2011 Relazione sulla gestione

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08/08/2013
ID: 92612494
CENTRALE DEL LATTE FIRENZE PISTOIA LIVORNO SPA
Sede in VIA DELL’OLMATELLO, 20 - 50127 - FIRENZE
Capitale sociale euro 12.888.789,16 i.v.
Relazione sulla Gestione
del Bilancio chiuso al 31.12.2011
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Signori Azionisti,
poniamo alla Vostra attenzione la proposta di Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2011 e,
attraverso la presente relazione, cercheremo di fornire tutti gli elementi utili al fine di consentire
l’espressione della Vostra definitiva valutazione.
Per quanto ci riguarda la valutazione l’abbiamo espressa, all’unanimità, nella seduta del Consiglio
di Amministrazione del 26 marzo 2012 ed è risultata fortemente positiva: certo per il colore nero
del Risultato Netto, ma vi è stata in quella sede, soprattutto, la soddisfazione di aver realizzato e di
aver raggiunto, rispettivamente, la straordinaria maggioranza dei progetti e degli obiettivi presenti
nei documenti previsionali relativi all’anno in esame.
E non si trattava di progetti o di obiettivi banali, poiché ad essi era affidato l’onere di implementare,
di dare concretezza e valore, alle parole con cui si era inteso rappresentare la nuova linea
strategica che avrebbe guidato e guiderà la Centrale nel 2011 e negli anni seguenti.
Nei paragrafi che seguono cercheremo di esplicitare e di motivare quanto affermato, con dovizia di
particolari e di numeri; nell’immediato può risultare utile una sorta di highlights:
-
la nuova linea strategica ruota essenzialmente intorno ad una idea forza, ovvero la
valorizzazione della materia prima locale con la conseguente accentuazione del carattere
regionale della Centrale e del suo marchio MUKKI;
-
la nuova impostazione nasce dalla necessità di competere con maggiore slancio in un mercato
sempre più affollato e stressato da continui ribassi del prezzo al consumo, una politica questa
imposta da attori che utilizzano il latte come richiamo al fine di accrescere più generali quote di
mercato;
-
maggiore distintività dunque dei prodotti che compongono il nostro core-business,
proseguendo necessariamente nella crescita qualitativa dei prodotti stessi e del servizio offerto
ai clienti; in sintesi una “reazione” ad un trend di mercato non positivo, affiancata dalla forte
attenzione verso le altre due parole d’ordine ormai patrimonio intellettuale della azienda,
ovvero “eccellenza” e “innovazione”;
-
tutto ciò in piena sintonia con i punti più di carattere sociale della nostra mission, ovvio infatti
come la valorizzazione della materia prima locale abbia significato un rapporto ancora più
stretto con la filiera e con il territorio di riferimento, ma anche con le indicazioni di carattere
economico in essa presenti, ovvero consolidare il proprio equilibrio economico, finanziario e
patrimoniale, all’insegna della massima efficienza e della trasparenza nelle scelte e nei
comportamenti;
-
proprio su questo aspetto era necessario assumere con decisione, e coraggio, una nuova
impostazione: l’equilibrio del conto economico raggiunto nel 2009 e confermato nel 2010, alla
luce di un contesto fattosi ancora diverso e più complicato, avrebbe rischiato di essere
compromesso già nel 2011. Invece le scelte sono state assunte, la convinzione e la coesione
aziendale è stata forte, l’interesse e l’attenzione intorno alla MUKKI sono cresciuti ed i risultati,
migliori di quanto ipotizzato sia in sede di Piano Industriale che di Budget, sono incoraggianti.
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Abbiamo espresso soddisfazione dunque per le ragioni sopra delineate, ma anche perché si è
operato in un contesto davvero difficile: la crisi economica che qualcuno riteneva in via di
conclusione entro il 1° semestre 2011, in realtà ha presentato il conto più salato proprio a partire
dal mese di luglio.
Da quel momento tanti parametri economici, ma soprattutto quelli riferiti ai consumi ed alla
capacità di spesa delle famiglie, hanno cominciato ad evidenziare nuovi segnali di sofferenza,
processo peraltro che non si è certo arrestato con l’inizio del nuovo anno: quindi i nuovi progetti, i
nuovi prodotti, se da un lato non hanno potuto esprimere tutto il loro potenziale, hanno
sicuramente limitato le perdite in termini di volumi ed, in certi casi, hanno comunque totalizzato un
segno positivo.
Però, la crisi passerà, e loro - i nuovi progetti e i nuovi prodotti – saranno sempre lì, pronti ad
accompagnare il consumatore verso la ripresa e, pertanto, risultati ancora migliori arriveranno.
Per ora possiamo registrare quanto segue: il conto economico è in equilibrio per il terzo anno
consecutivo, il livello dell’indebitamento è diminuito, anche nel 2011 oltre 50 milioni di euro sono
stati distribuiti nel territorio di competenza, il latte toscano raccolto dalla Centrale è in crescita e
con esso la ricchezza diffusa, l’efficienza aziendale è in crescita, nel mentre i parametri di
misurazione dell’impatto ambientale segnano una precisa diminuzione.
Nel 2012 la sfida sarà ancora più impegnativa, ma anche i nostri progetti registreranno una
ulteriore fase di sviluppo.
In questa parte iniziale si sono voluti esprimere una serie di concetti per consentire un approccio di
carattere generale alla proposta di bilancio; ora iniziamo l’esame più approfondito dei diversi
argomenti.
L’esposizione che proponiamo si articola nel modo seguente:
- il paragrafo che segue si occupa della compagine sociale e del funzionamento degli organi;
- di seguito tracceremo a grandi linee lo scenario economico in cui l’azienda ha dovuto operare,
fornendo pure l’andamento di massima del mercato di nostro riferimento;
- l’analisi delle vendite, espresse in volume e in valore, consentirà anche di approfondire
l’andamento dei più importanti progetti che hanno caratterizzato l’anno in esame;
- il paragrafo successivo conterrà l’esame del conto economico nel suo complesso;
- si passerà dunque ad una analisi più di dettaglio di alcuni specifici aspetti che caratterizzano il
conto economico e la situazione patrimoniale;
- infine, il paragrafo dedicato agli eventuali fatti di rilievo accaduti dopo la chiusura dell’esercizio,
il paragrafo che illustra la evoluzione prevedibile della gestione per l’anno in corso e il
paragrafo relativo alla destinazione degli utili.
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La Compagine Sociale e la Governance
Signori Azionisti, la Vostra partecipazione al capitale sociale, che ammonta a € 12.888.789,16
interamente sottoscritti e versati, è rappresentabile come segue:
AZIONISTA
Comune di Firenze
Fidi Toscana SpA
Comune di Pistoia
Camera di Commercio
Area Livornese
Banca Nazionale del Lavoro
Banca CR Firenze
TOTALE
EURO
QUOTA
5.523.857,56
3.079.366,16
2.373.562,88
1.040.000,00
871.104,00
449,28
449,28
42,858
23,892
18,416
8,069
6,759
0,003
0,003
12.888.789,16
100,000
Fidi Toscana SpA ha poi sottoscritto un Prestito Obbligazionario Convertibile pari a € 2.447.142,00
con scadenza al 31 dicembre 2012; per ragioni tecniche la conversione non potrà concludersi
entro il termine indicato: pertanto l’Assemblea Straordinaria degli Azionisti e L’Assemblea degli
Obbligazionisti dovranno procedere alla modifica della data prevista nel relativo Regolamento.
Il Consiglio di Amministrazione si è riunito 15 volte nell’arco del 2011: tutte le delibere sono state
assunte all’unanimità.
Il Consiglio ed il Collegio Sindacale hanno mandato fino all’approvazione del bilancio dell’esercizio
chiuso al 31 dicembre 2012.
Nello scorso mese di ottobre, il Vice Presidente dott. Andrea Des Dorides ha rimesso il proprio
mandato per sopraggiunte ragioni di incompatibilità con i nuovi incarichi assunti; in data 7
novembre 2011 il Consiglio di Amministrazione, su designazione dell’Azionista, ha cooptato quale
componente del Consiglio stesso e nella carica di Vice Presidente il dott. Paolo Cocchi: in
occasione della ormai imminente Assemblea, i soci saranno chiamati a definire la nuova nomina.
