Zurigo, 20 maggio 2016
Economic Research
Prospettive settimanali #21
Data
23.05.
Ora
10:00
Paese
EZ
Evento/Indicatore
PMI industria manifatturiera
mag
Val.pre.
51.7
24.05.
08:00
CH
Saldo della bilancia commerciale
apr
2.16 miliardi
24.05.
08:45
FR
Indice INSEE fiducia delle imprese
mag
104
104
25.05.
10:00
DE
Indice Ifo fiducia delle imprese
mag
106.6
106.8
26.05.
09:15
CH
Produzione industriale, yoy
T1
-4.5%
26.05.
14:30
US
Ordinativi di beni durevoli, mom
apr
0.8%
0.3%
Domanda industriale rimane punto debole dell'economia USA
27.05.
01:30
JP
Prezzi al consumo, yoy
apr
-0.1%
-0.4%
L'aumento dello yen rende più convenienti i prodotti importati
27.05.
14:30
US
2a stima PIL, qoq annualizzato
T1
0.5%
0.8%
Il tasso di crescita dovrebbe venir rivisto al rialzo
§ Aumento dell'inflazione negli USA
§ Profitti aziendali in calo anche nel T2
§ Focus: Lo spettro della «Brexit»
Dopo un moderato primo trimestre, l'economia statunitense
sembra accelerare di nuovo. Lo fanno pensare i dati pubblicati
alla fine dell'ultima settimana, relativi ai fatturati delle vendite
al dettaglio. Il loro forte aumento mensile dell'1.3% in aprile è
stato favorito nettamente dall'aumento dei prezzi della benzina. Ma anche le altre spese per i consumi all'inizio del secondo
trimestre hanno di nuovo registrato un aumento maggiore.
Assieme all'inflazione, anch'essa aumentata, che in aprile ha
raggiunto un tasso annuo dell'1.1% (2.1% senza considerare
energia e generi alimentari) e ai dati della produzione industriale, anch'essi migliorati, dovrebbero incidere inoltre maggiormente le voci che sono favorevoli a un ulteriore aumento
dei tassi di riferimento per giugno. Il recente verbale della Fed
ha mostrato che una maggioranza dei membri del FOMC ritiene adeguato un aumento dei tassi a giugno in caso di un'accelerazione della crescita statunitense nel secondo trimestre.
Sui mercati a termine, le previsioni hanno conseguentemente
registrato un forte rialzo. L'implicita probabilità di un aumento
dei tassi a giugno è tuttavia solo del 30% circa e anche noi
prevediamo che la Fed durante la prossima riunione non aumenterà ancora i tassi – anche a causa dell'incertezza riguardante il prossimo referendum sulla «Brexit» in Gran Bretagna.
Per contro, al di qual dell'Atlantico siamo ancora ben lontani
anche solo dalle voci di un irrigidimento della politica monetaria. E questo sebbene l'Eurozona si trovi su un percorso di
ripresa moderato, ma sempre intatto. Pertanto, la prossima
settimana l'indice provvisorio dei responsabili degli acquisti per
l'Unione monetaria non dovrebbe mostrare alcun aumento
della dinamica, ma attestarsi sempre sensibilmente sopra la
soglia di espansione di 50 punti. Il fattore trainante rimane la
Germania: mentre in Francia l'interminabile battaglia per le
moderate riforme del mercato del lavoro evidenzia le riforme
strutturali, che si fanno sempre attendere, e la congiuntura
fatica a ripartire, l'economia tedesca si trova in una condizione
solida, alimentata, non come in precedenza da esportazioni
dinamiche, ma basata su una forte domanda interna.
Cons.
