particolare (per N =1) della retta critica N/2 delle somme di Goldbach per un dato numero pari N = p + q per tutte le coppie di primi a somma N; infine esiste anche una retta critica con le radici quadrate dei prodotti di Goldbach ottenute moltiplicando le coppie di Goldbach invece che sommarle. Questa congettura potrebbe dirci qualcosa sulla funzione zeta di Riemann e quindi sulla possibile soluzione (Rif. 1) dell’ipotesi di Riemann, per via delle simmetrie di valori legati a numeri primi, rispetto alle tre rette critiche ( medie aritmetiche nei primi due casi, media geometrica nel terzo caso 9) Nuove connessioni aritmetiche tra i “numeri magici” degli elementi chimici più stabili, i livelli energetici nei gas nobili ed i numeri di Fibonacci Francesco Di Noto, Michele Nardelli Abstract In this paper we will show some numeric connections between magic numbers and Fibonacci’s numbers Riassunto In questo lavoro mostriamo nuove connessioni numeriche tra numeri magici della stabilità nucleare e i numeri di Fibonacci, con accenno anche ai livelli energetici dei gas nobili, anch’essi connessi ai numeri di Fibonacci 22 10) John Derbyshire, “ L’ossessione dei numeri primi” Bollati Boringheri dove nelle pagine da 295 a 301, 304 e 305 sono dei grafici con le spaziature degli zeri di zeta, degli auto valori e dei numeri casuali, con notevoli somiglianze tra le prime due. 11) Quadratic Theory of the Riemann Hypothesis and Connection to Operators and Random Matrix Theories. Tony Gomis, A.M. Gomis, C.M. Gomis, A.L. Gomis, S. Schwarz. ABSTRACT In a bold move, the non trivial zeros of the Riemann Zeta functions are considered as complex zeros of a canonical quadratic equation. The Riemann Hypothesis confirmation and its links to operators and Random Matrix Theories are the direct mathematical implications of this bold view. Sul sito http--empslocal.ex.ac.uk-people-staff-mrwatkin-zeta-gomis_RH.pdf.url 12) Sulle spalle dei giganti1 dedicato a Georg Friedrich Bernhard Riemann ing. Rosario Turco2, prof. Maria Colonnese, dott. Michele Nardelli, prof. Giovanni Di Maria, Francesco Di Noto, prof. Annarita Tulumello Abstract This work present s various ma thematical basic idea s, for the under standing of issues relating to the Riemann hypothesis (RH), the RH s equivalent and the GRH. This Block Notes of Math shows also subproblems of the RH, the LH hypotheses, the fa ctor 23 iza t ion and the main links between all the equat ions involved, through a grid connections . sul sito eprints.bice.rm.cnr.it/615/1/RT01.pdf dal quale riportiamo Capitolo 8. Teoria dei campi, degli operatori e legge di Montgomery-Odlyzko … “ …Tali matrici sono usate per rappresentare gli operatori. In realtà più matrici quadrate possono afferire allo stesso operatore, perché possono avere lo stesso polinomio caratteristico, la stessa traccia e gli stessi autovalori. La sorpresa però proviene dalla matrici hermitiane, cioè quelle matrici che presentano tutti gli elementi come numeri complessi e caratterizzati dal fatto che se l elemento amn=a+ib allora l elemento anm=a-ib. Mentre sulla diagonale principale a11, a22 etc sono tutti interi proprio perché a+ib=a-ib per cui b=0. Esiste un Teorema che dice: Tutti gli autovalori di una matrice hermitiana sono reali . Come conseguenza anche i coefficienti del polinomio caratteristico di una matrice hermitiana sono reali. Questo perché essendo gli autovalori zeri del polinomio caratteristico associato alla matrice hermitiane, allora possiamo sfruttare gli zeri per scomporre il polinomio in (x-a)(x-b)(x-c) Ora se a,b,c secondo il Teorema sono reali allora le moltiplicazioni dei termini tra parentesi ci portano a coefficienti reali. Qual è ora il legame con la zeta di Riemann? Il ragionamento è il seguente: da una parte abbiamo delle matrice hermitiane con numeri complessi, i cui autovalori o zeri del polinomio caratteristico sono reali. Dall altra abbiamo la zeta di Riemann, rappresentata da numeri