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2011 – Contesto economico e andamento del mercato
Che il 2011 sia stato un anno complesso, ormai è noto a tutti: non solo non ha registrato gli attesi
segnali di ripresa, ma anzi esso ha marcato l’accentuarsi della crisi con particolari ripercussioni su
consumi, investimenti, occupazione. Alcune settimane orsono è stato formalmente dichiarato
l’ingresso del Paese in una fase di recessione.
In termini generali, prendendo a riferimento i dati forniti da Banca d’Italia, il PIL evidenzia un
preciso affanno, i consumi delle famiglie e quelli collettivi sono diminuiti di circa 1 punto, uguale
flessione hanno subito gli investimenti fissi lordi, la disoccupazione si è attestata intorno al 9%.
Per contro l’inflazione è risultata superiore a quella registrata negli ultimi anni, con un + 3,3%
causato soprattutto dalla impennata della imposizione fiscale sui prodotti energetici e sulle
performance espresse dai prodotti energetici stessi.
Su questo ultimo aspetto vale la pena di sottolineare come l’industria alimentare abbia cercato di
fronteggiare l’impennata dei prezzi, puntando su maggiore efficienza ed accettando una riduzione
dei margini, proprio allo scopo di non penalizzare ulteriormente il livello dei consumi: a fronte di
una variazione delle materie prime agricole dell’11,5% e dei costi energetici del 13%, i prezzi alla
produzione sono aumentati del 5,5% (Fonte: Assolatte).
In questo contesto, come meglio vedremo in seguito, la Centrale si è collocata a pieno titolo; non
solo: alcuni dei progetti varati nel corso del 2011, pur prevedendo l’utilizzo esclusivo di materia
prima più pregiata e l’incremento di proteine e grassi come segnalato nelle tabelle nutrizionali,
hanno previsto il mantenimento del prezzo del prodotto ai clienti invariato rispetto a quello
precedente.
Ciò detto in termini generali, risulta più cogente ai nostri fini esaminare l’andamento del mercato di
riferimento, ovvero quello del latte pastorizzato; si tratta di dati che Direzione e Consiglio seguono
con continuità nel corso dell’anno per la ovvia rilevanza che possono assumere su alcune scelte
gestionali e operative: in questa sede ci limiteremo agli aspetti più importanti.
Le vendite in termini di volumi della famiglia latte fresco in Italia (ovvero latte pastorizzato ed alto
pastorizzato) registrano nel 2011 una flessione dell’1,9% rispetto all’anno precedente, 654 milioni
di litri contro i 665 milioni del 2010; trattasi di un dato inedito poiché dal dopoguerra ad oggi il
consumo di latte fresco aveva sempre registrato una crescita, anche durante la recente crisi del
2008-2009.
Esaminando i dati mensili, si verifica quanto già segnalato anche al nostro interno: dal mese di
giugno si è iniziata a registrare una forte contrazione delle vendite, in parallelo alla diffusione fra i
consumatori della consapevolezza sulla gravità della crisi, consumatori che assistevano peraltro
alla continua emanazione di provvedimenti governativi e locali tesi ad arginare gli effetti economici
e finanziari della crisi stessa sui conti pubblici; tutti noi abbiamo dunque sommato effetti concreti di
riduzione del potere di acquisto con effetti di carattere psicologico.
In Toscana il volume della famiglia latte fresco subisce una netta frenata rispetto agli abituali
incrementi, stabilizzandosi ad un +0,6%.
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Il latte fresco (escluso dunque quello alto pastorizzato) perde in Italia il 3,2%, in Toscana lo 0,1%.
Se in Toscana la flessione è stata più contenuta che nel resto del Paese, ciò lo si deve da un lato
al prezzo medio al consumo più moderato ed alla maggiore vivacità del mercato a cui la Centrale,
come vedremo, ha contribuito in modo determinante.
L’esame delle quote di mercato in termini di volume, conferma l’affermazione precedente; sul latte
fresco, dopo diversi anni, MUKKI in Toscana fra gennaio e dicembre 2011 incrementa la propria
quota di mercato, passando dal 34,9% al 35,5% (in termini di valore la quota si attesta al 42,6%).
I Competitors marcano performance diverse.
Il marchio “Maremma” interrompe la crescita costante, si attesta al 24,1 dopo aver raggiunto il
28,4.
Le Private Label (ovvero il latte a marchio della GDO) passano dal 24,2 al 24,0, anche in questo
caso frenando dunque la crescita e registrando un lieve arretramento; analoga la performance di
S. Ginese che dal 7,6 passa al 7,1 e di Granarolo che dal 7,3 si attesta al 6,5.
Insomma, l’eccellenza, l’innovazione e la reazione che abbiamo impresso al nostro rollino di
marcia, ci hanno consentito in un contesto tutt’altro che favorevole, di mantenere sostanzialmente
stabili i nostri volumi e dunque raggiungere l’equilibrio dei conti.
Certo, il contesto ha limitato l’effetto positivo dei progetti messi in campo ma ne ha anche messo
alla prova la loro efficacia: tutto ciò, come detto, incoraggia a proseguire nella strada intrapresa.
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2011 – L’andamento delle vendite e le performance espresse dai nuovi progetti
In termini generali il mercato in Toscana, come del resto in tutto il Paese, nell’anno 2011 si è
caratterizzato per due distinti momenti.
Il primo semestre con volumi sostanzialmente stabili e prezzi della materia prima in ascesa, tanto
che nel mese di marzo e di maggio si procedette ad un riallineamento del listino ai clienti, a marzo
per i prodotti commercializzati e a maggio per le diverse tipologie del latte.
Ciò si rese necessario per l’incremento dei costi energetici e del prezzo del latte crudo alla stalla:
in tal senso basti ricordare l’Accordo raggiunto nel mese di aprile al tavolo regionale che innalzò il
prezzo dai 38 centesimi di aprile ai 41,3 centesimi di maggio. E appena il caso di ricordare come i
valori citati si riferiscano al prezzo base di un litro di latte crudo refrigerato alla stalla, valore a cui
occorre dopo sommare i premi per la territorialità, per la qualità ed il costo relativo alla raccolta ed
al trasporto.
In questo primo semestre la GDO per far fronte alla esigenza di migliorare la propria marginalità,
ha proceduto, a più riprese, ad un costante riallineamento della scala dei PAP (prezzi applicati al
pubblico): a semplice titolo esemplificativo nella tabella seguente riportiamo la scala applicata dalla
GDO per il latte fresco:
LATTE FRESCO
GENNAIO 2011
APRILE 2011
GIUGNO 2011
MUKKI
GRANAROLO
MAREMMA
PL (GDO)
1,36
1,39
1,30
0,98
1,43
1,46
1,37
1,03
1,49
1,52
1,43
1,09
Nel secondo semestre, con l’aumentata concretezza e percezione della crisi, si registra invece la
stabilità dei prezzi e del PAP unitamente alla perdita di volumi.
Occorre anche sottolineare come il consumatore esprima attitudini diverse, evidentemente
conseguenza del peso disuguale della crisi sulle differenti fasce economiche in cui è suddivisa la
popolazione. Alla straordinaria attenzione verso il prezzo al consumo, si affianca la propensione
verso prodotti di alta gamma e con forte distintività: per quanto ci riguarda, come meglio vedremo,
ciò si traduce nell’incremento delle vendite di prodotti alto di gamma quali il latte del Mugello, il
Podere Centrale e i c.d. Latti Speciali.
Essendo il concetto esposto rafforzato anche sul fronte del latte a lunga conservazione, dove pur
ricercando il servizio non si disdegna la marca, possiamo concludere che il consumatore pur afflitto
dalla crisi, non intende rinunciare alla qualità dei prodotti, almeno fin che può: questo, per gente
come noi, è un fattore di prospettiva incoraggiante.
In termini complessivi nel 2011 abbiamo ceduto ai nostri circa 8.000 clienti prodotti per
61.949.239 kg/litro, sfiorando sia l’obiettivo indicato dal budget (- 1,10%) che il totale
registrato nel 2010 (-1,27%).