51.9
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Commento
La fiducia si presenta sempre robusta
Eccedenza quasi esclusivamente grazie al settore farmaceutico
L'economia fatica ancora a ripartire
Prevista una dinamica in leggero aumento
Punto min. tasso annuo probabilmente raggiunto a fine 2015
Tuttavia, questi indicatori congiunturali complessivamente
robusti in Europa e negli USA non riescono a mascherare le
deludente situazione degli utili delle imprese. Le aziende
dell'indice statunitense S&P 500 per esempio hanno dovuto
già subire nell'ultimo trimestre 2015 un calo degli utili del -6%
circa. E per il T1 i dati dei ricavi sono stati ancora più deludenti: delle 469 aziende, che hanno già fornito i risultati (94% di
tutte le aziende riportate nell'indice S&P 500), il calo degli utili
aggregato ammonta a -8.4%. Ancora più cupa sembra la
situazione nelle borse europee. Per quanto riguarda l'indice
Eurostoxx 50, ad esempio, il calo degli utili nel T1 – i risultati
di due aziende mancano ancora – è del -17% circa. Affinché
sui mercati azionari aumenti sostenibili dei corsi siano giustificati, la tendenza dei profitti aziendali dovrebbe andare nettamente nella direzione opposta. La prossima fase nel poker del
debito greco e il referendum sulla «Brexit» (v. Focus a pagina
2) nascondono ulteriore potenziale di agitazione per i mercati
azionari. Inoltre l'impulso dovuto all'aumento dei prezzi del
petrolio sembra limitato. Infatti, in primo luogo la correlazione
tra azioni e quotazioni di petrolio durante un calo dei prezzi
del petrolio è nettamente più elevata rispetto a quando aumentano e in secondo luogo l'attuale rally del petrolio è dovuto più a una concomitanza di diversi problemi dell'offerta che
a variazioni fondamentali.
Le possibili turbolenze per l'Eurozona sono importanti non da
ultimo anche per l'EUR/CHF. Attualmente, rispetto all'euro il
franco è riuscito a mantenersi sopra 1.10, ma se il CHF dovesse di nuovo rivalutarsi sensibilmente, il Presidente della BNS,
Jordan, ha confermato nuovamente la disponibilità a intervenire sul mercato delle divise. I depositi a vista delle banche svizzere, che saranno pubblicati la prossima settimana, chiariranno di nuovo se e in che misura la Banca nazionale svizzera ha
influito sull'attuale tasso di cambio, dopo che i depositi a vista
da metà aprile erano leggermente diminuiti. La prossima settimana saranno in primo piano qui da noi anche i dati su bilancia commerciale e produzione industriale. Come negli ultimi
dieci anni, anche per aprile si dovrebbe registrare un'eccedenza della bilancia commerciale. Questa eccedenza delle esportazioni va però valutata con prudenza. Infatti, le esportazioni
sono sostenute in grandissima parte da quelle dei prodotti
farmaceutici.
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Economic Research
Focus: Lo spettro della «Brexit»
Economic Research
ll 23 giugno, in Gran Bretagna si terrà il referendum sulla
permanenza nell'Unione europea. Nelle ultime settimane, i
sondaggi non mostravano alcuna chiara tendenza. I sostenitori e gli oppositori di una «Brexit» sono quasi alla pari, con
un'elevata percentuale di votanti indecisi. Due anni fa, in
occasione del referendum sull'indipendenza della Scozia la
situazione di partenza era simile. A quel tempo, la maggioranza degli indecisi optò alla fine per la permanenza nel
Regno Unito. Nel complesso il 55.3% aveva votato contro
l'indipendenza. In linea di massima prevediamo un risultato
del genere anche per il referendum UE. Un buon mese prima
del referendum, l'esito rimane però molto incerto. Altrettanto incerti rimangono i possibili effetti sui mercati finanziari e
soprattutto sull'economia della Gran Bretagna.
Wochenausblick #8
Fino al 2009, un'uscita, nel regolamento dell'UE, non era
nemmeno prevista. Solo nell'ambito dell'allargamento a est
dell'UE è stata concessa ufficialmente questa possibilità
nell'articolo 50 del Trattato di Lisbona, secondo cui un
membro può formalmente presentare richiesta del desiderio
di uscita. Da quel momento, entro 2 anni si deve trattare
sulle condizioni con gli altri 27 paesi membri. Di conseguenza, in caso di una decisione «Brexit» non ci sarebbe alcun
processo automatico. Questo processo dovrà essere avviato
probabilmente da un nuovo governo britannico. E anche
allora l'orizzonte di 2 anni non è vincolante. I partner della
trattativa possono concordare una proroga.
Dopo una decisione degli elettori a favore di un'uscita passerebbe quindi un po' di tempo prima che vi sia più chiarezza
sul percorso delle trattative. Qui sono possibili a grandi linee
le seguenti direzioni:
1. Modello del Liechtenstein: appartenenza allo spazio
economico europeo (SEE), senza integrazione politica
ma con acquisizione automatica dei regolamenti UE.
