ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Mercoledì 25 Gennaio 2017 13 Gli Stati Uniti sono il loro paese preferito: oltre 304 mila sono partiti nel 2015 Studenti cinesi, corsa all’estero In 4 anni nelle superiori Usa passati da 18 mila a 46 mila I DI ANGELICA RATTI n Cina, sempre più famiglie decidono di mandare i propri figli a studiare all’estero per offrire loro un’istruzione migliore e farli uscire da un sistema spietato che crea abbrutimento. La corsa all’estero degli studenti cinesi, che lasciano il proprio paese alcune volte non ancora quindicenni, è un fenomeno spettacolare negli Stati Uniti. Il sistema scolastico cinese dà troppa importanza ai voti. E’ l’unico criterio. Quello americano è più personalizzato, e mette al centro le qualità di ciascun allievo. Gli Usa sono la destinazione più gettonata dai giovani cinesi che vogliono fare gli studi superiori all’estero. Il loro numero è in continuo aumento: sono passati dai 17.914 del 2011 ai 46.028 del 2015 sul totale di 304.040 cinesi che complessivamente nel 2015 si sono trasferiti negli Stati Uniti per motivi di studio. E questo grazie anche al fatto che c’è un sempre maggior numero di famiglie ricche che possono permettersi di regalare un soggiorno americano di studio ai propri figli, per il quale bisogna spendere all’incirca 50 mila dollari l’anno, tutto compreso. Se si pensa che il ciclo completo dell’istruzione può durare dieci anni si capisce il sacrificio che le famiglie cinesi devono affrontare. Tuttavia, anche se il numero dei liceali che studiano fuori dai confini della Cina è più che raddoppiato in quattro anni resta ancora lontano dai battaglioni di cinesi iscritti nelle università americane, ma questa tendenza non sembra subire rallentamenti. In Cina tutto il sistema scolastico è finalizzato a conseguire il gaokao, l’equivalente del diploma di maturità alla fine del liceo. L’esame dura tre giorni ed è basato sul nozionismo più che sul ragionamento: è determinante per decidere il futuro dei diciottenni cinesi, che, per arrivarci devono sacrificare tutto sull’altare del dovere. Solo una ristretta elite potrà accedere alle migliori università. E alcu- Studenti cinesi all’università del Texas ni partono proprio per evitare di farsi bocciare. Inoltre, nelle scuole americane gli studenti possono anche praticare sport, che non è conciliabile in Cina secondo quanto ha riportato Le Figaro nella sua inchiesta sull’emigrazione dei ragazzi cinesi verso gli Usa, per studiare. L’unico successo che viene riconosciuto ai ragazzi in Cina è la riuscita al gaokao. E per prepararsi finisce che gli studenti abbandonano i propri hobby. Il carico di studio è molto pesante e non tutti sono all’altezza. Per questo, chi se lo può permet- Nell’acquario in Australia dove è stata privata del compagno C’è una squala che fa figli senza il maschio S i chiama Léonie, la femmina dello Dunque l’unica soluzione possibile è squalo zebra che ha fatto figli tutta la partenogenesi. Cioè a dire che un ovosola, senza l’aiuto del maschio. Cat- cita si può trasformare in un ovulo con due turata nel 1999, Léonie, che ha 15 cromosomi senza necessità di accoppiamento anni ed è lunga 1,50 metri, vive nell’acqua- con un maschio. In sostanza, la forma di ririo di Townsville, in Australia. Questa na- produzione asessuata. Una sorta di formascita per partenogenesi, in cattività, arriva zione naturale di cloni. Un sistema molto dopo che, anni addietro Lèonie aveva avuto un accoppiamento con uno squalo maschio dal quale nel 2009 erano nati cinque squaletti. Successivamente, per motivi di spazio, il compagno di Léonie e i loro figli, sono stati allontanati. Tutti tranne uno, per non lasciare da sola Léonie. Fino al 2014 la vita nell’acquario scorre tranquilla fino a che, improvLo squalo zebra femmina può passare visamente, la squala e dalla riproduzione sessuata a quella asessuata sua figlia, depongono diverse uova. Delle 47 di Léonie, 6 si trasforme- utilizzato da numerose specie di invertebrati. ranno in embrioni, ma da questi non nascerà Sembrava quasi