1 La manipolazione dei farmaci citostatici L'aumento dei tumori nella popolazione implica per il personale sanitario un aumento delle operazioni di preparazione e somministrazione dei farmaci antiblastici, preparati altamente tossici. EFFETTI DEI FARMACI ANTIBLASTICI: 1. Irritazione da contatto a livello di cute e mucose. 2. Tossicologia locale: flebiti, in caso di stravaso e contatto diretto. 3. Effetti sistemici in caso di assorbimento. I chemioterapici (come tutti i farmaci) non rientrano come R 45 e R 49 nell'applicazione della Direttiva CEE e del Titolo sui Cancerogeni del D.L.gs 626 del 1994. Secondo la IARC vi è la possibilità da parte di diversi farmaci citostatici di provocare l'insorgenza di tumori (soprattutto leucemie) in soggetti trattati per patologie non tumorali (ad esempio induzione di immunosoppressione in trapiantati d'organo) o in lavoratori professionalmente esposti, agendo direttamente sul patrimonio genetico. Molti farmaci antitumorali sono classificati dalla IARC nel: Gruppo 1: cancerogeni per l'uomo; Gruppo 2: cancerogeni sospetti; Gruppo 2A: probabilmente cancerogeni; Gruppo 2B: possibilmente cancerogeni. 2 Durante la manipolazione di questi preparati, é opportuno mantenere un comportamento attento, come se si dovesse venire in contatto con sostanze ritenute cancerogene e seguire tutte le indicazioni del Decreto 626/94 per quanto riguarda il Titolo sul rischio cancerogeno. Sono stati segnalati effetti genotossici nei lavoratori professionalmente esposti diagnosticati con: • • • positività ai tests di mutagenesi urinaria (tests poco attendibili, in quanto influenzati dalla dieta, fumo, stile di vita); formazione di addotti con il DNA; aumentata frequenza di aberrazioni cromosomiche nei linfociti periferici. Sono stati dimostrati infatti, effetti sulla gravidanza e sulla riproduzione: aumento dell'abortività, di gravidanze extrauterine e di malformazioni congenite. Non essendo ancora scientificamente documentato il passaggio di queste sostanze citotossiche nel latte materno, è opportuno non adibire alla manipolazione di farmaci antiblastici, né le donne in gravidanza, né le lavoratrici in allattamento. Occorre tenere sempre presente alcune problematiche: • • • la grande differenza tra dosi terapeutiche ed esposizione professionale; che cancerogenicità e teratogenicità possono manifestarsi a livelli di esposizione/assorbimento molto bassi; che i risultati sui lavoratori esposti risentono ancora della limitatezza degli studi. Per quanto riguarda i lavoratori professionalmente esposti dobbiamo considerare i chemioterapici come sostanze potenzialmente pericolose per il rischio di inalazione, di contatto cutaneo (con conseguente assorbimento ed escrezione) e per azione genotossica; occorre pertanto utilizzare sistematicamente i mezzi di protezione ambientale ed individuale adeguati. 3 PREVENZIONE: NORME COMPORTAMENTALI • limitare la preparazione di questi farmaci nelle "Unità di Manipolazione di Chemioterapici Antiblastici" in accordo con l'art. 3 comma 1 lettera b e art. 64 del D.L.gs 626/94 (un'area centralizzata, isolata, segnalata e protetta); • • • • • • vietare l'accesso nella zona di preparazione degli antiblastici al personale non autorizzato, non formato e senza DPI; le donne in gravidanza e in allattamento devono essere escluse dalle preparazioni; tenere a disposizione le schede tossicologiche di ogni farmaco; non usare cosmetici nelle zone di lavoro che, se contaminati, possono continuare a essere fonte di esposizione prolungata; non mangiare, bere, masticare chewingum nelle aree di preparazione o di somministrazione di antiblastici; indossare abiti idonei nelle aree di lavoro. PRESIDI AMBIENTALI PER LA PREPARAZIONE