Dipartimento di Medicina del Lavoro PREMESSA I chemioterapici antiblastici sono quei farmaci utilizzati da oltre quaranta anni per il trattamento delle neoplasie. Essi distruggono le cellule cancerogene, interferendo con la loro capacità riproduttiva ma, non essendo selettivi, possono colpire anche le cellule sane del corpo che, a differenza delle cancerose, riparano rapidamente il danno subìto. I farmaci antitumorali sono caratterizzati in generale da potere irritante e vescicante a carico della cute e delle mucose, possono provocare effetti tossici locali (flebiti, allergie, necrosi dei tessuti) e sistemici (allergie, tossicità su vari organi) e, per molti di questi, è stata evidenziata una attività mutagena, cancerogena e teratogena. A tale riguardo la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato alcuni dei chemioterapici usati in terapia oncologica quali ‘cancerogeni certi negli animali e nell’uomo’ (Gruppo 1), ‘probabilmente cancerogeni per l’uomo’ (Gruppo 2A), ‘possibili cancerogeni per l’uomo’ (Gruppo 2B) o ‘non classificabili per la cancerogenicità per l’uomo’ (Gruppo 3). Gli operatori sanitari (medici, infermieri) risultano essere le persone a maggior rischio espositivo per le elevate quantità manipolate e la durata dell’esposizione. A tal fine è stato emanato un Documento di Linee Guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario (Provvedimento del 5 agosto 1999 pubblicato sulla G.U. 236 07/10/99). Poiché alcuni farmaci antiblastici, al fine di migliorare la qualità di vita del paziente, possono essere utilizzati anche a domicilio, è importante non sottovalutare eventuali rischi di esposizione per i componenti del nucleo familiare e per l’ambiente domestico. Pertanto il paziente e i familiari devono avere informazioni chiare e complete riguardo la terapia e le procedure per la pulizia della casa, l’igiene del paziente e lo smaltimento dei materiali residui. VIE DI ESPOSIZIONE Il rischio di esposizione in ambito domiciliare riguarda l’operatore sanitario che attua l’assistenza domiciliare, il paziente, i familiari, i collaboratori domestici (colf e badanti) ed eventuali visitatori. Le vie di esposizione, attraverso le quali può avvenire l’assorbimento del farmaco antiblastico, sono rappresentate dal contatto attraverso la cute e le mucose e dall’inalazione. Altre vie di contatto possono essere costituite dalla congiuntiva oculare (a seguito di spruzzi), dal contatto con superfici ed indumenti contaminati e dall’ingestione di cibo o bevande contaminati. In caso di contatto accidentale del farmaco con la cute, si dovrà lavare accuratamente la parte contaminata uti- I chemioterapici antiblastici nelle terapie domiciliari lizzando abbondante acqua e sapone, quindi consultare un medico. In caso di contaminazione degli occhi, è necessario lavarli accuratamente per almeno 15 minuti con acqua o soluzione fisiologica, quindi consultare un medico. PREVENZIONE La principale misura di prevenzione è rivolta alle donne in gravidanza e ai bambini, che non devono soggiornare nei locali ove si manipolano i farmaci e possibilmente utilizzare altri servizi igienici. Inoltre va ricordato che è tassativamente vietato mangiare, bere, e fumare durante tutte le fasi in cui si viene a contatto con il farmaco. LE PRINCIPALI FASI A RISCHIO ESPOSITIVO DURANTE LA MANIPOLAZIONE DEI CHEMIOTERAPICI RISULTANO ESSERE: > > > > > > Trasporto dei farmaci preparati Conservazione dei farmaci Somministrazione dei farmaci Trattamento dei residui biologici Pulizia dei locali e lavaggio degli indumenti del paziente Smaltimento dei materiali residui TRASPORTO DEI FARMACI PREPARATI Durante il trasporto del farmaco è necessario utilizzare recipienti a tenuta che permettano di controllare eventuali perdite, in caso di cadute o versamenti accidentali. CONSERVAZIONE DEI FARMACI Se la confezione non risultasse integra in ogni sua parte, potrebbero esserci perdite di liquido da contenitori o perdite di polveri causate da rottura accidentale delle compresse. È bene conservare il farmaco in uno spazio definito, chiuso a chiave e non accessibile ai bambini. Nel caso