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La famiglia del latte fresco totalizza oltre 35,5 milioni di litri, un risultato importante ottenuto grazie
al successo dei nuovi progetti varati nel corso dell’anno: ricordiamo che con il 1° febbraio 2011 si è
lanciato il nuovo latte del Mugello, nuovo nell’immagine e migliore nel contenuto, e che con la data
del 6 giugno 2011 è iniziata la produzione del latte fresco intero 100% Toscano.
Progetti complessi che hanno richiesto una attenta fase di gestazione, la modifica di intere fasi del
processo produttivo e distributivo, il raggiungimento di nuovi accordi con la filiera tanto da
approdare, come è noto, al varo del nuovo Patto promosso dalla Centrale e dalle Cooperative di
riferimento, sottoscritto dagli allevamenti conferenti, sostenuto dalle Organizzazioni di
Rappresentanza del mondo agricolo e ben apprezzato dai diversi livelli istituzionali, Regione
Toscana in primis.
Progetti complessi, dicevamo, ma evidentemente semplici per i nostri clienti e per i nostri
consumatori che invece ne hanno recepito il messaggio ed i valori: il latte fresco, grazie al
Toscano, ha superato i 19 milioni di litri, frenando con decisione il trend di contenimento dei volumi
in atto ormai da diversi anni, il nuovo latte del Mugello ha superato di oltre 1 milione di litri il volume
2010 con un incremento pari al 27,26%.
E anche l’inedito Formato Famiglia da 1,5 litri, nato il 4 luglio, progetto che in questo caso
intendeva valorizzare una funzione di servizio, ha dato il suo contributo con una crescita continua,
arrivando a superare nel mese di dicembre le oltre 30.000 confezioni.
Il latte alto pastorizzato, il Più Dì, ha confermato la propria prestazione con circa 5 milioni di litri,
migliorando dello 0,41% il 2010, il latte biologico Podere Centrale ha registrato circa 5 punti in più
rispetto all’anno precedente.
La linea dei c.d. Latti Funzionali, ovvero quelli addizionati con calcio, omega3, fibre e quello
delattosato ad alta digeribilità, ha superato del 2,72% il valore 2010, totalizzando oltre 1,3 milioni di
litri, che corrispondono ad oltre 2,6 milioni di confezioni; 1,2 milioni di confezioni è quello che ha
registrato Smuthie nelle sue diverse referenze, confermando dunque la penetrazione sul mercato,
pur soffrendo rispetto all’anno precedente, evidentemente penalizzato dal contesto e da un minor
sostegno in termini di comunicazione, questione a cui del resto porremo rapidamente rimedio.
Questo dunque il quadro sintetico delle performance espresse dalla famiglia del latte fresco; esso
si completa con il volume venduto della panna fresca, quel 1,7 milioni di litri che ci mantiene di
gran lunga leader del mercato ma che è pur sempre del 4,34% inferiore al valore 2010.
E’ questo un mercato altamente competitivo dove pure la GDO ha ormai affermato la propria
presenza: grazie ad alcuni miglioramenti produttivi messi in campo nello scorcio finale dell’anno,
proveremo comunque a tenere i competitors alla giusta distanza.
Il mondo della lunga conservazione ha conquistato, il termine è corretto vista l’entità delle azioni
promozionali che interessano il settore, un risultato degno di nota: la famiglia totalizza oltre 21,3
milioni di litri, superando budget e anno 2010 rispettivamente del 4,23% e del 4,06%.
In particolare è il latte che ottiene le migliori performance con oltre 20,4 milioni di litri, ovvero quasi
900.000 litri in più rispetto all’anno precedente; anche in questo caso i latti funzionali risultano
apprezzati dal consumatore, in particolare il delattosato ad alta digeribilità.
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Complessivamente dunque le nostre produzioni raggiungono un volume pari a 58.648.641
kg/litro, pari al 94,67% del totale.
I prodotti commercializzati totalizzano oltre 3,3 milioni di kg: burro, stracchino, dessert, superano
i volumi realizzati nel 2010, lo yogurt, le verdure e i formaggi superano il budget assegnato,
mozzarella, uova e ricotta non raggiungono i valori 2010.
In realtà occorre tenere presente come su tutti questi prodotti risulti determinante l’effetto delle
iniziative promozionali e dunque gli scostamenti registrati sono sostanzialmente determinati dal
numero della campagne varate dalla GDO, campagne che registrano frequenze diverse da un
periodo all’altro.
Non si pone dunque un problema in termini di qualità, anzi il feedback che riceviamo da clienti e
consumatori è sostanzialmente positivo.
In termini di canali di vendita, può risultare utile una seppur rapida analisi.
Il volume venduto che abbiamo visto essere stato per l’anno 2011 pari a circa 62 milioni di kg/litro,
è stato assorbito per il 66,79% dal canale moderno, era il 64,68% nel 2010, e per il restante
33,21% dal canale del normal trade; altri 2 punti dunque di spostamento a favore delle DO e
della GDO, confermando una tendenza in atto ormai da diversi anni: del resto crisi economica e
continuo espandersi delle superfici, penalizzano in modo concreto la distribuzione tradizionale, che
registra infatti centinaia di chiusure di esercizi.
Tuttavia il normal trade rimane per noi un punto di impegno, certo per la quota comunque non
trascurabile di prodotti assorbiti, ma anche nel rispetto della nostra mission che individua nel “latte
fresco a portata di mano di tutti i consumatori“ un valore preciso in termini di qualità e di servizio.
Servizio che i nostri 180 automezzi che ogni giorno riforniscono la rete distributiva, assolvono con
puntualità e sufficiente professionalità.
A riprova di quanto affermato, la percentuale di canalizzazione del latte fresco è ben diversa da
quella generale: in questo caso la GDO assorbe il 56,98%, il normal trade il 43,02%.
Ovviamente le percentuali si ribaltano completamente riferendoci invece ai prodotti a lunga
conservazione: in questo caso la GDO e la DO rappresentano l’85,69% del totale del comparto.
In conclusione, per la nostra produzione, il canale moderno pesa per il 67,01%, sui prodotti da
copackers per il 62,94%.
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2011 – Lo sguardo di insieme sul riepilogo gestionale del conto economico chiuso al 31
dicembre 2011
Il Conto Economico chiuso al 31 dicembre 2011 evidenzia un Risultato Netto pari a 375.000 euro,
migliore dunque di quanto indicato nel Revised Budget di aprile (27.000 euro) e nel Piano
Industriale (che evidenziava il pareggio dei conti).
Il Fatturato Netto, netto dell’IVA e delle note di credito, si attesta a 94,879 milioni di euro, con un
incremento di circa 5 punti sull’anno precedente; esso è dato dai volumi già citati (quei 62 milioni
circa di kg/litri), moltiplicati per un prezzo medio di cessione ai clienti pari a 1,532 euro kg/litro.
Si tratta di un prezzo medio sostanzialmente in linea con quanto previsto (+0,40%) e superiore a
quello ottenuto nel 2010 per il 6,24%.
La famiglia del latte fresco esprime un fatturato netto di 45,8 milioni di euro, pari al 48,28% del
totale, con un incremento del 2,51% sull’anno precedente.
Il latte UHT fattura 20,8 milioni di euro con un incremento del 12,80% sul 2010.
Il totale delle nostre produzioni, di cui naturalmente il latte fresco e il latte UHT sono parte
integrante, raggiunge quota 76,6 milioni di euro, pari all’80,79% del totale, registrando un
incremento sull’anno 2010 del 5,44%.
I prodotti da copackers con 18,2 milioni di euro di fatturato netto, pesano sul totale del fatturato per
il 19,21% e crescono rispetto all’esercizio precedente del 2,64%.
In termini di canale distributivo, la situazione è la seguente.
La GDO e la DO fatturano 62,3 milioni di euro, ovvero il 65,71% del totale, mentre nel 2010 tale
valore era pari al 62,99%; valgono dunque le considerazioni già espresse nel precedente capitolo
riservato ai volumi.
Il fatturato 2011 è superiore a quello 2010 per il 9,17%.
Il Normal Trade, con 32,5 milioni di euro, rappresenta il 34,29% del totale e registra una
diminuzione rispetto al 2010 pari al 2,44%.
Il prezzo medio realizzato nel canale moderno è pari a 1,507 (+7,36% rispetto al 2010), nel normal
trade è pari a 1,581 (+4,6% rispetto al 2010).
