RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA PIANO DI GESTIONE

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA
PIANO DI GESTIONE
AREA 13
SIC IT 9210200 MONTE SIRINO
SIC IT 9210195 MONTE RAPARO
- primo e secondo report -
Settembre 2012
1.5. INQUADRAMENTO AGRO-SILVO-PASTORALE
1.5.2. DESCRIZIONE DELLE AREE E DELLE TECNICHE AGRICOLE E ZOOTECNICHE
All’interno dei SIC IT9210200 (Monte Sirino) e IT9210195 (Monte Raparo) non sono presenti
aziende agricole e zootecniche. Le diverse aree vegetazionali dei siti sono, tuttavia, utilizzate per il
pascolamento di bestiame proveniente da aree esterne. La presenza di bestiame all’interno dei siti
è concentrata nei periodi dell’anno caratterizzati dalla maggiore disponibilità di foraggi freschi.
Tra le specie maggiormente osservate all’interno dei siti, vi sono i bovini, soprattutto di razza
Podolica, particolarmente apprezzati per la capacità di utilizzare risorse alimentari di basso valore
nutritivo (pascoli cespugliati, stoppie, macchie, foglie di essenze arbustive).
In alcune aree è stata riscontrata anche la presenza di ovi-caprini, allevati per la produzione di
carne e latte. Quest’ultimo è utilizzato per la realizzazione del Canestrato di Moliterno.
I pochi equini individuati, anch’essi in allevamento semi-estensivo, appartengono alle razze
Avelignese e Murgese.
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2.4. VALUTAZIONE DELL’INFLUENZA DEI FATTORI SOCIO-ECONOMICI CHE
INSISTONO SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DI SPECIE E HABITAT D'INTERESSE
2.4.1. AGRICOLTURA E SELVICOLTURA
Il SIC Monte Raparo è caratterizzato da boschi e pascoli e sono assenti le coltivazioni. Numerose
aziende (circa 740) ricadono nei Comuni di S. Chirico Raparo e di Castelsaraceno e sono
prevalentemente a conduzione diretta. Si evidenzia in queste aree un crescente abbandono delle
attività agricole e zootecniche con l’aumento di superficie incolta a cui consegue il fenomeno dello
spopolamento rurale e urbano.
Sebbene nel sito non siano presenti aziende zootecniche, è stata riscontrata la presenza di
bestiame al pascolo. I sopralluoghi svolti durante la fase di monitoraggio hanno permesso di
evidenziare che l’attività non regolamentata del pascolamento è causa di diversi problemi sullo
stato di conservazione degli habitat e delle specie presenti nel sito. Ciò è da attribuire soprattutto
al lungo periodo di pascolamento che si protrae da giugno a dicembre. Gli animali osservati sono
prevalentemente Podolici raggruppati in mandrie di 40-50 capi e, marginalmente, cavalli Murgesi e
Avelignesi.
Nel SIC è stato osservato un diffuso calpestio, con conseguente compattamento del terreno e
alterazione della composizione floristica. In alcuni punti degenera in veri e propri sentieramenti
che alimentano i fenomeni erosivi del suolo. La parte del SIC più compromessa è quella compresa
tra la vetta del Monte Raparo e il confine nord-occidentale del SIC; più contenuto è il danno nei
territori che ricadono nel Comune di Castelsaraceno. In questa zona, inoltre, i muretti a secco, che
costituiscono siti-rifugio per diverse specie animali, contribuiscono efficacemente alla difesa e alla
conservazione del suolo. Molti di essi, infatti, si estendono come “terrazzamenti” sul terreno in
pendio, dove sono presenti anche fasce boscate (con predominanza di roverelle) e macchie di
vegetazione (ginestre, lentischi ecc.).
All’interno del SIC Monte Sirino sono assenti coltivazioni. Il bestiame è presente da giugno a
dicembre in piccole mandrie (15-20 capi) provenienti da allevamenti esterni al SIC (Maratea,
Trecchina, Montesano sulla Marcellana, ecc.). Nel sito, inoltre, è stata riscontrata la presenza di
ovi-caprini (si tratta di greggi di modeste dimensioni che pascolano nelle zone a valle del monte
Sirino) e di equini.
Il bestiame eccede il carico massimo ammissibile nel 43% del SIC. I danni più frequentemente
osservati sono quelli legati all’elevato calpestio e compattamento del terreno.