impossibile fra i mammiferi nessun figlio. L’anno successivo la storia si ed era sconosciuta questa possibilità fra gli ripete. Léonie e la sua figlia depositeranno di squali zebra. nuovo delle uova, rispettivamente 41 e 28. Questa volta nasceranno dei piccoli: tre squaletti I ricercatori, secondo quanto ha riporper L’éonie e uno per sua figlia. tato Le Figaro, hanno dato una spiegazione I ricercatori sono rimasti stupefatti doman- al fenomeno quale modo di adattamento flesdandosi come sia stato possibile. Inizialmente sibile della propria strategia riproduttiva in avevano pensato che durante l’accoppiamento circostanze ambientali particolari. Lo squalo precedente con il maschio fosse rimasto dello zebra è una specie in via di estinzione e la sperma nel corpo di Léonie, ma l’esame del Dna partenogenesi potrebbe salvarlo dalla scomdei piccoli ha rivelato poi soltanto la presenza parsa. di geni della madre e nessuno del padre. © Riproduzione riservata tere sceglie di emigrare verso una buona università americana piuttosto che ritrovarsi in un istituto non di primo rango in Cina. Infatti, in Cina la lotta per una buona istruzione è più accentuata che altrove anche per la penuria di risorse per l’istruzione soprattutto nelle zone rurali più povere del paese. Il governo ha presentato un piano di riforma nel 2010, ma ancora oggi i risultati non sono visibili. La cinese Christine vive da tre anni negli Stati Uniti dove si è trasferita all’età di 15 anni per frequentare una scuola cattolica nei pressi di Boston. I suoi genitori, che sente via Skype, sono molto soddisfatti perché questa esperienza americana ha molto cambiato, migliorandolo, il carattere della loro figlia che era una grande timidona e che invece, adesso, è diventata di mentalità più aperta e anche molto sportiva. I suoi genitori (la madre è una dirigente di un’azienda privata nel Guangdong) mandandola a studiare in America hanno voluto offrirle il massimo di possibilità per il futuro e l’hanno messa nella condizione di avere le carte in regola per potersi muovere bene nei diversi contesti politici e economici. La sua chance maggiore sarà quella di poter scegliere il paese dove lavorare. Di fronte alla stessa opportunità lavorativa negli Usa e in patria è probabile che scelga di restare all’estero, come tanti altri, ma è in Cina che il loro titolo di studio, prestigioso e internazionale, fa davvero la differenza. © Riproduzione riservata NEL 2018 SCADONO I DIRITTI NEGLI USA Paul McCartney non pagherà più i Beatles P aul McCartney non vuole più pagare i diritti d’autore per cantare i successi dei Beatles. E dal prossimo anno potrebbe realizzare il suo sogno di cantare i primi titoli, scritti per la gran parte insieme a John Lennon, senza versare un dollaro come diritti d’autore alla società Sony-Atv Music Publishing che possiede i diritti di 250 canzoni dei quattro ragazzi di Liverpool. Sir Paul ha presentato una denuncia il 18 gennaio davanti al tribunale di New York per recuperare i diritti sui titoli degli anni 60. La legge statunitense sulla protezione del diritto d’autore, il Copyright Act del 1976, prevede che diritti venduti prima del 1978 ridiventino di proprietà dell’autore 56 anni dopo la loro creazione. Con questo provvedimento, canzoni come Love Me Do e PS I Love You, create Paul McCartney nel 1962, potrebbero a ottobre 2018 ritornare nel patrimonio di McCartney con le royalties che esse generano. Sony non ci sente da quell’orecchio: progressivamente tutti i diritti relativi al repertorio dei Beatles ritorneranno a McCartney, almeno per gli Stati Uniti. La storia di questi diritti è una lunga e tortuosa. Sony ha acquistato nel 2016 la società Atv Music per circa 750 milioni di dollari nella successione di Michael Jackson che nel 1985 aveva acquisito i titoli dei Beatles contenute in Atv Music (che aveva originariamente acquistato i diritti dei Beatles nel 1970) senza che Paul McCartney potesse opporsi. E sarebbe stato proprio l’ex Beatle a spiegargli che il copyright era stato un ottimo investimento. © Riproduzione riservata