Nella preparazione le fasi a rischio sono soprattutto: l'apertura delle fiale, la rimozione dell'ago dal flacone, lo riempimento della siringa o della fleboclisi, l'espulsione dell'aria dalla siringa. I chemioterapici devono sempre essere preparati sotto le cappe a flusso laminare che garantiscono la sterilità del prodotto e la protezione dell'operatore. Per un utilizzo corretto di questi sistemi di aspirazione occorre che: • • • • le cappe a flusso laminare verticale debbano essere accese 15 minuti prima dell'inizio e spente dopo 15 minuti la fine dell'attività; il piano di lavoro debba essere libero da oggetti inutili ad esclusione dei farmaci, pulito con alcool al 70% e con un panno di carta monouso; operare sempre al centro della cappa; effettuare periodicamente la manutenzione e la sostituzione dei filtri (operazione di particolare rischio); 4 • verificare l'efficacia delle cappe. Qualora nelle strutture sanitarie non vi siano le "Unità di manipolazione chemioterapici antiblastici"e si operi al di fuori delle cappe, oltre ad un uso rigoroso dei DPI (vedi oltre) bisogna predisporre di un piano di lavoro ampio, di facile pulizia e vicino ad un lavandino, coprirlo di carta bibula (impermeabile nella parte inferiore e assorbente in quella superiore), mantenere solo lo stretto necessario per le preparazioni sul piano di lavoro. PROCEDURE CORRETTE PER LA SOMMINISTRAZIONE Un'eventuale contaminazione può avvenire durante l'espulsione dell'aria dalla siringa prima della somministrazione e le perdite del farmaco a livello dei deflussori, valvole, raccordi, etc. Quindi occorre: • • • • • • • • • avere disponibile un kit per le emergenze; usare siringhe con tappi a sicurezza (luer lock) e aghi con filtri idrofobici che evitano la fuoriuscita di aerosol; sistemare un telino sotto il braccio del paziente; usare doppi guanti per farmaci ad uso topico; usare correttamente i DPI (vedi anche oltre); segnalare l'area coma area a rischio e interdetta ad estranei; raccogliere eventuali frammenti di vetro con una paletta; pulire l'area con panni assorbenti, con detergenti ed acqua; mettere tutto in sacchi a perdere. RIGOROSO USO DEI DIPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) L'operatore dovrà indossare sulla divisa: • • • • il camice monouso idrorepellente di tipo chirurgico; guanti monouso in lattice pesante, sostituirli se contaminati sostituirli in caso di taglio e abrasioni e sempre ogni 30'; mascherina monouso, se l'operazione avviene sotto cappa, nel caso eccezionale di preparazione "libera" o di spandimento si devono usare maschere con filtri ad alta efficienza (FFP 2-3); cuffia monouso che contenga tutti i capelli; 5 • • occhiali con protezioni laterali che vanno puliti con alcool; sovrascarpe monouso. Nel caso che la preparazione dei chemioterapici non avvenga sotto cappa, si dovrà sempre indossare la maschera semi-rigida plastificata con protezione naso e bocca (FF2S). Attenzione: usare guanti in lattice e camice monouso (che andranno smaltiti dopo ogni uso nei rifiuti speciali) quando vi é il contatto con sangue, vomito ed altri escreti del paziente che abbia ricevuto farmaci antiblastici nelle ultime 48 ore. Nella chemioterapia endovescicale l'urina del paziente è fortemente contaminata dai farmaci antiblastici somministrati. ATTENZIONE! • Tutto il materiale utilizzato: guanti, maschere, sovrascarpe, telini, cotone, garze, etc. va smaltito in appositi contenitori contrassegnati con la sigla Rifiuti Speciali Ospedalieri. Ogni incidente: ferite, punture, contaminazioni cutanee o mucose con farmaci antiblastici, dovrà essere subito segnalato come INFORTUNIO SUL LAVORO ed essere seguito specificatamente sul piano sanitario dal medico competente.