complessi e legata agli zeri non banali. Gli zeri sono simmetrici rispetto alla retta critica e la parte reale degli zeri non banali è ½; per cui l ipotesi di Riemann porta al fatto che la parte immaginaria degli zeri è reale. Da qui nasce la congettura di Hilbert-Polya: Gli zeri non banali della funzione zeta di Riemann corrispondono agli autovalori di un operatore hermitiano . Fisica nucleare, Meccanica Quantistica e zeri non banali della zeta di Riemann Che c entra Riemann con la Meccanica Quantistica? Ne daremo solo un cenno. Occorre anche dire che Riemann era anche un fisico (fisico e matematico erano due 24 mestieri connessi), anzi molti suoi lavori erano proprio rivolti alla Fisica. 64 In Meccanica Quantistica si studia il comportamento dell atomo e dei livelli di energia in gioco; ad esempio ci si pongono domande del tipo: che succede se un atomo passa da un livello di energia ad un altro? Come sono spaziati i livelli di energia? Perché sono spaziati in quel modo? Si studiano però sistemi dinamici cioè insiemi di particelle che sono dotate in un certo istante di posizione, velocità, direzione, verso etc. Eugen Wigner e Freeman Dyson, dimostrarono che dietro a questi concetti di fisica ci sono degli oggetti matematici rappresentati dalle matrici casuali. Abbiamo già visto prima cosa sono le matrici hermitiane. Ora supponiamo che i valori di tali matrici hermitiane siano causali. Ma la casualità come è intesa? Secondo una legge gaussiana (la famosa curva a campana)! Difatti, ma non lo dimostreremo (vi invitiamo a leggere qualche libro di statistica e di probabilità), se scegliessimo a caso una serie di valori reali per comporre i numeri appartenenti alla matrice, da una gaussiana disegnata su carta millimetrata con migliaia di quadratini, rispettando la regola di ottenere una matrice hermitiana, con buona probabilità la maggior parte di essi sarebbero sotto la campana e in quantità minore ai lati. Scegliendo a caso i quadratini, il loro valore reale potrebbe essere rappresentato dalla sua distanza dalla linea centrale del picco della gaussiana. A questo punto si avrà a che fare con una matrice hermitiana gaussiana (GUE). La legge di Montgomery-Odlyzko Montgomery studiò la spaziatura degli zeri non banali della zeta di Riemann, argomento molto connesso alla teoria dei campi numerici del tipo a b 2 . … Montgomery, scoprì, con l intervento Dyson che l integrale corrispondeva col fattore di forma per la correlazione di coppia degli autovalori delle matrici casuali hermitiane [17, 18, 19]. Purtroppo Montgomery non aveva gli strumenti per dimostrarla. A causa della divisione delle materie, provocate da una giusta specializzazione, questo per anni è stato un difetto difficilmente superabile: gli specialisti non avendo entrambe le specializzazioni non riuscivano a correlare i diversi argomenti. Oggi si preferisce creare team con persone aventi specializzazioni diverse e si sono promossi ambiziosi programmi come il Langlands…” 13) ZEROS AND GRAM POINTS ON THE CRITICAL LINE ζ (½±ix) Pier Franz Roggero, Michele Nardelli 1,2 , Francesco Di Noto 25 Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Napoli Federico II, Largo S. Marcellino, 10 80138 Napoli, Italy Dipartimento di Matematica ed Applicazioni “R. Caccioppoli” Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Polo delle Scienze e delle Tecnologie Monte S. Angelo, Via Cintia (Fuorigrotta), 80126 Napoli, Italy Abstract: In this paper we focus attention on a relationship between zeros and Gram points with the prime numbers on the critical line ζ (½±ix) . Furthermore, we focus attention also on a formula to determine prime numbers using the Gram Points. So if the zeros of the Riemann function give the exact number of prime numbers, with the Gram Points always on the critical line we can even find the values of all prime numbers Da qui alcune pagine masterizzate: Da Rif. 10), Cap. 18 “ La teoria dei numeri incontra la meccanica