A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte '( ##$) )% !"! #$$%&'(')% 79 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte 1. Descrizione della tecnologia La terapia con onde d’urto extracorporee è stata introdotta circa 20 anni fa, quale trattamento per la frantumazione dei calcoli renali e dal 2009 è studiata quale terapia non invasiva per i casi di cardiopatia ischemia cronica, non suscettibile di altre opzioni terapeutiche. La tecnologia genera onde d’urto acustiche che vengono dirette contro il torace del paziente, attraverso un cuscino di acqua. Il generatore produce una scintilla ad alto voltaggio che, attraversando il cuscino d’acqua, risulta in un’onda di elevata ampiezza, diretta all’area ischemica del muscolo cardiaco. L’apparecchiatura risponde ai requisiti della normativa 93/42 CE. 2. Inquadramento del problema di salute Il termine di angina stabile o angina cronica definisce una sindrome morbosa caratterizzata da attacchi di ischemia miocardica acuta transitoria che si producono in condizioni omogenee stabili nel tempo, generalmente associati a sforzo fisico. Meno della metà degli episodi ischemici si accompagna a angor (dolore stenocardico) sensazione dolorosa al petto che si ripete per sforzi fisici similari e, abitualmente, costringe il paziente a fermarsi. La gran parte degli episodi ischemici sono quindi silenti. L’esordio dell’angina pectoris rappresenta sempre, per definizione, un momento di instabilità: successivamente la forma, se non evolve verso eventi coronarici maggiori oppure mostra remissione clinica, può entrare nella forma cosiddetta “stabile o cronica”. Il passaggio da una forma instabile a una forma stabile non è definibile se non ponendo dei limiti artificiosi di tempo: un certo consenso trova il termine di due mesi, dal momento di comparsa di una nuova angina o di aggravamento di una forma già nota a quello in cui deve essere considerato acquisito lo stato di stabilità. L’aggettivo stabile che caratterizza questa sindrome coronarica deve essere inteso: a) come espressione della costanza e ripetibilità del momento di discrepanza fra la domanda di ossigeno da parte del miocardio e la insufficiente disponibilità di flusso coronarico, b) come espressione della stabilità clinica, definita come sovrapponibilità nel tempo della frequenza e della severità degli episodi di angina e caratterizzata da una bassa incidenza di eventi maggiori (morte improvvisa, infarto miocardico) a breve e medio termine. Il momento di comparsa dell’angina o dell’ischemia viene definito soglia al dolore o all’ischemia. La soglia al dolore può essere calcolata empiricamente, dal racconto del paziente, sulla base della comparsa dei sintomi e del momento di inizio e del tipo di attività fisica che ha provocato l’angina. Usuale è ricorrere alla classificazione della Società Cardiovascolare Canadese (Tab. I). Oppure può, più precisamente, essere definita da parametri ergometrici (minuto di esercizio, doppio prodotto, carico di lavoro) al momento dell’ischemia elettrica (sottoslivellamento di ST) o del dolore. 80 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte Tabella I. Classificazione funzionale dei pazienti con angina pectoris della Società Cardiovascolare Canadese (modificata). CLASSE I: La normale attività fisica non induce angina. Angina compare durante lavoro fisico strenuo o affrettato o prolungato (Capacità lavorativa uguale o superiore a 7 mets). CLASSE II: Modesta limitazione nell’attività fisica ordinaria. Il dolore compare camminando in fretta, o salendo in fretta le scale, camminando o salendo dopo i pasti, al freddo, al vento, o soltanto nelle prime ore del mattino. L’angor può comparire camminando per più di due isolati anche in piano o salendo, anche con andatura normale, più di un piano di scale (Capacità lavorativa fra 5 e 7 mets). CLASSE III: Forte limitazione dell’attività fisica ordinaria. L’angor compare camminando da uno o due isolati, o salendo, anche ad andatura normale, un piano di scale (Capacità lavorativa fra 2 e 5 mets). CLASSE IV: Impossibilità di compiere