In GDO e DO il latte fresco fattura 26,9 milioni di euro, pari al 58,71%, con un incremento del
5,99%; il totale delle nostre produzioni, ovvero 50,7 milioni di euro rappresenta il 66,18%; i prodotti
da copackers, 11,6 milioni di euro, sono il 63,75% del totale.
Il capitolo “contratti e premi al trade”, ovvero l’investimento effettuato nei confronti dei migliori
clienti, si attesta a 8,5 milioni di euro centrando sostanzialmente quanto previsto nel budget e
segnando un chiaro incremento rispetto all’anno precedente (+18,74%): l’aumento del fatturato e
lo spostamento ulteriore di parte di esso verso il canale moderno, sono i fattori che giustificano il
maggior onere.
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I contratti e i premi incidono per il 9,8% sui Ricavi Netti.
Sottraendo dunque dal Fatturato Netto i contratti e premi e sommando Ricavi Diversi,
essenzialmente la vendita di prodotti sfusi, e Recuperi Diversi, conto che comprende varie voci –
dai recuperi assicurativi a quanto corrisposto dal personale per usufruire del servizio mensa –
otteniamo i Ricavi Netti che per l’anno in esame si attestano a 86,9 milioni di euro.
Si tratta di un valore del tutto simile a quello indicato nel Budget e superiore del 3,29% a quello
realizzato per l’anno 2010.
Continuando nella verifica del riassunto gestionale, passiamo ora all’esame dei capitoli che
compongono i costi e riferiremo ogni importo proprio al valore dei Ricavi Netti.
Iniziamo con le “Spese per Acquisti”: in questo capitolo sono allocate tutte le spese sostenute per
l’acquisto della materia prima, dei prodotti commercializzati, degli involucri, dei semilavorati e di
tutto quanto necessario per la realizzazione dei prodotti.
La spesa complessiva è pari a 47,1 milioni di euro, valore inferiore al preventivo per il 2,28% e
superiore del 4,25% a quanto totalizzato nel 2010: infatti i prodotti nel 2011 sono costati di più, ma
ne abbiamo acquistati meno rispetto a quanto ipotizzato.
Il capitolo incide sui Ricavi Netti per il 54,1%, era il 53,6% nell’esercizio precedente.
La voce più importante del capitolo è ovviamente quella riferita all’acquisto di latte e panna, ma
principalmente latte: corrispondiamo alle stalle conferenti, o meglio alle loro cooperative di
riferimento, 28,7 milioni di euro ricevendo in cambio 60,8 milioni di litri di latte crudo.
La spesa preventivata era leggermente superiore (+1,2%), quella del 2010 è stata inferiore per
oltre 7 punti: del resto, come già detto, nel corso dell’anno in esame, il prezzo della materia prima
ha subito importanti incrementi (valore medio intorno all’ 8%), differenziale che non scontiamo per
intero avendo acquistato un quantitativo un po’ inferiore (-2,1%).
La provenienza del latte acquistato è la seguente:
-
per il 41,4% dagli allevamenti toscani (74 aziende raggruppate nelle tre Cooperative conferenti:
Produttori del Latte Terre del Granducato, Cooperlatte, Associazione Toscana Produttori
Zootecnici); nel 2010 la percentuale era del 40,4%;
-
per il 41,8% da fornitori italiani, prima fra tutti la Cooperativa Santangiolina che raccoglie latte
delle fattorie del lodigiano; tale valore nel 2010 era pari al 48,4%;
-
per il 16,8% da fornitori esteri, per altro oggetto di nostra ispezione nello scorso mese di
ottobre: la qualità di quel prodotto, in gran parte proveniente dall’Ungheria, e la indiscutibile
concorrenzialità del prezzo, ci ha indotto ad un maggior acquisto rispetto all’anno precedente;
infatti nel 2010 l’acquisto di latte estero rappresentava l’11,2% del totale.
Un ulteriore approfondimento sul latte regionale.
Abbiamo acquistato in Toscana 25.259.282 litri provenienti dai già citati 74 allevamenti: quindi la
produzione media delle “nostre” stalle è di circa 3.400 quintali l’anno, l’occupazione complessiva
supera le 500 unità, senza considerare l’indotto.
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La produzione delle 34 aziende localizzate nel Mugello è stata pari a 15.091.660 litri, di cui
2.808.921 di latte biologico: è interessante notare come soltanto 2 allevamenti, contro i 4 del 2010,
producano latte alimentare, per cui si può affermare che tutto il Mugello si caratterizza ormai come
zona di produzione dell’Alta Qualità.
I progetti in corso stanno dunque dando buoni risultati anche in questa direzione.
Per l’acquisto dei prodotti commercializzati abbiamo sostenuto un costo pari a 12,1 milioni di
euro, con un contenimento della spesa sia nei confronti del budget (-5,01%), che nei confronti del
2010 (-0,93%): incidono minori acquisti, ma anche un miglior prezzo rispetto a quello previsto.
L’incidenza sui Ricavi Netti è pari al 13,9%, era il 14,5 nel 2010.
Per gli Involucri, carta, cartoni, pallets, cestelli e quanto altro, totalizziamo un costo pari a 6
milioni di euro, centrando sostanzialmente la previsione (+0,71%) e mantenendo praticamente lo
stesso livello di spesa dell’anno precedente: in soldoni, il minor acquisto è stato pareggiato
dall’aumento dei prezzi.
Gli involucri incidono sui Ricavi Netti per il 6,9%, era il 7,1.
Passiamo ora al capitolo delle “Generali di Produzione” che comprende tutti i costi relativi alla
produzione ed al controllo della stessa: a titolo esemplificativo citeremo la manutenzione degli
impianti, l’energia necessaria agli impianti ed alle macchine, il canone di affitto delle macchine, le
attività appaltate e i costi del laboratorio.
La spesa complessiva è pari a 6,2 milioni di euro, le sole fonti energetiche sfiorano i 2,5 milioni, ed
incide sui Ricavi Netti per il 7,1%; era il 6,7.
L’incremento di 7 punti sul budget (e quello pressoché analogo sul 2010) si deve essenzialmente
proprio all’imprevista impennata dei costi energetici.
Sottraendo dunque dai Ricavi Netti i due capitoli esaminati, otteniamo il 1° margine o margine
industriale che è pari al 38,7% dei Ricavi Netti, con un leggero incremento rispetto al budget e un
punto in meno rispetto al 2010.
Negli ultimi cinque anni i valori sono i seguenti:
Primo Margine
2007
35,2
2008
37,9
2009
41,5
2010
39,7
2011
38,7
Proseguendo nell’esame, è la volta delle “Generali di Vendita” dove sono contabilizzati i costi per
la gestione dei depositi esterni, la manutenzione e l’assicurazione degli automezzi, il Marketing.
Nel suo complesso il capitolo approda a 3,6 milioni di euro, con un buon contenimento del costo
rispetto a quanto preventivato (-18,17%): il contenimento è presente in tutte le voci che
compongono questa parte del conto economico. Il valore è poi accentuato da un fattore positivo,
ovvero dalla maggiore rilevanza dell’azione di co-marketing condivisa e realizzata unitamente alla
società Tetra Pak.
Su questo aspetto è necessaria una seppur rapida precisazione: la collaborazione con Tetra passa
dai “tradizionali” 300.000 euro a 680.000 euro, anche sulla base degli accordi raggiunti per il
progetto relativo al rinnovamento delle linee di confezionamento del latte fresco e alto pastorizzato.
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Ciò premesso i saving diffusi a cui abbiamo fatto riferimento, sono da attribuire alle attente scelte
gestionali e, per quanto riguarda il Marketing anche all’uso di nuovi canali tecnologici,
probabilmente di efficienza analoga – se non migliore – rispetto a quelli più tradizionali, ma
sicuramente meno costosi.
Investiamo per l’azione di marketing 2,039 milioni di euro, ovvero un importo analogo a quello
dell’anno precedente e del 7,31% in meno rispetto a quanto previsto,
In conclusione precisiamo che le “Generali di Vendita” incidono sui Ricavi Netti per il 4,1% contro il
4,8% dell’anno precedente.
