Laudatio: Tutti noi abbiamo paura. Noi, voi, io stesso. Anche ora che

Federazione delle Cooperative Migros
Laudatio/Ulrich Seidl:
19 gennaio 2017
Titolo:
«Das Einzige, was wir zu fürchten haben, ist die Furcht selbst» («L’unica cosa di cui dobbiamo avere
paura è la paura stessa», Franklin D. Roosevelt, 1933)
Un film di Mirjam von Arx; ican films GmbH, Zurigo 2016/3039
Laudatio:
Tutti noi abbiamo paura. Noi, voi, io stesso. Anche ora che mi trovo davanti a voi a leggere questo discorso
d’encomio, provo una certa paura. Ho paura che questo discorso non funzioni bene, che le parole non
escano nel modo giusto dalla mia bocca, che quello che ho da dire non venga compreso correttamente, che
queste mie frasi e queste mie righe appaiano futili o vengano fraintese, che sembrino riduttive o esagerate,
troppo divertenti o troppo poco divertenti – il che è più probabile.
Sto mettendo in cantiere un nuovo film. Anche questo mi fa paura. Ho sempre paura quando devo
cimentarmi con un nuovo film, quando mi metto alla ricerca dei setting o degli attori, quando rifletto su
quale sia il personaggio che mi pare più adatto, quando mi incontro con questo o con quello per fare una
prova, quando ci ritroviamo assieme ancora una volta, quando poi mi ributto sul copione e mi chiedo se di
base ho avuto le idee giuste e se, in generale, ho scritto la sceneggiatura giusta. E ho paura anche quando
esamino altri fatti, mi immergo in ambienti estranei e in dimensioni umane estranee e mi confronto con
storie e destini. Paura di fare errori. Paura di non essere all’altezza delle persone. Paura che la disperazione
s’insinui dentro di me. Paura di fallire. Paura di non potermi più alzare l’indomani.
Sì, ogni volta che mi cimento con un nuovo film ho paura.
Mi assalgono mille timori.
Spero che ANCHE Mirjam von Arx, autrice e regista del film vincitore di questo concorso, abbia paura. Paura
di realizzare la pellicola che ha in mente. Ritengo infatti che per un cineasta esporsi ai propri timori e alle
proprie paure spesso significhi essere sulla strada giusta. E credo che LEI sia proprio sulla strada giusta: con
grande impegno e un lavoro preliminare tanto accurato quanto approfondito, ha elaborato questo film
scegliendo un approccio a un tempo empatico e satirico: un film sulla paura, un film che intende chiedersi
da dove viene la nostra paura e perché la paura ci fa così paura.
La paura pervade la nostra vita quotidiana e fa parte delle nostre abitudini. Abbiamo paura degli attacchi
terroristici, degli incidenti automobilistici e delle sciagure aeree. Abbiamo paura delle catastrofi naturali,
degli immigrati, degli stranieri e dei profughi. Abbiamo paura dei contagi e dei virus, del cancro e delle
malattie, del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico e luminoso. Abbiamo paura di non
essere abbastanza al sicuro, paura di perdere le chiavi, paura di scendere da soli in un parcheggio
sotterraneo di notte, paura che la batteria del nostro smartphone si scarichi. Temiamo per la nostra vita.
È normale. O invece no.
Federazione delle Cooperative Migros
Direzione affari culturali e sociali
Josefstrasse 214
Casella postale
CH-8031 Zurigo
Centrale
+41 (0)44 277 22 19
Fax
+41 (0)44 277 23 35
www.percento-culturale-migros.ch
Il concorso documentario-CH viene sostenuto da
Federazione delle Cooperative Migros
In ogni caso la paura non diminuirà nei giorni, nelle settimane, nei mesi e negli anni a venire. Anzi. Le paure
collettive delle nostre società vengono sempre più fomentate, oltre che strumentalizzate. Le nostre paure
fanno comodo a qualcuno. Sono lo strumento per limitare le nostre libertà, per controllarci, per annichilirci.
Le nostre paure sono terreno fertile per populisti, demagoghi e nemici della democrazia.
Il tema della paura è scottante, il tema della paura è di grande rilievo sociale e politico, sotto diversi punti di
vista. Occorre pertanto chiedersi se e perché, in quanto membri della società, siamo davvero disposti a farci
instillare la paura. La nostra utopia sociale contempla una società priva di rischi e paure. Ma «questa è
davvero un’utopia che val la pena perseguire?», si domanda giustamente Mirjam von Arx con il proprio
film. Questa utopia di una società priva di paure è veramente auspicabile?
Anche la giuria ha paura.
Paura di un film che punti su un rapido consenso, che non sfrutti a sufficienza il potenziale della tematica,
che non sia esaustivo, che si accontenti sbrigativamente di modelli esplicativi di esperti che ci spiegano il
mondo in modo altrettanto sbrigativo, per perdersi infine al loro interno. Paura di un film che non consideri
gli aspetti religiosi e politici del tema o che lo faccia superficialmente.
A lei, Mirjam, ma anche a tutti gli altri giovani cineasti e cineaste che magari non hanno vinto oggi ma che
comunque realizzeranno i loro film (nel modo giusto, mi auguro), la giuria desidera affidare e raccomandare
qualcosa per il viaggio cinematografico che sta per intraprendere, appellandosi alla sua coscienza:
Non realizzi un film che voglia insegnarci qualcosa. Non realizzi un film con intenti didattici o divulgativi. Ci
fornisca invece del materiale con cui confrontarci. Ci metta di fronte alle nostre personali paure, ai nostri
personali abissi. Non strizzi l’occhio al comune sentire dello spettatore – è un qualcosa che non esiste.
Abbia coraggio. I film veraci e autentici, infatti, nascono sempre da una visione individuale; i film nascono
dalle paure individuali.
Noi della giuria ci complimentiamo con l’autrice e regista Mirjam von Arx per questo affascinante progetto
cinematografico e non vediamo l’ora che sia completato. Attendiamo questo film. Senza paura, almeno per
una volta.
Federazione delle Cooperative Migros
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