quantistica, da pag.295: 26 27 Qui invece il nostro grafico provvisorio e sintetico sui tre divieti: retta critica ½ sul piano complesso: vietato agli zeri di zeta di essere fuori da tale retta, anche per i motivi da noi esposti in Rif. 7; le forme e rispettive rette 6k -1 e 6k +1: vietato ai numeri primi ( e semiprimi con due fattori maggiori di 3) di appartenere a due rette diverse, come ha dimostrato Pietro Bongo; vietato agli autovalori di matrici hermitiane, con spaziatura simile a quella degli zeri di zeta, di essere numeri immaginari. Divieti connessi tra di loro: dai numeri 28 primi agli zeri di zeta agli auto valori/livelli energetici degli atomi. 29 30 Infine, da Wikipedia, parzialmente: Riemann hypothesis From Wikipedia, the free encyclopedia Da cui riportiamo la parte riguardante la teoria dell’operatore (Berry ecc.) Operator theory[edit] Main article: Hilbert–Pólya conjecture Hilbert and Pólya suggested that one way to derive the Riemann hypothesis would be to find a selfadjoint operator, from the existence of which the statement on the real parts of the zeros of ζ(s) would follow when one applies the criterion on real eigenvalues. Some support for this idea comes from several analogues of the Riemann zeta functions whose zeros correspond to eigenvalues of some operator: the zeros of a zeta function of a variety over a finite field correspond to eigenvalues of a Frobenius element on an étale cohomology group, the zeros of a Selberg zeta function are eigenvalues of a Laplacian operator of a Riemann surface, and the zeros of a p-adic zeta function correspond to eigenvectors of a Galois action on ideal class groups. Odlyzko (1987) showed that the distribution of the zeros of the Riemann zeta function shares some statistical properties with the eigenvalues of random matrices drawn from the Gaussian unitary ensemble. This gives some support to the Hilbert–Pólya conjecture. In 1999, Michael Berry and Jonathan Keating conjectured that there is some unknown quantization of the classical Hamiltonian H = xp so that and even more strongly, that the Riemann zeros coincide with the spectrum of the operator . This is in contrast to canonical quantization, which leads to the Heisenberg uncertainty principle and the natural numbers as spectrum of the quantum harmonic oscillator. The crucial point is that the Hamiltonian should be a self-adjoint operator so that the quantization would be a realization of the Hilbert–Pólya program. In a connection with this quantum mechanical 31 problem Berry and Connes had proposed that the inverse of the potential of the Hamiltonian is connected to the half-derivative of the function then, in Berry–Connes approach (Connes 1999). This yields to a Hamiltonian whose eigenvalues are the square of the imaginary part of the Riemann zeros, and also the functional determinant of this Hamiltonian operator is just the Riemann Xi function. In fact the Riemann Xi function would be proportional to the functional determinant (Hadamard product) as proven by Connes and others, in this approach The analogy with the Riemann hypothesis over finite fields suggests that the Hilbert space containing eigenvectors corresponding to the zeros might be some sort of first cohomology group of the spectrum Spec(Z) of the integers. Deninger (1998) described some of the attempts to find such a cohomology theory (Leichtnam 2005). Zagier (1981) constructed a natural space of invariant functions on the upper half plane that has eigenvalues under the Laplacian operator that correspond to zeros of the Riemann zeta function— and remarked that in the unlikely event that one could show the existence of a suitable positive definite inner product on this space, the Riemann hypothesis would follow. Cartier (1982) discussed a related example, where due to a bizarre bug a computer program listed zeros of the Riemann zeta function as eigenvalues of the same Laplacian operator. FINE Caltanissetta 1.9.2016 32