qualsiasi attività fisica: il dolore può comparire anche in condizioni di riposo (Capacità lavorativa uguale o inferiore a 2 mets). La stabilità della sindrome viene confermata se, in termini quantitativi, due test ergometrici successivi non differiscono fra di loro in misura superiore al 20%. Modeste variazioni di soglia, che non inficiano la definizione di stabilità, possono essere causate o da variazioni del tono coronarico oppure da condizioni extracardiache o addirittura ambientali che modificano la richiesta miocardica di ossigeno per un esercizio fisico apparentemente identico. Quando le variazioni della soglia sono particolarmente evidenti, l’angina perde la sua caratteristica di stabilità di soglia (angina a soglia variabile) ma può mantenere la stabilità clinica e la scarsa incidenza di eventi maggiori nel follow up a breve e medio termine. DEFINIZIONE DEL RISCHIO: STRATIFICAZIONE PROGNOSTICA NEI PAZIENTI CON ANGINA STABILE Nella stratificazione prognostica dei pazienti con angina stabile è assolutamente importante tener presente che il rischio di andare incontro a eventi cardiovascolari gravi è molto basso. In questi pazienti l’incidenza di morte cardiaca è stata calcolata fra l’1,5 e il 2% ad un anno, e quella dell’infarto non fatale intorno all’1%, peranno16, 17. Alla luce di quanto esposto finora si possono identificare fasce di rischio differenti: Pazienti a basso rischio: - pazienti con test da sforzo positivo ad alto carico; 81 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte - pazienti con funzione ventricolare sinistra di base normale (FE > 50%) e aree limitate di asinergia durante stress; - pazienti con funzione ventricolare sinistra normale di base che non peggiora durante sforzo, difetto reversibile di perfusione di limitata estensione; - pazienti con funzione ventricolare sinistra normale e malattia di 1 o 2 vasi ma senza interessamento dell’arteria discendente anteriore; Pazienti ad alto rischio: - pazienti in classe canadese 3 o pazienti in classe canadese 1 o 2 che rispondono con criteri di gravità ai test provocativi; - pazienti con funzione ventricolare sinistra depressa (FE =< 30%); - test da sforzo positivo a basso carico (vedi Tab. III); - Eco-stress positivo con criterio di gravità (vedi Tab. IV); - test con radionuclidi positivo con criterio di gravità (vedi Tab. V); - malattia del tronco comune e malattia multivasale con funzione ventricolare sinistra depressa; Pazienti a rischio intermedio: Possono essere considerati a rischio intermedio tutti i pazienti non inquadrabili in una delle due precedenti categorie. L’osservazione corretta dell’iter diagnostico servirà a ridurre sensibilmente la numerosità di questo gruppo di pazienti, che tuttavia continuerà a mostrarsi non esigua e a sollecitare una estrema attenzione nel giudizio e nella decisione terapeutica nel singolo paziente. OBIETTIVI TERAPEUTICI Gli obiettivi della strategia terapeutica nell’angina stabile sono il controllo della sintomatologia dolorosa, il miglioramento della tolleranza all’esercizio fisico e quindi il miglioramento della qualità di vita e la riduzione a lungo termine degli eventi cardiovascolari maggiori(morte, infarto miocardico non fatale). I primi due obbiettivi sono solitamente raggiungibili per mezzo della terapia antiischemica convenzionale. Non vi sono invece evidenze cliniche certe che la stessa possa da sola influenzare favorevolmente la prognosi di questi pazienti. Almeno tre studi (TIBET, ASIST e ACIP)36, 37, 38 sono stati negativi in tal senso. Nell’ACIP solo la rivascolarizzazione miocardica permette una prognosi significativamente migliore. Per contro, il concomitante trattamento dei fattori di rischio e delle condizioni morbose associate (ipertensione arteriosa, diabete mellito, obesità, tabagismo, dislipidemia) e la profilassi antiaggregante si sono dimostrati in grado di ridurre la mortalità e di prevenire gli eventi coronarici maggiori nel follow-up. La decisione terapeutica deve essere diversa nei pazienti con angina stabile a basso rischio rispetto a quelli a rischio elevato. Nel primo caso il trattamento medico combinato anti-ischemico e dei fattori di rischio è solitamente efficace nel controllare il quadro clinico; nel secondo caso, invece, può rendersi necessaria una procedura di rivascolarizzazione miocardica. Quest’ultima diventa imperativa nei 82 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte pazienti con angina stabile e malattia del tronco comune, o multivasale associata a funzione ventricolare sinistra depressa. 