La “Distribuzione”, ovvero i costi relativi alla distribuzione primaria, rifornimento ai depositi
aziendali e ai CEDI della GDO, e alla distribuzione secondaria, oltre il riconoscimento alla rete di
vendita ed ai collaboratori vendite strutturali (CVS), evidenzia un impegno pari a 9,6 milioni di euro
e incide sui ricavi netti per l’11,0% , era l’11,1 nel 2010.
Lo scostamento rispetto a quanto previsto (+1,59%) è dovuto essenzialmente al trend dei prezzi
del carburante e ad alcuni incrementi del costo del trasporti verso i CEDI.
Tutto ciò detto, possiamo ricavare il Margine Commerciale con cui opera l’Azienda: esso per il
2011 si fissa nel 23,6% dei ricavi netti, quindi di quasi un punto superiore a quanto previsto.
Nel quinquennio il dato è così rappresentabile:
Margine Commerciale
2007
20,7
2008
23,4
2009
25,5
2010
23,7
2011
23,6
Sottraendo poi dal Margine Commerciale le “Generali di Amministrazione”, ovvero tutto ciò che
costa amministrare quanto compriamo, produciamo e vendiamo, spesa che registra un positivo
contenimento del costo, -5,03% sul budget e invarianza della spesa rispetto al 2010, otteniamo il
Valore Aggiunto che è uno degli indicatori più importanti per misurare la performance aziendale;
la rappresentazione è la seguente:
Valore Aggiunto
2007
18,2
2008
20,9
2009
22,4
2010
21,0
2011
21,0
Il dato è accettabile considerando che, per il nostro settore, esso è ritenuto positivo intorno al 20%.
Vediamo ora le questioni riferite al costo del personale.
In termini complessivi, per tutto il personale in organico, l’Azienda investe nel 2011 un importo pari
a 10,7 milioni di euro, più di quanto corrisposto nel 2010 (+3,6%) e più di quanto preventivato
(+2,44%, circa 255 mila euro): capiamone, seppur sinteticamente, le ragioni.
Rispetto all’anno precedente incidono le dinamiche del CCNL, della riorganizzazione interna e
l’attivazione di alcuni brevi contratti a termine dovuti a circostanze non prevedibili.
Rispetto al budget incidono le citate questioni gestionali, oltre ad un maggior ricorso allo
straordinario conseguenza del riassetto produttivo e logistico dovuto alle nuove scelte sui prodotti
e, infine, una quota di retribuzione variabile superiore in quanto legata all’effettivo andamento del
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Valore Aggiunto che, come abbiamo visto, ha superato l’obiettivo di un punto percentuale
equivalente a circa 700.000 euro.
L’organico alla data del 31 dicembre 2011 è così rappresentabile:
Dirigenti
Quadri
Impiegati
Operai
31/12/2011
6
8
93
72
TOTALE
179
%
31/12/2010
7
8
91
72
178
La suddivisione fra sede produttiva e depositi esterni è la seguente:
Stabilimento di Firenze
161
Deposito di Livorno
Arezzo
Foiano
Grosseto
Massa
S.Vincenzo
Siena
Lucca
Totale
6
2
1
2
2
2
1
2
18
Alcune sintetiche informazioni.
L’Azienda applica il CCNL Industria Alimentare ed il CCNL Dirigenti Industria.
L’età media del personale è di circa 45 anni e 5 mesi, mentre l’anzianità di servizio è di circa 16
anni e 6 mesi.
Il livello di scolarizzazione è il seguente:
media inferiore 35%, diploma e post-diploma 48%, laurea 17%.
Il livello di assenteismo non è significativo e nel 2011 risulta ancora inferiore rispetto al 2010.
Lo straordinario effettuato ammonta a circa 10.000 ore, rimanendosi dunque piuttosto contenuto.
L’attività formativa con circa 1480 ore impiegate, in particolare localizzata nell’area salute e
sicurezza, è proseguita regolarmente anche nell’anno in esame.
Ciò detto, sottraendo dal Valore Aggiunto il Costo del Personale, otteniamo il Margine Operativo
Lordo: 8,6% sui Ricavi Netti, contro l’8,1% previsto nel budget.
Ecco la serie storica:
2007
2008
2009
2010
2011
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MOL EBITDA
6,8
9,7
10,5
8,7
8,6
Non essendovi nulla di particolare da segnalare sul fronte degli Ammortamenti, infatti con 3,9
milioni di euro circa risultiamo in linea con le previsioni e con la normale gestione, aggiungeremo
solo che incidono sui Ricavi Netti per il 4,4%, possiamo evidenziare il Margine Operativo Netto
come segue:
Margine Op. Netto EBIT
2007
2,8
2008
5,6
2009
6,1
2010
4,0
2011
4,2
Avvicinandoci verso il Risultato Netto restano da evidenziare alcune poste.
Gli “Oneri Finanziari” corrisposti al sistema bancario per l’anno in esame ammontano a 1.864.178
euro e incidono sui Ricavi Netti per il 2,1%, stessa identica percentuale registrata per l’anno
precedente.
La previsione, più pessimista, prevedeva un onere maggiore per il 3,81%.
I “Proventi Diversi” si giovano di alcune sopravvenienze attive, fra cui il rimborso da parte del
sistema assicurativo di alcuni danni subiti e si attestano a 351.000 euro contro i 270.000 dell’anno
precedente.
Il “Fondo rischi e perdite su crediti” si attesta a 683.734 euro.
Nell’anno precedente il valore è stato pari a 709.517 euro, compreso un accantonamento per
contenzioso legale pari a 302.000 euro; quest’anno la scelta che proponiamo è quella di elevare
l’accantonamento per la “svalutazione dei crediti”, portandolo complessivamente a 401.090 euro,
una scelta prudenziale dunque, diretta emanazione delle considerazioni in merito alla crisi
economica e sulle possibili difficoltà inerenti il rispetto degli impegni, soprattutto da parte dei clienti
medi e di quelli componenti il canale normal trade.
Sommando a tale valore 282.643 euro per “perdite su crediti”, otteniamo i già citati 683.734 euro.
Tutto ciò appurato, e dopo aver corrisposto e accantonato oltre 900.000 euro per le imposte,
otteniamo appunto il già citato Risultato Netto di 374.959 euro. In percentuale sui Ricavi Netti, la
rappresentazione è la seguente:
Risultato Netto
2007
-2,7
2008
-1,0
2009
0,4
2010
0,3
2011
0,5
Dunque, riassumendo, dato il contesto in cui si è operato, gli investimenti effettuati, le tensioni che
a vario titolo hanno interessato i diversi mercati degli approvvigionamenti come quelli delle vendite,
la valutazione sull’anno ormai trascorso è positiva.
Con il Risultato Netto positivo del 2011, la Centrale inanella un triennio di conti in equilibrio,
consolidando dunque il percorso intrapreso e migliorando sensibilmente la situazione finanziaria e
patrimoniale dell’Azienda.
Gli ingredienti che hanno reso possibile il risultato sono facilmente individuabili: una strategia
chiara, progetti innovativi e originali, forte coesione dei diversi livelli aziendali verso obiettivi
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conosciuti e condivisi, ricerca costante del miglioramento nel processo produttivo, distributivo,
gestionale.
Come vedremo, vi sono le energie sufficienti per proseguire su questa strada ed è per questo che
guardiamo al futuro con massima serietà e impegno, supportati da una dose di ragionevole
ottimismo.
Evidenzieremo adesso, con maggior dettaglio, alcuni aspetti di particolare rilevanza, ovvero gli
investimenti, la gestione finanziaria, un breve excursus della situazione patrimoniale.
Anno 2011 – il dettaglio: INVESTIMENTI
Nel corso del 2011 sono stati realizzati investimenti di beni materiali per circa 2 milioni di euro e di
beni immateriali per 377 mila euro, per un totale di 2,4 milioni di euro.
Per quanto riguarda gli investimenti materiali, circa 740 mila euro sono stati impiegati per l’acquisto
di una nuova confezionatrice per i formati da 1,5-2 lt e la relativa automazione della linea di
imballaggio, investimento questo che, anche in prospettiva futura, potrà creare nuove diverse
opportunità di mercato per le nostre produzioni. Ulteriori 160 mila euro sono stati impiegati sugli
impianti di processo per migliorare la qualità dei nostri prodotti, sia da un punto di vista funzionale
(sistema di riscaldamento panna uht, rifacimento software impianto osmosi), che da un punto di
vista igienico (sistema di filtrazione aria sterile serbatoi panna fresca).