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Altro aspetto negativo connesso alla presenza di animali nel sito potrebbe essere quello relativo
allo stato di conservazione della Vicia serinica. La pianta è considerata una specie protetta ed è
monitorata anche da un gruppo di ricerca del CNR attraverso due stazioni. Nonostante la pianta sia
ritenuta non particolarmente appetita dagli animali, è stato riscontrato un certo interesse da parte
del bestiame presente nel sito. Il problema, comunque, potrebbe essere contenuto attraverso la
creazione di piccoli recinti (200 m²).
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2.5. INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DI INDICATORI FINALIZZATI A MONITORARE
LO STATO DI CONSERVAZIONE
2.5.6. INDICATORI AGRO-ZOOTECNICI
Le informazioni raccolte durante la fase di monitoraggio hanno permesso di evidenziare che la
gestione dell’attività di pascolamento all’interno dei SIC Monte Sirino e Monte Raparo esercita
influenze negative sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie presenti.
Si descrive di seguito la condizione dei siti facendo riferimento allo schema DPSIR.
Determinanti: è forte la presenza/pressione di aziende che gravitano in prossimità dei confini dei
siti.
Pressioni: le aree vegetazionali dei siti vengono utilizzate soprattutto per il pascolamento di bovini
e, in misura minore, di ovi-caprini ed equini. L’attività di transito e pascolamento è esercitata in
maniera libera per la maggior parte dell’anno (7 mesi). L’intensità del fenomeno è tale da rendere
il carico di bestiame e la sua distribuzione eccessivi e non commisurati alle potenziali produzioni
foraggere (300-750 UF/ha/anno) dei diversi habitat (foreste di caducifoglie, conifere e
sempreverdi) dei siti.
Stato: il carico animale esercita una influenza negativa (Monte Sirino: cod. 140 negativo, intensità
B, 43% della superficie totale; Monte Raparo: cod. 140 negativo, intensità A, 78% della superficie
totale) sullo stato di conservazione degli habitat. Pertanto, il carico di bestiame dovrebbe
prudenzialmente mantenersi su valori contenuti (0,10 UBA/ha/anno), sfruttando maggiormente la
possibilità di integrare il pascolo con residui colturali di coltivazioni erbacee, arbustive, legnose,
ortive delle aziende circostanti.
Impatto: l’elevato carico animale riscontrato e la sua non corretta distribuzione sono causa
dell’alterazione nella composizione e funzionalità degli ecosistemi del SIC.
Risposte: Regolamentazione e gestione del pascolo.
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Tabella 1 – Indicatori utilizzati per la valutazione dell’influenza delle attività agro-zootecniche
sullo stato di conservazione di habitat e specie.
Indicatori
Unità di misura
Grado di ricchezza di specie agrarie/varietà locali
Basso, medio e alto
Carico di bestiame
UBA/ha/anno
Produzione foraggera
UF/ha/anno
Presenza di specie nitrofile
Bassa, media e alta
Grado di copertura del suolo
Scarso, accettabile e buono
Sentieramento
Presenza/assenza
Grado di calpestio
Basso, medio e alto
Infestazione da ectoparassiti
Presenza/assenza
Presenza di deiezioni di origine zootecnica
Bassa, media e alta
Livello di utilizzo (erbaceo/arbustivo/arboreo) delle Basso, medio e alto
risorse foraggere
Abbeveratoi
Presenza-numero/assenza
2.6. QUADRO RIASSUNTIVO DELLE MINACCE E CRITICITÀ
Minaccia/Criticità
Pascolamento del
bestiame eccessivo
con banalizzazione
della composizione
floristica e perdita di
biodiversità in habitat
anche prioritari.
Fenomeni di
degradazione del
suolo per
compattazione,
nitrificazione, incendi
indotti per rigenerare
il pascolo.
Infestazione di
ectoparassiti.
Obiettivi specifici
Determinazione del
numero di capi che
può essere mantenuto
per la stagione di
pascolamento (carico
potenziale)
Nome azione
Studio consistenza
bestiame presente,
controllo e
monitoraggio del
cotico erboso e valore
pastorale del pascolo
Descrizione azione
Determinazione del
carico massimo di capi
che può essere in
condizioni di equilibrio
con l'ambiente,
tenendo conto che
molti habitat, anche
prioritari, possono
mantenersi tali
solamente grazie a
moderate azioni di
disturbo, quali il
pascolamento
Controllo delle
popolazioni di
ectoparassiti
Piani di monitoraggio
e controllo da parte
delle ASL
Piani periodici di
controllo sanitario
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