Otite, ecco i baby-rimedi

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n n Salute Un terzo della popolazione sotto i 14 anni soffre di questa patologia in forma media
Otite, ecco i baby-rimedi
Spesso i primi sintomi non sono direttamente collegabili alla malattia
di Davide Fumagalli
I
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n
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rritabilità, malumore, svogliatezza, mancanza di attenzione. I
classici sintomi che spesso accompagnano il rientro a scuola di
molti bambini non sempre sono un semplice capriccio legato alla
difficoltà di riprendere i ritmi quotidiani, ma possono nascondere
un’origine organica. Un controllo all’udito, in particolare, è utile per
diagnosticare e curare tempestivamente disturbi che incidono non solo
sulla salute dell’orecchio, ma anche sulle capacità di apprendimento
dei piccoli. Esiste innanzitutto l’orecchio del nuotatore, un’otite esterna il cui insorgere è facilitato dalle prolungate immersioni in mare
o in piscina. Alla base di queste infezioni
vi sono funghi o batteri che colpiscono
la mucosa del condotto uditivo esterno
e la terapia consiste in un trattamento
antimicotico o antibiotico. La patologia
uditiva più frequente in età pediatrica è
però l’otite media effusiva, che secondo
p
dati Istat interessa in Italia un terzo
i da
della popolazione sotto i 14 anni. A scadell
tenarla possono essere vari fattori quali
tena
infiammazioni delle vie aeree superiori,
in
ipertrofia delle adenoidi, allergie, immaip
turità
del sistema immunitario e fattori anatomici. «Nei bambini
tu
la struttura del rinofaringe e della tuba uditiva è più stretta che
negli adulti e non ancora completamente sviluppata», spiega il
n
dottor Marco Ballarini, specialista otorinolaringoiatra di Terme di
d
Sirmione. «Ecco perché il muco intasa più facilmente le vie respiSi
ratorie e l’orecchio medio. Si parte da una semplice sensazione di
ra
fastidio, di ovattamento dell’orecchio, ma se il problema perdura il
fas
ristagno di muco determina un calo uditivo e l’infiammazione della
rist
tuba fino all’otite, un’infezione dolorosa. È importante ricordare che
presenza di perforazione della membrana timpanica non si deve
in pr
procedere a trattamenti locali che potrebbero ledere la struttura interproce
na dell’orecchio. Nella fase acuta si segue infatti un trattamento con
antinfiammatori, antibiotici o cortisonici assunti per via generale».
Superata la fase critica le cure termali con acque sulfuree-salsobromoiodiche si rivelano benefiche sia per i bambini che già hanno
sofferto di otite, sia come prevenzione in vista degli episodi collegati
alle malattie da raffreddamento invernali. Il Centro sordità rinogena
delle terme di Sirmione ha definito un protocollo terapeutico specifico
per i disturbi uditivi nei più piccoli. All’inizio viene effettuato un esame
audiometrico per monitorare la rilevanza del problema, poi ripetuto
alla fine del trattamento, e si procede con due o più cure inalatorie,
quali docce nasali micronizzate, inalazioni e aerosol, integrate con
metodi di aerazione artificiale del timpano,
quali le insufflazioni endotimpaniche o il
politzer crenoterapico. «Queste ultime due
terapie non vengono utilizzate prima dei
tre anni di età perché richiedono un po’
di collaborazione da parte del paziente»,
continua Ballarini. «Nelle insufflazioni si
inserisce un catetere sottile attraverso le
fosse nasali fino al rinofaringe per convogliare l’idrogeno solforato nella tuba
uditiva. Questa miscela gassosa agisce
come fluidificante del catarro ed effettua
un peeling sulla mucosa, eliminando le cellule morte e apportando più
sangue alla mucosa stessa regolarizzandone la secrezione. Nei casi in
cui l’insufflazione endotubarica risulti mal tollerata o difficoltosa, si può
procedere con il politzer crenoterapico». In pratica si appoggia a una
narice una oliva di plastica che convoglia il gas sulfureo dall’apparecchio erogatore. Chiudendo la narice controlaterale il medico invita il
paziente a compiere deglutizioni o a ripetere fonemi (K,G). Aumenta
così la pressione dell’aria nel rinofaringe e l’idrogeno solforato viene
spinto verso la cavità timpanica attraverso la tuba uditiva. In tal modo
si uniscono i benefici della miscela gassosa all’azione meccanica di una
spinta che induce all’apertura della tuba. (riproduzione riservata)
n n Benessere La teoria sugli effetti benefici di una frequente idratazione non trova riscontri
Otto bicchieri di acqua al giorno
non levano il medico di torno
di Galeazzo Santini
S
pecie le ragazze approfittato di ogni momento libero
per estrarre dalla borsetta
la classica bottiglia di minerale
(meglio non gassata) e ingoiare
una lunga sorsata. Sono le adepte
della magica formula dell’8 per 8,
che consiste nel bere otto volte
al giorno un bicchiere di acqua,
considerata un toccasana che
accelera la perdita di peso, libera
il corpo dalle tossine, combatte la
costipazione e la fatica, migliora il
tono della pelle e affretta la gua-
rigione da raffreddori e influenza.
Purtroppo, però, non esiste alcuna
evidenza scientifica che lo dimostri. Ogni studio che ha cercato
di collegare questa abitudine a
un miglioramento della salute
è stato respinto dai critici come
statisticamente insignificante o,
semplicemente, non applicabile.
A sostenere la validità di questo metodo, però, sono anche gli
scienziati secondo i quali l’extra
acqua riduce il rischio del cancro
alla vescica e di polipi precancerosi al colon, oltre a proteggere da
malanni cardiologici. Ma il fisiologo Heniz Valtin, della Dartmouth
Medical School, ha sostenuto
che la formula dell’8 per 8 non
è universalmente raccomandabile, ma utile solo per chi soffre
di determinati disturbi. Gli urologi
ammettono che bevendo grandi
quantità d’acqua si riduce la recrudescenza dei calcoli renali, ma
non sanno se sia proprio questo a
prevenire questo disturbo. Infine,
attenzione alla velocità con la
quale si beve: il corpo umano può
assorbire un litro all’ora come
massimo. Alcuni maratoneti infatti sono morti per avere ingerito
troppo in fretta grandi quantità
d’acqua. (riproduzione riservata)
Lampi
nel buio
Le orecchie dell’uomo
sono maldifese.
Si direbbe che non
si sono previsti i vicini
Henry Michaux
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