Si sono anche resi necessari investimenti per il rifacimento della linea di alimentazione elettrica al
salone di confezionamento (60 mila euro), per la realizzazione di un quadro per la gestione delle
lampade di emergenza che ci consentirà un risparmio sui costi annuali di manutenzione (50 mila
euro) ed anche lo spostamento dei server del CED con l’ammodernamento della dorsale principale
della linea di trasmissione dati in fibra ottica (35 mila euro)
Circa 200 mila euro, inoltre, sono stati impiegati per interventi di diversa natura finalizzati alla
sicurezza degli ambienti e dei luoghi di lavoro (50 mila euro) e ad interventi di manutenzione
straordinaria sugli impianti elettrici e sugli impianti di processo e di servizio.
Sono state acquistate apparecchiature per le analisi di laboratorio (150 mila euro), macchinari
elettronici, mobili da ufficio e altre piccole attrezzature per circa 60.000 euro.
Sono inoltre stati investiti circa 640.000 euro per il consueto rinnovo degli automezzi per la
distribuzione dei prodotti.
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Anno 2011 – il dettaglio: LA GESTIONE FINANZIARIA
La gestione finanziaria registra per l’anno 2011 un incremento degli oneri finanziari rispetto
all’esercizio precedente di circa 100.000 euro; essi si attestano infatti a 1,8 milioni contro 1,7
milioni dell’esercizio 2010, rappresentando il 2,1% dei ricavi netti (2,1% anche nel 2010).
La gestione finanziaria ha espresso comunque un aumento contenuto del livello dei tassi di
interesse corrisposti sull’indebitamento bancario, nonostante la complessa situazione economica e
finanziaria del sistema paese, con il trend al rialzo dei tassi di interesse espressi dal mercato in
linea con l’andamento del Tasso Ufficiale di Riferimento nel corso dell’esercizio, nonché con le
penalizzanti condizioni di concessione di credito da parte del sistema creditizio.
L’anno 2011 chiude quindi con un leggero rialzo del tasso debitorio sui finanziamenti a mediolungo termine con un valore del 3,18% contro il 2,71% del 2010 e con un risultato stabile del costo
delle operazioni a breve termine, con un tasso debitorio di pari misura a quello registrato nel 2010,
il 2,09%.
Il risultato comunque apprezzabile della gestione finanziaria, dato il contesto nazionale e
internazionale, è da attribuire da una parte ad un’attenta gestione delle risorse finanziarie aziendali
che ha consentito di reperire sul mercato le forme tecniche di affidamento di volta in volta più
convenienti, dall’altra è da mettere in relazione con la progressiva riduzione del livello
dell’indebitamento bancario.
L’esercizio 2011 chiude, infatti, al 31 dicembre 2011 con un indebitamento bancario di euro 48,2
milioni contro i 49,6 dell’anno precedente e con un indebitamento medio di 48,9 milioni, contro i
52,6 dell’anno precedente, in linea con il progressivo consolidamento della situazione aziendale
espresso dal Piano Industriale 2010-2013.
Riguardo al livello di indebitamento, si ricorda come parte di esso debba essere messo in relazione
con il rilevante credito I.V.A vantato strutturalmente dalla società che vende i propri prodotti con
un’aliquota media sensibilmente inferiore rispetto a quella applicata sugli acquisti; al 31.12.2011
tale credito risulta di 5 milioni di euro ed è costituito da un residuo credito dell’anno 2007 e dal
credito maturato nell’intero anno 2011, in linea con il trend storico.
In merito all’indebitamento bancario, si ricorda, inoltre, che parte di quello a medio/lungo termine, a
tasso variabile, è assistito da un’operazione di copertura sui tassi di interesse, meglio specificata
in nota integrativa.
I grafici che seguono forniscono una chiara rappresentazione dell’andamento dell’indebitamento
bancario e degli oneri finanziari nel corso dell’esercizio 2011.
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Anno 2011 – il dettaglio: LA SITUAZIONE PATRIMONIALE
La situazione patrimoniale dell’azienda per l’esercizio 2011 è illustrata compiutamente nei prospetti
di Bilancio riclassificato rappresentati nel capitolo “Analisi economica – patrimoniale - finanziaria”.
In tali prospetti le voci del prospetto civilistico di Bilancio sono riclassificate aggregando i valori
delle attività e delle passività secondo gli aggregati impieghi e fonti e secondo l’arco temporale e la
realizzabilità entro e oltre i dodici mesi.
La situazione patrimoniale evidenzia la caratteristica tipica delle aziende industriali con una
predominanza dei valori investiti nell’attivo immobilizzato, appunto nelle strutture industriali, un
sufficiente equilibrio del rapporto fonti-impieghi, indici in linea con l’esercizio precedente e talvolta
in miglioramento, nonché una progressione positiva del rapporto tra mezzi propri e mezzi di terzi.
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Analisi economica – patrimoniale - finanziaria
Signori Azionisti, ad integrazione della parte dedicata alla esposizione dei dati 2011, al fine di
consentire una davvero esaustiva comprensione della gestione economica, della situazione
patrimoniale e finanziaria della società, alleghiamo alla presente Relazione i prospetti di bilancio
riclassificati e i relativi indicatori di performance.
Fatti di rilevo dopo la chiusura dell’esercizio.
Non si segnalano fatti di rilevo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.
Evoluzione prevedibile della gestione.
Il 5 dicembre u.s. il Consiglio di Amministrazione ha approvato l’insieme delle relazioni e dei dati
che compongono il documento previsionale per l’anno 2012.
A tale documento facciamo dunque riferimento, riportando in forma sintetica le principali indicazioni
in esso contenute.
La riflessione iniziale sul contesto economico in cui opereremo e sul presunto andamento del
mercato può essere così sintetizzata: abbiamo già evidenziato il punto fondamentale, ovvero come
a partire dal giugno 2011 si sia affermata una precisa crisi dei consumi e come essa continui ad
accompagnare l’andamento delle vendite.
Se tale tendenza troverà un qualche freno nelle novità politiche e dunque di impostazione
economica che proprio in questi mesi stanno interessando il Paese, è assai difficile da prevedere;
si pensa, pensano gli analisti, che una ritrovata coesione e forza nel governo della cosa pubblica
possa se non altro incidere sulla debolezza psicologica di certe fasce di consumatori, non certo
sulle debolezze economiche: quelle rimarranno.
I dati previsionali 2012 dei principali indicatori economici diffusi da quelli che per quanto ci riguarda
sono i più significativi centri di analisi, ovvero l’IRPET e il sistema Unioncamere Regionale, non
sono certo incoraggianti: li abbiamo citati più volte relativamente all’andamento dell’occupazione,
ai saldi nel numero delle imprese attive, al potere di acquisto delle famiglie.
Dobbiamo esserne consapevoli e cercare di assumere i possibili rimedi e contromisure, insomma
reagire.
Del resto i dati da noi registrati per l’anno 2011, certo pur annoverando delle problematicità,
evidenziano però una Azienda capace di competere e di farsi valere: e l’esame attento dei
complicati dati relativi all’andamento del mercato e delle quote detenute da ogni competitor,
conferma tale affermazione.
Allora, ipotizzando tutto questo, come deve rispondere la Centrale?
Intanto, non potremo limitarci a ricercare le risposte nel Piano Industriale attualmente in vigore.
Spieghiamone brevemente la ragione.
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Il Piano è stato approvato il 17 novembre 2009 ed è riferito al quadriennio 2010-2013: è vero che
sono passati dunque due anni dalla sua emanazione, un lasso di tempo che potrebbe essere
ritenuto accettabile, ma è completamente diverso il contesto di riferimento ed anche la linea
strategica aziendale ha subito approfondimenti e precisazioni di assoluto rilievo.
E’ per queste ragioni e non tanto per gli obiettivi e le azioni contenute nel Piano, che ci sentiamo di
proporre di mettere mano nel secondo semestre dell’anno 2012, alla stesura e approvazione di un
nuovo Piano Industriale capace di tracciare il futuro dell’Azienda nel triennio 2013-2015.