3. Quesito di ricerca e dimensioni P cardiopatia ischemica cronica avanzata I terapia cardiaca angiogenetica non invasiva C nessun comparator poiché il trattamento è rivolto a pazienti non eligibili per altri trattamenti O riduzione ricoveri ripetuti per patologia 4. Ricerca preliminare della letteratura La ricerca della letteratura sull’argomento è stata effettuata in data 12 luglio 2011 sui seguenti database: LETTERATURA SECONDARIA parole chiave: “extracorporeal shock wave” AND heart CRD: dai risultati ottenuti dall’interrogazione, l’unico pertinente risulta essere un report di horizon scanning (australiano) del 2010 EUROSCAN: dai risultati ottenuti dall’interrogazione, l’unico pertinente risulta essere il report di horizon scanning già ottenuto dal precedente database utilizzato COCHRANE LIBRARY: nessun risultato pertinente sull’argomento LETTERATURA PRIMARIA Parole chiave: “extracorporeal shock wave” AND heart EMBASE: dai 6 titoli di pubblicazioni ottenuti, ne vengono selezionati 3 come pertinenti SCOPUS: 6 titoli di pubblicazioni ottenuti, ne vengono selezionati 2 come pertinenti PUBMED: la ricerca con impostazione di limiti per ‘tipi di studio’ (es. qualità dell’evidenza) non restituisce alcun risultato. Eliminando i limiti per tipo di pubblicazione, si ottengono 3 risultati, di cui uno pertinente. 83 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte CLINICALTRIALS.GOV: risultano esserci 5 trial attualmente in corso, 4 dei quali in fase di reclutamento pazienti 4.1 Letteratura inclusa Ellery B, Mundy L, Hiller JE. Extracorporeal shock wave therapy for the treatment of angina. Adelaide: Adelaide Health Technology Assessment (AHTA). Horizon Scanning Prioritising Summary Volume 28 (2010) Ruiz-Garcia J. Lerman A. Cardiac shock-wave therapy in the treatment of refractive angina pectoris Interventional Cardiology (2011) 3:2 (191-201) Vasyuk Y.A. Hadzegova A.B. Shkolnik E.L. Kopeleva M.V. Krikunova O.V. Iouchtchouk E.N. Aronova E.M. Ivanova S.V. Initial clinical experience with extracorporeal shock wave therapy in treatment of ischemic heart failure Congestive Heart Failure (2010) 16:5 (226-230) Ito K, Fukumoto Y, Shimokawa H. Extracorporeal shock wave therapy as a new and non-invasive angiogenic strategy. Tohoku J Exp Med. 2009 Sep;219(1):1-9. 5. Risultati La tecnologia è oggetto di un Report di Horizon Scanning edito nel Settembre 2010 dalla Agenzia Australiana. Il documento riporta gli esiti dei trial sino ad allora pubblicati: i risultati di un trial giapponese condotto su 9 pazienti affetti da cardiopatia ischemia cronica refrattaria ad altri trattamenti terapeutici. Non si sono verificati effetti collaterali, mentre si è assistito ad un miglioramento della perfusione miocardica nelle aree ischemiche trattate e degli score inerenti l’angina pectoris. i risultati presentati al 20° Congresso mondiale d ella Società Internazionale di ricerca sul cuore, inerenti il trattamento con onde d’urto di 17 pazienti: 10 con storia di infarto miocardico e 6 affetti da angina pectoris. 10 pazienti hanno riferito un miglioramento dell’angina, in 3 di questi si è dimostrato un miglioramento della per fusione miocardica a riposo. Tale miglioramento è avvenuto nei pazienti con angina pectoris senza storia di 84 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte infarto miocardico, facendo presupporre che il trattamento con onde d’urto sia efficace sul tessuto muscolare non infartuato. i risultati di uno studio tedesco pubblicato nel 2006 che ha coinvolto 25 pazienti, di cui 15 affetti da angina refrattaria e 10 con occlusione cronica di un vaso coronarico. Tutti i pazienti hanno avuto un miglioramento degli score di valutazione dell’angina, della tolleranza all’esercizio fisico e della perfusione miocardica. Si attendono ulteriori risultati di altri trial internazionali in corso (Si sottolinea però, a tal proposito, che la maggior parte di tali trial in corso sono finanziati dalla Ditta Medispec, produttrice della tecnologia in oggetto). 