RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA PIANO DI GESTIONE AREA 12 SIC IT9220170 MONTE CALDAROSA SIC IT9210271 MONTE DELLA MADONNA DI VIGGIANO SIC IT9210205 MONTE VOLTURINO SIC IT9210240 SERRA DI CALVELLO - primo e secondo report - Settembre 2012 1.5. INQUADRAMENTO AGRO-SILVO-PASTORALE 1.5.2. DESCRIZIONE DELLE AREE E DELLE TECNICHE AGRICOLE E ZOOTECNICHE Nell’ATO 12 le superfici agricole (circa 10 ha) sono circoscritte in località Campo Rotondo al limite Sud-Sud Ovest del SIC Serra di Calvello (IT9210240). Le principali colture sono i cereali (prevalentemente Triticum aestivum L.) e le orticole (patate, fagioli e fave). Nella zona più a Sud dove sono presenti alcune masserie storiche (tra cui Masseria Langone) si hanno essenzialmente colture a foraggio (erbai misti, veccia, trifoglio) e vigneti a uso prevalentemente familiare. Nell’ATO 12 è presente una sola azienda zootecnica di piccole dimensioni localizzata nel SIC Madonna di Viggiano (IT9210180), nella quale sono allevati 30 capi fra ovini e caprini: si tratta di un allevamento destinato alla produzione di latte e carne. Tuttavia, le diverse aree vegetazionali dei siti sono, utilizzate per il pascolamento di bestiame proveniente da allevamenti esterni ai SIC. La presenza di bestiame all’interno dei siti è concentrata nei periodi dell’anno caratterizzati dalla maggiore disponibilità di foraggi freschi. Tra le specie maggiormente osservate nei siti, vi sono soprattutto bovini di razza Podolica e, in misura minore, ovi-caprini ed equini. 2.4. VALUTAZIONE DELL’INFLUENZA DEI FATTORI SOCIO-ECONOMICI CHE INSISTONO SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DI SPECIE E HABITAT D'INTERESSE 2.4.1. AGRICOLTURA E SELVICOLTURA Dalla fase di monitoraggio, si evidenzia che all’interno dell’ATO 12, non vi è un’attività agricola tale da poter determinare pressioni sugli habitat presenti. Le uniche attività agricole da considerare comunque marginali, si riscontrano in località Campo Rotondo lungo il confine del SIC IT9210240 confinante con la strada comunale “campo rotondo” dove si hanno delle superfici coltivate la cui estensione è di circa 10 ha. Le colture praticate sono cereali (Triticum aestivum L.) colture a foraggio (erbai misti, veccia, trifoglio), colture orticole e vigneti ad uso prevalentemente familiare. All’interno dell’ATO 12 non si riscontra un’attività zootecnica di particolare rilievo. Allo stato attuale, l’attività di pascolamento produce danni solo nei SIC Serra di Calvello e Monte Caldarosa. Nei SIC “Monte della Madonna di Viggiano” e “Monte Volturino” il pascolo non rappresenta un fattore di disturbo e/o trasformazione degli habitat. Sarebbe opportuno, tuttavia, pianificare un’attività di monitoraggio per valutare l’evolversi della condizione nel corso degli anni. 2 2.5 INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DI INDICATORI FINALIZZATI A MONITORARE LO STATO DI CONSERVAZIONE 2.5.6. INDICATORI AGRO-ZOOTECNICI Le informazioni raccolte durante la fase di monitoraggio hanno permesso di evidenziare che la gestione dell’attività di pascolamento all’interno dei SIC Serra di Calvello (IT9210240) e Monte Caldarosa (IT9220170) esercita influenze negative sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie presenti. Per meglio descrivere l’impatto di questa attività all’interno dell’area, si è fatto ricorso al modello DPSIR. Determinanti: in prossimità dei confini dei siti è possibile riscontrare la presenza di alcune aziende zootecniche che allevano gli animali con sistemi di allevamento estensivo (o semiestensivo). Pressioni: le aree vegetazionali dei siti (in particolare, le praterie naturali con vegetazione arbustiva e le foreste di caducifoglie) sono utilizzate soprattutto per il pascolamento di bovini e, in misura minore, di ovi-caprini ed equini. Nei punti di più facile accesso il carico di bestiame e la sua distribuzione risultano eccessivi e non commisurati alle potenziali produzioni foraggere dei diversi habitat (300-750 UF/ha/anno). Stato: il carico animale esercita una influenza negativa nei SIC Serra di Calvello (cod. 140, intensità B, 30% della superficie totale) e Monte Caldarosa (cod. 140, intensità C, 10% della superficie totale) sullo stato di conservazione degli habitat. Pertanto, il carico di bestiame dovrebbe prudenzialmente mantenersi su valori contenuti (0,10 UBA/ha/anno), integrando maggiormente l’apporto alimentare della dieta al pascolo con residui colturali di coltivazioni erbacee, arbustive, legnose, ortive delle aziende circostanti. Impatto: l’elevato carico animale riscontrato e la sua non corretta distribuzione sono causa dell’alterazione nella composizione e funzionalità degli ecosistemi del SIC. Risposte: Regolamentazione e gestione del pascolo. 3 Tabella 2 – Indicatori utilizzati per la valutazione dell’influenza delle attività agro-zootecniche sullo stato di conservazione di habitat e specie. Indicatori Unità di misura Grado di ricchezza di specie agrarie/varietà locali Basso, medio e alto Carico di bestiame UBA/ha/anno Produzione foraggera UF/ha/anno Presenza di specie nitrofile Bassa, media e alta Grado di copertura del suolo Scarso, accettabile e buono Sentieramento Presenza/assenza Grado di calpestio Basso, medio e alto Infestazione da ectoparassiti Presenza/assenza Presenza di deiezioni di origine zootecnica Bassa, media e alta Livello di utilizzo (erbaceo/arbustivo/arboreo) delle Basso, medio e alto risorse foraggere Abbeveratoi Presenza-numero/assenza 2.6. QUADRO RIASSUNTIVO DELLE MINACCE E CRITICITÀ Minaccia/Criticità Pascolamento del bestiame eccessivo con banalizzazione della composizione floristica e perdita di biodiversità in habitat anche prioritari. Fenomeni di degradazione del suolo per compattazione, nitrificazione, incendi indotti per rigenerare il pascolo. Infestazione di ectoparassiti. Obiettivi specifici Determinazione del numero di capi che può essere mantenuto per la stagione di pascolamento (carico potenziale) Nome azione Studio consistenza bestiame presente, controllo e monitoraggio del cotico erboso e valore pastorale del pascolo Descrizione azione Determinazione del carico massimo di capi che può essere in condizioni di equilibrio con l'ambiente, tenendo conto che molti habitat, anche prioritari, possono mantenersi tali solamente grazie a moderate azioni di disturbo, quali il pascolamento Controllo delle popolazioni di ectoparassiti Piani di monitoraggio e controllo da parte delle ASL Piani periodici di controllo sanitario 4