Nonostante ciò, quanto indicato dal Piano per gli anni 2010 e 2011 è stato realizzato, pur
adottando logiche e scelte estensive rispetto a quelle ivi indicate. Infatti:
-
-
si sono raggiunti gli obiettivi economici e finanziari, anzi si è registrato un miglioramento;
l’affermazione di MUKKI come lo “specialista del latte in Toscana”, ha trovato piena
applicazione: oggi, più di allora, in Toscana MUKKI è il latte;
le parole d’ordine “INNOVAZIONE” e “ECCELLENZA”, hanno davvero guidato la nostra
azione: il portafoglio prodotti è più ampio e ricco, diversi progetti di miglioramento dei processi
aziendali (stimolati anche dalla riorganizzazione dell’ottobre 2010) offrono oggi strumenti più
adeguati per la sicurezza e la qualità delle produzioni;
su alcuni indirizzi specifici, quali salute, territorio, extra regionalità per la vendita di alcuni
prodotti, proprio in questi mesi si stanno mettendo a punto idonei progetti.
Però poi per l’anno 2012 e 2013 il Piano, seguendo inevitabilmente gli orientamenti dell’epoca,
dichiara conclusa la crisi economica prevedendo quindi crescita importante dei ricavi, dei margini,
senza intervenire su un riassetto più complessivo delle previsioni.
Ecco dunque perché è necessario anticipare la stesura di un nuovo Piano.
Ritornando allora al nostro quesito, ovvero come si attrezza per il 2012 la Centrale, indichiamo due
filoni principali, su cui poi innestare azioni specifiche.
Il primo è il seguente: procedere senza incertezza alcuna nella linea strategica individuata, poiché
ad essa – come abbiamo visto – è riconducibile gran parte della tenuta 2011: distintività dei
prodotti in chiave qualitativa, di filiera e di controllo, sostegno della territorialità, del marchio, dei
valori MUKKI, della rete delle relazioni economiche e sociali.
Il secondo filone implica la ricerca di una maggiore efficienza complessiva.
E proprio la ricerca e il raggiungimento di un più alto livello di efficienza marcherà la differenza
contribuendo al raggiungimento dell’equilibrio economico anche per il 2012.
Pertanto aumenta il livello dell’impegno: se il 2011 è stato all’insegna di una forte spinta ai prodotti
e al mercato oltre che al presidio della gestione corrente, il 2012 richiederà il proseguo della
grande attenzione al prodotto ed una ancora maggiore focalizzazione sull’efficienza interna.
Esplicitiamo meglio i contenuti dei due temi citati.
Per quanto riguarda i prodotti.
Nel 2012 l’obiettivo è quello di consolidare nel mercato la nostra scelta strategica. Uno dei punti
fondamentali per raggiungere tale obiettivo è che il latte toscano possa vantare una qualità
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superiore a quella dichiarata dai nostri competitors: la qualità è apprezzata dal consumatore, più
di quello che può sembrare ad una lettura superficiale.
E’ ormai attivo da alcuni mesi un apposito tavolo, inedito nel suo genere, diretta emanazione del
Patto di Filiera sottoscritto ad aprile 2011, che riunisce sotto il nostro coordinamento i tecnici delle
Cooperative conferenti e i loro rappresentanti.
Il programma di lavoro di detto tavolo è chiaro: esaminare i dati e le particolarità di ognuno degli
oltre 70 allevamenti toscani che conferiscono alla Centrale e programmare interventi mirati per
affiancare gli addetti della azienda agricola e superare le criticità, sia in termini di igiene e
benessere degli animali, sia in termini di contenuti proteici e qualificanti della materia prima.
Il tutto potrà concretizzarsi consentendoci di iscrivere, sulle confezioni, tabelle nutrizionali migliori
rispetto a quelle della concorrenza.
Sappiamo anche che esiste poi il punto critico relativo alla quantità della produzione toscana:
anche su questo il Patto di Filiera propone concrete indicazioni e obiettivi, tanto che si è parlato di
esso come di un Patto per lo Sviluppo; qui, più ancora che sul tema della qualità, occorrerà riuscire
a predisporre strumenti per facilitare gli investimenti, senza i quali il processo rischia di procedere
troppo lentamente.
Comunque sta crescendo la quantità di latte toscano che confluisce presso la Centrale, vuoi
perché il progetto ha scosso da una certa rassegnazione gli allevatori, vuoi perché allevamenti che
oggi conferivano presso altre realtà, stanno realizzando o considerando il cambiamento.
Pertanto la predisposizione di strumenti a sostegno della crescita produttiva è e rimane per noi un
preciso impegno da attivare in rapporto alle istituzioni ed agli altri enti interessati.
MUKKI non è peraltro solo qualità dei prodotti, ma rappresenta ed integra un sistema di valori
sociali. In tal senso la politica di Marketing sosterrà progetti di qualità che coinvolgono l’ ambiente,
la salute, la scuola.
In particolare in materia ambientale, il nostro progetto si articola in due studi ben distinti tra loro: il
primo in collaborazione con Tetra Pak e Università di Firenze che prevede l’analisi comparativa
dell’impatto ambientale di contenitori per il latte fresco (confronto tra PET e Tetra Top), che si
concluderà a ottobre 2012.
Il secondo in collaborazione con Università di Firenze Facoltà di Economia e di Agraria, Università
di Pisa Facoltà di Agraria e Veterinaria, Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-Ambientali
”Enrico Avanzi” (CIRAA) finalizzato alla Dichiarazione ambientale di prodotto.
Questa seconda ricerca sarà articolata in tre moduli:
1) Analisi dell’impatto ambientale delle aziende agricole conferenti (analisi LCA).
2) Analisi degli impatti socio-economici delle attività di allevamento nel territorio del Mugello.
3) Analisi degli impatti e delle funzioni ambientali delle attività di allevamento nel territorio del
Mugello.
Quanto detto delinea anche la strategia e gli obiettivi da assegnare ad ogni singolo prodotto o
famiglia di prodotto.
Tutto quanto considerato, vogliamo prevedere per il 2012 un volume molto simile a quello
realizzato nel 2011, assegnando precisi obiettivi ad ogni singolo prodotto o famiglia di prodotto.
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Ricordando il contesto in cui dovremo operare ciò non è affatto banale, poiché occorrerà lavorare
con grande attenzione su meccanismi complessi, quali il livello dei prezzi medi, i resi commerciali, i
cali di produzione, le rotazioni, le promozioni e via elencando.
Inoltre, implementeremo la LINEA TOSCANA con progetti mirati, dallo YOGURT toscano, alla
mozzarella di bufala toscana, all’uovo toscano e, auspichiamo, al latte biologico toscano: tutto
questo produrrà un incremento, rispetto ai valori attuali degli stessi prodotti non toscani, che
stimiamo nel 5% sulle vendite.
Per quanto riguarda l’efficienza interna.
Sul piano della crescita della efficienza, abbiamo immaginato il nostro progetto come un grande
tavolo sostenuto da quattro robuste gambe e decorato da un pregiato centro-tavola.
La prima gamba è quella della innovazione tecnologica; con la data del 16 gennaio 2012, abbiamo
iniziato il processo di sostituzione delle macchine confezionatrici del latte fresco.
Una scelta rilevante, che chiude una lunga fase di negoziazione con la casa madre svedese e che
produrrà miglioramenti tangibili, trattandosi di macchine più moderne e tecnologicamente più
avanzate. Conseguentemente, aumenterà la capacità produttiva ma, soprattutto, l’efficienza
produttiva, aumenterà la qualità del prodotto e la qualità del lavoro.
Una volta concluso l’intervento, si aprirà una fase nuova su cui sarà possibile progettare ulteriori
miglioramenti produttivi ed organizzativi; pensiamo, fra gli altri, alla applicazione di un progetto
complesso che interessa oltre che il settore produttivo anche il settore della logistica, dei depositi
esterni e della rete di vendita ad essi collegata.
