cipresso roberto seminario del 7 aprile 2017

Il Mondo Antico
Il Monte Ararat:
le origini della
viticoltura
tra Turchia e Armenia
Alle origini della viticoltura:
Vitis Vinifera Silvestris, Arenì – Armenia
–
e Saperavi - Georgia La vite selvatica, Vitis vinifera L.
subsp.
sylvestris, spontanea in Europa,
cresce prevalentemente in zone
boscose o nella macchia dove
ancora oggi è possibile individuarla,
in zone umide del Mediterraneo o
dell'Europa danubiana. Facilmente
riconoscibile perché simile alle viti
coltivate, si distingue da queste
grazie a sostanziali differenze
ampelografiche. Le principali sono
rappresentate dalla presenza di
infiorescenze solo maschili o solo
femminili (pianta dioica), i grappoli
e gli acini piccoli (frequentemente a
bacca nera), i vinaccioli di forma più
tondeggiante e becco più corto.
Vigneto di Arenì in Armenia
L’Arenì è un vitigno autoctono dell’Armenia; il suo nome deriva
dalla città omonima di Arenì. Il vitigno, coltivato da tempo
immemorabile, è bacca nera e presenta una buccia molto
spessa e consistente. Matura verso metà di ottobre ed ha una
resa potenziale medio - alta che si attesta sui 150/160
quintali/ha.
Resiste molto bene alla siccità e alle basse temperature
invernali caratteristiche dell’Armenia (-20°C). Presenta elevata
vigoria, ed è normalmente coltivato in zone fertili, con il
terreno dotato di una buona percentuale di argilla. In Armenia
durante l’inverno è usuale che la vite venga ricoperta di terra,
per sopportare meglio i rigori invernali.
Coltivazione ad opera di Assiri e
Babilonesi
I fiumi Tigri ed Eufrate
La Mappa della Mesopotamia
I Fenici
Alle Navi dei Fenici,
alle loro anfore,
ai loro commerci attraverso il
Mar
Mediterraneo, dobbiamo la
diffusione
della vite e della viticoltura
alle civiltà
classiche dei Paesi Europei
La storia della viticoltura prosegue con la Grecia
Antica, che associa il vino alle espressioni
artistiche che conosce; attraverso la divinità di
Dioniso, lo assimila e lo fonde con gli altri
elementi fluidi della terra, quale simbolo di
energia vitale e di fecondità.
La Roma Antica
La diffusione maggiore della
viticoltura nel mondo antico
avviene attraverso i Romani, che
raccolgono, come loro abitudine,
l’eredità Greca e la tramandano
in tutte le aree dell’Impero che
ne consentano la pratica. Ecco il
De Re Rustica di Columella, che ci
lascia una descrizione esauriente
delle pratiche agricole in uso
nelle aree mediterranee
dell’impero. Grazie alla
formazione scientifica, l’istinto di
naturalista, l’esperienza diretta
di agronomo e di imprenditore
agricolo, compone il primo vero
trattato di scienza della
Il Vecchio Mondo
Con la fine dell’Impero Romano, le maggiori
testimonianze della coltivazione della vite sono
tramandate dai Monaci dei monasteri disseminati
nelle diverse aree viticole d’Europa, che
documentavano scrupolosamente le proprie
attività agricole, anche attraverso i soggetti scelti
per le loro miniature.
La Nobile Europa
Dagli Chateaux di Francia fino alle più prestigiose
realtà italiane, passando attraverso la Germania, la
Spagna ed il Portogallo
Vigneti di Francia
Ribera del Duero - Spagna
Chateau Francese
Valle del Douro - Portogallo
Ancora Vecchio Mondo:
L’Italia
Le Langhe
Montalcino
Ecco i due episodi che maggiormente hanno
segnato evoluzione e storia della viticoltura
del nuovo mondo:
La Gelata del 1709:
A dicembre 1708, un freddo fuori dal normale si
impadronì della Russia. Nella notte dell'epifania, tra
il 5 e il 6 gennaio, irruppe in Europa.
Ne conseguì un evento di portata eccezionale: in
poche ore si gelarono fontane, pozzi, rivi e anche
piccoli laghi, con abbassamenti repentini anche di
20°C di temperatura; perfino le regioni meridionali
furono colpite duramente. In breve ghiacciarono
tutti i fiumi europei, compresi la Senna e il Rodano;
stessa sorte toccò a laghi e lagune: il lago di Garda
venne attraversato da carri pesanti, unica volta
nella storia, così come pure la laguna Veneta;
nemmeno il mare fu risparmiato, e rimasero
intrappolati nei ghiacci porti mediterranei come
quelli di Genova e Marsiglia; gelò addirittura la foce
del Tago a Lisbona: il record freddo certificato del
XX secolo per questa città è -1,1°, con il quale si
congela appena un bicchiere d'acqua.
Si raggiunsero temperature eccezionali, tra l'altro
misurate alle 8:00: a Parigi -23,1° nel centro e -25°/26° nei sobborghi, e per 10 giorni non si salì mai
sopra -10°, con minime sui -20°; a Venzia -17,5° con
forte bora (il record del XX secolo è -13,6° misurati
nel 1963); a Berlino -30° e nelle campagne intorno
-35°, mentre la media del mese fu -13,2° - la più
fredda in assoluto (seguono i -11,6° del gennaio
1823) - .
La Fillossera
Phylloxera vastator: insetto emittero della
famiglia degli Afidi, originario dell'America
Settentrionale,
introdotto
casualmente
in
Europa
poco
dopo
la
metà
del
1800,
diffondendosi rapidamente. Parassita della vite,
sui vitigni dell'area di origine distribuiva il
proprio ciclo biologico tra le foglie e le radici
della pianta senza provocare seri danni; una
volta a contatto con le viti europee modificò
invece il proprio comportamento, svolgendo il
ciclo vitale esclusivamente sulle radici. Le
punture dell'insetto danno luogo alla formazione
su radici e foglie delle cosiddette galle
fillosseriche che causano la morte della vite. La
grave crisi della viticoltura europea provocata
dalla diffusione della fillossera fu poi in gran
parte superata innestando le viti europee su
ceppi di vite americana. Il ciclo della fillossera è
assai complesso, comportando stadi diversi che
vanno incontro, ognuno, a quattro mute
Galle fillosseriche su
foglia
Il Nuovo Mondo:
La Luce, I Commerci, Le Migrazioni
Il Parallelo 43
Latitudine che sembra
dotata di una energia
particolare, per l’uomo e
per la viticoltura:
attraversa luoghi simbolo,
come la Georgia – uno dei
punti di partenza della
coltivazione della vite – la
Croazia, La Toscana, la
Corsica ed il Midi Francese;
e poi ancora i Paesi Baschi,
New York, e l’ultima
frontiera americana
dell’Oregon.
Cipresso 43
Nel 2016 nasce il progetto Cipresso 43, per la
produzione di vini da vitigni autoctoni coltivati
lungo il medesimo parallelo - che idealmente
rappresenta per me l'eccellenza dei vini
dell'area del Mediterraneo - e sui due mari,
Tirreno ed Adriatico, ai lati opposti della
penisola italiana.