6. Costi Il valore commerciale del sistema Cardiospec ammonta a 324.000 euro + IVA. La proposta dell’azienda fornitrice prevede inoltre, l’opzione di contratto in service per 36 mesi con canone mensile di 4.800 euro + IVA. Da sottolineare la necessità di acquistare separatamente, l’applicatore cardiaco di onde d’urto che viene offerto in kit da 3 pezzi per 39.200 euro + IVA sufficienti per il trattamento di 40/45 pazienti. Inoltre, da considerare l’acquisto della soluzione accoppiata al costo di 360 euro + IVA. Infine, al fine di una valutazione economica più approfondita, si raccomanda di considerare anche i costi sotto elencati: • costi per la selezione dei pazienti: visita medica (costi operatore) ECG, Test ergometrico Ecocardiogramma color doppler o scintigrafia miocardica • Costi delle 9 sedute di trattamento: operatori, sala ambulatoriale • Costi follow up: ad 1 mese, a 3 mesi ed a 6 mesi Inoltre, l’analisi economica non può prescindere dal considerare anche: • gli eventuali risparmi derivanti dalla riduzione dei ricoveri ripetuti (1.100 euro/die circa) e dall’utilizzo dei farmaci • la dimensione epidemiologica del problema: ad oggi gli specialisti di riferimento indicano come massimo numero di pazienti eligibili circa 30 persone/anno. 85 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte 7. Conclusioni e raccomandazioni I trial clinici internazionali sinora condotti su campioni esigui numericamente hanno mostrato almeno una riduzione della sintomatologia anginosa, con un conseguente miglioramento della qualità della vita quotidiana dei pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica. La sperimentazione della tecnologia, su questo piccolo numero di pazienti, non ha provocato effetti collaterali a 12 mesi di follow up. Sono in corso diversi altri studi internazionali, per la maggior parte finanziati dalla casa produttrice della tecnologia. L’introduzione e l’utilizzo della tecnologia per scopi clinici dovrebbe avvenire a fronte di alcune considerazioni: sarebbe consigliabile un ulteriore e costante confronto dei dati raccolti nel contesto locale con i dati emergenti dai trial clinici internazionali in corso; sarebbe necessaria la valutazione dell’impatto economico della tecnologia, a fronte del numero di pazienti eligibili al trattamento; nel caso l’introduzione venisse approvata, sarebbe consigliabile la creazione di una rete collaborativa tra i Centri di riferimento della nostra Regione per il trattamento dei pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica. Questo al fine di garantire un’adeguata preparazione degli operatori e di sottoporre alla terapia i pazienti in un contesto che renda possibile la raccolta dei dati pre e post trattamento, secondo i criteri utilizzati dalla letteratura ad oggi disponibile. 86 A cura del Nucleo Tecnico Health Technology Assessment (HTA) A.Re.S.S. Piemonte Bibliografia Ellery B, Mundy L, Hiller JE. Extracorporeal shock wave therapy for the treatment of angina. Adelaide: Adelaide Health Technology Assessment (AHTA). Horizon Scanning Prioritising Summary Volume 28 (2010) Ruiz-Garcia J. Lerman A. Cardiac shock-wave therapy in the treatment of refractive angina pectoris. Interventional Cardiology (2011) 3:2 (191-201) Vasyuk Y.A. Hadzegova A.B. Shkolnik E.L. Kopeleva M.V. Krikunova O.V. Iouchtchouk E.N. Aronova E.M. Ivanova S.V. Initial clinical experience with extracorporeal shock wave therapy in treatment of ischemic heart failure. Congestive Heart Failure (2010) 16:5 (226-230) Ito K, Fukumoto Y, Shimokawa H. Extracorporeal shock wave therapy as a new and non-invasive angiogenic strategy. Tohoku J Exp Med. 2009 Sep;219(1):1-9. ,"$1 0 0 ,0$ 203 " + , -$*.$+./$$ 8, ++5"&6$$$$$ .)% 87