Esso si pone l’obiettivo di riuscire a rendere possibile la produzione di un singolo prodotto in una
sola volta nell’arco della solita giornata: i benefici in termini di fluidità del processo, di eliminazione
di tempi di attesa, di razionalità produttiva e distributiva, saranno notevoli, pari presumibilmente
alla stessa innovazione tecnologica.
La terza gamba del tavolo dovrà essere costruita dal nostro Sistema Informativo che, lavorando
sulle innovazioni proposte dai due precedenti progetti e su tutte le fasi del processo produttivo,
distributivo e amministrativo in genere, dovrà essere in grado di individuare forme di
semplificazione e di ulteriore supporto alle diverse attività.
La quarta gamba del tavolo è rappresentato dalle Relazioni Industriali.
Si è ormai avviato con la RSU Aziendale un confronto con l’obiettivo di giungere ad un Accordo
Quadro sulla maggiore interscambiabilità di ruoli e di mansioni al fine di poter utilizzare in modo più
efficiente tutte le risorse umane di cui l’organico dispone.
Argomento complesso come è facile intuire, ma necessario per disporre di una Azienda più
dinamica, flessibile, capace di adattarsi più rapidamente alle esigenze del mercato e dei clienti.
Infine il centro-tavola: esso altro non è che la preziosa e indispensabile gestione quotidiana, mirata
e guidata verso obiettivi di costante ricerca di saving e di oculatezza nella gestione di qualsiasi
risorsa. Impegno che in primis assume la direzione aziendale ma che deve attraversare tutto il
sistema.
L’insieme di questi progetti e di queste azioni, che necessariamente abbiamo illustrato in modo
succinto, inizia a disegnare una Centrale diversa, più dotata e più dinamica, che unisce strategia
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industriale a efficienza operativa, senza tralasciare orgoglio di appartenenza e voglia di crescere
nella cultura imprenditoriale e gestionale.
Insomma, Innovazione e Tradizione si fondono armoniosamente.
E’ evidente come un più alto livello di efficienza dovrà garantire negli anni un più agevole recupero
dell’equilibrio economico e della solidità finanziaria, mentre fin dal 2012 dovrà garantire la
copertura dei maggiori costi che comunque registreremo e che non potranno essere fronteggiati,
come abbiamo appurato, semplicemente con la previsione di maggiori ricavi.
Abbiamo cercato allora di ragionare basandoci il più possibile sui dati certi e disponibili, evitando
sia gli eccessi di passione che di pessimismo, obbligandoci al massimo rigore nell’imputare
equilibrio fra costi previsti e ricavi previsti per ogni singolo progetto e per ogni singola iniziativa: in
sintesi, tutto ciò che ad oggi non risulta, nel suo complesso, certo o definito, troverà
considerazione nel consueto Revised Budget del prossimo mese di maggio.
Allo scopo di fornire con immediatezza una sorta di highlights del conto economico 2012, le
previsioni più significative possono essere così riassunte:
-
Dato certo è la marcata inflazione interna dovuta in particolare all’incremento dei costi
energetici, a due cifre per energia elettrica e metano, ed alla più generale rivisitazione dei
prezzi dei materiali derivati dal petrolio.
-
Anche l’investimento nei confronti dei migliori clienti, i contratti e i premi che riconosciamo al
mercato, seguendo dinamiche essenzialmente collegate a iniziative commerciali ed a
contrattazione, sviluppa incrementi di un certo rilievo.
-
Le attuali condizioni di mercato sono tali da far ritenere imprudente una previsione di crescita
nei volumi prodotti e venduti: già aver assunto, come è stato fatto, l’obiettivo di eguagliare
sostanzialmente i kg/lt ceduti nel 2011, è scelta impegnativa, consapevole ma impegnativa.
-
I progetti relativi alla ricerca di una migliore efficienza gestionale rendono possibile una
previsione più favorevole in merito ad alcuni indicatori importanti quali i cali di produzione,
sprechi di confezioni e di prodotto, impieghi energetici e sostanze collegate, ricorso allo
straordinario: ciò favorisce il contenimento dei costi e il raggiungimento dell’equilibrio finale, ma
non può fronteggiare quanto sopra evidenziato.
-
Allora, il “listino 2012” dovrà necessariamente riequilibrare il trend dei costi: allo stato attuale è
risultato sufficiente inserire una previsione morigerata, capace di mantenere il controllo della
scala del PAP.
-
Sull’acquisto della materia prima, l’attenta riflessione si è conclusa ipotizzando continuità nel
livello medio-alto attuale; la verifica sarà fornita dai consueti accordi di aprile e gli eventuali
scostamenti in negativo dovranno trovare riequilibrio in sede di Revised Budget.
E’ evidente come l’insieme delle proposte contenute nel budget tenda alla fine a garantire un unico
obiettivo: consentire alla Centrale di affrontare a viso aperto un anno incerto e forse fra i più
complessi degli ultimi decenni.
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Vogliamo con tenacia proseguire nel mantenimento dell’equilibrio economico raggiunto e nel
processo di consolidamento della situazione patrimoniale e finanziaria: certo, un contesto più
sereno renderebbe meno arduo l’obiettivo, ma tant’è e con questo dobbiamo fare i conti.
Che grado di fiducia possiamo riporre nelle previsioni espresse e negli obiettivi assunti ?
Una sorta di sintetica analisi SWOT può suggerire quanto segue.
I punti di forza esistono: la strategia è chiara, i progetti sono concreti, la filiera – pur con i suoi limiti
– è più solida di quella che altri settori possono vantare, i consumatori esprimono un buon livello di
fidelizzazione.
I punti di debolezza risiedono soprattutto nella necessità di alleggerire, senza nulla togliere a
qualità e sicurezza, i costi strutturali e rendere più fluido ed efficiente l’intero processo produttivo,
amministrativo, distributivo.
L’argomento, come abbiamo visto, è già all’ordine del giorno e sicuramente con il 2012
registreremo dei miglioramenti; ma proprio la fase di studio e di elaborazione del nuovo Piano
Industriale dovrà rappresentare l’occasione per progettare riforme di ancora maggiore portata, al
fine di posizionare l’Azienda in una fascia di sicurezza e di sostenibilità verso mercati comunque
diversi e più difficili rispetto a quelli attuali.
Passando invece all’esame delle minacce che possono gravare sul 2012, non ne va taciuta la
consistenza; la più seria è ovviamente la crisi, con la conseguente stagnazione dei consumi ed
esasperazione delle politiche di PAP: su questo, come visto, le nostre contro misure sono in
campo, ma potrebbero non risultare esaustive.
La seconda minaccia, a cui necessariamente dobbiamo sempre fare riferimento, è quella relativa
alla eventuale turbolenza nel prezzo della materia prima: come visto, noi prevediamo una
sostanziale stabilità in fascia alta del prezzo.
Infine, le opportunità.
Un po’ romanticamente si potrebbe affermare che affrontare processi complessi significa crescere.
In termini più concreti diremo che la linea strategica adottata dall’Azienda rappresenta una
opportunità di crescita di un settore economico, di una filiera, di un territorio e che una Azienda
capace di cucire insieme un progetto di consolidamento con il mantenimento e lo sviluppo di valori
etici, economici e sociali, rappresenta davvero elemento di ricchezza diffusa e di benessere
collettivo.
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Destinazione degli utili
Signori Azionisti,
l’utile dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2011 ammonta dunque a euro 374.959.
Il Consiglio di Amministrazione propone che esso venga destinato integralmente a riserva come
segue:
-
5 % al fondo riserva legale (art. 2430 c.c.)
95 % al fondo riserva facoltativa
Nella convinzione di averVi fornito gli elementi e le analisi utili alla comprensione dei dati e delle
caratteristiche salienti del Bilancio in esame, confidiamo nella Vostra approvazione.
Il Consiglio coglie l’occasione per ringraziare per la precisione e qualità del lavoro svolto il Collegio
Sindacale, la Direzione Aziendale e tutto il personale della Centrale per l’impegno profuso e i
risultati ottenuti.
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Lorenzo Marchionni
Presidente del Consiglio di Amministrazione
26 Marzo 2012
Imposta di bollo assolta in modo virtuale tramite la Camera di Commercio di Firenze –
autorizzazione numero 10882 / 2001 / T2 del 13/03/2001 - emanata dall’Agenzia delle Entrate –
Direzione Regionale della Toscana.
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