Il parere dell'economista capo di Raiffeisen Ottimismo realistico Dalla celebre affermazione «wir schaffen das (ce la facciamo)», tutti in Europa sanno ormai che non basta la volontà per creare un'unità. Esattamente come tutti sanno che i politici preferiscono parlare di visioni invece di occuparsi solamente di problemi quotidiani, per quanto possano essere urgenti. Ciò che conta è la grande immagine. Nel frattempo però anche gli economisti corrono il rischio di guardare troppo avanti nel futuro. Ma non per percepire qualcosa del glamour che circonda i visionari, i cosiddetti ricercatori di tendenze. Se gli economisti dell'FMI ritengono di dover dilazionare i debiti della Grecia fino ad una data tanto remota da sembrare un'eternità e limitare i pagamenti degli interessi fino un massimo dell'1.5%, allora si tratta davvero di una misura disperata, esattamente come la speranza che la Grecia possa realizzare in media un avanzo primario del 3% nei prossimi anni. Malgrado le massicce critiche all'atteggiamento dei finanziatori europei, l'FMI, secondo gli ultimi risultati delle trattative, sembra essersi lasciato convincere nuovamente a partecipare finanziariamente al terzo programma di aiuto. Questo però solo dietro promessa non vincolante, che nel 2018 i crediti dell'FMI dei primi due programmi di aiuto vengano rimborsati tempestivamente. Questa mossa strategica non cambia nulla all'entità dei debiti della Grecia. L'ottimismo è l'ultimo a morire. Sui mercati finanziari regna in genere anche ottimismo, in realtà, forse, si dovrebbe dire: quasi solo. Infatti gli investitori azionari sanno che un portafoglio azionario ben diversificato alla lunga batte qualsiasi altra categoria d'investimento in fatto di performance. Contrariamente alla politica, in borsa, l'ottimismo è conseguentemente un po' più vicino alla realtà. Chi ha investito in azioni a inizio anno, ad esempio nel mercato svizzero, e oggi registra valori negativi del dieci per cento, deve quindi «solo» aspettare che il mercato riprenda il cammino verso nuovi picchi. Ciò può del resto prender tempo. È noto che la borsa è anche un indicatore di ciò che avverrà nel prossimo futuro. L'andamento dei corsi dall'estate scorsa diffonde quindi solo poco ottimismo. Anche se il mercato si è leggermente allontanato dal minimo annuale, esso continua ancora inutilmente a cercare terreno fertile. Esso resta ancora imprigionato nella gabbia delle discus- Il parere dell'economista capo di Raiffeisen 25.05.2016 Raiffeisen Economic Research [email protected] Tel. +41 (0)44 226 74 41 sioni sull'aumento dei tassi, della trappola del debito e della globale debolezza della crescita. Quest'ultima potrebbe peraltro frenare il mercato anche a lungo termine. È infatti prevedibile che l'economia mondiale non riesca più proseguire la crescita degli anni scorsi. Ma questo finora non ha praticamente penalizzato l'ottimismo degli analisti azionari. Anche nell'anno in corso le revisioni degli utili sono state per lo più al ribasso. Pur trattandosi di una tradizione, fatta eccezione per gli anni di crollo, le previsioni sugli utili pronosticate sono sempre eccessivamente ottimistiche e vengono adeguate nel corso dell'anno. E attualmente alcune società stanno battendo per lo meno queste prognosi riviste al ribasso, cosa di cui gli operatori di borsa ancora si accontentano. Ma per il momento, non ci si può aspettare di più. La febbre acuta di fusione, il sempre minore effetto delle iniezioni di liquidità delle banche centrali e il fatto che le società vogliono mantenere elevato l'umore degli azionisti con dividendi in parte eccessivi, segnala più la fine di un ciclo che non l'inizio di una nuova era. Niente contro troppo ottimismo, ma gli elevati tassi di crescita dell'economia mondiale dopo la crisi delle dotcom praticamente non sono più realistici, in troppi paesi i potenziali di crescita sono minori rispetto a quelli di allora. La Cina ne è l'esempio più famoso. Prima che la borsa lo abbia elaborato, ci vorrà ancora un po' di tempo, ma poi ci sarà senz'altro di nuovo più spazio per l'ottimismo, realistico, non visionario. Martin Neff, Economista capo di Raiffeisen Il parere dell'economista capo di Raiffeisen Ottimismo realistico 25.05.2016 Raiffeisen Economic Research [email protected] Tel. +41 (0)44 226 74 41 Importanti note legali Esclusione di offerta I contenuti della presente pubblicazione vengono forniti esclusivamente a titolo informativo. Essi non costituiscono dunque né un'offerta agli effetti di legge né un invito o una raccomandazione all'acquisto, ovvero alla vendita, di strumenti di investimento. 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