in cui il farmaco dovesse essere conservato a bassa temperatura, è opportuno destinare un mini frigorifero esclusivamente al suo contenimento per evitare il contatto con cibi e bevande. Occorre sempre seguire le istruzione indicate dalla casa produttrice per la conservazione. SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI Terapia orale: indossare dei guanti per non venire in contatto con le pillole e lavare accuratamente le mani subito dopo. Terapia per iniezione: indossare i guanti durante la preparazione del farmaco. Gli aghi e le siringhe utilizzati devono essere inseriti nel recipiente per chemioterapici, così come il cotone imbevuto di alcol e tutto ciò che è venuto in contatto con il medicinale. www.inail.it PULIZIA DEI LOCALI E LAVAGGIO DEGLI INDUMENTI DEL PAZIENTE Per ridurre il rischio di esposizione è importante prestare attenzione all’igiene dei locali dove soggiorna il paziente e alle modalità con cui lavare i suoi indumenti e i suoi effetti letterecci. Questi, infatti, possono contenere notevoli concentrazioni del farmaco, rappresentando potenziale fonte di esposizione durante l’igiene personale del paziente, ma anche per l’eventuale nebulizzazione prodotta nel risciacquo dei servizi igienici. RIFERIMENTI NORMATIVI • Provvedimento 05/08/1999. Documento di Linee Guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario. (G.U. n. 236 del 07/10/99). (INAIL, Dipartimento di Medicina del Lavoro) PER ULTERIORI INFORMAZIONI Link utili: www.ispesl.it/osservatorio (i contenuti saranno a breve trasferiti all’interno del portale www.inail.it) Contatti: [email protected], [email protected]. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE ISPESL-DML. Impiego dei chemioterapici antiblastici per terapie domiciliari. (Quaderni per la salute e la sicurezza). Roma, 2010. PAROLE CHIAVE Farmaci antitumorali; Ambiente domestico; Vie di esposizione; Misure di prevenzione. INAIL - Settore Ricerca, Dipartimento di Medicina del Lavoro - Direttore: Dott. Sergio Iavicoli Via Fontana Candida, 1 - 00040 Monte Porzio Catone (RM) Tel. 06 941 81 405 - 06 9789 6038 • Fax 06 941 81 410 • e-mail: [email protected] Edizione 2012 SMALTIMENTO DEI MATERIALI RESIDUI UTILIZZATI I materiali residui con cui si può venire in contatto (dispositivi di protezione individuale, materiale monouso, deflussori, siringhe, aghi, flaconi, garze, ecc.) e i materiali monouso (traverse e pannoloni) utilizzati dal paziente sono considerati rifiuti speciali ospedalieri (RSO). Si rimanda alla Struttura Sanitaria di riferimento per le indicazioni relative alle modalità di smaltimento. • Sarebbe opportuno dedicare alla pulizia di tali locali appositi strofinacci, impregnati di varichina, da utilizzare sulle superfici contaminate e destinare alla biancheria del paziente un lavaggio esclusivo in lavatrice, possibilmente effettuando un prelavaggio con candeggina. Ove possibile, si consiglia di destinare al paziente un bagno dedicato con l’utilizzo esclusivo di asciugamani e altri effetti personali. ISBN 978-88-7484-222-3 © 2012 INAIL. Distribuzione gratuita. Vietata la vendita. La riproduzione anche parziale su qualsiasi mezzo è consentita solo se citata la fonte. Stampato dalla Tipolitografia INAIL di Milano Autori: E. Giuli, M. Spagnoli • Progetto editoriale: R. Bisegna • Redattore Editoriale: A. Luciani, C. Di Tecco TRATTAMENTO DEI RESIDUI BIOLOGICI Non c’è pericolo di esposizione per contatto diretto con il paziente trattato, ma il pericolo di esposizione esiste laddove si venga in contatto con i residui dei trattamenti o con i fluidi organici del paziente. Va ricordato che in alcuni casi particolari l’urina emessa dal paziente può contenere discrete concentrazioni dei farmaci impiegati. Pertanto, anche in casa la raccolta degli escreti deve avvenire con l’uso dei dispositivi di protezione individuali in dotazione (doppi guanti in lattice e mascherine monouso). Inoltre la tutela dell’ambiente deve essere salvaguardata, trattando gli escreti raccolti con una soluzione di ipoclorito di sodio al 10% (varichina) anche direttamente nel WC, effettuando poi un doppio risciacquo.