2. Modello svizzero: regolamentazione delle relazioni
commerciali tramite specifici trattati bilaterali, con ampia
accettazione dei regolamenti UE.
3. Modello turco: unione doganale, in gran parte limitata
al commercio di merci.
4. Modello OMC: disposizioni riguardanti il diritto commerciale secondo le regole internazionali dell'Organizzazione mondiale del commercio OMC, con più ampi ostacoli
tecnici al commercio e accesso molto limitato ai servizi.
essere accettati senza partecipare
alle decisioni.
Quanto però
Zürich,
20. Mai 2016
meno impegnativi dovessero essere gli accordi commerciali,
tanto maggiori sarebbero le possibili perdite per le aziende
Raiffeisen Economic Research
britanniche, che risentirebbero delle limitazioni dell'accesso
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al mercato con il principale partner commerciale UE – soTel. +41 044 226 74 41
prattutto nell'importante settore
dei servizi. Ciò dovrebbe
frenare anzitutto anche gli investimenti delle aziende extraeuropee, che producono in Gran Bretagna per il mercato
europeo. Non si sa neppure se la Gran Bretagna effettivamente potrà raggiungere una maggiore sovranità nella determinazione delle condizioni commerciali e se una regolamentazione autonoma migliorerà le condizioni per le aziende
nazionali. È inoltre probabile che le controparti UE nelle
trattative seguano una linea dura per non offrire a nessuno
degli altri 27 paesi membri un incentivo a seguire questo
esempio.
A seconda delle ipotesi, quindi, le stime dei costi risp. del
vantaggio di un'uscita variano enormemente. Esistono
estreme differenze nei modelli di calcolo dell'effetto a lungo
termine sul PIL britannico e la maggioranza prevede perdite
nette nella parte bassa di una percentuale a una cifra. Le
previsioni di conseguenze negative soprattutto per la Gran
Bretagna si riflettono nella sterlina. Dalla fine dell'anno scorso, la valuta britannica ha perso circa il 10% rispetto all'euro.
L'effetto frenante dell'incertezza si è riflesso inoltre in un
netto peggioramento della fiducia delle imprese in Gran
Bretagna, mentre finora nell'Eurozona non si riscontra alcun
effetto negativo (vedi grafico). Un sì alla «Brexit» dovrebbe
rafforzare ancora questo andamento, mentre un voto contro
l'uscita dovrebbe determinare una ripresa.
L'incertezza penalizza la fiducia delle aziende britanniche
Indice dei responsabili degli acquisti industria manifatturiera,
standardizzato
Per i modelli elencati il grado dell'integrazione economica
diminuisce dall'alto verso il basso, mentre aumenta la sovranità politica. Poiché i sostenitori di un'uscita criticano soprattutto la regolamentazione imposta da Bruxelles, nel caso di
una «Brexit» la direzione delle trattative della Gran Bretagna
dovrebbe andare verso il modello svizzero o turco, poiché
altrimenti in futuro i regolamenti UE dovrebbero comunque
Azioni
SMI
S&P 500
Euro Stoxx 50
DAX
CAC
7998
2040
2955
9900
4344
Fonte: Bloomberg,
1)
Economic Research
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Valute/Materie prime
a ttua l e %, 5 gi orni %, YTD
20.05.2016 10:13
Fonte: Markit, Raiffeisen Research
Brent
1.4
-1.2
-0.1
0.4
0.6
-9.3
-0.2
-9.6
-7.8
-6.3
Tassi
a ttua le %, 5 giorni
EURCHF
USDCHF
EURUSD
Oro
Greggio 1)
1.111
0.991
1.121
1254
49.3
0.7
1.6
-0.9
-1.5
3.0
%, YTD
2.1
-1.1
3.2
18.1
32.1
CHF
USD
EUR (DE)
GBP
JPY
3M
10YR
bp, YTD
-0.74
0.65
-0.26
0.59
-0.02
-0.30
1.85
0.17
1.45
-0.11
-24
-42
-46
-51
-38
Zürich, 20. Mai 2016
Economic Research
Wochenausblick #43
Editore
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Domagoj Arapovic
044 226 74 38
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Michael Kunz
044 226 74 15
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Christoph Vonwiller
044 226 74 17
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